Premetto che cercare di fare intenzionalmente o artificialmente qualcosa che dovrebbe invece venire naturale grazie alla propria personale sensibilità,risulta inutile a rende le nuotate farraginose.
Credetemi,i campioni non stanno certo a pensare a cosa deve fare un'unghia o i peli delle orecchie o il cordoncino dell'ombelico,lo fanno e basta.
E se ciò che fanno è più o meno lo stesso per ognuno di loro non è perchè l'allenatore glielo chiede espressamente,ma perchè mediante una molteplicità di esercitazioni e strumenti di ogni genere,compreso l'uso dei filmati,riesce a sviluppare requisiti di sensibilità e capacità di discriminazione che li portano più o meno automaticamente sulla strada giusta,dopodichè si regolano i particolario su base personale con esercizi di analisi.
Traduzione,non spaccatevi il cervello cercando di fare qualcosa con la calcolatrice o il calibro,e qualsiasi sia l'esercitazione cercate di nuotarla nel modo più naturale possibile.
Detto questo commento quanto ti è stato riferito:
1) non mi è molto chiaro come è esposto ma mi sembra che corrisponda al momento in cui subito dopo la presa,con la mano che ha appena raggiunto il punto più profondo della passata,si cambia direzione e si spinge verso dentro-alto-dietro,cioè si porta l'acqua verso la pancia doive poi verrà finalmente spinta verso i piedi con moto lineare.
2) mi quadra pochissimo,perchè nel nuoto la mano non esiste,esiste invece il braccio del quale la mano è solo un prolungamento che non deve mai cambiare posizione relativamente al suo braccio;voglio dire che "lavori di polso" non ce ne devono essere e soprattutto durante la spinta deve starsene bene allineata.
Se dopo la spinta si rilassa per eseguire un recupero più corretto e lineare per effetto dell'inerzia e di una buona rotazione delle spalle,allora la mano si sblocca ed è possibile che l'articolazione del polso la liberi,ma farlo apposta per metterla così invece che cosà è una cosa assurda.
Questa indicazione origina dalla convinzione che la mano debba venire sfilata dall'acqua senza incontrare resistenza perchè se per esempio si fosse eseguita una passata circolare verso fondo vasca e poi verso l'alto per uscire,allora nell'ultima fase la mano rigida avrebbe spinto acqua in alto creando un vettore di spinta in senso opposto che avrebbe abbassato la linea di galleggiamento del corpo,e questo va evitato.
Ma nel momento in cui io spingo in modo corretto e lineare per dietro questa eventualità è impossibile,e quando il braccio è bello disteso allora l'energia cinetica determinerà una fuoriuscita per inerzia col braccio che ruota intorno alla spalla (come una pallina attaccata ad un filo) e a questo punto la mano deve evitare di fare qualsiasi cosa perchè la sua attivazione disturberebbe il recupero irrigidendo il braccio.
Dunque una cosa è che la mano rilassandosi subito dopo la spinta perda leggermente l'allineamento sul braccio e venga sfilata passivamente dall'acqua,dato che non si tratta di lavoro di polso ma di rilassamento,appunto.
Altra cosa,sbagliata,è metterla coscientemente in una posizione piuttosto che nell'altra dato che oltretutto durante la passata sarebbe già di suo dovuta rimanere diritta sul braccio,piuttosto che altro.
Questo per quanto riguarda un cambio di posizione della mano,quale che sia....
invece la puntualizzazione che il palmo deve addirittura extraruotare per guardare verso l'interno è un errore macroscopicissimo,che oltretutto non migliora l'uscita dall'acqua perchè farla uscire di taglio girata di qua o girata di la,sempre di taglio è.
La mano nella psinta deve INTRAruotare perchè diversamente non si riesce ad eseguire la spinta con l'utilizzo del dorsale (grande e forte) ma solo col tricipite (piccolissimo),inoltre il recupero non potrebbe più venire eseguito nell'ordine spalla-gomito-mano (provateci un pò e poi mi dite);dunque il palmo durante la spinta deve guardare verso dietro verso alto o verso fuori o dappertutto,ma verso dentro proprio NO.
Ciao
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