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(10 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

bisogna capire se lei nuota così volutamente, oppure non riesce proprio a muovere le gambe più velocemente  e con continuità  senza compromettere l'assetto della nuotata, ci sono persone che nuotano km ma non vogliono saperne di usare le gambe, amano nuotare così... ma se chiedi loro di comprire distanze inferiori ad andature superiori magari sfoderano una gambata eccellente....ed è quella la capacità tecnica più elevata, nuotare come si vuole in base alla situazione, poter scegliere.....

in caso contrario siamo di fronte a una carenza... però dato che stesso lei dice di avere questa impressione, ho la sensazione che sia proprio una carenza....

prova ad eseguire esercizi di combinazione, in cui si richiede appunto una gambata continua, che ne so... braccia rana gambe stile stile con un braccio, cerniera, braccia delfino gb stile... qualcosa di complicato e vedi se vai in tilt con le gambe....

o più semplicemente braccia veloci gb lente e soprattutto viceversa, braccia lente gambe velocissime, se già questo nn ti riesce... è il caso di lavorare molto sulle gambe e la loro coordinazione.

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(6 risposte, pubblicate in Rana)

Occhio a inarcare la schiena, in realtà più diretto stai meno resistenze generi... il problema della rana e della sua relativa lentezza rispetto agli altri stili sono proprio le enormi resistenze che genera rispetto alle altre nuotate... inarcare la schiena eccessivamente è deleterio specie se prendi in questo modo l'acqua di tutta la corsia generando "cavalloni" davanti a te .....


I piedi dall'acqua escono spesso e molte volte vengono spinti fuori perché si portano i talloni sul sedere tenendo quasi le cosce in superficie .. di conseguenza quando si piega per forze di cose i talloni e magari il piede intero viene a trovarsi fuori..... le cosce devono affondare in modo che quando il movimento parte dal ginocchio e i talloni vengono caricati sul sedere ci sono ancora diversi cm di acqua sopra di essi... ma allo stesso tempo non si deve fare l'errore inverso ossia flettere eccessivamente le cosce sul bacino generando appunto una gambata profonda e inefficiente.

La gambata parte quando si stanno portando le braccia avanti.... farla in momenti precedenti a questo genera effetto tipo fisarmonica... tiri tiri e stai sempre la... tirano le braccia carico le gambe recupero le braccia spingono le gambe, fai stesso tu una prova, esegui una gambata a rana con braccia distese davanti e una mentre stai caricando le braccia a testa fuori e osserva le differenze.

3

(10 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Ciao, allora si aggiungerei anche la respirazione, non riesco a vedere bene dal video, ma in pratica gonfi le guance per soffiare e trattieni il fiato, la respirazione non la vedo naturale,  ho la sensazione che quasi ti crei disagio la vedo sofferente, il difetto più grande oltre questo è la gambata la nuotata in se è fluida continua e ampia, e corretta negli aspetti strutturali di base, quelle oscillazioni sarebbero compensate in buona parte con un buon supporto di gambe, che non c'è e di conseguenza l'azione delle braccia genera questi movimenti laterali molto evidenti.

Lavora tanto di gambe la nuotata così come l'hai postata sembra quasi stile solo braccia.

La presa si migliora piano piano col tempo con appositi esercizi e tanti km percorsi, ma credo che sia fondamentale lavorare sulle gambe, con la presa si migliora anche la traiettoria della bracciata, molto tesa poco efficiente ... ma queste son cose che vengono dopo... per ora concentrati sulla gambata e coordinazione braccia gambe, la respirazione ti ho dato le mie impressioni....  ma non mi fido considerando il modo in cui ho visionato il video

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(5 risposte, pubblicate in Allenamento e Didattica del Nuoto)

Innalzamento della temperatura corporea... talvolta è una causa.

Si avverte anche nel post allenamento ed è una cosa fisiologica, ma a qualcuno succede mentre si allena, e talvolta la causa è proprio il cambiamento di temperatura, non so essere più specifico, ma è capitato anche a qualche ragazzo da me in piscina.

eddie ha scritto:
Thorpe ha scritto:

Le qualità proprio di un 50 sono fondamentalmente c1 c2 e c3 come scritto, nel senso che presa in considerazione la distanza, i primi 5/6 secondi è tutto fosfocreatina che tampona in quel lasso temporale il depauperamento delle riserve di ATP, poi passa tutto in mano alla glicolisi per massimo 45/60 secondi, e guarda i tuoi tempi sui 50 ... questo per farti rendere conto del motivo per cui sono fondamentali quel tipo di esercitazioni, perchè vanno ad intaccare proprio i sistemi metabolici interessati dalla frazione di gara in questione....

Però ovviamente non esiste nessun velocista che fa solo c1 c2 e c3, diventano allenamenti fondamentali e numerosissimi in fase specifica di preparazione, in fase speciale e generale, invece gli atleti anche velocisti allenano anche una buona base aerobica come pilastri su cui costruire poi le qualità metaboliche specifiche.

Con i miei master faccio in questo modo, dato che non sono agonisti anche se parecchi di loro potrebbero tranquillamente nuotare con agonisti di medio/basso livello,  non faccio una vera e proprio programmazione, cosa sconsigliata soprattutto con i master che sono altalenanti nelle presenze e nello stesso numero di sedute settimanali, (nel mio caso 4 x 1 ora e mezza ciascuna + 2 di palestra).... il consiglio sarebbe di effettuare periodi di preparazione di una quindicina di giorni per volta, io sfruttanto un leggero quantitativo di tempo in più a disposizione faccio 1 mese,  sono anche a me tutti "velocisti" o quasi tutti.... nel primo periodo cerco di insistere un pò di più sulle loro capacità aerobiiche pigiando tanto sul volume e su intensità intorno alla soglia, c3 non manca mai... c1 in modo estensivo, e c2 (picco) un pò qui e li, non allenato in modo specifico quindi, tanto b1 e per qualcuno più capace anche buoni dosi di b2, divido per corsie quindi talvolta faccio pure 2 allenamenti diversi.

avvicinandomi alla gara riduco considerevolmente il volume e quindi le dosi di b1 e b2 che magari utilizzo giusto per attivazione prima di dosi più considerevoli di c1 c2 (potenza), le serie diventano ancora più specifiche e in relazione alla distanza di gara. La differenza si vede subito, nel senso che chi è asfltato bene aerobicamente e fa ottimi b1 e b2 regge più facilmente il maggior quantitativo di c1 e tendea farlo bene, fino agli ultimi metri scoppiando....

il mio consiglio quindi è se sei lontano dalle gare da cmq peso ad esercitazioni di soglia e potenza aerobica, b1 e b2 che sono importanti anche per i velocisti, soprattutto per il 100 metrista e il 200 metristi li il b2 diventa determinante...

in palestra è fondamentale costruire forza massima lontano dalle gare per poi "trasformarla" in forza specifica  prima delle competizioni, dipende dalla programmazione.... in linea di massima le ultime 2 settimane prima di una gara dedicati ad esercizi appunto di forza esplosiva, pliometria, core stability, cercando cmq di non esagerare con i pesi, riducendo il carico globale...  questo in linea di massima senza andare nello specifico, lontano della gara invece si punta a fare forza, (questo considerando il fatto che tu sia già allenato e abbia una preparazione generale media, non è ovviamente logico appena si mette il piede in palestra cominciare subito a caricare come un matto....) fare forza massima a 10 giorni dalla gara? se intende la forza massima che si intende sui libri credo proprio di no.... non è bello fare le gare sotto effetto DOMS magari....


in linea di massima, che sia un velocista o un fondista, c'è sempre bisogno di una preparazione generale sotto, che vada a a toccare tutti gli ambiti metabolici e che sviluppi l'atleta in modo omogeneo.. e per i masters soprattutto riveste un ruolo ancora più importante.... (poichè mentre per un agonista è scontato nuotare pure mille metriin A2 per un master serie da 200 possono essere già problematiche....)

ciao ^^

quindi il tuo consiglio, per un velocista puro di medio livello, sarebbe quello di favorire una costruzione aerobica lavorando sul B1 piuttosto che sul B2, in un terzo allenamento settimanale? I lavori di qualità li faccio negli altri due con la squadra...

Per fare dei buoni b2 bisogna essere in grado di fare degli ottimi b1... quindi se non sei in grado di fare b2, si b1 per forza, cercando sempre di migliorare i tuoi limiti,  c1 lo puoi fare anche dopo una buona attivazione di b1 wink

Le qualità proprio di un 50 sono fondamentalmente c1 c2 e c3 come scritto, nel senso che presa in considerazione la distanza, i primi 5/6 secondi è tutto fosfocreatina che tampona in quel lasso temporale il depauperamento delle riserve di ATP, poi passa tutto in mano alla glicolisi per massimo 45/60 secondi, e guarda i tuoi tempi sui 50 ... questo per farti rendere conto del motivo per cui sono fondamentali quel tipo di esercitazioni, perchè vanno ad intaccare proprio i sistemi metabolici interessati dalla frazione di gara in questione....

Però ovviamente non esiste nessun velocista che fa solo c1 c2 e c3, diventano allenamenti fondamentali e numerosissimi in fase specifica di preparazione, in fase speciale e generale, invece gli atleti anche velocisti allenano anche una buona base aerobica come pilastri su cui costruire poi le qualità metaboliche specifiche.

Con i miei master faccio in questo modo, dato che non sono agonisti anche se parecchi di loro potrebbero tranquillamente nuotare con agonisti di medio/basso livello,  non faccio una vera e proprio programmazione, cosa sconsigliata soprattutto con i master che sono altalenanti nelle presenze e nello stesso numero di sedute settimanali, (nel mio caso 4 x 1 ora e mezza ciascuna + 2 di palestra).... il consiglio sarebbe di effettuare periodi di preparazione di una quindicina di giorni per volta, io sfruttanto un leggero quantitativo di tempo in più a disposizione faccio 1 mese,  sono anche a me tutti "velocisti" o quasi tutti.... nel primo periodo cerco di insistere un pò di più sulle loro capacità aerobiiche pigiando tanto sul volume e su intensità intorno alla soglia, c3 non manca mai... c1 in modo estensivo, e c2 (picco) un pò qui e li, non allenato in modo specifico quindi, tanto b1 e per qualcuno più capace anche buoni dosi di b2, divido per corsie quindi talvolta faccio pure 2 allenamenti diversi.

avvicinandomi alla gara riduco considerevolmente il volume e quindi le dosi di b1 e b2 che magari utilizzo giusto per attivazione prima di dosi più considerevoli di c1 c2 (potenza), le serie diventano ancora più specifiche e in relazione alla distanza di gara. La differenza si vede subito, nel senso che chi è asfltato bene aerobicamente e fa ottimi b1 e b2 regge più facilmente il maggior quantitativo di c1 e tendea farlo bene, fino agli ultimi metri scoppiando....

il mio consiglio quindi è se sei lontano dalle gare da cmq peso ad esercitazioni di soglia e potenza aerobica, b1 e b2 che sono importanti anche per i velocisti, soprattutto per il 100 metrista e il 200 metristi li il b2 diventa determinante...

in palestra è fondamentale costruire forza massima lontano dalle gare per poi "trasformarla" in forza specifica  prima delle competizioni, dipende dalla programmazione.... in linea di massima le ultime 2 settimane prima di una gara dedicati ad esercizi appunto di forza esplosiva, pliometria, core stability, cercando cmq di non esagerare con i pesi, riducendo il carico globale...  questo in linea di massima senza andare nello specifico, lontano della gara invece si punta a fare forza, (questo considerando il fatto che tu sia già allenato e abbia una preparazione generale media, non è ovviamente logico appena si mette il piede in palestra cominciare subito a caricare come un matto....) fare forza massima a 10 giorni dalla gara? se intende la forza massima che si intende sui libri credo proprio di no.... non è bello fare le gare sotto effetto DOMS magari....


in linea di massima, che sia un velocista o un fondista, c'è sempre bisogno di una preparazione generale sotto, che vada a a toccare tutti gli ambiti metabolici e che sviluppi l'atleta in modo omogeneo.. e per i masters soprattutto riveste un ruolo ancora più importante.... (poichè mentre per un agonista è scontato nuotare pure mille metriin A2 per un master serie da 200 possono essere già problematiche....)

ciao ^^

7

(2 risposte, pubblicate in Dorso)

https://www.youtube.com/watch?v=7CmM_Z3Zt5U

Ne ho sentite di cotte e di crude sul recupero a dorso.. un noto tecnico del S.I.T campano  sostiene che si recupera col pollice in su e poi si ruota durante il recupero per entrare col mignolo ,  ma questa cosa che hai scritto  mi è nuova, entrare col dorso della mano è la prima volta che lo sento, forse intendevano dire  un'altra cosa, col dorso ma con la mano che punta l'acqua estesa all'indietro, in pratica si entra con una mano a paletta invertita, non col dorso della mano quindi (anche se il dorso è rivolto proprio verso l'acqua).

La mia opinione è 1) è orrenda come nuotata 2) la trovo molto macchinosa

io resto fedele a ciò che rende più armonico possibile il recupero, dopo la fase di spinta il polso è rilassato libero di ruotare gradualmente prima di cominciare una nuova fase di appoggio/presa dove entra rigorosamente col mignolo... come in video....

Ciao, ti alleni quindi 3 volte a settimana, il velocista puro quindi 50 metri, predilige proprio lavori di c1 e c2 come specifici per la gara, quindi tolleranza al lattato, forza esplosiva.

Ovviamente lavori di c3 ossia di forza rapida, li puoi inserire sempre in ogni seduta hanno scarso impatto metabolico ma elevatissima valenza coordinativa ad elevate velocità....

Per i lavori di c1 e c2 c'è da dire che per eseguirli discretamente c'è bisogno di prerequisiti quali discrete capacità aerobiche e quindi anche di soglia, per esprimerli al meglio, motivo per cui, non conoscendo il tuo livello mi fermo qui....

Il consiglio generale che posso darti è di inserire sempre almeno 4/6 scatti di mezza vasca con ampio recupero quindi c3 e di inserire lavori di c1 solo come imput, lavori che potrai incrementare col tempo, piano piano di volume.

C1 e C2 per eseguirli discretamente c'è bisogno di una certa maturazione metabolica  motivo per cui non conoscendoti non mi espongo più di tanto, mi raccomando ecg da sforzo....

Per l'allenamento in palestra per un non professionista vale lo stesso discorso, prima di incrementare la forza massima, su cui poi costruire e trasformare la forza specifica per un 50metrista,  vanno benissio lavori di total body per amentare la forza generale incrementando i carichi inmodo graduale, svolgendo quindi prima un lavoro che punti a migliorare la resistenza muscolare ma con carichi  relativamente bassi.....

Occhio che soprattutto per noi non professionisti, più che la palestra  è meglio curare tantissimo tuffi e virate, che sono davvero un fattore chiave per un ottimo 50 metri.

ciao:)

stefano '62 ha scritto:

Assomiglia al sistema che utilizzo io con gli adulti.
Mani al bordo poi allontanare i piedi il più indietro possibile,poi immeregere il viso e continuare ad allontanare i piedi poi fermmarsi ad "ascoltare" cosa succede al corpo.
Nove su dieci si sollevano i piedi e restano su.
Gli altri significa che hanno rigidità da risolvere in separata sede con esercizi di varia natura tutti con istruttore in acqua (se per caso avete sentito qualcuno dire che il nuoto si deve insegnare stando sempre fuori dall'acqua,avete avuto di fronte un perfetto incompetente che non conosce i più elementari principii della didattica).

Al secondo tentativo i piedi si sollevano poi tornano giù;a quel punto io dico loro che è successo perchè questa volta hanno dercato di farlo apposta,loro rispondono sempre di si e cosi riesco a trasmettere l'idea che più cercano di galleggiare e peggio è.
Poi in una fase successiva entro in acqua e li prendo per le mani e glielo faccio fare con schiena appoggiata al muro,giù la faccia e li tiro e loro non devono fare niente.
E il galleggiamento autonomo è raggiunto in brevissimo tempo.

Grande  ^^Utilizzo anche io un esercizio praticamente identico e  faccio notare loro che se provano ad alzare la testa i piedi affondano subito... cominciano a capire quindi che per galleggiare devono stare a stretto "contatto" con l'acqua senza scappare smile

esercizio davvero stupendo smile

non ho letto l'articolo di stefano, ma credo che si riferisca al fatto che il ruolo dello stretching è duplice: in fase di riscaldamento prepara l'organismo all'attività fisica, innalzando la temperatura corporea permettendo un maggior afflusso sanguigno in periferia, dove il sangue circola con meno facilità.

DOPO l'attività fisica ha il compito di "ridistendere" i muscoli provati dall'attività sportiva.

La differenza sta nel fatto che mentre in palestra una volta terminati gli esercizi si è gonfi come pere nel nuoto l'effetto è minore, data la natura delle contrazioni muscolari la tipologia di carico alla quale sono sottposti i muscoli.

Se vi è mai capitato di fare una sessione tosta in palestra sapete dic osa parlo, i muscoli sono gonfi il triplo rispetto al normale, e avete appunto la sensazione di avere le braccia "attaccate" poprio per l'incremento di volume dei muscoli come conseguenza dell'attività fisica e dell'afflusso di sangue ad essi. In acqua succede ma non in modo così vistoso.... proprio ler la natura del carico che non spinge i muscoli a limite ma li spinge a limite da un altro punto di vista, con contrazioni di intensità minore ma protratte nel tempo....

11

(9 risposte, pubblicate in Rana)

LittleSte ha scritto:

ho trovato questo video per esrcizi gambe rana a secco
http://m.youtube.com/watch?v=v61nEYUb5_0

cosa ne pensate?

Esercizi buoni, servono soprattutto a sensibilizzare la caviglia, e il piede a martello. E a far capire la posizione delle ginocchia.

Per intenderci, questi esercizi NON INSEGNANO LA GAMBATA, ma sensibilizzano meglio appunto movimenti che spesso non si è in grado di riprodurre nemmeno fuori dall'acqua.

Un classico esempio sono i bambini che se gli chiedi di mettere il piede a martello non lo riescono a fare o, lo fanno con molta difficoltà, sensibilizzando a secco, e trasferendolo piano piano in acqua si hanno dei buoni risultati, la cosa fondamentale però è trasferirli in acqua la sola esercitazione fuori  non è sufficiente.

La mia scaletta personale di solito è questa, sensibilizzo il movimento a secco, anche durante gli esercizi di riscaldamento, (parecchi di quelli mostrati nel video) cercando di aumentare la flessibilità delle caviglie e scioglierle, eseercitazioni in acqua dove spesso scendo anche io e guido il movimento facendo SENTIRE ai bambini la giusta posizione e i giusti punti dove spingere,  e ovviamente poi ci devono provare e riprovare da soli sbagliando accumulano dei feedback cinestetici  che rendono i movimenti sempre più raffinati.

ciaoo

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

è un pò come prendere le misure per arrivare col piede giusto e il tempismo giusto al pallone per tirare un calcio di rigore tongue

all'inizio è laborioso poi viene in automatico.

Conta le bracciate che vanno dalla T al muretto, una bracciata prima del muretto a seconda della velocità di crociera cominci la rotazione....

Non respirare mai prima di cominciare la virata, passa sulla T magari respiri proprio poco prima, eseguire 2 /3 bracciate e comincia la rotazione, se arrivi troppo lungo ne aggiungi un'altra o al massimo provi a scivolare un attimo prima della rotazione.

Ovviamente devi provarla anche a velocità di gara, il consiglio che mi sento di darti è di evitare di focalizzarti sempre sul numero di bracciate, io ormai nn le conto più il muretto si vede con la coda dell'occhio e col tempo riesci a capire in automatico quanto manca per avviare la rotazione.....

2 mesi di nuoto master e ti viene lo sconforto????? tongue

cirone, vai tranquillo e continua i master, se fatti bene possono offrire un notevole boost al tuo apprendimento tecnico, migliorando anche notevolmente le tue capacità condizionali, dato che viaggiano di pari passo.

Certo non ha senso nuotare quando la tecnica decade notevolmente, ma è inevitabile accusare stanchezza in determinate ripetute ed è NECESSARIO soffrire per migliorare... nessuno migliora senza soffrire un pò. L'importante però è sempre lavorare con una certa gradualità, ed essere seguiti durante tutto il percorso. Affidati al tuo allenatore e vai tranquillo smile

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(9 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

il dolore muscolare associato all'acido lattico puoi avvertirlo solo durante e poco dopo lo sforzo, già il giorno dopo non ha nulla a che vedere con l'acido lattico, al massimo possono essere micro lacerazioni muscolari (DOMS) ma è più plausibile l'ipotesi di marina, ossia postura scorretta in acqua dato dal decadimento tecnico causato dalla fatica.

Solo il tuo allenatore è in grado di dire se siete in grado di farlo bene o meno, in entrambi i casi, come stimolo se dato con criterio può solo far bene ai fini della prestazione e non solo smile

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(11 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

un tipo di allenamento che ogni tanto propongo e che mi piace è  quello di alternare stimoli rumorosi diversi e l'atleta di deve impegnare a scattare a un determinano stimolo, che può essere un colpo di mani, un fischio, una parola, ecc... qualsiasi cosa, ovviamente la cosa si fa a coppia in modo che si crei cmq una situazione in cui non basta solo partire appena si sente il determinato suono, ma che si faccia prima dell'avversario senza ovviamente anticipare la partenza.

Tutto questo serve giusto a migliorare leggermente i riflessi, intesi come capacità di concentrazione, invece tutto quello che concerne la velocità che impiega il tuo sistema nervoso che deve elaborare lo stimolo acustico e poi costruire una successiva azione motoria ... quello come ti ha ricordato anche il tuo allenatore è poco allenabile, ma resto dell'idea che è sempre meglio poco, che niente wink d'altro canto in alcune gare sono i centesimi a fare la differenza ^^

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(9 risposte, pubblicate in Tutto Master!!!!!!)

Carla80 ha scritto:

Bonjour smile
vorrei sapere perché il mio allenatore mi fa fare un allenamento che promuove la formazione di acido lattico.
Dopo questi allenamenti mi sento malissimo, mi viene nausea e ho la schiena a pezzi. La smaltisco in 2-3 giorni
Grazie...

Ciao carla, saranno allenamenti di tolleranza, spesso vengono proposti ai master in relazione alle loro effettive capacità, in linea di massima più si è in la con l'età più la consistenza di questa tipologia di allenamenti deve diminuire fino ad diventare giusto un piccolo stimolo, quasi un input e basta.

La nausea se pigi al massimo, diciamo che si può presentare, questo non capita solo in acqua, ma in qualsiasi attività sportiva, quando arrivi al punto limite. Spesso è anche sintomo di sovrallenamento,  infatti i disturbi gastrointestinali sono tra i segnali che possono rappresentare talvolta tale fenomeno.

Il fatto che ti faccia male la schiena anche nn è un buon segno, ti consiglio di parlare col tuo allenatore e cercare di capire se è il caso di ridurre tali stimoli, e soprattutto vedere se la schiena ti fa male indipendentemente da essi, cerca di non sottovalutare alcun segnale, l'allenamento col tempo deve farti sentire meglio e migliorare le tue condizioni fisiche, se arrivi al punto di non sentirti bene, è il caso di rallentare un pò wink

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(22 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

le faccio utilizzare anche io, agli agonisti e perchè no, talvolta a qualche adulto che prova difficoltà a capire la dinamica della gambata, in età avanzata si è "duri" a percepire e memorizzare le sensazioni dell'acqua sul corpo, le pinne amplificano l'effetto,facendo capire in primis che devono tenere le caviglie rilassate, (provate a nuotare con le caviglie bloccate usando le pinne.... )  in secondo luogo chi fa la classica pedalta con le pinne lo percepisce all'istante che qualcosa non va, poichè la giusta dinamica della gambata da una spinta propulsiva enorme usando le pinne, rispetto a quando non le usiamo per ovvie ragioni, questa serie di feedback sono ottimi, per INTEGRARE  per pochissimi metri e per pochi minuti una lezione di nuoto.

Quelle che faccio usare io di solito sono queste qui della deca   http://www.decathlon.it/pinne-nuoto-grigio-rosa-id_8271912.html

sono una misura intermedia , le piccole praticamente sono quasi inutili, nel senso che non danno sensazioni abbastanza potenti per stimolare i soggetti che sbagliano la gambata, (pedalano lo stesso e più agevolmente) le lunghe sono troppo pesanti e possono anche far male tra l'altro, queste sono una via di mezzo, abbastanza morbide e allo stesso tempo  danno il giusto carico sulla caviglia.... ho ottenuto buoni risultati, ma ripeto per quanto mi riguarda le faccio utilizzare davvero molto poco.

Giusto un INPUT...

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(12 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

può avere un'utilià per i soggetti che nonostante si butti sangue ed esercizi di ogni genere continuano a far cascare gomito, e polsi, con quello in linea teorica riescono  a capire come fare, non fa miracoli, per in un unico caso posso dire che mi è ritornato utile, facendolo usare per un 200 metri a lezione nel giro di un paio di settimane ho visto dei miglioramenti sensibili, ma l'ho usato 1 sola volta in circa 6 anni di lavoro.

Verissimo...!!!

ho seguito la tua storia in ritardo, e mi domandavo alla fine come sarebbe andata a finire, speravo tanto in un finale diverso.... ma purtroppo gli errori di allenatori con poco cuore e con  la ricerca della vittoria a tutti i costi si tramuta sempre in un finale come questo.   Spero che in futuro tua figlia non abbia quella visione cupa e grigia del nuoto che purtroppo un macellaio gli ha trasmesso....ma che possa magari in futuro riprovare il piacere del nuoto e della sana competizione, libera da ogni pressione esterna... mai dire mai smile

Intanto tua figlia è stata fortunata ad avere dei genitori che l'abbiano lasciata libera nella scelta, cosa che posso assicurarti non è sempre scontata soprattutto quando si ha un figlio "vincente".....

Vi faccio i miei migliori auguri per il futuro smile

Mi duole dirlo ma la FIN predica bene e razzola male.... e dai programmi gare che fa già si evince di quanto sia contorto il suo modo di agire, che a me sinceramente non piace e non condivido.

In linea di massima non si può identificare l'allenamento tipo proprio per le ragioni che ti ha scritto stefano, ma devi considerare che forse avete appunto cominciato da poco,e solitamente nel primo periodo non si fanno allenamenti di intensità si comincia piano piano a incrementare i volumi.... se tra qualche mese la situazione non cambia allora potrai cominciare a farti qualche domanda.... il chilometraggio in se ha senso fino ad un certo punto, potrai tranquillamente fare una seduta di 3 km ma con intensità all'interno di questi 3km molto elevate, a quel punto anche 1 km ti stancherebbe molto di più di quei 3 km che sei abituato a fare... quindi il consiglio che ti do è di aspettare, e vedere che molto probabilmente l'allenamento subirà dei cambiamenti nel corso della stagione....

chi phelipe ha un primo livello???? ma in italia spero? oppure anche in francia ha quello che corrisponde al nostro primo livello?? o.O

In linea di massima gli stessi corsi sono delle baggianate, in 15 lezioni pretendono insegnarti nozioni di fisiologia,psicologia,biochimica,biologia e compagnia bella....  io ho fatto 49 esami all'università di vario tipo, alcuni  anche inutili a dire il vero, ma per ognuno di quel capitolo credo di aver sostenuto un paio di esami almeno....

Tutto una formalità burocartica mangia soldi. Poi ovviamente c'è qualcuno che capisce che quei corsi insegnano 4 chiacchere in croce e si prende la briga di studiare e approfondire e altri invece che con il brevetto di allenatore si sentono prof universitari. Io a dire il vero dopo i brevetti presi e i quasi 50 esami in 5 anni di università mi rendo conto che faccio bene a comprare qualsiasi libro possa tornarmi utile ad apprendere qualcosa di nuovo....

Quindi non sei in malafede ne sei ingenuo, semplicemente lo schifo di paese in cui viviamo funziona così smile

Sono molti i nuotatori che non amano il mare, o almeno hanno "paura del mare" metto tra virgolette la parola paura, perchè  forse più che timore si ha un senso di impotenza  nei confronti di una distesa infinita d'acqua rispetto all'acquario dove siamo abituati a stare.... succede con i pesci tenuti in cattività non vedo perchè non dovesse succedere anche a nuotatori professionisti, che ricordo, sono esseri terrestri tutto sommato tongue

Anche l'incoscienza di chi sa fare si o no 4 bracciate a stile la fa da padrone, rispetto a chi sa nuotare e sa bene che con l'acqua non si scherza, chi si è sentito male in piscina magari con duri allenamenti, pensare all'idea di nuotare in mare e avere un "malore" improvviso può decisamente far valutare la cosa diversamente smile

Io personalmente non mi permetterei mai di fare traversate solitarie in mare.... e non perchè non ce la faccio a percorrere qualche km da solo..... Ma perchè non amo sottovalutare qualcosa di infinitamente più grande di me... tongue

Io faccio una cosa ancora meno gentile tongue

Se ho di turno una corsia "veloce" oppure qualche lumaca che ha sempre il vizio di intrattenersi per 5/10 minuti oltre il turno invadendo la corsia dove entrano i masters, e quindi dove non dovrebbe essere nonostante glielo si dice più e più volte,  dico semplicemente ai ragazzi di "passargli addosso" dopo 4/5 volte che si sente sbacchettato a destra e sinistra semplicemente esce tongue

Durante un corso... non specifico quale, un noto prof, ci spiegò che nella sua piscina fa le scalette con tutti gli esercizi che i suoi istruttori devono eseguire, settimana per settimana, la cosa fu talmente agghiacciante che gli chiesi appunto..... mi scusi ma così facendo impedisce qualsiasi libertà di iniziativa  agli istruttori?! e luii: se nn faccio così quelli dormono......

già questo dovrebbe farci capire che purtroppo anche chi insegna a chi deve insegnare fa delle cose assurde dal mio punto di vista.
In linea generale passare ad esercizi nuovi e quindi VARIARE non fa altro che stimolare il sistema nervoso a produrre nuove sinapsi e rendere la nostra rete "autostradale" sempre più complessa fitta e articolata... fornendo quindi nuovi input per migliorare anche negli stili che paradossalmente possiamo accantonare un attimo per migliorare l'altro stile... tutti ciò che porta a nuove esperienze è un bene, ovviamente come dice stefano, ciò non implica e non autorizza a fare una zuppa di fave tutto insieme e ad capocchiam ^^