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(452 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

stefano '62 ha scritto:

Le percentuali sono riferite alla tua forza massimale,cioè il carico che riesci a reggere per una sola singola ripetuta.
Non è difficile da calcolare ma ci vogliono almeno sei o sette sedute andando per tentativi facendo prove su diversi carichi con serie da 15 a 30 ripetute;non è un problema però perchè non è importante calcolarlo effettivamente con estrema precisione;
molti pensano sia molto più veloce da calcolare perchè generalmente il carico che sostieni per tre tentativi si aggira attorno al 90 per cento,invece questo calcolo è estremamente fuorviante perchè la reale percentuale corrispondente alle tre ripetizioni (85-90 %) dipende moltissimo dalle caratteristiche personali e dalla categoria fisiologica delle cellule impegnate (bianche,rosse o intermedie)......insomma,è un casino;
vai un pò per tentativi.

Isometria.......
i lavori muscolari possono essere concentri o eccentrici;
nel primo caso (lavoro concentrico) le fibre si contraggono per compiere azioni che avvicinano i capi opposti del muscolo,con l'effetto di accorciarlo;alla fine del lavoro quando l'anabolismo lavora per rimpiazzare le proteine distrutte durante il lavoro,le destina alla costruzione di nuovi sarcomeri ai lati del muscolo,per rispondere a future richieste di accorciamento,con l'effetto di ingrossare il muscolo (e a volte accorciarlo).
Nel lavoro eccentrico invece le fibre cercano di resistere all'allungamento,per esempio tieni un peso in mano,e invece che cercare di sollevarlo piegando le braccia,le distendi lentamente resistendo al peso;alla fine del lavoro le proteine nuove,invece che finire al lati del muscolo vanno a costruire nuovi sarcomeri ai capi articolari (dove ci sono i tendini,per capirci) con l'effetto di allungare il muscolo rendendolo molto più forte e flessibile.
Il lavoro in isometria non è altro che un lavoro eccentrico in cui le fibre cercano di restare assolutamente immobili a dispetto del carico.

Ogni istruttore in palestra conosce queste cose,vai tranquillo.

Ciao

Ciao stefano, secondo te questo esercizio che ho trovato su youtube può essere catalogato come isometrico? e in cosa può essere utile?
http://www.youtube.com/watch?v=rJFy2AMJXQg

Un'altra cosa, gli unici esercizi che faccio all'infuori della piscina sono relativi agli addominali, limitandomi all'esercizio isometrico di stare in posizione  orizzontale appoggiato su punte dei piedi e gomiti. Questo perchè mi han detto  che è molto utile per mantenere una posizione corretta in acqua. Volevo aggiungere qualche esercizio a secco per le gambe, soprattutto per migliorare la spinta in fase di tuffo e virata (spinta dal muro). Ho pensato agli squat, ma non saprei quali fare (delle tante varianti ) e come organizzare il lavoro. Ti chiedo, ti sembra una buona idea fare ad esempio lo squat attaccato al muro (quello in cui appoggi le spalle al muro e devi rimanere in posizione fino a quando riesci) e dopo fare 10 jump squat (credo si chiami così, quello che dalla posizione di squat, a dire il vero più in basso con femore sotto l'orizzontale, si salta allungando le braccia verso l'alto per poi otrnare alla posizione di partenza)?

Premetto che al massimo pensavo di fare questi es 2 volte a settimana.

Scusa se il post non è molto chiaro, ma è davvero difficile spiegare esercizi da fare (per questo ti faccio i complimenti per come riesci a spiegarli tu wink )

Grazie in anticipo

marina ha scritto:

non farti tutte ste manfrine!!senti l'acqua,cercala e tirala verso i piedi!!!se ti dico qualcosa di biomeccanico sembreresti un robottino!!!
facci sapere invece che sensazioni hai e lavoriamo su quelle!!!non è un rifiuto,credimi!!!

come ho già detto io tendo a posizionare la mano perpendicolarmente al senso del moto così da potere afferrarla meglio (questa è la mia sensazione, ma forse solo perchè non faccio mai l'altro tipo di movimento), questo mi viene naturale e credo sia il modo per ottimizzare la spinta (ripeto che non ho mai adottato una bracciata differente, quindi è alquanto soggettivo).
Il dubbio mi è sorto visionando alcuni video e quindi chiedo qual'è il movimento 'accademico' diciamo, o quello che normalmente insegnereste ad un vostro allievo.

Grazie
Ciao

stefano '62 ha scritto:

Esatto.
Biomeccanicamente parlando,se quando l'allenatore ti dice di allungarti tu per tutta risposta infila una mano sott'acqua e poi la tiri in avanti come per allungarti il braccio di qualche centimetro,otterrai solamente,appunto,di allungare un braccio sott'acqua;il punto è che la mano starà procedendo in senso contrario al tuo avanzamento,quindi non starà agganciando acqua,ma sarà in vacanza;allo stesso tempo questo abbasserà il gomito e tutta la trazione peggiorerà.
Se tu invece cerchi l'acqua facendo entrare la mano il più in avanti possibile (con un bel recupero a gomito alto),quindi entrando in acqua con il braccio già disteso,poi la agganci cominciando subito a portarla verso dietro,allora la tua mano compirà un tragitto subacqueo più lungo;inoltre la tua scapola risulterà fissata invece che libera e ciò farà sì che la trazione poggi su qualcosa di solido acquistando efficacia,permettendoti di fare più strada con la singola passata.

Ciao

Ciao

Ma dopo la presa e durante la trazione è più corretto cercare di tenere avambraccio e mano allineati oppure cercare di tenere la mano perpendicolare al moto in modo da massimizzare il volume d'acqua sulla quale si fa presa? io adotto il secondo metodo, ma vedendo ad esempio come funziona nei video lo strumento 'Fulcrum' mi sorgono dei dubbi...mi sempra che esso tenda a far mantenere mano e avambraccio abbastanza allineati.

Un saluto
Alex

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(19 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Ciao!

Rieccomi a parlare della gambata...mio aspetto più fragile del nuoto..
Volevo fare una domanda che spero non vi sembri fine a se stessa, in realtà chiarirebbe un dubbio che ho...
Ammesso che durante l'uso delle gambe a crawl si usi prevalentemente i muscoli per scalciare in avanti (ovvero verso il basso da momento che sono sdraiato), in percentuale quanta forza va messa per far risalire la gamba dopo aver scalciato al fine di avere una nuotata efficiente?

3 opzioni:

1-0% ovvero lascio che risalga da sola (come in effetti fa grazie a forze idrodinamiche)
2-100% ovvero tanto mi sforzo nello scalciare, tanto mi sforzo nel richiamare la gamba
3-un po' di forza, ma meno di quanto ne usi per scalciare

Inizialmente io adoperavo l'opzione 1, ma dopo aver iniziato gli allenamenti master, facendo noi tanta tavoletta, ho cominciato a mettere forza anche nella risalita della gamba, anche perchè l'allenatore mi dice sempre di fare una gambata più profonda, ma se vado più a fondo e aspetto che la gamba risalga da sola ci vuole un secolo...  come se non bastasse per mettermi ancora più confusione, parlando con un mio compagno che di gambe va molto forte mi ha detto che lui adotta l'opzione 1.....BOH!

Grazie per le eventuali risposte

stefano '62 ha scritto:
Alex ha scritto:

Ciao a tutti,

volevo chiedere agli esperti cosa ne pensano dell'assunzione di integratori di aminoacidi in periodo di intensi allenamenti.
Premetto che non ne ho mai fatto uso, semplicemente ho sempre seguito un'alimentazione corretta (colazione latte e cereali, spuntini a base di yogurt o frutta, pranzo pasta e verdura e frutto, cena carne o tonno con verdura e a volte ancora pasta), ma mi accorgo che con 4-5 allenamenti settimanali la stanchezza alla lunga viene fuori. Leggendo in vari siti che trattano di sport e alimentazione sembra poi che questo porti anche ad un indebolimento delle difese immunitarie, cosa che mi spaventa un po' dato che già sono cagionevole di natura!
Ho letto che integrando con GLUTAMMINA le difese immunitarie ne gioverebbero.
Ho letto anche che assumendo aminoacidi 30 minuti prima dell'attività fisica si contrasterebbe l'affaticamento sia cellulare sia celebrale dato che si contrasterebbe la comparsa di alcune tossine dovute all'attività.
Chiedo consiglio a voi esperti che avete già saputo consigliarmi ottimamente a seguito di altri miei dubbi,

Grazie per le eventuali risposte

Preciso che io non sono un alimentarista;
però considero davvero una pessima idea affidarsi a tutti questi escamotage tipici delle peggiori palestre,e che derivano  dalla più generale tendenza di gestire l'alimentazione dello sportivo strutturandola in situazioni che più che a pasti assomigliano alle pozioni del Mago Merlino.
Conosco gente che misura i grammi delle cose che mangia,che li programma per giornate,settimane e mesi.
Un atteggiamento folle,e credimi sono gli stessi che poi assumono anche gli aminoacidi più o meno ramificati,gli integratori e altre pilloline tutte colorate.

Oltrepassare la soglia allenante produce una situazione di adattamento ormonale che determina,in concomitanza con il drastico calo del glicogeno,un abbassamento delle difese immunitarie per le quattro o cinque ore successive.
Invece che la glutammina puoi semplicemente farti un piatto di pasta o un suo succedaneo entro i sessanta minuti dala fine della seduta;questo velocizzerà l'assimilazione del glicogeno,minimizzando il periodo di esposizione immunitaria.
Invece che prendere schifezze prima dell'allenamento,puoi semplicemente alimentarti correttamente,PER TUTTO IL RESTO DEL TEMPO,non solo lal mezz'ora prima.
Il glicogeno necessita di almeno 36 ore prima di venire completamente ripristinato,perciò allenarti frequentemente ti mette sotto scacco.
Non ci sono scorciatoie per continuare ad allenarsi così frequentemente,l'unica via è aumentare il dato aerobico di base,in modo che il lavoro diventi più efficiente,meno dispendioso,e che il tuo recupero divenga più veloce col tempo e con la crescita della forma.
Oppure diminuisci gli allenamenti fino a che i loro effetti non produrranno quella crescita condizionale necessaria.
Fare diversamente,affidandosi a prodotti da farmacia,o quasi,è un pò come fare come quei ragazzotti che per resistere in discoteca tutta la notte,e poi in auto fino a casa,si fanno le 'bombe' per restare svegli.

Ciao

Grazie Stefano,
capisco cosa vuoi dire, infatti anche se l'argomento mi ha incuriosito ero, e lo sono ora ancor più, molto restio a far ricorso a tali integratori.
Ma secondo te, considerando che quasi tutti i miei allenamenti sono serali, se oltre ad aggiungere la pasta ad esempio dopo allenamento a cena( dove di solito mangiavo solo carne o tonno dato che arrivo a casa alle 21.40 e non ho mai voglia di cucinare), aggiungessi anche al mio solito pranzo (composto solitamente da pasta e verdura) un pò di proteine dal tonno o dall'affettato ne trarrei giovamento in termini di tenuta in un periodo di allenamento intenso o rischierei solo di appesantirmi in vista dell'allenamento serale?
Dimenticavo di dire che durante gli allenamenti porto sempre una bottiglietta d'acqua nella quale metto un cucchiaio di fruttosio e uno di integratore salino ( della ISOSTAD, la quale raccomanda di metterne 3 in mezzo litro,ma io preferisco andare a dosi ridotte)
Grazie

Ciao a tutti,

volevo chiedere agli esperti cosa ne pensano dell'assunzione di integratori di aminoacidi in periodo di intensi allenamenti.
Premetto che non ne ho mai fatto uso, semplicemente ho sempre seguito un'alimentazione corretta (colazione latte e cereali, spuntini a base di yogurt o frutta, pranzo pasta e verdura e frutto, cena carne o tonno con verdura e a volte ancora pasta), ma mi accorgo che con 4-5 allenamenti settimanali la stanchezza alla lunga viene fuori. Leggendo in vari siti che trattano di sport e alimentazione sembra poi che questo porti anche ad un indebolimento delle difese immunitarie, cosa che mi spaventa un po' dato che già sono cagionevole di natura!
Ho letto che integrando con GLUTAMMINA le difese immunitarie ne gioverebbero.
Ho letto anche che assumendo aminoacidi 30 minuti prima dell'attività fisica si contrasterebbe l'affaticamento sia cellulare sia celebrale dato che si contrasterebbe la comparsa di alcune tossine dovute all'attività.
Chiedo consiglio a voi esperti che avete già saputo consigliarmi ottimamente a seguito di altri miei dubbi,

Grazie per le eventuali risposte

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(23 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Ciao, volevo chiedere un'informazione sull'uso del pullboy e sfrutto questa discussione di mesi or sono...

dove si dovrebbe tenere correttamente?
intendo appena sotto la zona inguinale o più verso le ginocchia?
ho provato in entrambi i modi e trovo che mettendolo ad altezza ginocchia si fa molta più fatica, bisogna concentrarsi molto di più sulla bracciata per non oscillare. Forse perchè tenendo il pullboy più in alto si usano ancora le gambe, se pur poco, per bilanciarsi, mentre con il pull boy in zona ginocchia le gambe devono rimanere perfettamente ferme per non perderlo!

io dunque propenderei per metterlo più in basso, chiedo a voi esperti un parere wink

un cordiale saluto, ringraziando per le risposte,

Alex

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(19 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

stefano '62 ha scritto:

La puoi inserire nelle fasi di tecnica,oppure sostituire le fasi in cui dovresti fare gambe con tavoletta.
L'esercizio sarebbe partire dal bordo in affusolament,come un siluro,lasciarsi scivolare a gambe ferme fino a che l'inerzia non comincia a diminuire,dopodichè inserire la gambata in modo da contrastare la perdita di velocità,dapprima piano poi più forte.
In questo modo riuscirai a percepire la differenza tra la fase di inerzia e quella propulsiva e otterrai informazioni cinestesiche a livello sensoriale,che saranno molto utili al tuo sistema nervoso per ottimizzare l'azione.

Ciao

grazie per la spiegazione, ieri sera ho provato, ma mi sorge un dubbio sull'esercizio: partendo 1m sott'acqua e spingendomi forte, se aspetto che io diminuisca considerevolmente la velocità arrivo fino a quasi al pelo dell'acqua, così che dopo 2 o 3 gambate sono già in superficie, come se usassi la tavoletta. Quindi chiedo se il mio modo di eseguire è giusto o meno...

riguardo lo stare in verticale fermo usando solo le gambe, credo sia un ottimo esercizio, nel senso che facendolo mi sono accorto di usare muscoli che di solito nella mia gambata insufficiente non uso. Mi riferisco alla parte posteriore della gamba, di solito infatti quando nuoto a stile mi limito a scalciare in avanti, quindi ad usare solo il quadricipite, lasciando che la gamba risalga in superficie da sola.

comunque grazie per tutti i consigli, in questi giorni oltre agli allenamenti soliti sto cercando di andare da solo in vasca  per sistemare tutte le mie pecche!!!

un saluto,
Alex

9

(19 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

paolac ha scritto:

Ciao Alex, a me ha aiutato molto l'esercizio che mi diede Stefano:la scivolata. Se non ricordo male bisognava spingersi dal bordo vasca, e lasciarsi scivolare in subacquea e muovere le gambe durante lo scivolamento. Questo esercizio lo eseguo spessissimo perchè mi aiuta tanto, in quanto anche io come te ho poca sensibilità nelle gambe e tendo a muoverle poco e a fare movimenti poco efficaci, ma sono migliorata con questo sistema anche se come me dovrai lavorarci tanto con pazienza. Ciao smile

in subacquea intendi al pelo d'acqua o più sotto? e devo muovere le gambe al fine di trovare il giusto movimento che mi consenta di mantenere una buona velocità?


Anche ieri sera c'è stato allenamento, fortunatamente è stato molto leggero (alcuni di noi hanno gara domenica), senza i soliti numerosi sprint, quindi me la sono cavata bene. Invece quando si fanno tutte le ripetizioni a fuoco rimango sempre dietro non avendo spinta sufficiente dagli arti inferiori....

Ciao

10

(19 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

stefano '62 ha scritto:

Esatto,Marina ha ragione:c'è forza e forza.


Alla fine della storia,se vuoi imparare le gambe devi dunque buttare via quella maledetta tavoletta,dato che la sua funzione NON E' quella di insegnare la gambata,bensì aumentare la forza nelle gambe; e metterti a lavorare su gambate in apnea senza alcun tipo di supporto,cercando di coprire una distanza sempre maggiore senza aumentare la forza;alternando questi lavori a variazioni sul tema,per esempio gambe a crawl in verticale,oppure con pinne,provare a farle larghe e lente,oppure veloci e strette,con piede duro e con piede morbido,a gamba dura oppure morbida,a farle in subacquea oppure in superficie,a farle a dorso e stile,oppure a volte in laterale,a farle seduto sul bordo (a dorso) oppure "spiaggiato" sempre sul bordo (a crawl);a farle in mille modi diversi e magari qualche volta (perchè no) anche con la tavoletta (ma sempre pochissimo).
Alla fine un pò alla volta la tua muscolatura svilupperà nuove terminazioni nervose,e magicamente riuscirai a migliorare.
Però servono due cose:la pazienza e la varietà (e relegare la tavoletta in un angolino,dato che è solo uno dei mille modi di fare le gambe).

Ciao

Ciao, scusate l'intromissione, ma ho letto la discussione  e credo di avere un problema simile....ovvero faccio nuoto master (da circa 1 mese) e nonostante veda molti miglioramenti sia per quel che riguarda l'andatura diciamo sciolta (ovvero sono molto più scorrevole in acqua) sia per quanto concerne la resistenza, sono ancora CARENTISSIMO in tutte le attività che richiedono un buon uso della gambata a stile.
Cioè usando la tavoletta ad esempio sono costantemente il più lento del gruppo, idem per quando facciamo gli sprint di 25 o 50m nei quali come dicono dovremmo spingere tantissimo con le gambe.
Io di costituzione sono magro, ma le gembe le ho sempre utilizzate senza problemi ( bici, sci, escursionismo) e mi chiedo se allora il mio difetto è di mancanza di forza o di tecnica della gambata (invece la mia gambata a rana va bene e mi consente di avere buona velocità).

Ora chiedo più in particolare a stefano che ho citato, quando dici gambe a crawl in verticale intendi di mettersi in acqua profonda  e stare a galla in vericale solo con il movimento a stile delle gambe?

grazie
ciao

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(24 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

CIAO!!! resoconto: ho fatto una lezione di nuoto, ma l'istruttrice mi ha consigliato di passare al nuoto master.
Dopo una settimana di allenamenti in cui ho notato grossi miglioramenti nella tecnica grazie agli ottimi consigli degli istruttori vorrei fare qualche entrata in piscina per mettere in pratica bene ciò che ho imparato, ma c'è un problema....
faccio 3 allenamenti a settimana coi master e il giorno dopo l'allenamento sento tutta la stanchezza ancora presente, quindi di andare in piscina da solo mi passa totalmente la voglia.
Dato che rispeto a quelli che erano già presenti nel gruppo Master sono NETTAMENTE una spanna sotto, sia come velocità sia come tecnica, però se non integro con uscite da solo dubito di poter recuperare gran chè...
La mia domanda è: è solo l'inizio che gli allenamenti mi distruggono in questo modo e fra un pò, quando sarò più allenato, potrò fare più uscite in vasca durante la settimana o sarà sempre così, quindi dovrei stringere i denti e andare in piscina anche da solo quando non ho allenamenti, anche se mi sento stanco, per migliorarmi??
Grazie!

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(24 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

nuoto in nord italia, tra le montagne della Valtellina!

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(24 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

le lezioni private sarebbero molto comode, ma i costi sono un pò eccessivi. Comunque lunedì inizierò il corso, appena noterò miglioramenti vi farò sapere.
complimenti ancora per il sito!!

Alex

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(24 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

dimenticavo di dire che il corso a cui voglio iscrivermi sarà in complessivo di 18 lezioni, una a settimana.
C'era anche con frequenza bisettimanale, ma non riesco a far combaciare i miei altri impegni.

Ciao a tutti,

sono nuovo in questo forum, ma è da tanto che spulcio questo bel sito e ho provato a seguire qualche allenamento nuoto libero.

Sono un ragazzo di 25 anni e sono abbastanza in forma, in una settimana di solito vado 2 volte in piscina, almeno una volta faccio un  bel giro in bici e il fine settimana vado a fare lunghe camminate in montagna.

Riesco a nuotare in 3 stili: crawl, rana e dorso.

Il problema è che mi sono accorto di non avere molta scorrevolezza in acqua e faccio tantissima fatica tutte le volte che voglio aumentare,anche di pochissimo, il ritmo (se vado piano invece riesco a fare tranquillamente anche 100 vasche di seguito).
Inoltre, pur leggendo su questo sito come fare a nuotare a delfino e avendo visto molti filmati a riguardo, ho provato, ma non sono proprio riuscito in questo stile.

Il fatto è che in pratica ho imparato a nuotare da solo quando ero piccolo e gli stili gli ho imparati guardando gli altri a nuotare.

La mia domanda è: un corso di nuoto per adulti farebbe a caso mio? secondo voi riuscirei ad apprendere quello che manca nella mia tecnica?

Grazie

Alex