Home Blog Tecnica del nuoto Sai partire? Ne sei veramente sicuro?

Sai partire? Ne sei veramente sicuro?

Atleta nel momento di ingresso della testa in acqua

(di Ivo Ferretti)
Parte prima
L’analisi biomeccanica costituisce ormai uno strumento insostituibile per lo studio degli aspetti tecnici determinanti per l’esito di una competizione di nuoto. Indagini condotte dal Prof. Ivo Ferretti, con la collaborazione del sottoscritto, in passato hanno evidenziano notevoli carenze degli atleti delle squadre nazionali Italiane nella partenza, nelle virate e nell’arrivo. Molti di loro, infatti, pur nuotando ad una velocità effettiva uguale o superiore a quella dei loro rivali, avevano prestazioni inferiori a causa di errori nell’esecuzione di queste fasi tecniche. In particolare, dal confronto tra i tempi dei nostri atleti e quelli dei loro avversari, emerse che, tra i “fondamentali” tecnici, la partenza era senz’altro quello in cui gli azzurri avevano lo standard internazionale più basso.

Il tempo di partenza nel nuoto, viene misurato dal segnale del via al passaggio della testa dell’atleta ai 15 metri di distanza dal blocco permettendo di indagare il livello di abilità specifica del nuotatore nell’eseguire questa importantissima fase di gara. Appare pertanto necessario definire, alla luce delle osservazioni effettuate, gli elementi di tecnica che sono alla base per l’esecuzione di una corretta partenza.

Nell’analisi della partenza delle nuotate agonistiche si possono misurare le velocità, i tempi e le eventuali distanze percorse nelle 4 fasi principali:

  1. lo stacco dal blocco;
  2. il volo;
  3. l’entrata in acqua;
  4. l’apnea e l’uscita.

Lo stacco dal blocco (stile libero, rana, delfino)

La posizione di “a posto”

Al segnale di “a posto” l’atleta deve posizionarsi con i piedi e con le mani sul bordo del blocco, all’interno o all’esterno come preferisce. Nella partenza definita track start un solo piede viene portato al bordo anteriore del blocco, mentre l’altro viene mantenuto sul bordo posteriore. La testa deve essere rigorosamente all’interno delle braccia, i muscoli del collo rilassati, il bacino alto. Questa posizione garantisce i seguenti vantaggi:

  • una maggior concentrazione al segnale di partenza;
  • il successivo sollevamento del capo permetterà di trasferirne la quantità di moto al corpo garantendo un maggior dinamismo;
  • il prestiramento dei muscoli del tronco e delle gambe,quindi un miglior sfruttamento della loro elasticità;
  • evita l’errore di sedersi al momento del massimo piegamento delle gambe;
  • il centro di gravità (corrispondente pressappoco al bacino) si trova più vicino alla perpendicolare rispetto al punto di appoggio, garantendo una maggior velocità di sbilanciamento al segnale di partenza;
  • il bacino alto permette al soggetto di accumulare una maggior Energia potenziale che si trasformerà in Energia cinetica ( e quindi in velocità ) all’entrata in acqua.

Lo sbilanciamento in avanti

Al segnale di partenza, l’atleta deve spingere con le mani il blocco indietro,in modo da essere proiettato in avanti, nella posizione più favorevole per effettuare lo stacco. A questo proposito si deve raccomandare agli atleti di non continuare a piegare le ginocchia sedendosi e portando il centro di gravità indietro rispetto all’appoggio dei piedi. Alla massima flessione potrebbero essere costretti da tale posizione a disperdere una parte della forza impiegata in direziona verticale.

Lo stacco

Allo stacco dal blocco il corpo dovrà essere perfettamente allineato sul vettore di spinta delle gambe,in modo da non avere dispersioni nel trasferimento delle forze. La testa,le spalle,i fianchi, le ginocchia e i piedi dovranno essere su di una stessa linea. Anche le braccia dovranno essere allineate,ma potranno essere tenute distese in avanti oppure riportate lungo il corpo, con le mani ed i gomiti il più’ possibile vicini ad esso. Si ritiene che i migliori angoli di stacco siano quelli che, pur permettendo di tenere alto il baricentro e di effettuare il volo più lungo possibile ,si avvicinano di più all’orizzontale.

Il dorso

La posizione di “a posto”

Considerazioni identiche a quelle fatte per le altre nuotate, portano anche in questo stile a cercare di tenere il collo rilassato e la testa bassa al comando di “a posto”. I fianchi dovranno essere portati più in alto possibile rispetto alla superficie dell’acqua, ma facendo attenzione a non scivolare, in quanto, poichè il regolamento internazionale vieta di tenere i piedi fuori dall’acqua, potrebbe verificarsi un’eccessiva differenza tra l’altezza del bacino e quella del punto di appoggio,con una conseguente perdita di aderenza.

Lo sbilanciamento in avanti

Con le ovvie differenze dovute alla partenza dal basso, la logica di questa partenza è simile a quella degli altri stili. Al segnale di partenza l’atleta spinge con le mani in basso ed in avanti sul blocco,spingendo rapidamente il capo all’indietro. In questo modo i fianchi vengono sollevati più possibile rispetto alla superficie dell’acqua e le gambe possono raggiungere la posizione di massima flessione con i piedi, le ginocchia e la testa in linea.

Lo stacco

Anche i dorsisti, come gli specialisti degli altri stili, dovranno staccarsi dal blocco con la testa,le spalle, i fianchi, le ginocchia e i piedi su di una stessa linea per non avere dispersioni di forza nella spinta.  Molto importante, in questo stile, è la traiettoria delle braccia, le quali dovranno essere riportate il più vicino possibile al corpo, evitando accuratamente un recupero per avanti alto, la cui conseguenza è un inevitabile abbassamento delle spalle e del bacino rispetto alla superficie dell’acqua.

Il volo

II volo può essere suddiviso in base alla direzione principale dello spostamento in tre fasi:

  • la fase ascendente, che va dallo stacco fino al raggiungimento del punto più alto della parabola;
  • la fase orizzontale in cui si cerca di mantenere, il bacino e i fianchi in posizione elevata, per il tratto più lungo possibile, carpiando o facendo un arco dorsale nel caso della partenza a dorso e ruotando intorno al centro di gravità;
  • la fase discendente, che è caratterizzata dalla ricerca di una posizione affusolata che riduca la resistenza all’impatto con l’acqua ma, anche, dall’assunzione di una posizione alta dei fianchi e degli arti inferiori per migliorare la velocità all’entrata.

fine prima parte

(Tratto da “La Tecnica del Nuoto” anni 1998-1999)

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