defiore73 ha scritto:Ciao Ragazzi! da 5 mesi circa ho iniziato a nuotare e la difficolta' piu' grande che riscontro e' la gestione del fiato nella nuotata. Ho chiesto agli istruttori xo' hanno pareri discordanti chi mi dice di prendere grandi boccate d'aria rilasciandola velocemente nella fase subacquea chi invece di prendere poca aria e rilasciarla lentamente nella parte subacquea... il mio istruttore sostiene che nello stile devo respirare, sempre, ogni tre bracciate, ma purtroppo non riesco a coprire le lunghe distanze.... vorrei un consiglio, Grazie ciao
Allora partiamo dal principio......
Per prima cosa fingi di avere una bottiglia chiusa e sotto vuoto,nel momento in cui apri il tappo questa si riempe di aria,tanto rapidamente che non ti è assolutamente possibile cercare di riempirla per esempio solo per metà richiudendola in fretta.
Allo stesso modo quando apri la bocca per respirare i polmoni vengono pervasi di aria e tu nonpuoi impedirlo nè controllarne il flusso.
Per seconda cosa immagina di gonfiare un palloncino,mano a mano che l'aria ne espande il volume ti risulterà sempre più difficile soffiarne dentro ancora,perchè più la gomma si espande e maggiore sarà la resistenza offerta dal palloncino perchè più si tende un materiale elastico e maggiore sarà la sua tendenza a ritornare allo stato originario di quiete,fino al punto di tensione massima oltre il quale ti sarà impossibile gonfiarlo ulteriormente,dopodichè l'aria comincerà a defluire nonostante i tuoi sforzi per mandarla dentro.
Ecco,i nostri polmoni sono fasciati da muscoli (grandi dentati posteriori,superiore e inferiore,e muscoli pettorali) che col loro lavoro ne determinano l'espansione e la contrazione e sono elastici proprio come quel palloncino,quindi più cerchi di forzare l'ingresso di aria e più quei muscoli cercheranno di tornare ad accorciarsi tornando a comprimere i polmoni,e ti ritroverai con aria che già vuole uscire quando ancora sei li a cercare di gonfiarti come un rospo.
Quando invece basta un singolo attimo a riempirti proprio come nell'esempio della bottiglia.
Prova se non ci credi,ad aprire la bocca SENZA incamerare aria nei polmoni;ti accorgerai che ti è possibile solo se aprendo la bocca manterrai chiusa la glottide.
Morale della favola:
la inspirazione deve essere la più naturale possibile,senza forzature.
La espirazione pure deve essere priva di forzature però deve essere concreta,perchè più aria sporca (anidride) si espelle e più spazio ci sarà per quella pulita in ingresso,e meno tempo occorrerà per riempirsi.
Infatti quello che capita spesso e potrebbe essere il tuo problema,è che l'allievo affaticato e in debito di aria eviti di soffiare con decisione nell'illusione di tesaurizzare aria,e poi si ritrovi ad aprire la bocca cercando inutilmente di prendere aria,perchè quella pulita in entrata trova i polmoni occupati da quella sporca che non è stata espulsa prima e vuole uscire ora,come tante persone che vogliono alcune entrare e alcune uscire dall'unica porta.
La risposta migliore (seppure imperfetta) tra i due istruttori è la seconda,e va intesa in questo modo:
soffiare più a lungo sott'acqua (però non troppo piano,ma nemmeno forzatamente,bensì in modo naturale ma concreto e deciso) per espellere molta aria sporca e fare spazio a quella pulita,dopodichè sarà suficiente aprire la bocca per un attimo in modo naturale per essere sazi di aria buona,e tornare sotto a soffiare.
Spesso dico ai miei allievi di immaginare che insieme alle bolle sott'acqua se ne vada anche la fatica,più ne fai e meglio è.
Quanto alla respirazione a tre,leggi un pò qua:
https://www.nuotomania.it/public/blog/index.php/2012/01/quando-respirare-a-due-o-a-tre/
Ciao
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