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(5 risposte, pubblicate in Presentazioni)

"a 40 secondi" significa che quando sono passati 40 secondi, devi ripartire per il successivo 25m. P. es. se il precedente l'hai fatto in 30'', ti riposerai 10'' prima di ripartire.

Progressione interna significa che cominci piano e aumentando progressivamente, finisci forte, all'interno della stessa ripetuta (in questo caso i 50m). Progressione esterna, invece, significa che fai la prima ripetuta piano, la seconda più forte e così via.

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(8 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Non sono un istruttore, inoltre bisognerebbe vederti, comunque provo a rispondere.
Cerca di stare rilassata, tieni le caviglie dritte ma sciolte (cioè non tenere i piedi a martello!)  e fai partire la gambata dai fianchi e non dalle ginocchia. Le ginocchia si flettono poco e solo di riflesso; tu pensa come se dovessi tenere le gambe dritte (ma non rigide). L'efficienza respiratoria non c'entra nulla con l'efficienza della gambata. A nuoto libero stai dalla tua parte e chi è più veloce ti sorpasserà.
Degli esercizi a secco di mobilità potrebbero aiutarti; p. es. questo https://www.youtube.com/watch?v=hokQoKHYt1w e https://www.youtube.com/watch?v=rNIMu-mEASo
Ciao.

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(5 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Dipende da cosa ti dice l'allenamento. Quì  puoi vedere i codici corrispondenti alle varie andature, https://www.nuotomania.it/nuoto_modelli_allenamento.html  i quali coincidono con una frequenza cardiaca relativa alla tua massima (220 - età).
I Lavori ad intensità più elevate, sono solitamente più brevi e con più recupero e viceversa quelli ad intensità inferiori sono più lunghi e con meno recupero.
4 x 400 credo si facciano in B1 o B2, comunque dipende da cosa vuoi ottenere.
Ciao.

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(10 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

Una "forza non propulsiva" non esiste. Una forza, applicata ad una massa, esercita su di questa un'accelerazione e ne varia la velocità (che sia in modulo, in direzione o in verso).
Se la gambata è in grado di esercitare una forza che va ad incrementare la componente nella direzione di avanzamento della risultante delle forze sul centro di massa del nuotatore, questa farà accelerare il nuotatore aumentandone la velocità fino a quando la forza contraria prodotta dall'attrito viscoso del fluido non eguaglierà tale componente. Ovviamente parliamo di un modello teorico; nella reatà, per quanto bravo sia un nuotatore, esso subirà piccole accelerazioni e decellerazioni anche se cerca di viaggiare a velocità di crociera

Se la gambata non aumenta la velocità del nuotatore, significa che la risultante delle forze da esse prodotta non ha nessuna componente nella direzione e verso di avanzamento dell nuotatore, e questo può essere. Ad esempio essa potrebbe non essere abbastanza veloce, facendo si che la forza d'attrito provocato dal movimento delle gambe mentre il nuotatore avanza già velocemente (grazie alle braccia) sia maggiore della forza che esse producano nella direzione d'avanzamento.

Nell'esempio dell'auto non parli di forze ma di velocità tangenziale delle ruote. L'unico modo per far si che le ruote posteriori abbiano una velocità tangenziale inferiore a quelle anteriori è che slittino sulla strada ad opera di un momento della forza di verso opposto a quello delle anteriori, cioè stai applicando una forza nel verso opposto.

É solo fisica elementare.

In ogni caso ho capito ciò che intendevi riguardo alla funzione delle gambe nel merito del post, ma se per ipotesi tu potessi velocizzare a tuo piacimento la gambata di un nuotatore che la esegue correttamente, prima o poi arriveresti ad un punto in cui questa aumenterebbe la velocità del nuotatore.

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(10 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

Bell'articolo ma la premessa che fai sulle forze propulsive è errata. Esse sono vettori e si sommano come tali.

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(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Anche io ho cominciato per motivi di salute e poi è diventata una passione. Benvenuto nel forum.

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(1 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Ciao e benvenuto!

@sickseven É bene farsi una cultura per quanto riguarda la nutrizione; purtroppo la maggior parte delle persone ne ignora anche i fondamenti ed i risultati si vedono ma, come ha detto Stefano, fare i conti con quelle tabelle lascia il tempo che trova.

Io ho un tracker d'attività fisica che misura tutti i miei movimenti e riconosce automaticamente gli sport oltre a misurare costantemente le pulsazioni.
E ovviamente viene configurato impostando età, altezza, peso, stile di vita ecc.

Nonostante tutto, i valori che fornisce sono assolutamente inaccurati. Se ad esempio faccio degli esercizi a secco che non ho mai effettuato prima, io avverto un dispendio di energie elevato che pago in termini di stanchezza e fame, nonostante lui mi segnali una spesa energetica piccola; all'incirca la stessa di chi fa già quegli esercizi da tempo o chi li fa tutti i giorni da una vita.

Quando nuoto arriva anche a segnare 700 Kcal in un'ora ma ovviamente non è verosimile; mi basta solo uno spuntino in più per "rimettermi in pari" con la fame.

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(12 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Qualcuno saprebbe darmi un parere su questo libro?

Nuoto da campioni - di Bill Sweetenham, John Atkinson

La parte sull'allenamento è rivolta esclusivamente ad agonisti ed allenatori oppure anche un master/amatore potrebbe ricavarne materiale utile?
Grazie.

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(0 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Per chi ancora non la conoscesse, volevo segnalare questa simpatica applicazione che dal test differenziale, ricava i tempi per tutte le varie andature. Niente che non si possa calcolare anche a mano ma comunque risulta molto comoda ed immediata.

https://www.youtube.com/watch?v=bqDmwR3LOGM

Bene, questo test mi sembra già più facile da gestire. Se non altro, andando per tentativi prima o poi si becca il tempo giusto e poi non porta via neanche troppo tempo.
Lo proverò di sicuro. Grazie.

Ti ringrazio per la risposta.
Si, effetti, i tempi in lunga crescono non di poco. Per quanto riguarda il test de 2000 (oltre al fatto di essere tedioso adesso che nuoto in corta), mi risulta difficile da fare ottenendo un risultato veritiero. Come potrei fare per essere certo che sto effettivamente sto mantenendo la mia velocità di soglia aerobica?

Il post si riferisce a quando nuotavo in lunga questa estate.

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(310 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Ciao, premetto che io non sono un istruttore, quindi prendi la mia risposta per quel che vale.

Di solito i motivi per i quali le game affondano sono:

- Sollevare la testa per respirare
Devono respirare con un occhialino immerso in acqua e far supportare l'intero peso della testa dall'acqua.

- Premere verso il basso nelle fasi di presa e spinta.
Questo fa alzare la parte superiore del corpo e abbassare le gambe. Bisogna dirgli di spingere l'acqua verso dietro.

- Trattenere il respiro sott'acqua invece di espirare costantemente.
Questo crea un maggior galleggiamento del busto e quindi fa affondare le gambe.

-  Cattiva postura e connessione del core.
Si migliora con esercizi a secco per correggere la postura e rinforzare i muscoli della zona lombare. In acqua può aiutare pensare di tenere il sedere in alto, le chiappe strinte (scusa l'espressione poco delicata) e spingere l'ombelico verso la spina dorsale.

- Guardare in avanti.
Bisogna tenere la testa in posizione neutrale, quasi come sulla terra ferma e ben appoggiata in acqua col collo ben rilassato (come in parte già detto al punto uno)

- Gambata che parte dal ginocchio anziché dall'anca.
Dirgli di pensare di tenere le gambe dritte col ginocchio che si piega poco e solo di riflesso e la gambata che parte dall'anca.

Essendo poi dei ciclisti, mi accerterei che non tengano i piedi a martello bensì a ballerina, magari consigliandogli degli esercizi di stretching per le caviglie da fare a casa.

Quest'anno, il trasferimento nella vasca lunga all'aperto, ha portato con se qualche delusione.
Di solito, un giorno alla settimana, facevo delle ripetute cercando di stare vicino alla soglia, in modo da aumentare la capacità aerobica. (p.es. 4x400 o 8x200 o 15x100). Ho sempre avuto difficoltà a percepire e regolare il ritmo, andando troppo forte nelle prime (soprattutto nella prima) e più lento dell'atteso nelle ultime. Tuttavia riuscivo, con un po' di sofferenza, a terminare gli allenamenti che mi proponevo.

In vasca lunga è tutta un'altra storia. Dopo le prime poche ripetute, addirittura, non riesco più a rispettare il tempo di ripartenza.
Per cercare di "sbloccarmi" un po' ed abituarmi alla vasca lunga, ho fatto già due volte 2000m di fila, e, con mia grande sorpresa, il ritmo come secondi/100m che impiego, è addirittura inferiore a quello che avrei impiegato (percorrenza + riposo) facendo le ripetute, da 400 e da 200 per coprire la medesima distanza. Ora, va bene che così facendo, le virate vanno a sostituirsi alle spinte dal muro ma è comunque una cosa che non dovrebbe accadere. E' grave? Come devo interpretare tutto ciò?
Grazie.

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(4 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

stefano '62 ha scritto:

Va detto anche che la parte finale della spinta non può davvero abbassare il bacino perchè è falso che sia eseguita dal basso verso l'alto come fosse la pala di un battellofluviale.

Cerco sempre di spingere l'acqua verso dietro dalla fase di presa in poi, almeno per quanto mi consente la mia percezione. Però, anche guardando i vari  video delle notate da sott'acqua, mi pare che la mano nell'ultimissimo tratto, non si trovi perfettamente a 90° rispetto all'avambraccio, bensì più verso i 45°, il che dovrebbe generare almeno una componente della spinta verso l'alto, se si spinge attivamente.

Comunque mi hai chiarito che il braccio deve arrivare alla totale estensione, ci lavorerò su, grazie!

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(4 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Ad oggi, questo,  è il dubbio maggiore che mi rimane sul crawl.
A volte ho paura di non spingere bene fino a dove potrei, altre invece, temo di allungare eccessivamente tale fase, ritrovandomi con la mano che spinge l'acqua verso l'alto e fa affondare il bacino.

Quando faccio l'esercizio di strusciare la mano sulla coscia al termine della fase di spinta/inizio di quella di recupero, il risultato è quello cercato, quindi credo che la mano esca dall'acqua al punto giusto. Il dubbio, è piuttosto se nell'ultimo tratto la mano debba spingere attivamente oppure muoversi passivamente per inerzia della spinta esercitata fino a quel momento.

Se provo a spingere fino alla distanza massima, mi sembra di acquisire un pelo in più di propulsione e forse anche un maggior supporto in fase di respirazione, questo però mi fa durare assai più fatica, e, inoltre, mi impedisce di raggiungere frequenze più elevate nelle nelle nuotate veloci.

Qualcuno può consigliarmi qualche esercizio/trucchetto/schema mentale per concludere la fare propulsiva al punto giusto ed avere la certezza che effettivamente lo stia facendo?
Anche perché mi capita troppo spesso di pensare a questa cosa mentre nuoto e ciò va a inficiare su tutto il resto.

Grazie!

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(86 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Salve, mi sono imbattuto in un video  (per chi avesse voglia di vederselo https://www.youtube.com/watch?v=Ihb4XP2Iet8) dove si proprone il seguente test:
Servendosi di un metronomo subacqueo, nuotare i 50m a varie frequenze di bracciata ed annotare tempo di percorrenza, bracciate totali, sforzo percepito, ecc., in modo da compilare una tabella come la seguente ed individuare una frequenza che renda massima l'efficienza della nuotata. Ovviamente il test dovrebbe essere ripetuto ad intervalli regolari man mano che tecnica e condizioni del nuotatore progrediscono.

Secondo voi può essere utile un test del genere o si tratta di complicazioni evitabili?

http://i.imgur.com/yb8RaLO.jpg

Ti mantieni idratato e fai una fase di defaticamento prima di uscire?

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(12 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

deia87 ha scritto:

[
Grazie Stefano, è un po'quello che penso io.
Così per la cronaca ne faccio 24!!!!

Per 25 m?

Questa sembrerà strana.
Come sempre quando entro in vasca, mi posiziono nella corsia dove ci sono meno persone (e in una non laterale a parità di numero di persone), come è logico che sia, e, siccome nella piscina che frequanto io i più nuotano con scarso impegno, per non dire di peggio, capita che dopo che comincio a nuotare sorpassando varie volte, ma sempre facendo attenzione a rispettare i regolamenti sia scritti che non scritti, gli altri o l'altro si spostino in corsie differenti. Magari rimango da solo e nella corsia accanto sono invece in 3 o 4.
Ora se da una parte può far piacere, dall'altra mi crea un po' di disagio perché ho la sensazione  di essere percepito come elemento di disturbo, quando invece stare in 2 nella stssa corsia non crea nessun tipo di problema nemmno se uno dei due è lentissimo, nemmeno in 3 o 4 se si è tutti disciplinati.

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(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

marina ha scritto:

Certamente e'un difetto respirare su ogni bracciata,ma ad alti livelli paga la potenza del gesto,frutto anche della personalizzazione della nuotata.
Vi sconsiglio caldamente di prendere mostri sacri del nuoto mondiale come modelli,ma di mantenervi nella didattica nel modo più semplice possibile.Le mani guardano sempre giù.La testa non entra prima delle spalle quando i deltoidi non sono abbastanza potenti da uscire le braccia dall'acqua nel recupero o quando la respirazione e'posta al momento sbagliato.

stefano '62 ha scritto:

Me l'ero persa questa domanda.
In una gara si va alla massima andatura.
Se la durata dello sforzo è superiore a una manciata di secondi allora diventa determinante (tra le altre cose a seconda della durata effettiva) avere una buona Vo2Max.
Ma la Vo2Max è il massimo consumo di ossigeno,cioè si consuma ossigeno in gran quantità e allora occorre che lo scambio respiratorio sia adeguato.
E questo significa respirare piuttosto che no.
Poi la frequenza effettiva degli scambi respiratori dipende dal peso specifico della Vo2Max in quello sforzo di gara.
Quindi sarà più bassa nelle gare molto corte e molto lunghe,e più alta nelle gare inquadrate più specificamente in Vo2Max;sempre mantenendo le differenze tecnico metaboliche e le preferenze tra un atleta e l'altro.

Ciao

Ok, tutto chiaro, comunque non era certo per voler imitare tale comportamento ma soltanto per capire.

Invece per un amatore che si allena e magari ha ancora una tecnica con qualche difetto vale la stessa regola del crawl che si respira quando ce n'è bisogno o si dovrebbe cercare di respirare sempre ogni 2?

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Ciao Andre, ti dico la mia per ciò che può valere:
prima ancora attaccare il mento al petto, le braccia, dopo aver dato l'ultima doppia bracciata propusliva, se ne vano distese indietro attaccate ai fianchi e da li non si muovono più, nel senso che sarà il corpo a girarci attorno ripiegandosi su se stesso come un tapis roulant. In questo modo quando avrai finito di effettuare la capriola le braccia saranno GIA' nella direzione giusta per ripartire spingendoti dal muretto.

Dal video invece mi pare che tu cominci a fare la capriola quando le tue braccia sono sempre puntate in avanti o in fuori, o giù di li.

Spero di essere stato utile, comunque se guardi un video di una virata eseguita correttamente ti sarà più chiaro cosa volgio dire.

Ciao. smile

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(2 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto e buon anno anche a te!

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(1,654 risposte, pubblicate in Delfino (farfalla))

Guardando dei video dei 100m delfino di olimpiadi e mondiali ho notato che alcuni atleti, tra cui Phelps e Le Clos respirano ad ogni bracciata. Ma in una gara del genere non dovrebbe essere molto controproducente? Nel delfino dove la respirazione è frontale e provoca un assetto più sfavorevole esponedo più superficie all'acqua nella direzione di avanzamento rispetto alle bracciate fatte con la testa sotto. Tra l'altro ho notato che invece nei 50 respirano mai o pochissimo, come sarebbe logico pensare.
Ciao.