1 (modificato da ippocampo 17-01-2011 14:48:54)

Argomento: LA STORIA DEL NUOTO

Mi dispiace aprire una nuova discussione e, soprattutto, inserirci una cosa così lunga, ma ci ho pensato tanto e non sapevo in che altro modo fare.
E' un po' di tempo che pensavo di dare ai miei allievi un breve trattato sulla storia del nuoto, tanto a titolo di informazione, così ho fatto delle ricerche ed ho trovato quello che segue.
Spero che possa interessare anche ai lettori del forum e, soprattutto, conto su chi ne sa più di me per avere conferma che è tutto esatto.
Ad esempio non so se il record della manica sia aggiornato!
Buona lettura e prego Stefano di cancellare o spostare ovunque voglia tutto questo papier se non ritiene sia il caso di lasciarlo qui!



LA STORIA DEL NUOTO

Quale rapporto avevano gli uomini dell'antichità con il mare, i corsi d'acqua e il nuoto? Non è facile rispondere a questa domanda, però il fatto che anche le civiltà più antiche praticassero la pesca prima e la navigazione poi è già di per sé abbastanza indicativo. Diverso invece il rapporto con il nuoto propriamente detto. Da questo punto di vista la più antica rappresentazione di nuotatori si trova in un bassorilievo di Ninive (XI secolo a.C.), conservato al British Museum. La prima cosa che balza agli occhi è che i nuotatori procedono già secondo uno stile di movimento assai vicino al moderno crawl (stile libero). Successivi reperti antichi invece, tra cui non pochi di età romana, fanno pensare all'adozione dello stile "a rana". Presso gli antichi, il nuoto doveva essere considerato così importante e indispensabile per un giovane e soprattutto per un soldato, da giustificare frasi e detti come quello greco: "Non sa né nuotare né correre", o quello romano: "Non sa né nuotare né leggere". In effetti, un momento in cui si presentò la necessità di imparare l’arte natatoria fu a causa delle battaglie in mare dove, i soldati caduti in acqua, anche se non feriti, morivano affogati aumentando ancora di più le perdite.

Il primo vero e proprio trattato sul nuoto appartiene al tedesco Wynmann e risale al 1583. Sono invece leggermente posteriori L'arte del nuoto, del francese Thèvenot (1696); L'uomo galleggiante, dell'italiano De Bernardi (1794) e il Piccolo libro di auto-insegnamento dell'arte del nuoto, del tedesco Muths (1797). Fu appunto verso la fine del 1700 che lo sport del nuoto fece la sua comparsa, con la creazione in Germania del primi stabilimenti balneari e dei primi club di nuoto. Nel XIX secolo invece, la spinta viene soprattutto dalla Gran Bretagna, dove erano sorte numerose società, cosicché fu proprio a Londra che, nel 1837, si disputarono le prime gare degne di questo nome. In Italia il nuoto arrivò invece in ritardo, quando ormai negli altri paesi aveva già superato la fase pionieristica. La prima società italiana di nuoto fu chiamata "Rari Nantes" dal verso dell'Eneide “Adparent rari nantes in gurgite vasto” [Appaiono pochi nuotatori nel vasto mare]. Essa fu fondata a Roma da Achille Santoni, il più grande pioniere del nuoto italiano, nel 1891.


A Roma, nei tempi dell'Impero, per dire che una persona era incapace, inetta, si usava il detto "non sa leggere, né nuotare…", a dimostrazione di quanto fosse già popolare il nuoto.
Anche se il nuoto non era uno sport incluso nelle Olimpiadi antiche, i Greci lo praticavano ritenendolo sport nobile, così come facevano con tutti gli sforzi atletici; uno dei metodi migliori per insultare un greco, era appunto dirgli che non era in grado né di correre né di nuotare.
Plato considerava come non istruito un uomo che non fosse in grado di nuotare.
Sia Giulio Cesare che Carlo Magno era conosciuti come nuotatori eccellenti e Luigi XI nuotava spesso nella Senna.
Nel 1837 iniziano a svolgersi regolarmente gare di nuoto a Londra, organizzate dalla National Swimming Society in England, sei vasche artificiali erano state costruite in città. Con l'aumentare della popolarità di questo sport molte altre piscine furono costruite e quando un nuovo organismo governativo, l'Amateur Swimming Association of Great Britain, venne costituito nel 1880, contava già più di 300 associati. In quel periodo più delle corse contro il tempo erano considerati importanti gli exploit di resistenza: il test più considerato era l'attraversamento de La Manica (33 Km.), considerata impossibile da attraversare a nuoto. Il Capitano Matthew Webb entrò in acqua a Dover, Inghilterra, il 24 agosto del 1875 e dopo 21 ore e 45 minuti, toccò terra a Cape Gris Nez, in Francia, divenendo il primo uomo a conquistare La Manica. Nuotò circa 38 miglia per coprire una distanza, in linea d'aria, di 20 miglia, affidandosi principalmente alle bracciate.
Durante la traversata il Capitano Webb cantò, bevve caffè e birra, mangiò bistecche, venne punto da una medusa e dovette attraversare una tempesta piuttosto insidiosa.
L'impresa di Webb venne ripetuta trentuno anni dopo da Burgess Sullivan, americano. Il record attuale, stabilito nel 1950, spetta all'egiziano Hassan Abdel Rehim che ha impiegato 10 ore e 50 minuti.
Il primo “campionato di nuoto” disputato nel mondo fu organizzato in Australia, a Sydney, il 14 febbraio 1846. Disputato sulla distanza di 440 yard (402,336 m) da compiere a stile libero, fu vinto in  8’43” da William Redman, il “primo campione di nuoto” in assoluto della storia.


Durante un viaggio nel Sud America, J. Arthur Trudgen notò che lo stile degli Indiani sviluppava una velocità maggiore di quello da lui usato in modo amatoriale in Inghilterra. Ma egli sbagliò nel non notare che questo tipo di bracciata era accompagnata da un movimento delle gambe dall'alto verso il basso. Al suo ritorno in Inghilterra Trudgen cominciò ad insegnare agli altri il nuovo movimento del braccio. Anche se i nuotatori continuarono ad utilizzare il movimento a rana delle gambe, questo nuovo movimento del braccio gli fornì un apporto di velocità e potenza notevolmente maggiore del vecchio. Usando quello che venne definita bracciata Trudgen, i nuotatori abbassarono il record dei cento metri da 70 a 60 secondi. Gli insegnamenti di Trudgen spostarono l'attenzione del nuoto dalla resistenza alla velocità. L'opera venne portata a termine da un altro inglese, Frederick Cavill. Usando la bracciata tradizionale (quello dello stile rana), Cavill diventò un atleta famoso in Inghilterra ed emigrò in Australia, nel 1878, dove costruì delle piscine ed insegnò nuoto. Appena prima della fine del secolo Cavill e la sua famiglia, composta di sei figli, viaggiarono verso alcune isole dei Mari del Sud. Così come Trudgen anche Cavill notò la bracciata inusuale (quella del moderno stile libero) usata dai nativi del luogo. Ma Cavill era un osservatore migliore e infatti notò anche la differenza nel movimento di gambe e piedi e la studiò attentamente. Al suo ritorno in Australia Cavill insegnò ai propri figli il nuovo stile ed, in poco tempo, essi batterono tutti i record esistenti. Uno di loro, Richard, andò in Inghilterra nel 1902 dove nuotò i 100 metri in 58.8 secondi, un tempo che i suoi avversari, utilizzando la meno potente bracciata Trudgen, non potevano nemmeno avvicinare. Alla richiesta di descrivere il nuovo stile rivoluzionario, uno dei Cavill disse che era "come strisciare (crawling) attraverso l'acqua". A poco a poco questo stile divenne noto come il crawl, di cui il moderno stile libero rappresenta una leggera variazione, diventando la base delle competizioni di nuoto.

I figli di Cavill furono predicatori efficienti e in poco tempo il loro stile divenne ampiamente utilizzato. Uno di loro, Sidney, andò a San Francisco, California, nel 1903 per insegnare all'Olympic Club. Uno suo studente, Scott Leary, diventò il primo americano a nuotare 100 yard in 80 secondi vincendo 17 gare consecutive. Charles M. Daniels, che era il migliore prima dell'exploit di Leary, studiò il nuovo stile e inventò il suo American crawl. Con questo stile Daniels vinse 4 medaglie d'oro alle Olimpiadi ed abbassò il record sulle 100 yard a 54.8 secondi nel 1910. Alcuni anni più tardi, quando Duke Kahanamoku delle Hawaii cominciò a dominare la scena internazionale, qualcuno gli chiese chi gli avesse insegnato il crawl. Kahanamoku, campione olimpico dei 100 metri nel 1912 e nel 1920, rispose : "Nessuno".
Aveva imparato il crawl da bambino osservando i nativi della sua isola mentre nuotavano, dove disse, quello stile veniva usato; stabilì i suoi primati usando un ciclo di sei colpi che viene ora considerato la forma classica dello stile libero. Ogni ciclo completo di movimento delle braccia (entrata in acqua, trazione, spinta e recupero) era accompagnato da sei colpi di gambe. Ai giochi olimpici di Parigi nel 1924 un ventenne americano di nome Johnny Weissmuller sconfisse Kahanamoku utilizzando il ciclo a sei colpi, vincendo i 100 metri con il record olimpico di 59 secondi netti. Weissmuller vinse altre due medaglie d'oro in quegli stessi giochi e due a quelli di Amsterdam nel 1928. Gli anni '20 furono chiamati l'età dell'oro per il nuoto e Weissmuller ne fu il protagonista principale. Egli stabilì primati mondiali in 67 eventi sportivi diversi, dalle 50 yard alle 880 yard, prima di darsi al cinema ed alle liane diventando il più famoso Tarzan di Hollywood.

Il crawl con ciclo di sei colpi, tipico di Kahanamoku e Weissmuller, è cambiato poco; Don Schollander degli Stati Uniti lo usava quando vinse quattro ori alle Olimpiadi di Tokyo 1864. Nei primi Giochi Olimpici dell'età moderna nell'1896 vennero tenute solo le gare di stile libero, con i partecipanti che si affidavano alle più svariate interpretazioni della bracciata a rana o della Trudgen. Nel 1900 venne aggiunta una gara a dorso e, con il crawl che stava diventando lo stile libero per eccellenza, lo stile rana venne trasformato in una competizione indipendente nel 1904. Le gare di stile libero femminile vennero aggiunte per la prima volta nei giochi del 1912 ed in seguito la loro importanza crebbe al punto di includere tutti gli stili regolari. Lo stile rana venne mantenuto nella sua forma tradizionale fino ai primi anni '30 quando alcuni nuotatori si accorsero di poter ottenere una spinta maggiore immergendo le braccia con un doppio movimento a partire da sopra la testa. L'allenatore all' Iowa University degli Stati Uniti, Dave Armbruster, ed uno dei suoi allievi, Jack Seig, giocarono con questo movimento a farfalla e svilupparono un nuovo movimento delle gambe chiamandolo calcio delfino rappresentato da un movimento ondulatorio a partire dalle anche fino ad arrivare alle dita dei piedi.
All'inizio lo stile farfalla venne considerato solo originale in quanto nessuno era in grado di praticarlo su grandi distanze. Ma in seguito risultò più veloce della bracciata rana ed, entro il 1938, gli atleti che usavano la bracciata a farfalla combinata con il tipico calcio a rana, dominavano tutte le gare a stile rana. Poco dopo, nel 1953, i due stile vennero separati e quello a rana divenne noto come stile silenzioso in quanto gli atleti scoprirono di poter sviluppare più forza sott'acqua. In questo modo si otteneva maggiore velocità ma era molto stressante per i polmoni.
Gli specialisti dello stile rana stavano immersi il più possibile ed alcuni o svenivano o finivano le gare con la faccia piuttosto bluastra. Alcuni anni più tardi vennero nuovamente cambiati i regolamenti in modo che lo stile rana doveva essere eseguito con la testa fuori dall'acqua. Lo stile farfalla venne incluso come competizione a sé stante nei giochi di Melbourne 1956 e, oggigiorno, è solitamente combinata con il calcio a delfino. Fin dalla sua prima apparizione ai giochi del 1900 lo stile dorso è cambiato poco. È l'unico stile che inizia con la spinta dalla parete della vasca al posto del tuffo. Il suo movimento di gambe è essenzialmente quello tipico dello stile libero in modo rovesciato con le braccia che si allungano verso l'alto spuntando fuori dall'acqua. Adolph Kiefer, che ha dominato lo stile dorso dal 1935 al 1945, riusciva ad ottenere la propria spinta con le braccia dritte nell'acqua. Successivamente i dorsisti australiani scoprirono di poter ottenere una maggiore spinta orizzontale piegando leggermente le braccia nel momento in cui sono immerse ed il loro stile è stato adottato da tutti gli atleti.
Le nuove tecniche d'allenamento hanno aiutato gli atleti a raggiungere prestazione stupefacenti in anni recenti e molte di quelle stesse tecniche hanno reso i moderni record fragili come bolle di sapone. "Tarzan" Johnny Weissmuller, conquistatore di elefanti, scimmie e di numerosi allori in gare di nuoto, verrebbe facilmente battuto su qualsiasi distanza o stile entro i 100 metri perfino da una ragazzina di 13 anni.
In Italia, il primo a scendere sotto il minuto nei 100 metri stile libero fu Carlo Pedersoli, diventato poi, anche lui famoso come attore del cinema con il nome d’arte Bud Spencer. Il suo primo record lo stabilì a Salsomaggiore il 19/09/1950, in vasca da 25 mt., con il tempo di 59”,50.



In tutte le grandi competizioni ufficiali la piscina, cioè il campo di gara, deve essere conforme alle seguenti norme:
lunghezza: minimo 50 m; larghezza: minimo 21 m;
profondità: 1,80 m (per i Giochi Olimpici);
corsie: la vasca è divisa in otto corsie larghe ognuna 2,50 m. Le corsie sono contrassegnate da segnali galleggianti sul pelo dell’acqua e da strisce colorate sul fondo;
acqua: può essere dolce o salata, ma, in nessun caso, la sua temperatura deve scendere sotto i 24 gradi.
Oltre alle piscine con vasche di 50 metri, ci sono anche quelle con vasche di 25 metri e di 33,33 metri, nelle quali i nuotatori sono avvantaggiati per il maggior numero di virate (una virata permette di guadagnare circa mezzo secondo di tempo, beneficiando l’atleta della spinta con i piedi contro il muro).
È per questo che dal 1957 sono riconosciuti validi solo i primati ottenuti in vasche di 50 metri.

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2 (modificato da Marioaversa 19-01-2011 23:54:33)

Re: LA STORIA DEL NUOTO

Gran bel lavoro Fede, almeno per chi è appassionato di storia. Brava e complimenti smile

Mi aspettavo di più dai greci, popolo nobile, colto ed amanti dello sport.

Una triste conferma di ciò che ho sempre pensato è che la caduta dell'Impero Romano sia ancora in corso d'opera! Il massimo splendore l'Italia lo ha vissuto con la Roma dei Cesari, dopo quel periodo solo declino, in tutti i campi. Pur essendo circodata dal mare, non siamo in grado di sfruttare le risorse che ci sono state donate su un piatto d'argento. Basta vedere dove va ad allenrsi la Pellegrini!!! Peccato!

Ottimo lavoro, mi hai scrostato un pò di ignoranza. Grazie

1) AUT DISCE, AUT DISCEDE
2) Azzoppare il cavallo pensante....questo

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