Re: Come capire se nuoto male o non ho resistenza.
in che consiste l'esercizio dell'ascella?chi me lo può spiegare? Grazie
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in che consiste l'esercizio dell'ascella?chi me lo può spiegare? Grazie
Immagino sia quello per stimolare il recupero a gomito alto, cioè quando recuperi, con la mano ti tocchi l'ascella e poi vai a prendere acqua lontano, così ti abitui ad alzare il gomito verso il soffitto e lasciare la mano giù rilassata ...finché non arriva alla spalla.
Ha detto bene, penso, il mio nuovo istruttore vedendomi praticamente agonizzante nelle ultime ripetute di mercoledì scorso, ed è un consiglio che condivido soprattutto con chi, come me, fatica a livello mentale prima che fisico:
"Non andare in patema: cerca di razionalizzare il lavoro che stai facendo e lo sforzo che comporta".
Ha un senso: se uno parte con il panico del "non ce la faccio", probabilmente poi non ce la fa veramente...
Il titolo di questo thread mi calza a pennello (specie la prima parte)!
Nell'attesa di fare un video decente, mi commentate questo spezzone ?http://www.youtube.com/watch?v=obDQ3fVHL7E
Sicuramente ho problemi nella gambata e in generale mi sembra di nuotare con un elastico che mi trattiene ......
Grazie in anticipo !
1) La prima cosa che balza all'occhio è la mancanza di coordinazione tra braccia e gambe.
Le gambe infatti non hanno una dinamica univoca e si notano momenti in cui aumentano la frequenza e altri in cui la diminuiscono,stesso discorso per l'applicazione della forza,a volte arriva il colpo forte,altri sono più deboli.
A volte la causa è uno scarso consolidamento della gambata,per cui all'aggiunta delle braccia le gambe non sono in grado di eseguire autonomamente ciò che magari in totale concentrazione specifica invece sanno fare correttamente.
Altre volte è proprio un deficit di correttezza delle gambate.
2) L'azione di braccia non è ottimale,le spalle non ruotano bene e il recupero è gestito per compensazione dalle mani,che irrigidiscono le braccia,le quali entrano in acqua contratte e piatte (gomito e mano allo stesso istante).
Il lavoro subacqueo di trazione mi pare dignitoso e concreto,ma le rigidità nel recupero disperdono parte della spinta,e il deficit di coordinazione con le gambe aumenta le resistenze all'avanzamento.
Il risultato è una nuotata corta e senza scivolamento inerziale,e una spesa energetica elevata (respiri ogni bracciata) e chiudi la vasca con una trentina di bracciate.
La tua priorità è la coordinazione.
Non è che sia necessario che la gambata sia forte,quello che conta è che il lavoro di gambe (forte e potente o leggero che sia) sia coordinato e fornisca equilibrio invece che disturbarlo,e non aumenti le resistenze.
Primo passo sviluppare gambate decenti con lavori ad hoc,prima in apnea senza tavoletta,poi coordinandole alla respirazione (senza tavoletta,con tavoletta,in laterale,a braccia opposte,etc.)
Secondo passo trasferirle nella coordinazione di base della nuotata,prima con brevi tratti in apnea,poi con tratti più lunghi sempre in apnea,con l'obiettivo di eseguire le gambate a frequenze fisse e con distribuzione della forza omogenea e simmetrica.
Non occorre che sia sempre la stessa frequenza,anzi devi provare varie soluzioni,forte e piano,rapido e lento,gambe ferme (con pull)......ma è importante che impari a gestire l'omogeneità dell'esecuzione,quale che siano le frequenze e la forza applicate.
Solo quando ci riuscirai,allora potrai fare esercitazioni con incremento (o decremento) delle frequenze e della forza,ma sempre in modo controllato e simmetrico.
Terzo passo,passare ala nuotata completa di respirazione laterale,cercando di mantenere l'omogeneità dell'azione di gambe,soprattutto durante la respirazione.
Il punto 2) riguardo all'azione delle braccia è assolutamente secondario,ed è probabile che risolvere il prroblema numero 1) determina già un miglioramento dell'azione di braccia.
COmunque puoi lavorare sull'azione di braccia usandoil pool buoy,cercando di far girare le braccia belle alte (perr stimolare la rotazione della spalla) ed entrare in acqua con la mano molto lontana dalla testa e a braccia belle distese.
Ciao
Grazie 1000 Stefano,
ci lavoro qualche settimana e magari posterò un altro video.
Non avete mai pensato di mettere tutti i video e relativo commento in un thread dedicato? Trovo che ci sia un sacco da imparare guardando gli errori propri e degli altri.
Saluti a presto
Riccardo
stefano quando dici con braccia belle distese che vuoi dire?cioè sbaglia colui che entra con gomito piegato?
Grazie 1000 Stefano,
ci lavoro qualche settimana e magari posterò un altro video.
Non avete mai pensato di mettere tutti i video e relativo commento in un thread dedicato? Trovo che ci sia un sacco da imparare guardando gli errori propri e degli altri.
Saluti a presto
Riccardo
Secondo me è una buona idea; magari organizzandoli per tematiche (tipo errori affini, stili, etc.)
stefano quando dici con braccia belle distese che vuoi dire?cioè sbaglia colui che entra con gomito piegato?
Se la mano entra in un punto ed esce 3 centimetro dietro servono un milione di bracciate (e relatife contrazioni muscolari)
Se la mano entra più avanti ed esce più dietro servono meno bracciate a terminare e si riducono le contrazioni muscolari e il relativo accumulo di lattato
Quindi la "apertura di braccia" (distanza tra la mano bene distesa in alto e la sua posizione in basso) è determinante per l'efficienza meccanica della nuotata,a parità di forza applicata (per questo le persone alte andranno sempre più forte di quelle basse a parità di tecnica e prestazione metabolica,sarà anche triste ma non è nazismo ed è la pura realtà)
La mano deve entrare lontana dalla testa e uscire lontana dalle chiappe.
Quindi la risposta è SI !!!!
Piegare le braccia al gomito nel recupero ha il solo scopo di alzare le braccia per farle andare più in avanti senza far girare la mano troppo in fuori (che sbilancerebbe la nuotata), ma poi va distesa di nuovo prima dell'ingresso.
Le braccia devono entrare in acqua belle distese (non iper-allungate come tiramolla,che fa abbassare il gomito e disturba gli equilibri,ma certamente e completamente distese) e diritte,cioè parallele all'asse del corpo,e con la spalla che sfiora le orecchie.
Le bracciate che entrano in acqua piegate a due centimetri dalla testa io le definiscono nuotate "pettinate",nel senso che sembra quasi che le mani vogliano spostare il ciuffo di capelli dalla fronte.
E sono causate spesso da istruttori che richiedono due cose,magari solo perchè le hanno malauguratamente lette sui libri di "quelli veri":
piega le braccia
fai la esse subacquea
Nel contesto corretto (agonisti e nuoto evoluto e analitico) questo potrebbe migliorare l'equilibrio del recupero e la fase di trazione,del nuotatore che GIA' DISPONE di una bella ampiezza e corretto lavoro dell'articolazione della spalla e recuperi rilassati.
Fuori contesto (cioè a scuola nuoto dove tali requisiti mancano o sono poco solidi) il risultato è la "nuotata pettinata"
Ciao
se la mano entra in acqua con il braccio quasi steso e poi sott'acqua si distende tutto il braccio va bene?
No.
In quel modo il gomito si abbassa e si aggancia peggio l'acqua.
avresti un video in cui si vede bene?
Cirone Furioso ha scritto:stefano '62 ha scritto:collo rigido,si nota particolarmente nello scivolamento (giurerei che soffi dal naso invece che dalla bocca)
Per quale motivo soffiare dal naso invece che dalla bocca è o può essere male?
1) Chi soffia (solo) dal naso lo fa per evitare di bere dal naso,quindi è psicologicamente sotto scacco,quindi è rigido.
2) Chi è soggetto a bevute dal naso lo è perchè tiene la mascella contratta (per paura di riempirsi dalla bocca) invece che morbida con bocca rilassata,e oltre alle bevute è causa della rigidità del collo.
3) Immagina di bere da una lattina con la cannuccia,se è lunga la finisci,altrimenti con la corta non peschi a fondo;ebbene il naso è la cannuccia corta,la bocca quella lunga.
Soffiare solo dal naso impedisce di espellere abbastanza anidride,la quale resta in circolo e crea rigidità muscolare.
4) Una scarsa destrezza respiratoria,naso o bocca che sia,si risolve SEMPRE in rigidità.
Una adeguata destrezza respiratoria a tutto campo (naso bocca e varie combinazioni) determina SEMPRE un totale rilassamento.Nei principianti mi basta osservare il collo per capire se soffiano dal naso oppure no,mi sbaglio di rado (ma capita),e una volta impostata la giusta tecnica di scambio (la migliore,ma non unica,è prima naso poi finire con la bocca,e il risultato è soffiare con entrambi senza pensarci nemmeno) tutto il resto è in discesa.
Da qualche tempo mi accorgo di tenere su la testa nel respirare a stile con conseguente affondamento delle gambe (cosa che prima non mi succedeva).Oggi mi sono accorto che buttavo fuori l'aria solo dalla bocca. Da quando ho incominciato ad espirare anche dal naso ho notato un migliore riassetto. Può essere questa la causa dell'errata posizione della testa ed anche della rigidità del collo ?Ciao
Ciao,
Dico la mia in attesa di Stefano e altri + esperti.
Sicuramente un miglioramento c'e' stato lo hai detto tu stesso, ottimo !
Per come la vedo io, la testa deve rimanere in appoggio sull'acqua in fase di respirazione.
Il viso si volta giusto quanto basta per prendere aria. In pratica la testa non si deve sollevare, girare e poi prendere aria perche' genereresti troppi squilibri sulla nuotata alterandone l'assetto.
Ciao N
Grazie Nove. E' il fatto che prima di questo periodo respiravo bene e la testa la tenevo appoggiata come dici tu.Può darsi che non abbia automatizzato l'espirazione sia dalla bocca che dal naso.Ciao
Grazie Nove. E' il fatto che prima di questo periodo respiravo bene e la testa la tenevo appoggiata come dici tu.Può darsi che non abbia automatizzato l'espirazione sia dalla bocca che dal naso.Ciao
Ciao, può darsi che tu ci abbia azzecato. Aspettiamo altre risposte magari ti danno consigli su come automatizzare.
ghetty ha scritto:stefano quando dici con braccia belle distese che vuoi dire?cioè sbaglia colui che entra con gomito piegato?
Se la mano entra in un punto ed esce 3 centimetri dietro servono un milione di bracciate (e relative contrazioni muscolari)
Se la mano entra più avanti ed esce più dietro servono meno bracciate a terminare e si riducono le contrazioni muscolari e il relativo accumulo di lattato
Non solo: se la bracciata è un po' più ampia a me sembra si abbia più tempo per respirare con miglior agio.
Oltre che sui temi di questo post, sto ancora lavorando anche sull'ampiezza della bracciata, che secondo me porto al recupero troppo presto.
In pratica anche per mancanza di equilibrio in fase finale di spinta.
Credo di stare costruendo qualcosa, in questo senso, ed essendo che il braccio se ne sta laggiù più tempo prima di recuperare, ho più tempo per girare con calma la testa a prendere aria.
Siamo sempre lì: se qualcosa non funziona c'è sempre da considerare in toto l'architettura della nuotata, e prima ancora, nel mio caso, l'ambientamento in acqua.
A proposito di bracciata, ogni tanto mi metto a osservare gli altri in piscina e ho notato che alcuni nuotatori fanno la bracciata ad "orangotango" (l'ho coniato adesso il termine ) cioè nel recupero tengono braccia completamente distese ed entrano in acqua con il polso piegato a 90°.
I ragazzi che nuotavano così mi sembravano abbastanza allenati, ma non capisco se loro nuotano così naturalmente o se si tratta di un esercizio particolare, in tal caso a cosa serve?
Da qualche tempo mi accorgo di tenere su la testa nel respirare a stile con conseguente affondamento delle gambe (cosa che prima non mi succedeva).Oggi mi sono accorto che buttavo fuori l'aria solo dalla bocca. Da quando ho incominciato ad espirare anche dal naso ho notato un migliore riassetto. Può essere questa la causa dell'errata posizione della testa ed anche della rigidità del collo ?Ciao
Non credo.
Però d'altra parte è possibile che aumentare il volume di aria espirata aggiungendo il naso ti permetta un migliore scambio e dunque un minore disagio.
Ciao
A proposito di bracciata, ogni tanto mi metto a osservare gli altri in piscina e ho notato che alcuni nuotatori fanno la bracciata ad "orangotango" (l'ho coniato adesso il termine ) cioè nel recupero tengono braccia completamente distese ed entrano in acqua con il polso piegato a 90°.
I ragazzi che nuotavano così mi sembravano abbastanza allenati, ma non capisco se loro nuotano così naturalmente o se si tratta di un esercizio particolare, in tal caso a cosa serve?
Non ho capito molto bene.
Comunque il braccio teso è una nuotata poco evoluta,ma utile a produrre una rotazione delle spalle e ad evitare alcuni perniciosi gesti superflui.
Non è la situazione ottimale,ma di certo è più concreta e migliore delle striminzite bracciatine "fru fru oddiomio ho paura di far male all'acqua"
E' un punto da cui dovrebbero passare tutti prima o poi,preferibilmente agli inizi,comunque prima di arrivare a qualcosa di più evoluto.
Motivo per cui spesso la propongo in termini di esercizio.
Ciao
Ho provato a soffiare con la bocca anzichè col naso...ed è avvenuto un miracolo!
Dapprima pensavo ad un caso, a suggestione ma dopo una decina di giorni di prove riesco veramente a nuotare con minimo affanno, più velocemente e più a mio agio di prima.
Ma è mai possibile che dopo quattro anni di lezioni di nuoto collettivo ed una decina di lezioni private nessuno mi abbia mai fatto notare una
cosina cosi' fondamentale?????
Grazie di cuore a Stefano per questo piccolo/grande segreto.
Danilo
Non è un segreto e non l'ho scoperto o inventato io.
E' un parametro fondamentale che ogni istruttore degno di questo nome si assicura che ogni allievo soddisfi.
Ciao
Ma è mai possibile che dopo quattro anni di lezioni di nuoto collettivo ed una decina di lezioni private nessuno mi abbia mai fatto notare una
cosina cosi' fondamentale?????
Non puoi immaginare quante volte mi sono incavolato per lo stesso motivo...
È frustrante: io non sono un tecnico di nuoto, e nemmeno un atleta, ma ci vuol poco a capire che i concetti che ho appreso in questo forum sono validi: semplicemente perché sono di una logica limpida.
E invece mi trovo che ho avvicinato e praticato il nuoto con istruttori che non si avvicinano neanche al più semplice di essi.
E la cosa più frustrante di tutte, sapete qual è?
Esempio: esercizio per valutare l'assetto di galleggiamento: lo faccio male, e magari sono l'unico (cosa che, ammetto, succede spesso…).
Risolino di scherno del gruppo…
Va bè, ci potrebbe anche stare (lezione di umiltà, chiamiamola...): ma cavolo, poi però insegnami a correggere i miei difetti!!!
"Galleggi male a dorso"…
Grazie tante! Ma allora prendimi da parte e fammi fare 1000 vasche di esercizi per migliorare la cosa!!! Mica semplicemente dirmelo!!!!
E meno male che ho scoperto questo forum, ma davvero, che almeno ho potuto concentrarmi su cose importanti per migliorare un pochino.
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