ippocampo ha scritto:Aiuto! Da "me" si dice che negli scivolamenti a stile la testa è tra le braccia e si guarda giù dritti le mattonelle, il collo è steso e le braccia sono distese (ma non tutti ce la fanno e così viene il rombo), le mani sono una sopra l'altra a formare una punta per fendere l'acqua. Quindi tutto il corpo è allineato come una tavola e completamente rilassato per scivolare sull'acqua. Stessa cosa per gli scivolamenti a dorso. Penso che in questo modo siano utili come inizio per il rilassamento e gli equilibri però capisco che per sentire l'acqua, quindi l'appoggio, le braccia devono stare sotto la superfice e, di conseguenza, anche quando si inserisce la gambata, giusto?
Giusto.
I primi scivolamenti del principiante,quelli con l'istruttore che ti trascina per le mani,non devono essere infarciti di informazioni su dove-come-braccia e testa.
Li si tira e basta,in modo che le gambe si alleggeriscono.
Poi li fanno da soli e come vengono non importa,gli si chiede la faccia nell'acqua in modo che il peso di petto e testa sia sostenuto dall'acqua.
Dunque sguardo in basso come dice Marina (e anche io).
Però si tratta della forma grezza;il punto di arrivo è quello che ho spiegato sopra,e ci si deve arrivare più o meno quando si comincerà a lavorare sulla prima coordinazione a dorso e a stile in apnea.
Perchè dico questo ?
Perchè quando io propongo le prime coordinazioni,gambe che producono un minimo di equilibrio,e braccia che lavorano come remi,è NECESSARIO che le braccia abbiano l'input inconscio di terminare il recupero DENTRO all'acqua,a cercare quella interazione con l'acqua che fornisca stabilità nel momento in cui l'altro braccio produce la spinta.
NON POSSIAMO essere noi a dire all'allievo:"mentre un braccio spinge l'altro deve già essere entrato nell'acqua",li manderebbe in tilt.
Deve venirgli naturale remare con braccia alternate,in modo continuo,senza pensare anche al recupero,che deve essere il frutto di un'azione consapevole di un braccio che dopo avere spinto esce per andare a cercare altra acqua da spingere;e dove la cerca ?
Sotto all'acqua.
Ma solo se ha fatto decine di scivolamenti dove "la casa" delle braccia era sommersa sotto acqua.
Quando vedete quei principianti che nuotano magari con un pò di pausa,con le bracccia che escono (se escono) dall'acqua come un robot,e poi rallentano prima di andare a toccare l'acqua,allargando e appoggiando prima il gomito (abitudine da scivolamenti a rombo),magari con le dita puntate in alto e il polso in anticipo come per fare una carezza a qualcosa di invisibile che sta sopra all'acqua,mentre l'altro braccio esce prima che l'altra mano sia andata a cercare un appoggio bello e deciso dentro l'acqua,bè io SCOMMETTO che lo scivolamento lo fanno con le braccia a rombo attorno alle orecchie,scivolando SOPRA all'acqua come una foglia e senza un briciolo di consapevolezza di equilibrio.
Se invece dopo i primi giorni di scivolamenti (a foglia) io gli insegno a farli in modo più consapevole,trasmettendo l'input che le braccia sono come le pinne dei pesci,e che hanno una funzione PRIMARIA pur restando ferme (facendo provare scivoli anche a braccia indietro),che devono essere unite come fossero una sola,che lo SGUARDO va orientato verso gli avambracci,questo abbasserà lievemente il bacino e renderà più concreta e stabilizzante la battuta di gambe,e io avrò ottenuto un siluro invece che una foglia.
Poi gli fai fare metri e metri in questo modo,con gambe e senza tavoletta (provate invece a farlo in posizione "foglia" senza fare uscire il sedere o le gambe,se ci riuscite).
A questo punto quando ci metti le braccia verranno eseguite in modo semplice e naturale.
Tutto grazie agli scivolamenti fatti con la posizione corretta della testa.
Ciao
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