Ma in quanti forum me la posti sta domanda ?
Copio incollo a uso e consumo di tutti la risposta che ti ho dato altrove:
Il punto non è la posizione della testa o dello sguardo,ma ciò che deve fare,anzi non fare,il collo.
La rana ("a struzzo" la chiamavo io) di cui parli,quella dove la testa si affretta ad infilarsi compulsivamente sotto all'acqua subito prima della gambata (che purtroppo si vedeva anche a certi livelli ma che per fortuna tende a sparire ora che l'assenza dei costumoni non perdona più certi erroracci) è tecnicamente sbagliata perchè in conflitto con uno degli assiomi di ogni nuotata:i muscoli del collo devono stare rilassati perchè la testa è il timone di ogni nuotata e deve stare nella posizione più naturale possibile.
Ogni movimento incongruente della testa deve essere evitato,quindi lo sguardo deve stare il più fisso possibile.
Che poi sia orientato più o meno in avanti poco importa e dipende dagli equilibri personali.
Ma muovere il collo e la testa in su e in giù,soprattutto poi in un momento in cui le spalle sono fuori dall'acqua,disturba irrimediabilmente gli equilibri della nuotata e compromette la scivolamento inerziale aumentando enormemente le resistenze.
Il motivo della diffusione di questo errore origina da un deficit tecnico nella sincronia della bracciata in respirazione.
La tecnica corretta sarebbe di eseguire la fase di presa (mentre le mani si allargano affondando sott'acqua) mentre ancora il viso sta sotto,poi respirare (a seconda della propria personale tecnica,la rana è uno stile variamente interpretato) in un momento compreso tra la fase della trazione e la fase del recupero.
La fase della trazione è quella in cui le mani tornano a ricongiungersi dopo la presa,è la fase dove va appllicata la forza maggiore,il successivo recupero invece è la fase più rapida e va eseguito per inerzia e va eseguito per mezzo di un "anticipo" delle spalle,come rimbalzando in avanti per effetto della forza applicata nella trazione.
La respirazione va collocata preferibilmente più o meno durante il recupero.
Quando c'è un difetto in questa esecuzione,l'effetto è un rallentamento dell'azione di recupero,quindi il corpo tarda a riposizionarsi in posizione idrodinamica e tende ad affondare il bacino,e l'atleta è portato (o istigato colpevolmente dall'allenatore che non capisce il nocciolo dell'errore) a compensare questo ritardo anticipando compulsivamente il reingresso della testa,dando quella famosa e orribile e perniciosa capocciata.
Questo errore si previene e si corregge con esercitazioni di gambe a rana,eseguite senza tavoletta,con braccia unite sotto al pelo dell'acqua,mantenendole ferme anche durante la respirazione (a volte lego i polsi con un elastico da allenamento),in modo da creare un requisito di equilibrio in respirazione svincolato da una posizione a mani ferme sotto al petto,e legato invece al concetto di braccia distese in avanti,così da evitare la pausa bassa in respirazione.
A volte lo richiedo anche a testa emersa.
Quanto alla posizione dello sguardo,non è sbagliato cercare di orientarlo a fondo almeno durante la spinta di gambe,solo che la modifica di questo posizionamento va eseguito DOPO che il peso della testa è tornato ad essere sostenuto dall'acqua,cioè quando non può più compromettere gli equilibri e le resistenze.
Qui ci sono altre informazioni sulla rana:
http://www.nuotomania.it/public/forum/upload/viewtopic.php?id=636&p=1
Ciao
PS
A volte sento dire che la rana struzzo sarebbe la rana delfinata,secondo l'errata convinzione che la similitudine col delfino sarebbe quel su e giù con la testa.
E' falso,nella rana delfinata la testa è ferma come in ogni altra rana tecnicamente virtuosa,invece quello che si abbassa e alza ritmicamente è il bacino,come nel delfino corretto