Argomento: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Ho 36 anni, comincio ad avere qualche apprensione riguardo a quanto posso sforzarmi quando fatico.
Mi capita, specie da quando ho terminato le sessioni dei corsi di nuoto, di provare dolore alla milza all'inizio di una sessione di lavoro (sportivo).

Ad esempio oggi ho cominciato facendo due volte un paio di vasche, poi sono partito molto blandamente con l'intento di fare 18 vasche: stile - rana, stile - rana, e così via.
Verso la sesta vasca ho sentito dolore alla milza (nella zona in basso a destra sotto il costato c'è la milza, vero?...)

Non è che mi sentissi particolarmente a corto di fiato, o che sentissi il cuore all'impazzata: solo questo dolore (tipico, in effetti, credo) che mi ha costretto a fare una attimo di pausa.
Eppure quando faccio i corsi lavoro molto di più!

Fatta la pausa ho ricominciato, con più miti consigli: ho fatto altre 6 vasche, e poi altre 8.
Avrei potuto andare avanti, ma ero con amici, in una situazione diciamo di relax.

Ancora: durante i corsi, spesso l'istruttore mi sprona a fare "ancora un po'".
Spesso è la pigrizia che mi ferma, la insofferenza alla fatica (penso sia umano...), ma a volte mi chiedo se non sia il caso di stare all'occhio per evitare conseguenze.
E fra l'altro penso che, se questo vale per qualsiasi attività fisica, forse per il nuoto vale ancora di più, visto che se accuso un mancamento in acqua, penso di poter dire che sono in una situazione di rischio maggiore che non se stessi correndo.

A parte tecniche più meno sofisticate di valutare la propria prestanza, si può dare qualche consiglio "a spanne" per capire fino a che punto è bene tirare la corda, e quando invece è opportuno interrompere?
Già una volta Marina mi aveva fatto notare che è necessario dotarsi di un cardiofrequenzimetro: esiste una "rule of thumb" a cui affidarsi?

2 - Perché è bene effettuare un po' di attività defaticante al termine di un lavoro intenso?
È una cosa che apporta semplicemente dei benefici, oppure è determinante, consigliabile, e forse necessaria?

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Interessante questo argomento, sono sulla tua stessa barca e spesso mi interrogo anche io. Io spingendo troppo ho fatto acutizzare un problema ai reni ed in teoria dovrei stare buonino, ma non ci riesco, è piu' forte di me, non riesco a prendere lo sport come relax mi ci "tuffo a pesce" smile.

....io preferisco nuotare....

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Cirone a me quello che capita a te ( il doloretto sotto le costole a dx ) a volte capita quando inizio a correre , di solito rallento il ritmo e dopo un po' passa ( alcuni minuti ) 1 o 2 volte è capitato che dovessi camminare per un pochino per farlo passare , un amico in palestra mi aveva detto che è per carenza di allenamento , pero' la cosa nn mi convince xche in quella situazione il fiato e le gambe  ci sono , è propio solo quel doleretto dela cavolo a dx che rovina tutto , se scopri da cosa dipende per favore fammelo sapere .
ciao :-)
PS a me nuotando nn è mai capitato

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Caro Cirone,
non solo occorre defatigarsi al termine,ma anche scaldarsi bene prima del lavoro.
Il nostro corpo dispone di carburante per potere esprimere lavori "a freddo" per una cinquantina di secondi,dopodiché i relativi sistemi metabolici restano senza benzina,e dato che il sistema aerobico invece va in efficienza solo dopo 4 minuti,nel tempo in mezzo si lavora in debito di ossigeno,che verrá pagato una volta che il sistema aerobivo sará pronto;é ció che si chiama rottura del fiato.
In piú occorre anche scaldare debitamente tendini e tessuti elastici dei muscoli che se sollecitati troppo e a freddo possono dare i problemi che hai riscontrato.
Devi nuotare piano e piacevolmente per un minimo di 5 minuti,meglio se 10;
Io ne faccio 20.

Il defaticamento serve soprattutto bopo lavori intensi,perché il lattato viene smaltito piú velocemente se viene utilizzato come carburante,perció con attivitá blande;
In alcune palestre invece si preferisce evitare lo smaltimento perché questo migliora la sintesi proteica.
Spesso peró ci si dimentica che cosí facendo resta in circolo l'adrenalina,che provoca disturbi del sonno;e che nelle donne il mancato smaltimento del lattato puó determinare ritenzione idrica,dunque cellulite.

Lo scarico finale dovrebbe essere proporzionale all'intensitá del lavoro svolto,perché il lattato prodotto viene smaltito per "dimezzamento" ogni 20 minuti.

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Chiara la risposta a Cirone interessa anche il tuo doloretto,che forse dipende dal fatto che i muscoli respiratori,diaframma o intercostali non ero stati riscaldati a dovere.
Non basta camminare un pó all'inizio e scaldare solo i muscoli delle gambe,ma spalmare l'accelerazione su un periodo di tempo piú lungo in modo da preparare al lavoro anche i tendini,le ginocchia,le caviglie,i muscoli respiratori e il cuore.
Dare la colpa alla scarsa condizione non sará falso ma é molto semplicustico e riduttivo.

Ciao

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

quando sentite questi dolori fermatevi subito!!!

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di marina sito web

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Quasi dimenticavo il quesito primario di Cirone:come fare sport in sicurezza ?
1. Lo sport é per la gente sana !
È utile anche agli altri solo se sono seguiti da chi di dovere,dato che il loro obiettivo resta il benessere psicofisico,peró in modo mirato e specifico.
Dunque visite attitudinali anche quando non sono obbligatorie per legge.

2. Test autogestiti con cardiofrequenzimetri o metodo giugulare.
Un metodo semplice anche se non molto preciso é togliere la propria etá a 220,quindi nel caso dei 36 anni di Cirone risulta 184.
Quello é il massimo stress cardiaco sostenibile a quella etá;quando lavora in resistenza aerobica il cuore sta al 75% di quel valore,cioé 138;quando invece sei all'80% cioé 147 sei in soglia,al di lá di quel valore sei in accumulo di lattato e per fare quel genere di lavoro sarebbe richiesto un certificato agonistico.
Peró questo metodo non é valido per tutti,dipende dalla condizione personale;io per esempio ho la soglia a 160 e un massimale in allenamento di 200.
Ma se ti tieni controllato in quei parametri,riposandoti se li oltrepassi,stai davvero tranquillo.

Ciao

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Grazie per aver condiviso con me queste riflessioni.
Ti prego di portare pazienza, Stefano: quel "184" che mi attribuisci significa 184 battiti al minuto?
Devo aspettare un minuto e contare i battiti?

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Significa 184 battiti al minuto,ma ripeto che è un metodo molto poco affidabile (in realtà bisognerebbe abbinarlo a un calcolo incrociato sulla situazione cardiaca personale a riposo e a quella sotto sforzo) però è sempre meglio di niente.
Quando in palestra usi le cyclette,noterai che c'è disegnata una scala di riferimento,per età,che è calcolata proprio con questo sistema.

Se non hai un cardio frequenzimetro puoi contare i battiti per 10 (o 15 secondi) poi moltiplicare per 6 (o per 4),li devi contare subito appena ti fermi,e purtroppo hai un margine di errore fino a 10 pulsazioni\minuto in eccesso o in difetto (perchè non riesci a contare le frazioni di pulsazioni così a occhio).

Attenzione però che 184 sarebbe il massimale,da non raggiungere mai se prima non hai effettuato visite medico-sportive adeguate;il limite di relativa sicurezza sarebbe invece la soglia (80%) o ancora meglio la resistenza aerobica (75%)
Il tuo reale limite di soglia è facilmente riconoscibile con il "Talk Test", (test della parola) perchè quando ne sei al di sotto riesci a parlare comodamente anche se stai ventilando molto più del solito;quando ne sei in corrispondenza cominci a provare un leggero affanno a parlare e un arrossamento alle guance;e quando sei oltre invece non ci riesci proprio(è l'effetto dell'accumulo di lattato) e hai le guance color rosso quasi fucsia (che noi tecnici chiamiamo affettuosamente il "colore B2").
Con rilevamenti cardio regolari abbinati al talk test,in breve tempo riuscirai a scoprire qual'è il tuo reale valore di soglia,e riuscirai più facilmente a tenerti sotto controllo.
Se riesci a limitare lo sforzo in modo da restare tra i valori di resistenza e quelli di soglia,(oltrepassandola magari di pochissimo e per breve tempo,e ripartendo solo dopo che i valori sono tornati a norma)dovresti essere in una botte di ferro,in più migliorerai nel tempo l'efficienza e il dispendio energetico della tua nuotata.

Ciao

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

purtroppo certe volte avete delle giuste aspirazioni di migloramenti che non sono facili a ottenere senza un allenamento mirato!

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di marina sito web

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

È fuor di dubbio che se uno fa una cosa, tanto vale che la faccia bene.
E questo vale a maggior ragione per quanto concerne la sicurezza e il benessere.

Siete stati più che esaustivi: del resto io sono uno sportivo "da trifola" come si dice dalle mie parti.
Alla fine io faccio al massimo 1 x 2 ore di nuoto la settimana, quando sono attivi i corsi.

Comunque farò tesoro dei vostri consigli, ed essendo passato parecchio tempo dall'ultimo check-up cui mi sono sottoposto, a settembre metterò in programma anche qualche controllo un po' più approfondito per quanto riguarda la mia situazione dal punto di vista cardio circolatorio.

Grazie ancora, è un piacere condividere questo spazio con voi: ho la sensazione che nei centri sportivi in genere, posizioni che dovrebbero essere di massima responsabilità siano occupate spesso da persone che, nonostante tutta la buona volontà, forse dovrebbbero vantare una preparazione specifica, approfondita e provata.
Ne va della nostra sicurezza.

The ice caps are melting, Leonard.
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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

sere_p ha scritto:

non so contarle... tongue

Serena si riferiva alle pulsazioni.
Metti due dita sul collo e premi a cercare la giugulare,poi mentre osservi il contasecondi o il cronometro le conti;puoi scegliere se contarle per sei secondi (aggiungi uno zero e hai quelle al minuto),per dieci (poi moltiplichi per sei),oppure quindici secondi (moltiplichi per quattro).
Peró se leggi il mio post sopra,capirai perché più é basso il tempo del conteggio e più é facile ottenere dati imprecisi.

Ciao

PS
C'é qualcosa anche qui
https://www.nuotomania.it/public/forum/upload/viewtopic.php?id=649
https://www.nuotomania.it/public/forum/upload/viewtopic.php?id=919
https://www.nuotomania.it/public/forum/upload/edit.php?id=16839

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

ricapitolando per attività aerobica visto che ho 28 anni dovrei avere 144 battiti al minuto mentre per attività anaerobica 154 più o meno... ora vado a lezione e vi farò sapere più tardi! Grazie per i link sono molto interessanti queste discussioni!!! smile

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Re: Faticare e sforzarsi in sicurezza

Si ricapitolando è quasi giusto,però 154 sarebbe la soglia,mentre l'attività anaerobica sarebbe molto più alta,sicuramente oltre i 160.
Però non farti sfuggire il passaggio dove spiego che è molto relativo e dipendente anche dalla tua storia sportiva;io per esempio ho 48 anni ,però la soglia invece che a 138 ce l'ho a 160 e il massimale invece che 172 l'ho a 200;ed esistono anche i casi inversi,dunque più che ai numeri affidati alle sensazioni,che ti aiuteranno meglio a capire i numeri.

Ciao

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