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(93 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

ciao stefano, questa discussione capita a fagiolo per un dubbio che mi è venuto ieri. riguarda la spinta e più in generale la sincronia fra la spinta stessa e la presa in acqua.
provo a spiegarmi: la cosiddetta "S" deve avvenire solo DOPO che è stata ultimata la spinta? cioé finché non ho effettuato  fino in fondo la spinta, il braccio opposto deve rimanere disteso in avanti in presa e solo dopo aver concluso la fase in presa si può efetturare la "S". se avvenisse prima vorrebbe dire che non si ottimizzerebbe lo scivolamento e il rollio delle spalle.
giusto?

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(93 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Cirone Furioso ha scritto:

Buongiorno a tutti,

premessa: sebbene sappia che esiste una definizione di presa, trazione, spinta, premetto che per questa mia discussione vorrei indicare con "spinta" la fase della bracciata a stile libero da quando il braccio passa sotto la pancia fino a quando emerge a fianco della coscia.

Già ho discorso sulla mia carenza di allungare bene, ma in questo post vorrei mi aiutaste a capire se e come in quella fase che ho descritto l'energia di spinta è così importante.

Il mio nuovo istruttore, mentre parlavamo della bracciata, mi ha detto che è proprio lì che la bracciata eroga una parte importantissima dell'energia propulsiva.

Da dilettante, mi viene da pensare che la fase più energica, quella dove applico una maggiore pressione, sia il momento in cui il polso e il gomito passano all'altezza del torace e poi sotto la pancia. Penso questo perché in quel momento il gomito è più perpendicolare alla massa d'acqua, e quindi la pressione (penso) sia maggiore.
Quando poi arriva all'altezza del bacino il braccio comincia ad allungarsi, e a tornare orizzontale, quindi, nel mio immaginario, lì la pressione comincia a essere minore.
Per pressione intendo qui proprio il rapporto fra la forza applicata e la superficie su cui viene applicata.

Riuscite ad aiutarmi a capire se e in che senso il mio ragionamento non sia corretto, e come educare il braccio a sfruttare questo momento di spinta?

PS: ho letto di recente un post di Stefano dove spiegava la dinamica della pressione sulla bracciata, forse proprio in un mio post, ma non sono più riuscito a trovarla. Se riuscissi a ricordatela rileggerei volentieri pure quella.

ti riferisci a questa discussione??
https://www.nuotomania.it/public/forum/upload/viewtopic.php?id=979

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(105 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

chicco5 ha scritto:

ciao..quando mi allenavo con gli agonisti...all'incirca il contrario sul periodo di scarico..2 - 1 (richiamo)

ciao... volevo chiederti x curiosità:
- che genere di lavori facevi nell'allenamento di richiamo?
- che genere di lavori facevi negli allenamenti più leggeri (dove hai scritto 2 x intenderci)?
- durava una settimana intera questo periodo di scarico?
- quanti giorni di scarico passivo facevi all'interno di questo periodo?

(sembra quasi che ti stia facendo il terzo grado big_smile big_smile big_smile)

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(105 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

chiarissimo
grazie mille per i suggerimenti big_smile

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(63 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

due suggerimenti che magari potranno sembrare banali xk forse sono scontati:
1) non so se lo sai, ma x l'apnea esiste un piccolo trucchetto. la mia allenatrice mi diceva di deglutire quando incominciavo a sentire che l'ossigeno stava terminando.
con me funziona.
2) e poi un altro consiglio. la bracciata a rana deve essere esattamente quella che si attua in fase subacquea dopo la virata. quindi le braccia vanno completamente distese lungo i fianchi e poi si recuperano

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(105 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

stefano '62 ha scritto:

Nello scarico si può fare TUTTO.
La discriminante per identificare uno scarico è restare al di sotto della soglia allenante,il cui raggiungimento è determinato unicamente dall'ammontare del carico,misurabile con la spesa energetica,non dal fatto di avere fatto B2 invece che A2 (anzi un A2 fatto come si deve non può essere considerato scarico).
Tanto è vero che negli scarichi pre-gara si lavora su andature di gara inquadrate in B2 e C1,ma su volumi inferiori a quelli tipici delle rispettive sedute metaboliche,diluendole con tanto nuoto aerobico con funzioni di smaltimento,al punto che i volumi potrebbero addirittura restare alti,ma la spesa invece resta bassa e la soglia allenante non viene raggiunta,quindi di fatto si scarica.

quindi, vediamo se ho capito. siccome è tassativo restare al di sotto della soglia allenante relativa ad una determinata andatura, in una seduta di scarico io posso fare b1 e b2 a patto che la b1 in scarico sia più lenta della b1 del carico e la b2 dello scarico sia più lenta della b2 del carico, che il volume di questi esercizi sia inferiore a quelli metabolici nonché siano abbinati ad un buon lavoro in aerobia. quindi un atleta può fare a2, b1, b2 a condizione che le andature siano sottoritmo rispetto a quelle abituali in carico.
in definitiva:
A2-scarico: è più lenta circa 5'' rispetto a quella abituale
B1-scarico: ha un'andatura più lenta a quella abituale e quindi è simile se non uguale alla A2-carico
B2-scarico: ha un'andatura più lenta a quella abituale e quindi è simile se non uguale alla B1-carico

giusto??

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(105 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

chiarissimo. la supercompensazione necessita di un determinato periodo affinché possa concretizzarsi.
ancora un dubbio: nello scarico consigli solo ed esclusivamente A2(sottoritmo) e richiami in velocità (io prediligo alcune ripetute sui 12,5m. a volte al massimo mi propongo 4x25m) oppure si possono fare dei richiami anche in b1 e in vo2max?? io di solito faccio solo a2 e qualche richiamo in velocità, bandisco b1 e b2

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(105 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

scusami nove, nel mio post precedente mi sono accorto di aver omesso una parte importante. ricostruisco il mio post.

vi faccio un esempio sul mio modo di allenarmi. ho organizzato i miei allenamenti in mesocicli composti da 3 settimane di carico e 1 settimana di scarico.
> le 3 sett di carico sono composte da 5 allenamenti di carico e 2 di scarico (1 scarico passivo e 1 scarico attivo in acqua in cui non faccio più di 3000m) quindi io mi alleno mediamente un totale di 6 volte a settimana. questi allenamenti li ho disposti in maniera tale da creare dei microcicli di carico (quelli di cui parlava stefano nella pagina precedente) in modo tale da permettere al mio corpo di avere un minimo di recupero all'interno del periodo di carico stesso. quindi in una settimana di carico li eseguo in quest'ordine: 3 allenamenti di carico+ 1 giorno di riposo + 2 allenamenti carico + 1 all di scarico

> terminate le 3 sett di carico, viene la volta delle settimana di scarico e qui mi chiedevo quali fossero le vostre attitudini:
    - quanti giorni di scarico effettivi fate durante questa settimana? utilizzate tutti e 7 i giorni oppure impiegate meno giorni ad esempio 5 o 6 e poi ripartite con un nuovo mesociclo?
    - all'interno di questa settimana di scarico comprendente sia allenamenti in scarico attivo (un esempio l'ho postato in un mio messaggio precedente) sia di giorni di   riposo totale. mi domandavo: quanti giorni di riposo totale decidete di adottare?

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(105 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

personalmente avrei delle curiosità riguardo alcuni aspetti sul vostro modo di gestire lo scarico nella settimana di scarico.
> quanti giorni di scarico effettivi fate durante questa settimana? (ad esempio tutti e 7 i giorni oppure 6 o 5)
> quanti giorni di scarico passivo?

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(105 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

vorrei intrufolarmi in questa discussione perché la ritengo molto interessante, più di quanto sembri e vorrei provare a dare il mio contributo almeno nella misura in cui le mie conoscenze me lo consentono.
ahimé lo scarico è universalmente sottovalutato perché ritenuto una perdita di tempo, perché il nuotatore medio magari ignora determinate nozioni teoriche, perché preferisce surrogare lo scarico con altri tipi di lavori. invece io personalmente lo ritengo importantantissimo, indispensabile per migliorare e per permettere al fisico di recuperare dagli sforzi, fondamentale almeno quanto il carico. infatti no scarico= no supercompensazione, no supercompensazione= no miglioramenti, no scarico= stanchezza cronica

lo scarico è un tipo di allenamento che, come diceve il buon stefano62', si differenzia dagli allenamenti di carico per volume, intensità e tempi di recupero.
il volume di solito equivale circa alla metà degli allenamenti di carico. ad esempio se si percorrono mediamente 5000m nel carico, lo scarico si attesterà a 2500m. ma nulla vieta di arrivare a 3000m o anche qualcosina in più. infatti la nostra attenzione si deve necessariamente focalizzare sugli aspetti fondamentali dello scarico che sono l'intensità e i tempi di recupero i quali sono entrambi inferiori a quelli appartenenti agli allenamenti di carico.

esempio allenamento carico: 10x100 A2. ammettiamo che l'atleta debba fare questo lavoro e ammettiamo che impieghi 1'25''. l'atleta metterà la sua ripartenza a 1'35'' quindi recupererà 10''

esempio allenamento scarico: 10x100A2. il lavoro è solo in apparenza uguale: l'A2 dell'allenamento precedente non è paragonabile all'A2 di questo allenamento. infatti l'andatura che si deve utilizzare deve essere SOTTORITMO. cioé: il tempo netto di percorrenza non sarà più 1'25'' ma 1'30'' - 1'32'' e la ripartenza del nostro atleta sarà posta a 1'45'' - 1'50'''.

questo tipo di allenamenti sono l'ideale per migliorare la tecnica. infatti le bassa intensità di nuotata, deve favorire l'atleta ad apportare miglioramenti nella tecnica e nello scivolamento.

ho detto delle sciocchezze??

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(1,091 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Catullo ha scritto:

Oggi sono triste; niente nuoto.
Il dolore al braccio sinistro mi ha consigliato(complice Marina)di astenermi dal nuoto per un pò; mercoledì ho fatto 1000 metri in scioltezza:appena ho provato a forzare un pò il dolore è aumentato.
Oggi volevo andare per fare solo gambe ma mi seccava influenzare l'allenamento(è l'unico giorno in cui ho l'allenatore) e ho rinunciato.
Ho tentato di compensare giocando a tennis tutti i giorni ma non è la stessa cosa; quella meravigliosa sensazione è unica e solo un bel bagno al mare potrebbe consolarmi.
Bagno che farò, sicuramente, domani(dopo il doppietto tra amici) ma da lunedì, braccio o non braccio, ricomincio a nuotare in piscina.

innanzitutto, sono nuovo del forum e volevo dire: ciao a tutti!!!

poi volevo chiedere a catulllo: oltre all'astensione dall'attività, cosa fai per curare il dolore???
io ho ricomciato da circa 2 mesi dopo un lungo infortunio al ginoccchio. ora sento anch'io un flebile dolore alla spalla specie in fase di trazione.
cmq x la mia esperienza passata (il ginocchio) ti consiglio di fare impacchi di argilla verde (non prendere quella già preparata). applicala sulla zona dolorante con una strato di circa 1 cm e spalmala anche sulle zone con strato sicuramente inferiore.