Ottima la risposta di Alferez che da sola basta a giustificare gli allenamenti in apnea.
Sappiate che Ryan Lochte detiene il record del mondo dei 50 metri in apnea,mi sembra attorno ai 26 secondi,eseguito con gambate a delfino in subacquea a pancia in su,e così si spiegano le sue subacquee in gara.
Ebbene sì,gli atleti seri si allenano anche in apnea e ipossia,in ogni forma e a diverse intensità,su esercizi o su nuotate complete;io per esempio sono solito eseguire ripetute da 50 di sole braccia a respirazione imposta,per eseempio 25 in apnea-virata-ritorno respirando solo alla terza bracciata dopo l'uscita,oppure 25 respirando a 7 più venticinque respirando a 5;oppure 25 respirando una sola volta e ritorno solo due,insomma uso la fantasia,il tutto con estrema calma in modo da concentrarsi sulla perfetta esecuzione della virata in situazione di stress di fiato (se invece ci si agita il fiato viene a mancare);oppure un certo numero di sprint dal blocco e vasca in subacquea con sole gambe a delfino,con ripartenza ogni minuto e trenta secondi (record personale 16 secondi stabilito quest'estate negli allenamenti pre-mondiali);oppure per abituarsi alla distanza consentita in partenza (15 metri) percorro la vasca (che da noi è circa quella distanza) in subacquea in laterale con partenza dal bordo una dozzina di volte ripartendo ogni trenta secondi (ne riposo circa 24),a volte a pancia sotto,altre volte come subacquea di partenza del dorso.
Tutti esercizi utilissimi per le subacquee delle virate e delle partenze.
Ma oltre a regalare all'atleta maggiore spazio per eseguire virate corrette e lunghe anche da stanchi migliorando la capacità di apnea,il lavoro in ipossia è molto utile per migliorare il rendimento biomeccanico della nuotata stimolando un abbattimento del dispendio energetico alle basse andature,che poi nel tempo si trasferisce anche alle andature superiori.
Ciao
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