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A parte la fortuna di aver recuperato un cineasta che ti ha immortalato, cosa veramente difficile, ti dò merito della buona volontà di metterti in gioco e, di conseguenza, della voglia di migliorarti. Mi permetto di trascriverti le cose che noto in modo che tu possa confrontarle con le tue sensazioni. Ricorda sempre questo, le sensazioni sono l'elemento fondamentale di ogni sport perchè sono le informazioni che il tuo corpo invia al cervello che le elabora per fornire nuovi schemi motori. La nuotata "corta" nasconde la paura di affondare per cui, con una azione di sostegno delle braccia, senti la sicurezza di poter gestire il tuo respiro. Il feed back di questa azione potrebbe essere un irrigidimento del collo. La percezione della paura di non poter prendere aria a sufficienza è data dall'elevarsi del capo per aumentare il tempo di inspirazione. Non aver fretta di tirare con il braccio che è avanti altrimenti non crei quel momento di scivolamento che viene integrato dal braccio che, indietro, completa la spinta. Focalizza la tua attenzione solo su 2 elementi: la testa è appoggiata in acqua e l'aria è disponibile nel cavo dell'onda che l'avanzamento della tua testa genera e la spinta fino a quando puoi del braccio che è dietro. Osserva la curva dell'onda che attraversa di fianco una barca che avanza in acqua e vedrai il cavo che si forma quasi e metà ed in quel punto puoi osservare che l'aria è disponibile più in basso della linea di galleggiamento; stessa cosa per la testa. La spinta fino in fondo è la marcia in più dei "caimani" che trovi nella corsia accanto che scivolano sull'acqua. Buon divertimento.
Mi unisco volentieri a coloro che desiderano esprimere un grazie alle persone che spendono il loro tempo per condividere sapere ed esperienze. Marina e Stefano, mi complimento con voi per l'empatia che dimostrate e la vostra competenza. Un ringraziamento altrettanto sentito agli altri ragazzi che animano il forum riportando le loro esperienze, la loro competenza ed i loro dubbi.
Ottima l'analisi di Thorpe. La integro con le mie esperienze vissute. Per trovare gli stimoli affinché andare in piscina sia sempre piacevole e perché ogni giorno sia l'incentivo del successivo, è importante avere un approccio graduale alla nuotata. Bisogna vivere le emozioni date dalle sensazioni che si provano in acqua esattamente come un carpe diem; ogni istante è bello e và vissuto senza paura di provare. Così diventeranno piacevoli gli scivolamenti, la respirazione a candela e tutti gli altri approcci che ti accompagneranno nel corso della tua esperienza natatoria che, ti auguro, vivere il più a lungo possibile. Thorpe pone l'accento su un particolare che, vedrai, nel tuo cammino si arricchirà sempre di nuovi significati: la spinta deve essere completa. Infatti sono proprio quei famosi ultimi 20 cm di escursione del movimento che daranno una svolta al tuo modo di nuotare. Ti ricordo un gioco che sicuramente tutti noi abbiamo fatto da bambini: ci mettevamo tra lo stipite di una porta e spingevamo con forza le mani contro gli stipiti laterali così che, quando facevamo un passo avanti le braccia salivano da sole. Pressapoco il recupero avviene così, senza fatica.
L'ho acquistato un pò di mesi fà proprio dalla Feltrinelli e sono stati molto veloci nella consegna.
Esiste un fenomeno in natura che si chiama imprinting che determina la specializzazione, nel nostro caso, degli apprendimenti motori. Il corpo umano, macchina perfetta, è organizzata in modo da lavorare con la massima efficienza ed economicità per cui, una volta che ha standardizzato una azione, tende ad eliminare i collegamenti neurologici superflui che sovraintendono al movimento. Nei bambini tale fenomeno è estremamente evidente ed il bravo maestro è colui che sposta continuamente in avanti il momento in cui gli schemi corporei saranno completati. E' per tale motivo che, saggiamente, le federazioni sportive hanno deciso che non ci debbano essere competizioni sportive al di sotto di una certa età. Questo introduce un metodo riconosciuto dai tecnici più preparati che lavorano con i bambini, ossia, quello di creare e rompere continuamente gli equilibri che vanno ad assumere quando praticano attività fisica. Per questo motivo, apprezzo particolarmente Stefano quando parla di rottura continua degli schemi. La finalità è proprio quella di creare una sorta di vocabolario cinestetico dal quale attingere continuamente per formulare un "discorso" fisico con risposte molto variegate al gesto atletico richiesto. Io, al tuo posto, creerei situazioni nelle quali viene richiesto, in maniera inconsapevole per il tuo piccolo sportivo, di variare il movimento appreso e standardizzato lasciando a lui la possibilità di trovare continui adattamenti. In bocca al lupo.
Io ho risolto il problema usando il respiratore frontale.
Grazie Piscis.
Ho già usato, in passato, Kestine in pastiglie sublinguali con discreti risultati.
Escludendo decisamente l'ipotesi di non nuotare più, in attesa di convincermi psicologicamente sull'uso del tappanaso, valuterò una sana discussione con i gerenti dell'impianto dove nuoto affinché, come giustamente evidenzia Stefano, accelerino il ricambio dell'acqua.
Tra breve, una delle aziende che rappresento, completerà la gamma con prodotti per piscina; gli proporrò un compromesso tra prezzo estremamente vantaggioso dei prodotti e ricambio acqua. ;-)
Grazie ancora e buona giornata.
Piscis ti ringrazio del consiglio. Purtroppo gli effetti collaterali del cortisone sono deleteri.
Come hai risolto?
Mi piacerebbe tanto non dovermi rassegnare ad usare il tappanaso.
Anche oggi, grazie a quel medicinale, sono libero dall'assillo del dopo piscina.
Vi riporto una mia esperienza personale. Verso maggio, dopo gli allenamenti, cominciavo a dovermi soffiare il naso spesso e, nel pomeriggio i sintomi diventavano quelli di un potente raffreddore che regredivano completamente l'indomani. Ho provato con gli antistaminici ed ho riscontrato un discreto beneficio. Da poco il problema si ė ripresentato in maniera prepotente e gli antistaminici sono diventati perfettamente inutili. Ho una deviazione al setto che crea le complicanze di routine e sono un soggetto con intolleranze alle polveri. Mi sono messo a cercare su internet ed alla fine ho capito che poteva essere una rinite vasomotoria. Ho provato dello spray nasale (aircort) ed ho provato finalmente la gioia di non subire più gli effetti del dopo piscina. Non sono un medico e ciò che è stata una soluzione per me potrebbe non esserla per gli altri ma credo valga la pena di approfondire. Buone vasche a tutti.
Già. Gambe delfo col pull. Prova. Poi magari ne parleremo.
Voglio condividere con voi una esperienza che ho pensato, prima, e poi sperimentato in vasca oggi. Ho legato le caviglie con un elastico e messo il pull buoy tra le gambe; ho indossato il mio inseparabile boccaglio ed ho iniziato a fare le gambe delfino con le braccia lungo i fianchi. Il pull buoy mi aiutava a "sentire" dove concentrare la spinta. Le gambe seguivano naturalmente il movimento indotto dai muscoli addominali. Bella esperienza propriocettiva e bell'allenamento per i muscoli della fascia addominale. P.s. il boccaglio "disincentiva" a portare le spalle sott'acqua altrimenti si beve alla grande.
C'é una ragazza che ha fatto gare che spesso nuota nella corsia accanto alla mia; è stata una campionessa così come lo è stato il fratello ma, ahimé, non ne ricordo i nomi. La osservo quando "scivola" a delfino e mi incanto a guardarla. Non c'é forza nel suo gesto ma tanta scioltezza e coordinazione. Provo a volerne "rubare" le sensazioni ed oggi ho fatto un pò di vasche senza respirare ripercorrendo mentalmente l'immagine di questa nuotatrice. Bella esperienza. Il movimento parte da una immagine che abbiamo nel cervello; sono i continui disturbi, di cui molto appropriatamente parla spesso Stefano, che generano gli schemi mentali giusti da dove andare ad attingere per imitare alcuni gesti atletici.
Ho trovato molto utile l'uso del respiratore. In tal modo ho eliminato i fastidiosi dolori al collo ed alla zona lombare. In questo modo riesco ad allenare bene le gambe e godermi lo scivolamento in acqua.
Sono convinto che le esperienze e, sopratutto, le sensazioni di chi apprende sono basilari per trasmettere quei piccoli e continui aggiustamenti a chi stà imparando.
L'apprendimento, a qualsiasi livello esso avvenga, deve sempre essere gratificante; la gratificazione passa proprio attraverso la capacità e possibilità di raggiungere un obiettivo alla portata di chi impara.
Un buon maestro è colui che impara dai propri allievi.
Cirone Furioso ha scritto:Piscis99 ha scritto:nuotix ha scritto:però è anche vero che io non ho nessuna abilitazione per dare dei consigli, non sono un'istruttore.
a volte è capitato che abbia dato dei consigli sbagliati e quindi, spesso e volentieri, preferisco scrivere di aspettare il tuo parere prima di mettere in pratica i consigli che dispenso o prendere per vere le opinioni che fornisco.
ciao
ps. mi scuso con valentino perché ho notato che il post precedente era tempestato di errori di battittura
Ma se nessuno di noi dice la sua, che forum sarebbe?... è normale che qualcuno di noi dica cose non del tutto esatte; I moderatori (quando hanno tempo) leggono controbattono aggiungono o correggono.
Se aspettassimo sempre i preziosi consigli di Stefano, Marina (dove sei??), ecc questo spazio perderebbe dinamicità... diventando "Nuoto Mania il museo"
no?
É vero condivido anch'io.
Chiaro che l'opinione degli esperti é la più ambita, ma anche le testimonianze di un neofita secondo me possono essere preziose: agli istruttori possono offrire spunti per capire sempre meglio il punto di vista di chi sta apprendendo il nuoto, e fra neofiti perché condividendo esperienze analoghe magari ci si aiuta a superare analoghe situazioni di difficoltà.
Purtroppo la legge del basso costo è entrata anche qui; mi spiego: nelle piscine vengono usate sempre più spesso sostanze a basso costo per rendere l'acqua più "pulita". Sopratutto viene usato del cloro prodotto in Cina a costi bassi. Mi viene rabbia a pensare che l'Italia faceva eccellenza nella chimica e si produceva cloro di ottima qualità. Ho frequentato per tutto l'anno passato la stessa piscina senza avere problemi; quest'anno, dopo circa un mese, ho avvertito i primi problemi: irritazioni della pelle in prossimità delle ascelle ed un fastidiosissimo raffreddore che aumentava fino a sera e poi spariva l'indomani. La causa era una irritazione della mucosa nasale. Dopo un pò di ricerche in rete, ho trovato un prodotto in gel che mi ha notevolmente diminuito i problemi. Si chiama Tonimer Gel Nasale Idratante Lenitivo prodotto dall'Istituto Ganassini. Spero che possa essere utile anche a te. Buone bracciate :-)
E' da un pò che seguo la discussione e mi farebbe piacere riportare la mia esperienza perché possa essere d'aiuto ad altri che come me hanno "rubato" quelle altrui.
Giusto due indicazioni per spiegare l'ambiente nel quale è avvenuto il tutto. Sono un coetaneo di Stefano ed ho cominciato a nuotare dal settembre 2010 dopo aver imparato i rudimenti quando frequentavo l'Isef e nei corsi al CUS circa 30 anni fà. Pratico il nuoto libero ma le mie esperienze motorie sono molto variegate e gli input che mi derivano dal corso di studi mi pongono in una situazione di apprendimento motorio un pò diverso rispetto alla media. Ho cominciato a maggio ad aver voglia di imparare il delfino ed ho seguito questa discussione con molta attenzione ritornando spesso su quanto avevo letto poiché ogni nuova esperienza motoria mi dava delle chiavi di lettura nuove. Ho cominciato con il pull buoy in apnea e con tanta tanta pazienza. Prima 3-4 bracciate e cuore a mille e poi sempre meglio con sensazioni nuove mano mano che i muscoli imparavano. E' stato importante applicare il concetto delle spalle ferme (la barca sull'acqua) e la spinta decisa delle mani sotto la pancia che mi portavano le braccia davanti. Pausa ad agosto e poi ancora pull buoy. Di tanto in tanto ho provato ad inserire le pinne cercando però di non porre la mia attenzione sulla gambata ma solo sulle braccia. Ho provato la gambata nelle vasche dedicate unicamente alle gambe: con l'aiuto di un respiratore a pancia in giù e sul dorso. Senza tavoletta! Circa un mese fà ho inserito la respirazione sempre con il pull buoy, una ogni due bracciate. Poi, con l'aiuto delle pinne, ho provato senza pull buoy ma sempre in apnea. La mia attenzione però è sempre stata concentrata sulla continuità della bacciata, le gambe lasciavo che seguissero il ritmo senza dare degli input volontari. Due settimane fà ho provato la prima vasca completa con respirazione e con l'aiuto delle pinne. Una sensazione unica. Dalla scorsa settimana ho provato senza le pinne. Bellissimo. Una piccola nota. Ho sempre avuto problemi con la mia schiena a causa degli sport praticati ma vi assicuro che, seguendo la progressione proposta da Stefano, non ho mai avuto dolori, anzi! Ora la nuotata grezza ci stà. Le motivazioni a migliorare date dai risultati sono sempre più forti. Buon delfino a tutti.
Voglio fare i miei complimenti a Stefano e Marina perché le loro competenze sono veramente notevoli e le indicazioni sono sempre molto attente.
Ti riporto una massima che nel nuoto è quantomai veritiera.
Il bello di un viaggio è il percorso.
Il tuo "viaggio" nel nuoto attraverserà tante fasi e soltanto se saprai godere di ogni piccolo momento e sensazione troverai gli stimoli giusti per continuare.
Divertiti. Questo è l'imperativo categorico.
In bocca la lupo.
Ho avuto un problema analogo dopo alcune sedute di allenamenti con le palette. Probabilmente il problema si è verificato per un sovraccarico all'articolazione scapolo omerale. Ho osservato una settimana di riposo ed ho assunto un antinfiammatorio (che poi ho sostituito dopo alcuni giorni con "l'artiglio del diavolo"), ponendo del ghiaccio sull'articolazione per circa 10-15 minuti ogni 12 ore. Trascorsa la fase del dolore e della conseguente limitazione funzionale, ho alternato le sedute in piscina con un'ora a giorni alterni di palestra in casa per rinforzare i muscoli della cuffia dei rotatori. Qualche piccolo dolorino ancora ma tutto stà regredendo rapidamente. Comunque è sempre bene un'esame medico per scongiurare una lesione tendinea.
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