Per cominciare bisogna capire un paio di regole di base su come impostare una seduta di allenamento,che sono spiegate in modo molto semplice in questa nota che ho postato tempo fa nella mia pagina fb:
http://www.facebook.com/note.php?note_id=159921937358313
I codici di cui parli sono quelli elencati nella "Revisione dei modelli di allenamento" elaborata nel 1989 da Bonifazi,Del Bianco,Morini,Parigiani,Pasquali e Rosso.
Se non ti hanno mai spiegato come si utilizzano è perchè agli istruttori non si richiede di allenare (compito degli allenatori,cui invece viene insegnato come fruire di quelle nozioni e come gestire le periodizzazioni,che fino a che non si conoscono quelle classificazioni sono inutili) ma solo di rendersi conto del fatto che gestire i lavori in vasca in un modo o nell'altro comporta diversi effetti a livello metabolico e che alcuni di questi vanno bene,altri invece possono compromettere l'apprendimento o come minimo sono inutili dunque vanno evitati.
Ho in programma di pubblicare in futuro nel blog un articolo esauriente circa gli effetti metabolici delle diverse soluzioni di allenamento.
Per ora mi limito a darti alcune utili nozioni:
Mettersi a utilizzare metodi allenanti con finalità prestative (fondo o velocità per esempio) agli allievi della scuola nuoto è una idea pessima,non farlo.
Invece è molto opportuno organizzare le lezioni in modo da sviluppare alcuni requisiti metabolici di carattere generale (resistenza di lungo e medio periodo);oltre a questo puoi fare esercitazioni volte al potenziamento muscolare (nuoto trattenuto,esercitazioni settoriali,etc.) perchè come lo sviluppo della resistenza migliora la possibilità dell'allievo di avere un più ampio respiro nell'esecuzione tecnica,così lo sviluppo della forza esplosiva migliora di riflesso gli spazi di manovra per una risposta coordinativa.
Dunque a scuola nuoto sei legittimata a strutturare le esercitazioni in modo da sviluppare A2 (resistenza aerobica) scconfinando solo molto raramente in B1 per esempio quando fanno esercizi un pò più pesanti (per cui darai ampio riposo).
Il C3 va benissimo perchè alte frequenze,cioè coordinazione (esercizi sotto ai dieci secondi di durata)
Dovresti evitare assolutamente B2 e C1,invece non è una cattiva idea ogni tanto (raramente) allungare le esercitazioni di C3 e trasformarle in un leggerissimo C2 (forza esplosiva).
Per allenare il fondo è importante sviluppare il più possibile B1 (soglia),invece per i velocisti occorre allenarlo solo fino ad un dato minimo di base,dopodichè più si sviluppa B1 e più si compromette la possibilità di esprimere ottime velocità,che invece si ottengono con frequenti e tosti lavori di C2 e C1
Sia fondisti sia velocisti necessitano di ottime dosi di B2,ma nel fondista devono essere più lunghe rispetto ai 20 minuti effettivi consigliati per il velocista.
In ogni seduta di allenamento ci si dovrebbe in teoria concentrare (come obiettivo primario) su una sola alla volta di quelle sigle.
In realtà però ciò è impossibile perchè i sistemi metabolici lavorano tutti in sinergia,inoltre gli atleti evoluti sperimentano fasi di allenamento per sfondamento o a blocchi o in sovrapposizione di stimoli.
In più il C2 è piccolissimo e può essere infilato praticamente ovunque,magari come fase di attivazione biomeccanica per il C1;invece il B1 può costituire obiettivo allenante ma al tempo stesso può risultare una ottima attivazione metabolica per il C1,infine A2 può essere intesa come obiettivo di fase generale,come invece fase di scarico in periodo di tapering.
Insomma la questione è complessa e non per niente ci ha preso parecchio tempo al corso allenatori.
Tuttavia resta valido il considerare gli allenamenti di sintesi (sovrapposizione di più obiettivi metabolici di allenamento in una singola seduta) come qualcosa da evitare.
Ciao
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