@Paola
Credo che nel video che hai pubblicato si vede bene quello che spiega Stefano; sebbene penso di averlo ben immaginato a secco, però, una volta provato in acqua proprio non mi é riuscito.
Il che era prevedibile, dato che tutta la mia nuotata nel tempo si é costruita intorno al modo di nuotare che a cui mi sono abituato, ovvero fatto di compensazioni appiccicate intorno a un ambientamento ancora farraginoso.
E qui la risposta anche a Nove: penso che prima di tutto il mio problema sia assimilare il galleggiamento nella maniera più distesa e naturale possibile, altrimenti tutto il resto, direi, non ha molto senso.
Voglio pensare soprattutto a galleggiare (parlo del dorso, beninteso) come se fossi su un materasso con il cuscino.
Finché non guadagno questo tipo di agio, tutto il resto sarà sempre per forza raffazzonato.
Ma del resto, già da tempo ho smesso di pensare a meccanismi che per me risultano speciosi, in tutti gli stili: quando nuoto per lo più cerco di pensare all'acqua che mi sostiene.
Perché l'acqua ti sostiene, é così: per uno come me che a livello di istinto ha paura dell'acqua é una remora ardua da smaltire, ma penso che sia la strada migliore da seguire. Solo a rana, stile in cui riesco a essere decisamente più a mio agio, ho delle sensazioni più evolute, tipo cercare acqua ferma per appoggiarmi, o evitarla quando invece devo scivolare.
Anche il mio istruttore si é accorto che negli ultimi mesi nuoto meglio, ed é solo merito di questo modo di stare in acqua.
Ancora una volta, concetto che ho appreso frequentando questo forum...
The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.