Mi permetto di dire la mia: io penso che possa essere una buona idea comportarsi in modo simile a come si fa per imparare musica, ossia apprendere esercitando i movimenti "lentamente".
Quando si impara un brano, si ha un po' l'ansia di riuscire a farla, e lo si prova come se si fosse in grado di farlo, ma questo è il modo migliore per impararlo male...
Se non sai eseguire un pezzo velocemente, non lo sai eseguire nemmeno lentamente.
E quindi è necessario fare un passettino indietro, un poco di pazienza, e mettersi lì con il metronomo bello lento a studiare il brano.
Per il poco tempo che dedico al nuoto, io faccio lo stesso: quando sento di stare provando qualcosa di nuovo nelle mie gestualità, se mi accorgo che non riesco a farlo lentamente, per me significa che qualcosa non va.
E allora faccio un passo indietro e cerco di fare quel movimento lentamente, sforzandomi di prestare attenzione al galleggiamento, all'acquaticità del mio corpo.
E dopo 3 anni che ho cominciato a nuotare (partendo da zero, anzi, meno...) con assiduità bi-settimanale, non mi stanco mai di sorprendermi di quanto ancora di settimana in settimana apprendo praticando il nuotare (le ore di volo di Stefano!).
Quindi, la mia ultima considerazione (da sportivo infra-dilettante, ben inteso) è che secondo me non si arriva mai a un punto in cui uno dice "Ok, ho imparato: non c'è più niente che possa migliorare".
E forse è meglio così.
Detto questo, attendo anch'io il riscontro dei moderatori su questo tema che mi interessa particolarmente.
The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.