Premessa:
Non esiste un unico modo per arrivare a centrare gli obbiettivi.
Esiste invece la differenza tra lavori casuali e una programmazione.
Quella che hai postato tu è un esempio di un singolo allenamento,la cui validità può essere discussa solo sulla base della conoscenza di cosa hai fatto la seduta precedente e di cosa farai in quella successiva,che se è stabilita con ragionamento logico come nel mio esempio è programmazione,se invece non c'è allora è lavoro casuale,inutile per definizione.
Quindi fino a che non si conosce la (eventuale e non certa) esistenza di una cronologia di lavoro nella quale la tua scheda si vada ad inserire,le due proposte (la mia e quella proposta dal tuo allenatore) non sono paragonabili,ma ci provo comunque.
Quello che ho postato io appunto è un esempio di come si può impostare una programmazione,dove ogni riga non è un momento di un unico enorme allenamento,ma è il lavoro centrale delle sedute in ordine cronologico,il cui fondamento logico si può evincere leggendone tutta la cronologia.
Se non ne cogli alcuni aspetti provo a spiegartelo:
A volte è necessario nuotare ad andatura più simile a quella di gara anche se a volumi inferiori,piuttosto che fare chissà quali volumi ad andatura blanda.
E' importante toccare entrambe le questioni.
Ebbene quando voglio fare questo ho due scelte:
la prima è fare una simulazione di gara sui 100,però quand'è che potrò rifarla con la stessa probabilità di tenere quel passo ?
Non credo di poterlo fare tante volte nell'arco di una seduta.
La seconda è introdurre parametri che modifichino il carico quel tantino da permettermi di ritardare la saturazione dei sistemi e velocizzare il recupero,in modo da nuotare per una maggior distanza ad andature vicine a quelle della gara.
E allora se io devo preparare gara 100 nuoterò ad andatura di gara 100 però per ripetute inferiori alla distanza di gara e introducendo una serie di recuperi,in modo da avere chance di ripartire alla ripetuta o al frazionamento successivo con andatura interessante,invece che come un pesce lesso.
E' questo il fondamento delle ripetute da 50 e da 75 seguite da un certo recupero,e anche del frazionamento.
Quello che hai postato tu invece non è che sia sbagliato,dipende se c'è un prima e un dopo,oppure no.
Devo dire comunque,e su questo c'è poco spazio alla discussione a meno di non rovesciare totalmente la teoria metodologica dell'allenamento,che dire che per impostare una gara 100 si deve partire dai 25 è una stronzata.
Se uno non sa fare non solo qualche da 100,ma addirittura lavori in serie con ripetute da 50,allora la gara 100 (forte) è di la dalle sue possibilità e la sua preparazione passa,invece e appunto,prima dalla costruzione di un 100 fatto piano un certo numero di volte (il quale a sua volta passa prima dalla costruzione di un gara 50,che ha come presupposto il 50 fatto piano un certo numero di volte,e cosi via a scendere) e poi dalla costruzione di un passo di gara.
E sottolineo il fatto che la mia programmazione,oltre ad essere solo un esempio delle tante possibili,non è esclusiva,ma riguarda solo le sedute che si vuole inquadrare in un certo range metabolico (B2 C1 e D-passo di gara),e a quelle sedute vanno aggiunte e incastrate tutte le altre impostate su obbiettivi metabolici diversi,comprendenti appunto un monte di lavori assolutamente necessari dove si nuota ad andature inferiori e proprio anche il 100.
Perchè se un mio atleta non riesce a farmi un allenamento dove non solo alcune volte mi fa ripetute da 100 ad andatura inferiore alla gara,ma nemmeno ben più abbordabili ripetute da 50 e 75,come diavolo farà a sopportare una gara di 100 metri con pulsazioni oltre i 200 bpm ?
L'obbiettivo realistico di gara di chi è ancora fermo alle ripetute da 25,non può assolutamente essere il 100 (che NON si costruisce a partire dal 25) bensì e al massimo il 50.
Ciao
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