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Argomento: La bracciata durante il recupero nello stile libero

durante il recupero il braccio quando e in che modo deve uscire dall'acqua ? una volta uscito dall'acqua, si deve tenere il gomito il più in alto possibile, attaccato al corpo, flettendolo a 90° ? dopodichè bisogna distendere il braccio ed entrare in acqua con la mano leggermente intraruotata ? nel frattempo la testa deve stare appoggiata sulla spalla del braccio disteso sull'acqua o non c'è bisogno ? desidererei che mi spiegaste dettagliatamente la fase del recupero soffermandovi in particolar modo sui dubbi che mi sono posto e correggendomi dunque se la tecnica da me descritta è errata... grazie

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

Non esistono modelli definitivi di nuotata,esistono solo alcuni parametri che vanno soddisfatti per ottenere la base milgiore su cui sviluppare la propria peculiarità tecnica,e per evitare guasti posturali.

La cosa più importante non è dove deve passare la mano o cosa devono fare le unghie,bensì la cinematica dell'azione.
Il recupero deve avvenire per inerzia almeno per la prima metà,altrimenti interverrebbero muscoli della spalla che invece non devono lavorare,inoltre verrebbe disturbata la dinamica degli spostamenti del peso tra un lato e l'altro del corpo e tra uscita e ingresso della mano,compromettendo la presa d'acqua successiva.
Nel recupero la spalla deve ruotare bella alta in modo che il gomito passi più alto della testa e ricada in basso solo dopo averla sopravanzata.
Ma non c'è nessuna legge che stabilisca quanto larga debba passare la mano,è ininfluente.
Il braccio deve entrare in acqua sulla diretttrice della spalla omologa,già disteso (ma non ipersesteso) ma con la mano prima del gomito,con la spalla che si ridistende in acqua strisciando le orecchie.
A questo punto con braccio in acqua e mano in presa,cioè con corpo e pesi in equilibrio stabile,si deve collocare la spinta del braccio opposto.
Tutto il resto sono personalismi.

Ma il punto è che pensare a queste cose,cioè pensare a cosa fa il braccio che è fuori dall'acqua,ci distoglie da quello che in quel preciso istante fa l'altro braccio che sta sotto,che è mille volte più importante.
Esso deve agganciarsi all'acqua per tirarci in avanti in linea retta (che non significa che la mano va in linea retta,ma che fa un lavoro finalizzato ad un linearità della trazione,il che è diverso),dopodichè deve spingere per benino fino in fondo in modo da tirarti avanti sempre in linea retta e per la maggior strada possibile.
L'effetto sarà inevitabilmente un recupero fatto in scioltezza,cui non si deve pensare perchè c'è da concentrarsi sull'altro braccio che ora sta spingendo a sua volta.
L'analitica del recupero è materia di competenza esclusiva di chi è già in grado di azionare automaticamente una passata congruente e un recupero sciolto e decente.
Tutti gli altri comprometteranno inevitabilmente la nuotata nel tentativo di fare un inutile disegnino con le mani.

Traduzione:fino a che non sei assolutamente certo di sapere nuotare con semplicità,pensa solo a spingere fino in fondo in modo che il braccio torni in avanti da solo e senza rallentamenti o strascinamenti.

Ciao

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

stefano ha detto:
"A questo punto con braccio in acqua e mano in presa,cioè con corpo e pesi in equilibrio stabile,si deve collocare la spinta del braccio opposto."

Se ho capito bene: allora non è vero che le braccia lavorano in controfase. Voglio dire che ci sarà un momento in cui avrò le due braccia davanti: un braccio disteso e orizzontale a pelo d'acqua e l'altro sotto l'acqua che comincia a spingere. Sbaglio?

ho deciso di nuotare a 50 anni

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

stefano '62 ha scritto:

Il recupero deve avvenire per inerzia almeno per la prima metà,altrimenti interverrebbero muscoli della spalla che invece non devono lavorare,inoltre verrebbe disturbata la dinamica degli spostamenti del peso tra un lato e l'altro del corpo e tra uscita e ingresso della mano,compromettendo la presa d'acqua successiva.
Nel recupero la spalla deve ruotare bella alta in modo che il gomito passi più alto della testa e ricada in basso solo dopo averla sopravanzata.
Ma non c'è nessuna legge che stabilisca quanto larga debba passare la mano,è ininfluente.
Il braccio deve entrare in acqua sulla diretttrice della spalla omologa,già disteso (ma non ipersesteso) ma con la mano prima del gomito,con la spalla che si ridistende in acqua strisciando le orecchie.
A questo punto con braccio in acqua e mano in presa,cioè con corpo e pesi in equilibrio stabile,si deve collocare la spinta del braccio opposto.
Tutto il resto sono personalismi.

La mia esperienza: fino a poco tempo fa il recupero delle braccia lo facevo molto stretto, cioè molto vicino al corpo, con la mano che passava molto vicino all'ascella, con gomito alto... da un po' di tempo sto accusando dei fastidiosi dolori alle spalle e sto provando a fare una bracciata un po' più larga, con un movimento leggermente circolare, sempre gomito alto... il doloretto scompare, e forse, riesco ad imprimere maggiore forza nella prima fase della trazione subacquea, infine il movimento mi sembra più naturale.
Per i doloretti alle spalle sto cercando di eseguire esercizi di rinforzo dei deltoidi, ma penso che i risultati siano scarsi, a volte aumentano e il dubbio è che non li sento solo a seguito di un buon riscaldamento e non per il rinforzo muscolare.
Alla prossima.

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

namor ha scritto:

stefano ha detto:
"A questo punto con braccio in acqua e mano in presa,cioè con corpo e pesi in equilibrio stabile,si deve collocare la spinta del braccio opposto."

Se ho capito bene: allora non è vero che le braccia lavorano in controfase. Voglio dire che ci sarà un momento in cui avrò le due braccia davanti: un braccio disteso e orizzontale a pelo d'acqua e l'altro sotto l'acqua che comincia a spingere. Sbaglio?

Nel nuoto di fondo,cioè in allungamento ,sì.
Ma nella velocità è un pò diverso,l'importante è che l'equilibrio sia garantito nella fase di spinta.
Le braccia lavorano in opposizione a scuola nuoto,quando occorre costruire un requisito di rotazione delle spalle.
Ma poi la nuotata deve evolversi e sincronizzarsi.

Ciao

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

dino ha scritto:

La mia esperienza: fino a poco tempo fa il recupero delle braccia lo facevo molto stretto, cioè molto vicino al corpo, con la mano che passava molto vicino all'ascella, con gomito alto... da un po' di tempo sto accusando dei fastidiosi dolori alle spalle.....

Allora secondo me il tuo gomito non era alto come pensavi (l'autocoscienza motoria in acqua si sviluppa dopo anni e anni) ma invece era basso e veniva trascinato dalla mano.
Io la chiamo bracciata ad aeroplanino,perchè la mano fa come un aeroplanino e recupera a dita in avanti e palmo verso l'acqua.
E' la conseguenza naturale della richiesta (sbagliata perchè precoce) o della pretesa di recuperare a mani vicino al corpo,quando ancora non si è garantita la biomeccanica corretta del lavoro delle spalle durante il recupero (ruotare liberamente in semi-cerchio perfetto,per inerzia da spinta cioè senza utilizzo attivo della muscolatura)
In pratica le spalle non sanno girare come si deve,e il fatto che la mano voglia passare vicina al corpo obbliga il gomito a compensare questo deficit  abbassandosi di colpo,anche se l'allievo magari lo aveva appena alzato come per dare una gomitata al cielo.
Questo fa si che i tendini della spalla vadano a strisciare contro una montagnola ossea (a volte fatta ad uncino) che sta sulla testa dell'omero,si usurino,provochino prima dolore e in seguito lussazioni alla spalla.

Nella evoluzione tecnica delle nuotate si procede dal centro alla periferia,cioè prima testa e tronco e per ultime le unghie delle dita.

Prima imparate a girare le spalle con dei bei cerchi larghissimi,poi imparate a nuotare a braccia morbide,e dopo UN BEL Pò DI TEMPO,garantita la biomeccanica corretta,allora si può pensare alle traiettorie del recupero,le quali nella tecnica della nuotata stanno alla rotazione delle spalle come le tendine del solaio stanno alla costruzione delle fondamenta della casa.

Ciao

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

E' normale invece che nel momento in cui sta per  iniziare il recupero un braccio, nel mio caso quello opposto al lato della respirazione, sia sempre più corto dell'altro? Cioè il braccio del lato respirazione fuoriesce dall'acqua più o meno all'altezza della coscia, mentre l'altro all'altezza del gluteo. Ho provato a stendere di più il più corto, prima della fuoriuscita, ma mi sbilancio e barcollo. Sono un mancino e tendo a respirare sempre da un solo lato, il destro,  ogni tanto faccio qualche vasca respirando anche dall'altro lato, per adesso ancora con notevole sforzo.

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

non ho ben  capito la dinamica del tuo disagio, ma suppongo si possa trattare di un problema di equilibrio

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

stefano '62 ha scritto:

Allora secondo me il tuo gomito non era alto come pensavi (l'autocoscienza motoria in acqua si sviluppa dopo anni e anni) ma invece era basso e veniva trascinato dalla mano.
Io la chiamo bracciata ad aeroplanino,perchè la mano fa come un aeroplanino e recupera a dita in avanti e palmo verso l'acqua.
E' la conseguenza naturale della richiesta (sbagliata perchè precoce) o della pretesa di recuperare a mani vicino al corpo,quando ancora non si è garantita la biomeccanica corretta del lavoro delle spalle durante il recupero (ruotare liberamente in semi-cerchio perfetto,per inerzia da spinta cioè senza utilizzo attivo della muscolatura)
In pratica le spalle non sanno girare come si deve,e il fatto che la mano voglia passare vicina al corpo obbliga il gomito a compensare questo deficit  abbassandosi di colpo,anche se l'allievo magari lo aveva appena alzato come per dare una gomitata al cielo.
Questo fa si che i tendini della spalla vadano a strisciare contro una montagnola ossea (a volte fatta ad uncino) che sta sulla testa dell'omero,si usurino,provochino prima dolore e in seguito lussazioni alla spalla.

Nella evoluzione tecnica delle nuotate si procede dal centro alla periferia,cioè prima testa e tronco e per ultime le unghie delle dita.

Prima imparate a girare le spalle con dei bei cerchi larghissimi,poi imparate a nuotare a braccia morbide,e dopo UN BEL Pò DI TEMPO,garantita la biomeccanica corretta,allora si può pensare alle traiettorie del recupero,le quali nella tecnica della nuotata stanno alla rotazione delle spalle come le tendine del solaio stanno alla costruzione delle fondamenta della casa.

Ciao

Grazie Stefano, nel corso degli anni mi hanno corretto di tutto ma nessuno mi ha mai detto che non ruoto le spalle a sufficienza, oggi ho i dolori alle spalle; non vorrei approfittare delle tua gentilezza, ma posso inviare sulla tua e-mail un video di una mia nuotata a stile libero, per avere dei consigli per poterla migliorare?
Ciao

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

nuotix ha scritto:

non ho ben  capito la dinamica del tuo disagio, ma suppongo si possa trattare di un problema di equilibrio

nessun disagio, nuoto con naturalezza in questo modo,  ma mi chiedevo se questa nuotata nasconde un macro errore che rischio di automatizzare o se è normale che un braccio possa uscire dall'acqua più "piegato" rispetto all'altro.

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

dino ha scritto:

Grazie Stefano, nel corso degli anni mi hanno corretto di tutto ma nessuno mi ha mai detto che non ruoto le spalle a sufficienza, oggi ho i dolori alle spalle; non vorrei approfittare delle tua gentilezza, ma posso inviare sulla tua e-mail un video di una mia nuotata a stile libero, per avere dei consigli per poterla migliorare?
Ciao

Puoi anche postarlo qui sul forum come hanno già fatto in tanti,in modo che possa essere commentato da più fonti.

Ciao

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

stefano ho cercato di seguire il tuo consiglio, però nella fase aerea, nel tentativo di ruotare alta la spalla, sforzo il deltoide, per cui invece di "recuperare" mi affatico ulteriormente e arrivo già un po' stanco alla fase di spinta... e un'altra cosa: la mano in che modo deve entrare e spingere in acqua ? grazie

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

Allora ti manca un requisito di efficienza articolare che si costruisce con gli esercizi a secco che una volta si facevano sempre,anche nelle palestre delle elementari,e ora quasi più.

La mano deve entrare in acqua e tirare.

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

stefano grazie per le risposte... Ma tra la fine della spinta e l'inizio del recupero il braccio deve uscire teso dall'acqua per poi piegarsi succissivamente nella fase aerea oppure deve uscire dall'acqua già un po' piegato? pertanto, tra la fine della fase subacquea e l'inizio del recupero, in che momento e in che modo il braccio deve iniziare a flettersi al livello del gomito ? ...se hai tempo, posso chiederti di farmi una spiegazione dettagliata del movimento di braccia, spalle e busto durante ciascuna fase della nuotata a crawl soffermandoti in particolare sulle domande che ho posto ? grazie e con questa chiudo..

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

Il recupero non ha alcuna influenza sulla nuotata? Intendo: se è solo una fase transitoria finalizzata a riportare il remo in posizione per remare, tanto vale farlo nella massima economia. Perciò non ho capito bene a che pro alzare tanto il gomito (in piscina intendo, diversamente ha pure  i suoi perchè big_smile).

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

premessa: la suddivisione in fasi della nuotata è solo a scopi didattici. in acqua essa E' un'azione unitaria, senza frazionamenti. per questo una nuotata va insegnata nella sua globalità e non mettendo insieme un pezzo dopo l'altro. ovviamente ciò non significa che l'esercizio x non debba focalizzarsi su un aspetto piuttosto che un altro

detto questo il recupero ha funzione di riportare in acqua il braccio, più lontano possibile.
il punto fondamentale è che NON ci devono essere pause dopo che spingi tutta l'acqua e NON si deve trattenere o ostacolare la rotazione delle spalle sia per quello che ho detto in premessa sia perché la spinta genera dei chili di energia cinetica che, a patto dei requisiti a cui facevo riferimento, sono disponibili in aggancio rendendo più solida la presa e quindi la passata successiva.

il prima passo consiste nell'insegnare all'allievo di ruotare le spalle (obiettivo primario). l'esercizio migliore è farlo nuotare a braccia tese o quasi.
quando l'allievo ruota per bene le spalle allora si può dirgli di provare a nuotare con le braccia sciolte e i gomiti stretti che devono passare vicino alla testa (stefano docet wink ). il recupero a gomito flesso è la soluzione migliore che permette una maggiore ampiezza d'azione. viene solo a patto di disporre di flessibilità articolare. se c'è bene. se non c'è va sviluppato con esercitazioni fuori e dentro l'acqua. ma provarci senza disporre di tal requisito si va incontro a pessimi risultati.

edit: il gomito non si "alza" perché decido di alzarlo.
il gomito si "alza" per inerzia dopo aver "scaricato" il braccio in spinta

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

stefano '62 ha scritto:

Allora secondo me il tuo gomito non era alto come pensavi (l'autocoscienza motoria in acqua si sviluppa dopo anni e anni) ma invece era basso e veniva trascinato dalla mano.
Io la chiamo bracciata ad aeroplanino,perchè la mano fa come un aeroplanino e recupera a dita in avanti e palmo verso l'acqua.
E' la conseguenza naturale della richiesta (sbagliata perchè precoce) o della pretesa di recuperare a mani vicino al corpo,quando ancora non si è garantita la biomeccanica corretta del lavoro delle spalle durante il recupero (ruotare liberamente in semi-cerchio perfetto,per inerzia da spinta cioè senza utilizzo attivo della muscolatura)
In pratica le spalle non sanno girare come si deve,e il fatto che la mano voglia passare vicina al corpo obbliga il gomito a compensare questo deficit  abbassandosi di colpo,anche se l'allievo magari lo aveva appena alzato come per dare una gomitata al cielo.
Questo fa si che i tendini della spalla vadano a strisciare contro una montagnola ossea (a volte fatta ad uncino) che sta sulla testa dell'omero,si usurino,provochino prima dolore e in seguito lussazioni alla spalla.

Nella evoluzione tecnica delle nuotate si procede dal centro alla periferia,cioè prima testa e tronco e per ultime le unghie delle dita.

Prima imparate a girare le spalle con dei bei cerchi larghissimi,poi imparate a nuotare a braccia morbide,e dopo UN BEL Pò DI TEMPO,garantita la biomeccanica corretta,allora si può pensare alle traiettorie del recupero,le quali nella tecnica della nuotata stanno alla rotazione delle spalle come le tendine del solaio stanno alla costruzione delle fondamenta della casa.

Ciao

Ora mi spiego pure quel rumore poco carino dentro la spalla durante la rotazione provata a secco , che sparisce facendo la bracciata a secco a braccia tese, e pure controllando il gomito alto nel recupero sempre a secco nella bracciata.

Peccato che portare tutto in acqua non sia cosi' ovvio specie dopo centinaia e migliaia di vasche fatte sbagliando..

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

PPS. quello strumento che si vede girare per internet, e pure su nuotomaniashop, chiamato Fulcrum, ha davvero la capacità di correggere in parte la bracciata? Magari di supporto quando la concentrazione non basta?

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

https://www.nuotomania.it/public/forum/upload/viewtopic.php?id=984

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

Erbetta ha scritto:

Il recupero non ha alcuna influenza sulla nuotata? Intendo: se è solo una fase transitoria finalizzata a riportare il remo in posizione per remare, tanto vale farlo nella massima economia. Perciò non ho capito bene a che pro alzare tanto il gomito (in piscina intendo, diversamente ha pure  i suoi perchè big_smile).

E' proprio per agire in totale economia che il gomito deve viaggiare alto.
Il gomito alto è la condizione che permette la rotazione per inerzia dell'articolazione della spalla,cioè tu spingi verso dietro e poi la mano si comporterà come una pallina attaccata ad un filo e rimbalzerà in avanti liberamente almeno per la prima metà del tragitto,cioè l'articolazione della spalla lavora ma i suoi muscoli no.
Se invece il gomito è basso allora la spalla NON potrà ruotare e il reupero non avverrà per inerzia ma grazie al lavoro di quei muscoli della spalla che letteralmente dovranno stracinare la mano e il braccio (appesantiti dalla sopravvenuta immobilità) in avanti,come se la mano fosse un aeroplanino,con relativa inutile spesa energetica (oltre a mille altre considerazioni biomeccaniche circa gli equilibri della nuotata,e conseguente pesantezza delle gambe....insomma una vera e propria ciofececa di nuotata).

Ciao

PS
Se qualcuno fatica a far girare molto semplicemente il gomito in alto significa che ha problemi posturali a livello di spalle.

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

Ho letto con attenzione. Grazie Nuotix e Stefano.

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

piccola precisazione.

in recupero il gomito può essere basso (errore) o alto.

poi il gomito alto può essere di tuo tipi:
a gomito teso (insegnato ai novizi per i motivi sopra citati) oppure
a gomito flesso (la soluzione migliore ma che va insegnata solo dopo che l'allievo abbia sviluppato i requisiti di cui sopra)

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Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

A tal proposito volevo inserire un nuovo argomento che è sempre una conseguenza di quello di cui già si sta discutendo.

Per i bambini, sia che essi siano esordienti che piccolini di scuola nuoto,  è giusto e doveroso insegnare una bracciata "grezza" e semplice come il recupero a braccia tese e alte  senza soffermarci su altri inutili tecnicismi,  bracciata che poi il piccolo andrà con un nostro piccolo aiuto a perfezionare col tempo ...

Ma per i Master O più generalmente con persone adulte che ormai sono anni e anni che nuotano in quel modo??? cosa preferite fare? io ultimamente piuttosto di vedere gomiti piegati male. bassi, bracciate corte, preferisco di impostare da capo la bracciata con il recupero a braccia tese alte (per chi ha i requisiti fisici ovviamente) in modo da eliminare quelle fastidiosissime nuotare con mano che subito si pianta in acqua, e cominciare a vedere bracciate belle ampie che tirano acqua come ....... comanda.
Una volta acquisita bene dopo x mesi  comincio a chiedere di tenere la mano più bassa del gomito senza eccessivo stress,  ma in modo che ognuno riesca a trovare la propria strada, e stando attento che nn trascurino mai l'ampiezza della bracciata, qualcuno utilizza altri metodi? per ora mi rendo conto che questo sia quello più efficace...

La domanda è rivolta a istruttori/allenatori, ma ovviamente chiunque può dare il suo contributo è sempre ben accetto smile

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24 (modificato da allievo 12-05-2014 20:31:51)

Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

ci provo e ci riprovo, ma questo recupero a gomito alto proprio non riesco a farlo in maniera spontanea sad  , sono mesi che ci provo ma devo pensarlo per bene e  allora si..lo faccio, solo che appena smetto di concentrarmici, torno a recuperare a braccio praticamente teso (e rilassato ) e comunque quando concentrardomi riesco a recuperare a gomito alto, beh, faccio davvero fatica per manterere la posizione hmm , ho provato a recuperare  strusciando le mano sul pelo dell acqua, a "chiudere la cerniera" lungo il fianco, insomma le ho provate di tutte ma niente da fare..potresti consigliarmi stefano?
grazie

stefano '62 ha scritto:
Erbetta ha scritto:

Il recupero non ha alcuna influenza sulla nuotata? Intendo: se è solo una fase transitoria finalizzata a riportare il remo in posizione per remare, tanto vale farlo nella massima economia. Perciò non ho capito bene a che pro alzare tanto il gomito (in piscina intendo, diversamente ha pure  i suoi perchè big_smile).

E' proprio per agire in totale economia che il gomito deve viaggiare alto.
Il gomito alto è la condizione che permette la rotazione per inerzia dell'articolazione della spalla,cioè tu spingi verso dietro e poi la mano si comporterà come una pallina attaccata ad un filo e rimbalzerà in avanti liberamente almeno per la prima metà del tragitto,cioè l'articolazione della spalla lavora ma i suoi muscoli no.
Se invece il gomito è basso allora la spalla NON potrà ruotare e il reupero non avverrà per inerzia ma grazie al lavoro di quei muscoli della spalla che letteralmente dovranno stracinare la mano e il braccio (appesantiti dalla sopravvenuta immobilità) in avanti,come se la mano fosse un aeroplanino,con relativa inutile spesa energetica (oltre a mille altre considerazioni biomeccaniche circa gli equilibri della nuotata,e conseguente pesantezza delle gambe....insomma una vera e propria ciofececa di nuotata).

Ciao

PS
Se qualcuno fatica a far girare molto semplicemente il gomito in alto significa che ha problemi posturali a livello di spalle.

se vuoi puoi tutto il resto sono scuse big_smile

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25 (modificato da fragolino 05-07-2014 19:00:21)

Re: La bracciata durante il recupero nello stile libero

ciao stefano'62 (chiaramente estendo il post a chiunque abbia la voglia partecipare) ho assimilato la tua spiegazione sul perché recuperare a "gomito alto", ti ringrazio per i dettagli forniti, davvero utilissimi smile  !! confermami solo, quando parli del braccio che recupera rilassato nella prima parte, grazie allo sfruttare la fase d inerzia che segue la spinta, ecco , questo concetto e' applicabile anche a tutti gli altri 3 stili vero?  fine spinta a massima velocita' che oltre a favorire un ottima propulsione, garantisce anche un recupero quasi inerziale?
ti posto un video stefano, dove Salvadori Gabriele (che tra le altre cose ti chiedo se conosci personalmente, ci sono tantissimi video della sua scuola nuoto) fa eseguire un esercizio a secco per famigliarizzare con il recupero a crawl, avrei piacere di un tuo parere su questo esercizio  http://www.youtube.com/watch?v=8lPi5EK_LJA , puo' aiutare a sciogliere un po la muscolatura di chi e' rigido e non riesce a recuperare a gomito alto ed ha fargli "memorizzare" un po il movimento?
te lo chiedo perché io faccio parte di quelli che fanno una fatica becca a recuperare cosi',e tra l altro neanche mi viene benissimo, la fatica che sento (nel fare l esercizio del video che ti ho postato sopra) e a livello del deltoide posteriore, non so se questa indicazione possa servirti a capire perché fatico cosi' a recuperare a gomito alto.
Anchio come credo molti,  le ho provate davvero tutte o guasi , ma niente da fare, sul momento ok, appena non ci penso, punto e accapo, recupero a braccia guasi tese...
A margine voglio dire che non e' per me una fissazione sto' recupero a gomito alto, tra le altre cose so che negli ultimi tempi "sta un po passando di moda" e che molto atleti recuperano a braccia piu' distese..solo mi piace un sacco il recupero cosi' e di contro odio il fatto di non esser capace di farlo se non in una maniera "studiatissima"...

grazie tante

stefano '62 ha scritto:
Erbetta ha scritto:

Il recupero non ha alcuna influenza sulla nuotata? Intendo: se è solo una fase transitoria finalizzata a riportare il remo in posizione per remare, tanto vale farlo nella massima economia. Perciò non ho capito bene a che pro alzare tanto il gomito (in piscina intendo, diversamente ha pure  i suoi perchè big_smile).

E' proprio per agire in totale economia che il gomito deve viaggiare alto.
Il gomito alto è la condizione che permette la rotazione per inerzia dell'articolazione della spalla,cioè tu spingi verso dietro e poi la mano si comporterà come una pallina attaccata ad un filo e rimbalzerà in avanti liberamente almeno per la prima metà del tragitto,cioè l'articolazione della spalla lavora ma i suoi muscoli no.
Se invece il gomito è basso allora la spalla NON potrà ruotare e il reupero non avverrà per inerzia ma grazie al lavoro di quei muscoli della spalla che letteralmente dovranno stracinare la mano e il braccio (appesantiti dalla sopravvenuta immobilità) in avanti,come se la mano fosse un aeroplanino,con relativa inutile spesa energetica (oltre a mille altre considerazioni biomeccaniche circa gli equilibri della nuotata,e conseguente pesantezza delle gambe....insomma una vera e propria ciofececa di nuotata).

Ciao

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Se qualcuno fatica a far girare molto semplicemente il gomito in alto significa che ha problemi posturali a livello di spalle.

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