Il problema è sempre quello:
da un lato c'è la libertà di insegnamento,ed è un bene perchè stimola la crescita (anche pionieristica);
dall'altro lato però non c'è la comunicazione necessaria a permettere a questa libertà di dare i suoi frutti.
In virtù del fatto che la maggiore forza innata delle idee più congruenti con le leggi della fisica della biomeccanica e della logica risulteranno statisticamente vincenti su quelle altre.
Perchè questo succeda è necessario che le idee si confrontino tra loro (ai congressi,in vasca nelle chiacchiere tra i tecnici,o addirittura in forum come questo).
Invece molti istruttori si chiudono a riccio nelle loro convinzioni (magari ereditate dal maestro decano ma mai aggiornato perchè lui non deve imparare nulla da nessuno,e se "andava bene ai suoi tempi allora va bene anche adesso"),si nascondono dietro il ditino magrissimo della libertà didattica,e coltivano indisturbati il loro orticello,troppe volte pieno di gramigna.
E' questo il motivo per cui a volte capita che sia vera la tua prima ipotesi,ma altre volte sia vera anche la seconda.
La risposta non è,come alcuni pensano,l'omologazione degli istruttori ad una tecnica e una didattica stabilite a priori (cosa assolutamente folle che se fosse stata imposta per esempio 50 anni fa nuoteremmo ancora il dorso con recupero a braccia piegate),ma l'OBBLIGO di aggiornamenti periodici per poter mantenere il brevetto.
La FIN oggi lo impone 100 crediti formativi ogni tre anni,evidentemente però molte società fanno a umma a umma e se ne fottono e alcuni tecnici si giovano di crediti formativi falsi ed evitano di venire ai convegni,oppure vengono però dormono o non capiscono una sega,oppure preferiscono dimenticare tutto quando se ne vanno.
Ebbene noi andremo avanti nonostante quelli.
Ciao
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