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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Qualsiasi azione è più o meno faticosa a seconda di come la si esegue, certamente.

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(4 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Benvenuto, due bimbi piccoli sono un'intensa attività sportiva!

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(3 risposte, pubblicate in Presentazioni)

Saluti.

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Rieccomi, sono andata a leggere qui https://www.nuotomania.it/public/blog/index.php/2011/03/nuoto-virata-dorso-stile-libero/
Il mio scopo è divertirmi, ho quarant'anni e nessuna velleità agonistica, ma inserire le virate mi diverte e smorza la noia di andare avanti e indietro. Visto che se n'era accennato ad un corso che ho seguito, ora ho deciso di buttare l'imbarazzo, fregarmene delle figuracce e giocare un po'. Però già che ci sono vorrei tentare un approccio vagamente corretto.
Spero perdonerete la ripetitività, certo nei topic precedenti ci sarà la risposta alla mia domanda, ma spulciare in 26 pagine di discussione è troppo per me. La descrizione che ho letto è assai chiara, prima la capriola e poi ci si gira. Quindi devo ritenere scorretto l'insegnamento ricevuto di portare le gambe di lato durante la capriola? Cosa che peraltro non mi riesce perché mi confonde ancor di più l'orientamento sott'acqua.
Poi ho altre domande, ma una per volta, intanto mi rileggo qualcosa qui. Per ora grazie.


Modifica: scusate, non avevo capito una mazza di quel che ho letto. Avevo saltato il punto 6!!!!




Arieccomi ancora, ho letto tutta la discussione, puff pant!!

Nel frattempo ho fatto anche tante virate e ho scoperto un sacco di cose nuove!
Prima di tutto è molto divertente smile

Per ora non me ne viene una uguale all'altra, perciò è difficile dire qual è il difetto o l'errore principale che riscontro. Molto è migliorato aumentando la velocità di esecuzione della capriola. A volte mi ritrovo a spingere con un piede solo, non ho idea del perchè.
Poi c'è una cosa che non capisco. In vari post ho letto di utenti che evidenziano una maggior  fatica che costringe a ridurre il numero di vasche quando si inserisce la virata. Questo lo trovo strano. Proprio ieri notavo che, da quando cerco di eseguire le virate mi stanco meno e ho aumentato di un paio di decine le vasche a stile che percorro, forse solo per il gusto di far capriole! Le spiegazioni che mi do per questa minor fatica che avverto sono due. O si attenua la noia di star lì a contare mentalmente 1-2-3-4-5-6-.... mentre percorro su e giù questa benedetta vasca e quindi sento meno la fatica perchè penso ad altro. Oppure rimbalzare e spingersi via dal muretto è più economico che arrivare al muretto, fermarsi, appoggiare la mano, girarsi e ripartire.

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Devo leggermi una descrizione didattica della virata per capire ciò che hai scritto, Thorpe. Vado a spulciare nella guida, poi torno, veh!

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(54 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Uppo questo vecchio topic perché si parla di macinare centinaia di vasche e ciò che interessa a me è sapere come caspita fate a tenere il conto!

Istruttore (tentando invano di correggere il mio dorso dislessico): sai che cosa non devi mai fare mentre nuoti?
Erbetta: la pipì! cool

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Grazie Nuotix! Letto e bevuto il tutto.

Quindi mi dite che la virata a dorso è più semplice, indi per cui mi chiedo perché al corso che ho frequentato a primavera sia stata insegnata a stile soltanto. A dorso proprio per nulla in verità, ma è anche vero che il corso era pressoché al termine, forse mancava il tempo, non ricordo. Comunque sia non dovrebbe avvenire il contrario? Prima le cose facili e via le più complesse?

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

nuotix ha scritto:

prova a tenere la bocca aperta

Per creare una via d'uscita per quella che entra dal naso?  Ehehe...

Thorpe, per quale motivo dici che la virata a dorso è più semplice? Si imbarca molta più acqua dal naso così, che non a pancia in giù..

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(803 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Filippo ha scritto:

oggi ho chiesto all'istruttore di iniziare a provare a virare a stile...ma mi ha detto che se prima non sono capace di fare almeno 12 vasche di fila è inutile...  sad

Sono molto perplessa su questo punto: perché chiedere di imparare questo o quello? Non tocca all'istruttore avere un programma d'insegnamento? Non tocca all'istruttore sapere se, come e quando affrontare nuovi spunti d'apprendimento? Da un lato può esserci la presunzione dell'allievo di voler precorrere i tempi chiedendo d'imparare ciò che non è pronto ad apprendere. Dall'altro può esserci un insegnante che si involve sui medesimi esercizi che fa ripetere all'infinito, non so se per pigrizia o perché presume che ai suoi allievi non interessi migliorarsi. Ditemelo voi..

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(287 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Il mio primo tuffo in mare a Malta!!! Gli occhialini non li avevo ma poco c'è mancato che riemergessi senza costume.
Una simpatica quanto sconosciuta signora, sicuramente ubriaca già alle dieci del mattino e da operarsi urgentemente di cataratta, ha esclamato "Wao! Very nice jump!"
Ahaha! Mi sono fatta la pipì addosso per la fierezza...ma ero in mare e quindi perdonatemi:lol:

Ok, non deve essere la norma ma non deve esistere che, se mi trovo senza occhialini, piuttosto rinuncio e me ne vado a casa.
Mi riprometto di affrontare questo scoglio. Bleah ma vabbè, si può fare.

E? possibile che io abbia letto qui da qualche parte che il nuoto in mare è differente dal nuoto in piscina? Con "ricerca" non ho trovato discussioni in proposito, vi chiederei gentilmente una mano.

A volte credo che, senza occhialini, dolore e cecità si contenderanno le mie spoglie!!
Comunque, in un dato momento, mi son chiesta se fosse necessario imparare a sopravvivere in acqua anche senza, ma mi son detta: senza una buona ragione a che pro soffrire?
Mi dite:
imparare a nuotare senza occhialini è una questione di ambientamento

E' una cosa del tipo: ti circondi di orpelli perché in fondo sei a disagio in acqua?

Infine riguardo alle infezioni sono molto dubbiosa: i batteri sono piccini piccini, non è che l'occhialino sia a tenuta stagna, se siamo predisposti e il mefitico batterio c'è ce lo cucchiamo lo stesso. Come per vaginiti, funghi porcini etc

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(287 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Zero ha scritto:

Bè ma le ginocchia si piegano... non devi toccare il blocco con i piedi dritti smile

lol
Perché secondo te io riuscirei a piegare le ginocchia quel tanto che... lol

Scusate, stasera mi è presa la stupidite..

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(287 risposte, pubblicate in Quinto stile)

nuotix ha scritto:

devi spingere forte il blocco prima con le mani poi con i piedi.

lol Come si vede che sei giovane!!!

Perché secondo te io riuscirei a piegar la schiena di quel tanto da arrivare a toccare il blocco con le mani? Magari con una buona dose di Svitol...

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(287 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Grazie Nuotix, vado a leggere, anzi mi tuffo nella lettura!

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(287 risposte, pubblicate in Quinto stile)

Ma come caspita fate a tuffarvi senza trovarvi gli occhialini arrotolati sulle gengive?

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(15 risposte, pubblicate in Domande e dubbi sulla tecnica del Nuoto.)

Niente sostituisce la pratica. Ma parlare dei nostri problemi ha una sua valenza positiva. E visto che in acqua chiacchierare è difficile, ben vengano i forum di discussione.
Quando poi si trova un riscontro tecnico puntuale e prezioso, come accade qui, ancora meglio.

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(152 risposte, pubblicate in Rana)

Proprio ieri sera ho fatto questo esercizio che Stefano cita: due bracciate e una gambata.
Approfitto quindi per chiedere lumi.
Domanda prima: a che cosa serve?
Domanda seconda: come mai mi sono ritrovata a scalciare fuori dall'acqua?

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(47 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Grazie Nuotix.  Quel tuo "purtroppo" mi fa immaginare che tu non sia d'accordo sul fatto che sia un obbrobrio. Non ti chiedo di ripetere tutto, per carità. Tornerò indietro a rileggere questa discussione, è passato un po' di tempo e non ricordo più in dettaglio i contenuti.
Esulando per un momento dalla modalità, chiederei ancora qualcosa sulla quantità. Per acquisire i benefici che un esercizio con la tavoletta può offrire, quante vasche fare, magari non in termini assoluti, ma in proporzione rispetto al totale? Intendo proprio spannometricamente, perché comprendo quante siano le variabili che entrano in gioco. Ma così per fare un esempio, se ho difficoltà a trovare un equilibrio stabile seduta sulla tavoletta, ha senso limitarmi a fare un paio di vasche sperando che così poco serva a qualcosa?
Ho fatto caso che ad un corso che frequento, la tavoletta si usa con molta parsimonia, tipo 4 o 6 vasche sulle 50 o 60 totali che si nuotano. Quando vado a nuotare per i fatti miei ne inserisco una decina, ma più per noia e per variare un po' il lavoro che non per un qualche mio criterio, che peraltro non ho. E infatti quando chiedo una scheda di allenamento la tavoletta non c'è mai...
Forse dovrei riformulare la domanda. Quali criteri generali segue un istruttore per assegnare quali e quanti esercizi con la tavoletta?

Adesso resta da scoprire se sei ancora vivo...?

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(47 risposte, pubblicate in Stile libero (crawl))

Sto provando saltuariamente l'esercizio "seduta sulla tavoletta" ehehe. Una gentile istruttrice me ne ha illustrato l'esecuzione. All'inizio ho in effetti trovato difficoltà notevoli nella ricerca dell'equilibrio, ma gradualmente è migliorato, più in fretta di quanto credessi. Ho smesso di lanciare involontariamente la tavoletta nelle altre corsie quando precipito in acqua a testa prima! Agganciare la tavoletta con le ginocchia è un trucchetto che in effetti mi è venuto spontaneo fin dall'inizio. Ora riesco a farne a meno, a patto di avanzare lemme lemme. Ci vuole un lavoro di braccia immane ed è davvero faticoso! Però divertente. Per me più facile procedendo all'indietro che in avanti, mi sbilancio meno, chissà perché.
Grazie Ippocampo, proverò a giocare con tutto il resto che descrivi, nei prossimi giorni.

Aggiungo una domanda sull'esercizio che mi sono trovata in scheda: "gambe no tavoletta". A casaccio presumo sia braccia distese in avanti e testa sott'acqua, respirazione quando comincio a vedere puntini bianchi e blu davanti agli occhi, vedo tanta gente che fa così. Ammesso che io abbia capito correttamente l'esercizio, posso aiutarmi con un po' di spinta di braccia per tirar fuori il testone a respirare o è rigorosamente vietatissimo? Lo trovo molto faticoso, assai più che con la tavoletta testa fuori. Tavoletta testa sotto non esiste, mi si disarticolano le ascelle..

La mia esperienza è di una frattura poliframmentata scomposta esposta e di 4 interventi chirurgici nel giro di un anno. Il nuoto è stato ed è fondamentale.
Per i gonfiori e la circolazione sanguigna e linfatica nella parte lesa.
Per l'attenuazione della percezione del dolore. Il dolore e il ricordo di esso possono diventare limitanti, non è sempre detto che la soglia del dolore debba essere il metro di giudizio su ciò che si può e non può fare.
Per la portanza dell'acqua che ci evita movimenti e carichi eccessivamente bruschi o repentini.
Per il lavoro passivo che si fa.
Per il recupero della sensibilità periferica.

E per mille altre ragioni.
La mia esperienza è che esistono millemila sport e che un medico non può conoscerli tutti, sapendo nello specifico che cosa comporta questa o quella attività. Meglio quindi i medici sportivi e fisioterapisti, meglio chi pratica quella disciplina e ne conosce difetti e virtù nel concreto e nella pratica.
Poi ognuno di noi, soprattutto se adulto e maturo, conosce se stesso meglio di chiunque e quindi sa di appartenere alla categoria dei fifoni o dei masochisti.
Quello che mi sento di dirti, e che sicuramente sai, è che, finchè il trauma è attivo e sono in corso processi di guarigione, le sollecitazioni non giovano ai tessuti in via di riparazione, per contro il movimento evita l'atrofizzazione e migliora l'irrorazione sanguigna con i diretti benefici che ciò porta con sé. Il problema che mi sento di segnalarti è invece quello che si crea sul lungo periodo, quando il dolore e gli impedimenti meccanici non sono più macroscopici ma non sono del tutto scomparsi. Questo può portare ad assumere inconsciamente posture e atteggiamenti di difesa e compromesso difficili da valutare da sé. L'occhio esterno può invece in un attimo valutare scompensi e asimmetrie che, una volta acquisiti, saranno ben difficili da eliminare.
Partendo dalla mia condizione base di buon atleta proveniente da altri sport, e più o meno capace di nuotare (seppure del tutto ignara della terminologia tecnica che ho via via appreso qui) sono passata da gennaio (ultimo intervento) ad oggi, ovvero in cinque mesi, da un quarto d'ora in piscina a carezzare l'acqua a 1400 metri 4 o 5 volte a settimana. Ma quando salto fisioterapia o corso per qualche tempo (e basta una settimana), ecco che alla volta successiva mi ritrovo ad esser ripresa perché tornano a galla tutti i difetti che prima erano dovuti a impedimenti fisici, poi al dolore e oggi al ricordo inconscio del dolore.
E poi quando ci facciamo male siamo tutti bambinoni e abbiamo voglia di raccontare le nostre bue, anche se siamo ormai grandi e le risposte in fondo le conosciamo già tutte.
Buon recupero.

La fretta, intesa come aumento del ritmo della bracciata, diventa una conseguenza di ciò che dici riguardo all'inerzia. Se voglio sfruttare l'inerzia della bracciata precedente occorre che mantenga il ritmo che adotterei con due braccia, anche se ne uso solo uno. Oppure me ne frego, ma la bracciata è per l'appunto più faticosa e il ritmo, conseguentemente per me, più lento. Quindi col cavolo che respiro ogni tre bracciate.
In entrambi i casi: puff! Pant!