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Argomento: Bambina 5 anni in vasca alta

Ciao a tutti,
Chiedo cortesemente a chi è esperto in materia un consiglio.
La mia bambina che  compie  tra qualche giorno 5 anni ha già fatto 2 anni di nuoto in forma di gioco in vasca piccola (corso bisettimanale). A settembre ha iniziato il corso in vasca alta con un gruppo di bambini che vanno dai 6 agli 8 anni, nel quale corso sta iniziando a imparare lo stile libero e il dorso. Lei è entusiasta del corso in acqua alta nella quale si muove con molta tranquillità, come l'insegnante stesso mia ha confermato.
Il mio dubbio è sorto quando ho letto su questo forum che è assolutamente sconsigliato fare iniziare l'apprendimento degli stili prima dei 6 anni perché, mi sembra di aver capito, potrebbero imparare movimenti scorretti poi difficili da correggere.. Ma in un caso come il mio cosa mi consigliate? Mi sembra inutile fargli fare un terzo in vasca bassa... Forse potrebbe essere utile fargli fare lezioni individuali in modo tale che l'insegnante avendo solo lei da guardare può evitare che svolga movimenti sbagliati?
Grazie per eventuali consigli!

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Re: Bambina 5 anni in vasca alta

Non è sbagliato imparare prima dei 6 anni.
Non so cosa hai letto ma di sicuro si trattava del commento di un caso specifico in un contesto differente.

Sono due le cose da tenere in considerazione:
l'età biologica,che non sempre coincide con quella anagrafica;cioè alcuni bambini sviluppano prima e meglio il sistema nervoso rispetto ad altri.
E l'attitudine specifica,che dipende dal vissuto del bambino,cioè dalle esperienze precedenti (nel tuo caso i due anni di ambientamento) e da come sono state influenzate dalla situazione personale del soggetto (età biologica e intelligenza motoria).
L'interazione tra questi fattori determina il livello di intelligenza motoria generale del soggetto e la sua specificità in ambiente acqua.

Il requisito di base per poter incominciare a impostare le nuotate grezze senza problemi né "danni" collaterali è identificato in un determinato ammontare di questo dato (l'intelligenza motoria generale e la sua specificità in acqua).

Generalmente un bambino privo di precedenti esperienze acquatiche dispone dell'intelligenza motoria generale necessaria intorno ai 6 o 7 anni,età durante la quale si verifica un consistente sviluppo del sistema nervoso,e gli basta poco (dipende però dai soggetti) per sviluppare un verto dato di quella specifica (ambientamento in acqua).
Un bambino che invece prima di quella età vive esperienze ludiche o di ambientamento di vario genere,potrebbe sviluppare prima il requisito necessario,plasmando in modo specifico il sistema nervoso.
Ma non è una certezza,perchè resta lo scoglio dello sviluppo personale del sistema nervoso,che non varia solo con l'età (anagrafica) ma con la situazione dei diversi soggetti (età biologica).

Un bravo insegnante è in grado di discriminare il lavoro adeguato da un allievo all'altro a prescindere dall'età anagrafica.

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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Re: Bambina 5 anni in vasca alta

Ti ringrazio per la risposta, ora mi sento un po' più tranquilla!

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Re: Bambina 5 anni in vasca alta

Ciao a tutti,

pongo qui una domanda perchè il titolo si addice alla perfezione.

La mia bimba ha 5 anni e mezzo. Abbiamo fatto insieme due anni di acquaticità neonatale a partire dai 5 mesi, a due anni e mezzo era in vasca grande per iniziare un corso di nuoto baby con l'istruttore in acqua. A 4 anni e mezzo è passata alla scuola nuoto vera e propria con l'istruttore fuori dall'acqua.

Abbiamo iniziato presto perchè la mia bimba aveva difficolta' motorie e respiratorie dovute alla nascita prematura, aveva ritardo motorio generalizzato e ipotono. L'acqua è stata parte della terapia riabilitativa anche se ha sempre fatto corsi "normali" (mentre la fisioterapista la seguiva fuori dall'acqua). Ancora oggi presenta qualche difficoltà sfumata fuori dall'acqua (la diagnosi è di disprassia motoria), che si traduce in movimenti appena distonici e in ipercinesia (non sta letteralmente mai ferma). Soprattutto la distonia la notano solo gli "addetti ai lavori".

La bimba ha mostrato subito una grossa passione per l'acqua e si è sempre trovata molto a proprio agio. Non ha mai mostrato alcuna paura, è sempre andata sott'acqua senza alcun problema, mai usato braccioli (solo a tratti il tubo quando era necessario per gestire molti bimbi in acqua). Oggi fa tranquillamente dorso completo e stile completo con respirazione laterale (questo non perfetto come il dorso). Prima o poi credo metterà le branchie....

Il prossimo anno comincerà il preagonismo. Cosa devo tenere d'occhio per essere certa che da qui in poi il divertimento per lei rimanga tale? Il nuoto ha avuto cosi' tanti benefici e aspetti positivi che, come mamma, temo qualcosa possa incrinarsi...

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Re: Bambina 5 anni in vasca alta

Non avevo visto questa domanda,spero la risposta non giunga troppo tardi.

Per evitare il problema puoi agire su due fronti.

Il primo è quello dei tecnici che avranno in carico la bambina:
l'importante è che i tecnici facciano divertire i bambini diversificando molto il lavoro con tanti esercizi differenti,senza mai fare pressioni sui bambini per la loro resa sia durante la lezione sia in eventuali gare,che devono essere viste come un gioco anche a costo di farlo presente ai bambini eventualmente "troppo" competitivi per natura.

Se invece le lezioni ti sembrano veri e proprie sessioni di lavoro con allenatori che si prendono troppo sl serio pressando i bambini come fossero dei capufficio sia per la resa tecnica sia per il numero di vasche o la velocità o altri parametri che nulla hanno a che vedere col gioco;se vedi intendono la gara come un vero e proprio obiettivo cui i bambini devono concentrarsi come fosse l'unico motivo per cui si nuota;seguite da analisi e controanalisi come se a gara appena terminata si dovesse già pensare alla prossima invece che archiviarla come il gioco divertente che deve essere; se invece che sorvolare sugli eccessi competitivi di chi lo è per natura vedi che cercano di trasmettere la competitività pure agli altri bambini; se invece che fare sperimentare ai bambini gare in diversi stili e distanze vedi che fanno fare ai bambini sempre la stessa gara dove figurano meglio (per massimizzare i punti che i bambini portano alla società,una bieca forma di sfruttamento).....
in questo caso l'ambiente è pessimo e votato allo sfruttamento del bambino e molto facilmente determinerà l'abbandono non dico a sette anni,ma certamente non appena il bambino avrà esaurito gli stimoli, o non appena comincerà a sentire la pressione dell'allenatore per ogni gara come fosse u capufficio che controlla che lavori a dovere,o non appena le prestazioni caleranno o arriverà qualcuno che nuota più veloce.


Il secondo fronte è il tuo ,difatti i genitori possono avere una grande responsabilità negli abbandoni precoci:
non chiedere quante vasche ha fatto,o se lo fai o se lo dice lei fa in modo che non si senta sotto esame; nè se è la più forte o la più veloce nè come si colloca prestativamente all'interno del gruppo;
chiedile invece se si è divertita o se ha imparato esercizi nuovi o quale le piacciano di più o se è successo qualcosa di divertente o se ha qualche amica preferita e via di seguito con cose che non la facciano pensare che il vostro apprezamento è condizionato dai risultati.
Traduzione: non lasciarle intendere che non ti interessi ciò che fa,anzi deve percepire un concreto interesse,però bisogna allo stesso tempo fare in modo che questo interesse non sia subordinato o condizionato per esempio dal successo che poi si sentirebbe in dovere di ripetere o migliorare all'infinito,facendole vivere il nuoto non più come una sfida divertente ma come qualcosa di pesante capace di compromettere la sua felicità.
Può sembrare difficile da gestire invece è facile: basta che voi stessi lo intendiate come un gioco e verrà naturale tutto il resto.
Alle gare non fatevi mai vedere con il cronometro in mano,e gioite sempre e solo del suo impegno e mai del risultato.

E se dovesse capitare prima o poi che si senta sfiduciata dai risultati qui ci sono un paio di utili mantra che io insegno a tutti i miei piccoli atleti per aiutarli a focalizzare il reale significato di un risultato di gara.
Arrivare ventesimo su venti non è arrivare ultimi:
ultimo è il ventunesimo che non ha avuto il fegato di mettersi in gioco ed è rimasto a casa.

A volte domando:
preferite arrivare "ultimi" ai mondiali o primi ad una gara di mezze calzette ?

E ancora:
secondo voi chi è il più forte:
quello che vince sempre ma se arriva secondo si mette a frignare,o quello che arriva sempre a fondo clasifica ma continua a presentarsi ad ogni gara ?

Ciao

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Re: Bambina 5 anni in vasca alta

Belli i matra, non li avevo letti.
Ottimi per il mio bambino (anche se fa ciclismo...), che a volte vorrebbe lasciare tutto perchè non va bene come i suoi compagni!

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Re: Bambina 5 anni in vasca alta

stefano '62 ha scritto:

Non avevo visto questa domanda,spero la risposta non giunga troppo tardi.

Per evitare il problema puoi agire su due fronti.

Il primo è quello dei tecnici che avranno in carico la bambina:
l'importante è che i tecnici facciano divertire i bambini diversificando molto il lavoro con tanti esercizi differenti,senza mai fare pressioni sui bambini per la loro resa sia durante la lezione sia in eventuali gare,che devono essere viste come un gioco anche a costo di farlo presente ai bambini eventualmente "troppo" competitivi per natura.

Se invece le lezioni ti sembrano veri e proprie sessioni di lavoro con allenatori che si prendono troppo sl serio pressando i bambini come fossero dei capufficio sia per la resa tecnica sia per il numero di vasche o la velocità o altri parametri che nulla hanno a che vedere col gioco;se vedi intendono la gara come un vero e proprio obiettivo cui i bambini devono concentrarsi come fosse l'unico motivo per cui si nuota;seguite da analisi e controanalisi come se a gara appena terminata si dovesse già pensare alla prossima invece che archiviarla come il gioco divertente che deve essere; se invece che sorvolare sugli eccessi competitivi di chi lo è per natura vedi che cercano di trasmettere la competitività pure agli altri bambini; se invece che fare sperimentare ai bambini gare in diversi stili e distanze vedi che fanno fare ai bambini sempre la stessa gara dove figurano meglio (per massimizzare i punti che i bambini portano alla società,una bieca forma di sfruttamento).....
in questo caso l'ambiente è pessimo e votato allo sfruttamento del bambino e molto facilmente determinerà l'abbandono non dico a sette anni,ma certamente non appena il bambino avrà esaurito gli stimoli, o non appena comincerà a sentire la pressione dell'allenatore per ogni gara come fosse u capufficio che controlla che lavori a dovere,o non appena le prestazioni caleranno o arriverà qualcuno che nuota più veloce.


Il secondo fronte è il tuo ,difatti i genitori possono avere una grande responsabilità negli abbandoni precoci:
non chiedere quante vasche ha fatto,o se lo fai o se lo dice lei fa in modo che non si senta sotto esame; nè se è la più forte o la più veloce nè come si colloca prestativamente all'interno del gruppo;
chiedile invece se si è divertita o se ha imparato esercizi nuovi o quale le piacciano di più o se è successo qualcosa di divertente o se ha qualche amica preferita e via di seguito con cose che non la facciano pensare che il vostro apprezamento è condizionato dai risultati.
Traduzione: non lasciarle intendere che non ti interessi ciò che fa,anzi deve percepire un concreto interesse,però bisogna allo stesso tempo fare in modo che questo interesse non sia subordinato o condizionato per esempio dal successo che poi si sentirebbe in dovere di ripetere o migliorare all'infinito,facendole vivere il nuoto non più come una sfida divertente ma come qualcosa di pesante capace di compromettere la sua felicità.
Può sembrare difficile da gestire invece è facile: basta che voi stessi lo intendiate come un gioco e verrà naturale tutto il resto.
Alle gare non fatevi mai vedere con il cronometro in mano,e gioite sempre e solo del suo impegno e mai del risultato.

E se dovesse capitare prima o poi che si senta sfiduciata dai risultati qui ci sono un paio di utili mantra che io insegno a tutti i miei piccoli atleti per aiutarli a focalizzare il reale significato di un risultato di gara.
Arrivare ventesimo su venti non è arrivare ultimi:
ultimo è il ventunesimo che non ha avuto il fegato di mettersi in gioco ed è rimasto a casa.

A volte domando:
preferite arrivare "ultimi" ai mondiali o primi ad una gara di mezze calzette ?

E ancora:
secondo voi chi è il più forte:
quello che vince sempre ma se arriva secondo si mette a frignare,o quello che arriva sempre a fondo clasifica ma continua a presentarsi ad ogni gara ?

Ciao


A distanza di quasi due anni posso dire con orgoglio che alla mia bambina è  arrivata ottava su otto nei 50 farfalla

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Re: Bambina 5 anni in vasca alta

E i 50 farfalla non sono certo qualcosa da mezze calzette......

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