Argomento: Il nuoto mi ha cambiato la vita
Ciao a tutti,
volevo raccontare la mia esperienza, senza alcuna pretesa che possa essere di aiuto o incitamento, ma solo come testimonianza e tributo a questo sport meraviglioso.
Sono arrivato a 32 anni senza saper nuotare. Neanche saper fare il morto a galla mi riusciva. Andavo giù come un'ancora. Pensavo che per me le leggi della fisica non funzionassero.
Da bambino hanno provato due volte, prima quando ero in terza elementare, poi in prima media, a farmi fare nuoto, contro la mia volontà. La prima volta ho avuto un brutto impatto con gli istruttori, molto severi. Non ne faccio loro una colpa, solo che io sviluppai una vera e propria fobia e ansia per la piscina.
La seconda volta, in un'altra piscina, gli istruttori erano più affabili e comprensivi ma io ero un pezzo di legno in acqua. E avevo comunque l'ansia.
Così dissi stop al nuoto. Non sono mai più nemmeno andato al mare, anche perché, in coincidenza con la crescita, ho iniziato a vergognarmi del mio fisico e al farmi vedere seminudo. Una cosa che ho superato solo molti anni dopo, fino a cominciare, qualche anno fa, anche ad andare qualche giorno al mare. Non nuotavo, ovviamente, in acqua facevo il Dr Zoidberg (iquello di Futurama, che si muove lateralmente).
E in quei frangenti ho scoperto che stare in acqua mi piaceva. Stanco però di fare il gamberone in acqua, a settembre 2017 ho preso coraggio e mi sono iscritto in piscina. Avevo paura del ridicolo. Pensavo che alla mia età non sapendo nuotare le altre persone mi avrebbero guardato strano o con scherno. Invece ci sono persone che si iscrivono per imparare anche a 60 e oltre. Inoltre, in acqua nessuno sta a guardarti. Né a giudicarti o a puntarti il dito.
Salto tutte le fasi di ambientamento e confidenza e il superamento della paura del fondale (che all'inizio mi sembrava un abisso).
I primi 3-4 mesi ho poi avuto continui dolori alle spalle. Avevo paura di dover smettere e, con incoscienza, forse, non mi sono fatto vedere dal medico perché avevo paura mi dicesse di fermarmi col nuoto. Io amavo l'acqua non potevo fermarmi. Così sono andato avanti di pomate antidolorifiche, sperando che i tendini, non abituati all'attività, si elasticizzassero prima o poi. Nel frattempo, studiavo e ristudiavo su youtube video didattici e gare per cercare di capire come affrontare in maniera più consona la bracciata (un piccolo appunto che devo fare alla mia piscina è che gli istruttore sono tranquilli e ti lasciano fare...forse anche troppo. Dal punto di vista tecnico non intervengono molto a correggerti) per evitare dolori. Facevo esercizi a secco con uno specchio davanti per controllarmi.
I dolori cessarono, il numero di vasche aumentava. Invidiavo sempre quelli della corsia di fianco, però, perché mi sembravano scivolare via agevolmente. Mentre io sembravo un "mulinatore". Per stare al passo facevo il doppio, il triplo della fatica.
Oggi, da quel settembre 2017, sono diventato anche io uno "scivolatore". Soprattutto a stile, mi sento di nuotare con eccezionale scioltezza. Non sarò un atleta, non vanterò grandi performance (tanto mica devo andare a gareggiare!), ma in 40 minuti di lezione faccio 60-64 vasche (da 25 metri). Stile, dorso, rana e qualcuna a delfino che sto cercando di imparare.
Non mi sento arrivato. Ora punto la corsia di fianco, spero un giorno - tra un anno, due, che importa - di arrivare a 100 vasche come loro: perché il bello del nuoto è che si può sempre migliorare.
Ma ciò che è più bello e non riesco a descrivere a chi non nuota, è la sensazione di benessere fisico e mentale che ho uscito dalla vasca. È come aver fatto una sessione di meditazione, mi sento come se fossi a un passo dall'illuminazione. La vasca è un'altra dimensione. Vorrei poterci stare più spesso.
Il nuoto è meraviglioso e mi aiuta a superare momenti difficili, che, purtroppo, accadono nella vita e che si sono verificati in questi 2 anni. Spero di non smettere mai.