Esempio di microcili limitati a numero di sedute invece che a tempo potrebbe essere che fissi un numero minimo di sedute di cui hai bisogno per poter inserire tutti gli obiettivi metabolici e il numero di volte che intendi eseguirli in un determinato periodo e tutte le sedute di scarico o tecniche.
Esempio decidi che vuoi fare ics volte il B1 ypsilon volte il B2 zeta il C1 e cosi via per ogni cosa comprese le sedute aerobiche o gli obiettivi di tecnica su cui ritieni di doverti concentrare, poi fai la somma e trovi che ti servono ipotizziamo una quindicina o una ventina di sedute.
Poi prendi il calendario degli allenamenti e inserisci i tuoi obiettivi in modo razionale in base a quanto tempo passa da una seduta all'altra.

Finito il periodo fai la stessa cosa in base a quello che avfendoli osservati nel periodo precedente, ti pare abbiano più bisogno i tuoi atleti.


Quanto alla gara da preparare in 15 giorni è troppo vicina per ottenere frutti concreti da qualsiasi lavoro tu faccia.
Le uniche cose che puoi finalizzare in cosi breve tempo sono la velocità e la forza esplosiva, e un piccolo aiutino dagli effetti immediati del carico ottenibili se inserisci una seduta di B2 72 ore prima della gara, oppure una di C1 48 ore prima della gara (per sfruttare gli eterocronismi).
Sotto questo punto di vista il fatto che le distanze di gara siano brevissime è un vantaggio.
Lavora principalmente sulla forza in acqua, sulla velocità pura e sulle partenze che non ti sbagli.

Gli esordienti C hanno solo una necessità: non devi dimenticarti che non sono ad un allenamento ma in un corso di scuola nuoto dove si lavora "a vista".
Non devi programmare niente nel medio e lungo periodo ma solo osservarli e decidere li per li di cosa hanno bisogno.
Tutto il resto ti verrà da solo.
"Obiettivi tecnici" è un termine convenzionale che in realtà non rende bene l'idea.
In realtà non devi specificizzare la loro tecnica come faresti con i ragazzi più grandi, ma lavorare solo sulla struttura di base delle esercitazioni (le nuotate ma anche le virate e le partenze) e sulla coordinazione di base.
Anzi se vedi che tendono a standardizzare una tecnica significa che stai lavorando troppo poco sulla coordinazione e sulla variazione dei modelli di nuotata.
Devi imparare a valutarli non in termini "spaziali" (dove e come mettono mani gomiti etc) bensì in termini "dinamici e cinematici".
Quello che importa non è il modo specifico in cui fanno qualcosa,ma il senso di quello che fanno,il modo in cui applicano le forze e il modo con cui gestiscono i loro equilibri e le loro variazioni.
Se devi farli nuotare non dargli mai 10 x 50 a stile tutti uguali, è una follia, devi dargli invece 10 x 50 ma uno in un modo uno in un altro e cosi via, oppure una vasca in un modo e una in un altro,a lterna esrcizi a nuotate complete e\o con variazioni,in modo che ogni tanto siano costretti a ragionare per chè devono modificare qualcosa.
Usa la fantasia e inventa nuove forme per far si che il solo muscolo che lavora sempre nella stessa maniera sia il cuore,ma per il resto debba sempre venire disturbato il loro sistema nervo in modo che cresca di continuo invece che standardizzarsi.
Tra l'altro si stuferanno di meno e si divertiranno di più, migliorando anche la risposta alla fatica e il numero di vasche fatte prima di dire basta.
Da inserire subito le virate e le partenze.

PS
Giochino per sviluppare le virate che i miei ci andavano pazzi.
Prima gli insegni l'azione grazza arrivo a crawl e riparto a dorso con subacquea lunga e braccia ferme
Poi li metti lungo la corsia con il bordo,tutti appaiati con la schena appoggiata alla corsia e fronte al piano vasca.
Al via devono arrivare il prima possibile al muretto (con un paio di bracciate o con obbligo di battere solo le gambe) poi senza fermarsi per respirare devono fare la capriola velocissima e ripartire in sub a dorso e braccia distese in alto.
Vince chi passa primo con la faccia sotto alla corsia da cui sono partiti.

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(81 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Bisognerebbe vederti per avere certezza del tuo problema.
Le possibilità sono due:

1.
Non hai il controllo della caviglia per cui uno dei tuoi piedi ti resta a martello anche quando hai le gambe distese e cerca di dare una spinta a rana mentre l'altro va su e giù come a stile.
In questo caso l'azione che il tuo sistema "simpatico" che lavora in automatico crede sia la migliore invece ti frena.
Il fatto che con le pinne non senti questo disagio potrebbe essere imputato al fatto che il piede matto riesce a spingere di più proprio perchè hai la pinna e ti da l'illusione di andare forte e bene.
Si risolve con esercizi di analisi per la caviglia,possibilmente esercizi che ti consentano di avere nel campo visivo il piede e la sua azione.
Esempio seduti al bordo e simulare le gambe a dorso al pelo dell'acqua controllando la posizione distesa della caviglia, oppure in acqua gambata a dorso in posizione semiseduta,con ausilio di tavoletta al petto o di salsicciotto o altri stratagemmi che ti consentano di osservare il piede e obbligarlo a fare montagne di ore di volo nella posizione corretta.
Invece quando nuoti a crawl dovresti inserire sezioni dove il pool Buoy lo tieni stretto con le caviglie mentre il piede sta bello disteso e fermo.
Oppure nuotando a crawl per brevi tratti obbligandoti a fare sempre un bel pò di schiuma,in modo da frozare il piede a perdere la posizione a martello.

2.
Il tuo problema non è la battuta di gambe bensì la capacità di galleggiamento prono e la corretta posizione del tronco e del sedere, per cui i lombari e i glutei non riescono a lavorare adeguatamente e di riflesso le gambe invece che stare UNITE DISTESE CON COSCE E TALLONI ALTI (come quando hai il pool buoy) se ne stanno divaricate o piegate con ginocchia e cosce abbassate o pesanti e se ne vanno a zonzo di qua e di la, magari anche per compensare lo spostamento di peso sinistra destra e viceversa conseguenza dell'azione di braccia.
Con le pinne di nuovo ti sembra di andare vbene per il semplice fatto che con le pinne ti muovi a prescindere di quanto siano corrette le tue gambate.
La cartina di tornasole riguardo a questo è il musccolo del polpaccio: se mentre usi le pinne senti induririsi il polpaccio o addirittura il fantasmino di un crampo in arrivo, significa che le tue gambe NON stanno lavorando bene e l'uso delle pinne è l'ultima cosa che ti serve per correggerle.
Il problema delle gambe prive di controllo si corregge prima di tutto ottimizzando in modo ossessivo il galleggiamento da fermo e quello dopo uno scivolamento,cercando di tenere le gambe letteralmente appiccicate distese e rasente il pelo dell'acqua con i talloni a sfioro il più a lungo possibile mentre si scivole e poi mentre si galleggia.
Molto utile anche in questo caso è l'uso del pool buoy tenuto dai talloni invece che tra le cosce.

Ricapitolando.
Caso uno si deve lavorare sulla percezione della caviglia e sulla battua di gambe in sè.
Caso due si deve lavorare sulla capacità di controllo della postura a carico dei muscoli lombari.
Lavora come se dovessi correggere sia il caso uno sia il caso due, cioè su su entrambi che non fa mai male e ci prendi di sicuro.

Ciao

Strano che non ti abbiano risposto per le schede personalizzate,probabilmente Arles ha da fare in questo periodo.
Abbiamo tutti un lavoro vero che a volte ci allontana dal forum.

Quanto alle palette lo scopo di quei lavori è stimolare un moderato sviluppo della forza generale che è uno dei requisiti principali di un programma volto alla perdita di peso.
Ma se hai paura di farti male, paura giustificata devo dire, fanne tranzuillamente a meno.

Ciao

Per i propaganda ex agonisti dipende da come è composto il gruppo e dalle loro motivazioni (da non scordare mai).
Prima di tutto le motivazioni:
perchè hanno smesso e perchè hanno ripreso ?
E' verosimile che abbiano smesso per mancanza di stimoli e non più disposti a sorbirsi un impegno del generre, poi dopo un periodo di disintossicazione ritornano per rimettersi in forma o per ritrovare un pò di autostima che magari nel frattempo è diminuita.
In questo caso potrebbe essere controproducente rischiare di saturarli di nuoco con periodizzazioni rigide da prendere come un lavoro,e io preferirei lavorare su microcicli di durata limitata e calcolata su un numero fisso di allenamento invece che sulle settimane.
Poi i singoli microcicli li differenzierei quanto a obiettivi principali, da stabilire sulla base di eventuali carenze fisiche che probabilmente non hanno ma mai dare troppe cose per scontate, e sulla base del diverso rango e tipologia delle gare in calendario.
Poi se vedi che le loro motivazioni sono differenti allora ragiona su quelle e come soddisfarle in modo alternativo.

Il secondo gruppo sono bambini quindi devi ragionare in una maniera differente, sempre tenendo conto delle motivazioni, che essendo bambini potrebbero essere anche molto differenti dall'uno all'altro.
Quindi qualsiasi soluzione decidi di applicare, devi prevedere un certo grado di elasticità e di dover cambiare qualcosa in corsa.
La prima cosa da garantire è che nuotino in modo comodo e senza disturbi che potrebbero distrarli e fartene perdere qualcuno su un muretto qualcuno sull'altro e altri che si stufano di venire sorpassati.
Quindi io più che la bravura che in base all'età produce andature differenti, preferirei appunto le andature che soo in grado di tenere,quindi una corsia più lenta e una più veloce.
Questa sarebbe la cosa migliore.
Però dici che sono un gruppo eterogeneo,e questa soluzione potrenne non essere applicabile.
Bisogna capire quale sia la reale portata di queste differenze.
Se sono limitate al punto che il lavoro viene alterato in modo marginale, per esempio stessi esercizi ma diversi punti focali per ottenere effetti di rango differente, allora puoi mantenere la suddivisione per andature e da quello che ho intuito mi pare il tuo caso.
Ma se le differenze sono tali che un gruppo fa una cosa e un gruppo ne fa una diversa allora non hai alternative, devi dividerli come gruppo A e gruppo B.
Una terza via sarebbe quella di modificare l'assegnazione delle corsie nel corso della lezione sulla base del diverso lavoro svolto.
Esempo quando fanno tutti la stessa cosa li dividi per andatura,quando invece hai un obiettivo particolare li dividi in base a quello,in modo che metti in una corsia quelli con obiettivo tecnico che controlli da vicino,e gli altri intanto nuotano; poi fai la stessa cosa quando l'obiettivo tecnico lo hanno gli altri,e stavolta sono quelli di prima a nuotare sereni.
Ragionaci su e non dare per scontato che la tua scelta debba essere immutabile ed eterna.
Sii elastico e non dare mai niente per scontato.
Già il fatto che ti sei posto queste domande quando altri se ne sbattono, significa che sai ragionare ed è un ottimo segno.

Ciao

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(1 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

C'è una discussione lunga eterna con centinaia di messaggi sull'alimentazione.
La trovi spulciando nell'indice analitico.
Ciao

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(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto.

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(1 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Ciao sono istruttore di salvamento FIN e marinaio di salvataggio veterano con trent'anni di operatività in mare.
Le differenze tra Fin e SNS NON sono marginali bensì sostanziali;Prova ne sia che il brevetto Fin ti abilita in TUTTO IL MONDO,quello sns invece no.
A onor del vero la sns negli ultimi tempi ha un pò colmato il divario,ma resta tuttavia ancora indietro di diverse lunghezze.
Diciamo che se il brevetto Fin ti da 5 (per dire....), il brevetto sns ti da 4.
Il problema è che però il servizio in mare richiede 10....perchè il fatto è che nemmeno la Fin ti prepara in modo perfettamente adeguato.

E il fatto che persino quelle pallide prove della Fin svolte in piscina con acqua ferma ti spaventano,dovrebbe farti riflettere sul tuo proposito di avventurarti davvero nella sorveglianza in mare aperto,e sul fatto che se davvero decidi di farlo, allora ti conviene scegliere il corso che ti spaventa proprio perchè migliore e magari ti salva la vita,piuttosto che quello che ti da meno,che per quanto piccola possa essere quella differenza potrebbe risultare determinante.

Comunque sia se davvero ti avventurerai in torretta,ti sarà utile leggerti questo:
https://www.facebook.com/notes/stefano- … 770849735/

Ciao

33

(1 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

I bambini possono iniziare ad entrare in acqua praticamente subito,anche prima dei quattro mesi canonici,però nessuna piscina li accetta prima di avere fatto le vaccinazioni,quindi l'età è quella: quattro mesi.
Ovviamente non si tratta di scuola nuoto,ma esperienze dove gli obiettivi sono di carattere psico affettivo e lo sviluppo del sistema nervoso.

34

(4 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Uehilà ciao Mario un saluto anche alla bimba,non la vedevo da anni.
A rana mi pare che muova troppo la testa,ha troppa fretta di metterla giù e questo potrebbe disturbare la distribuzione dei pesi.
A delfino più che pesante mi pare un pò rigida,ma non darei la colpa alla flessione di gambe,piuttosto al fatto che le piega apposta tenendo le caviglie dure invece che lasciare che sia un effetto dell'azione del dorso,e con caviglie morbide e dondolose.
Mi pare anche di avere notato che a volte tende a ritardare leggermente l'entrata in acqua del volto e uno sguardo un pò troppo elevato nel momento dell'ingresso del volto; manca un pò fluidità,e penso sia una questione di deficit di sicurezza.
Dorso e Crawl mi sembrano molto buoni.

Ciao dalle un bacione.

Devo dissentire.
La sana e corretta alimentazione è una condizione necessaria,ma NON SUFFICIENTE.
Della pillola dimagrante non voglio nemmeno sentire parlare,questo è un forum che sostiene la salubrità,e le pillole sono agli antipodi.
Siamo anche contrari allo spamming pubblicitario mascherato da risposta.

Niente pillole,alimentazione bilanciata, e (sopratutto) allenamento mirato con le caratteristiche che ho spiegato più volte.
E' questo il sistema per dimagrire in modo salutare.

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(2 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Non è una questione di metodo (fai cosi invece che cosà).
E' una questione di requisiti.
Le gambe galleggiano se i muscoli lombari sono capaci di tenerle su,punto.
Le vie per raggiungere quel requisito sono due:
tentativi ed esercizi vari (che rilassino le parti giuste del corpo) in modo da educare quei muscoli ad agire in un modo che non hanno mai fatto;
lavori (in acqua e fuori) per conferire un pò di forza e flessibilità a quei muscoli (chi soffre di schiena (lombari molto deboli) avrà sempre una grandissima difficoltà a tenere alte le gambe).

Ciao

I calcoli di Rheya sono verosimili.
Tieni presente che dipende dalla qualità del tuffo e della virata.
Meglio li fai e più grande è il vantaggio che puoi ottenere.

38

(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto.

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(2 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto.

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(2 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Ciao Berti e benvenuto.
Analizzando le tue esigenze direi che la "resistenza specifica di gara" (il requisito principe) è la Vo2Max (potenza aerobica);
cioè la capacità di sinergia massima tra il sistema aerobico (resistenza) e quello anaerobico (forza) che ha appunto il suo tetto geneticamente definito intorno ai 20 minuti.
Guarda caso questo si concilia molto bene anche con il tuo desiderio di dimagrimento, perchè il mantenimento di uno stato metabolico ad elevate pulsazioni per periodi tempo prolungati (peculiarità degli allenamenti in Vo2Max) induce l'organismo a produrre sostanze (catecolamine) che riescono a disgregare le macromolecole di lipidi in micromolecole,rendendole cosi disponibili per la metabolizzazione e lo smaltimento.

I dorsali e le spalle vengono rafforzati bene anche tramite il nuoto,invece per i muscoli del collo e delle braccia (l'avambraccio intendo dire) è più utile la palestra.
La definizione dell'addome non è possibile da perseguire in via specifica (il dimagrimento localizzato non esiste perchè i grassi vengono smaltiti per betaossidazione nel fegato,non in loco); viene da sola mano a mano che anche tutto il resto del corpo si asicuga per effetto dei lavori intensi.

La strategia che consiglio è la seguente:
1 Usa il nuoto per aumentare la disponibilità di forza e resistenza del tuo cuore (sempre il primo muscolo da allanare qualsiasi cosa si faccia)
in piscina,ricercare prima di tutto un buon dato di resistenza aerobica, senza la quale non sarà possibile riuscire non tanto a reggere,quanto a riuscire ad eseguire gli allenamenti di potenza aerobica (la più tosta qualità metabolica che esiste).
Per almeno i primi due mesi la resistenza dovrebbe essere il tipo di allenamento più frequente.
In concreto significa nuotare tanto e riposare poco.
Poi mano a mano che cresce il tuo volume (in termini di metri e di tempo) infilare allenamenti di intensità crescente e di volume inferiore,fino ad arrivare a sessioni di tre o quattro minuti a intensità la più elevata possibile con riposi da uno a due minuti,con un totale di 20 25 minuti effettivi di nuoto intenso.
Questo dovrebbe migliorare la capacità del tuo cuore di reggere le intensità elevate.
Occhio che per questo genere di cose ci vuole un certificato medico per sport agonistico con prova sotto sforzo,altrimenti i riscshi sono elevatissimil.


2 in palestra fatti seguire possibilmente da qualcuno che non sembri conan ("a volte" sono i meno preparati) e digli che vuoi sviluppare su collo e braccia (cronologicamente parlando) prima di tutto la resistenza,poi la forza, infine la capacità di tenere intensità elevate per lunghi periodi di tempo.

Ciao

41

(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto.

Se vuoi nuotare in quel modo non te lo può impedire nessuno.
E' rilassante e piacevole ma produce risultati risibili,non produce miglioramenti fisici apprezzabili e tende a peggiorare la tecnica.
La cosa migliore sarebbe variare da una volta all'altra,a questo scopo puoi reperire diverse schede di allenamento sul sito.

Quello che mangi prima degli allenamenti non ha la minima influenza sugli effetti dell'allenamento,sopratutto se sono polverine o bustine.

Dipende dall'ora in cui ti svegli e dal tipo di corso che fai.
Se sono i primi livelli è difficile che tu sia sottoposto a carichi di fatica tali da far si che la digestione diventi un problema,quindi non dovresti modificare di troppo l'orario della sveglia e nemmeno le abitudini per la colazione.
Se invece si tratta di nuoto a vasche e cuore che aumenta le pulsazioni invece si,in questo caso conviene evitare il latte che è pesante e confligge con lo sport e orientarti su te o spremute che sono di più veloce assimilazione.
Diciamo che se sei solito fare colazione alle sei della mattina non dovresti avere problemi di sorta perchè in un paio di ore (a parte il latte) hai digerito tutto.

Io quando intendo nuotare la mattina presto sono solito fare cosi:
te con fette biscottate o biscotti
nuotata
colazione vera e propria.

Ciao

44

(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto.

45

(2 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

https://www.nuotomania.it/public/blog/in … a-e-nuoto/

46

(163 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Esagerare il rollio è controproducente.
Si fa più fatica e si va di meno.
L'unico modo per gestire il rollio è lasciare che venga in modo naturale.
Se la nuotata è corretta produce un rollio adeguato; se la nuotata presenta problemi il rollio potrebbe essere un problema accessorio,e risultare eccessivo o insufficiente.
Se il rollio lo fai apposta,è molto facile che la nuotata ne risenta.

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(2 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Devi sviluppare meglio i fondamentali di scivolamento in ogni loro forma,anche in laterale, in modo da imparare a gestire la posizione aperta (90 gradi) senza problemi in galleggiamento nè battendo le gambe.
Fino a che non ne sei capace,ti verrà sempre naturale sollevare la faccia inveve che girarla,e il braccio andrà per istinto a cercare un appoggio inesistente sul fondo.

Esercizio fondamentale per lo sviluppo di questa abilità:
nuoto a crawl con un braccio solo.
Respirare dal lato del braccio attivo,mentre l'altro braccio resta fermo disteso in avanti e sotto al pelo dell'acqua.
Nel momento della respirazione la mano non deve cadere,bensì procedere in avanti sotto al pelo dell'acqua.

48

(18 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Ribadisco il concetto di base:
ore di volo.
Senza quelle nessun problema deve abbattere.

Comunque la cifosi non produce la schiena storta (quella è scoliosi).
Con la cifosi i dorsali subiscono il "tiro" dei pettorali curvando l'asse delle spalle in avanti di lato.

49

(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto

50

(10 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

E quel "punto" sarebbe esclusivamente nella prima gambata,cioè quando non esiste una forza propulsiva superiore ad essa.