26 (modificato da andrew881 13-07-2013 19:16:45)

Re: la mia nuotata -video

Zero ha scritto:
andrew881 ha scritto:

Poi non so chi ha detto che entravo con le mani a karate (tipo "wataaa") ed è la stessa cosa che mi disse il mio istruttore e cercai di correggerla, però guardando su youtube ho trovato vari video in cui si dice che le mani entrano in acqua intraruotate (di un angolo da 30 a 60 gradi, per la precisione) per l'appunto e POI ruotano esternamente arrivando ad essere parallele all'acqua...ora, questo io lo faccio istintivamente (non è che calcolo l'angolo come si pensa), si vede che mi è rimasto dal nuoto di quando ero bambino, quindi perchè correggerlo?

Te l'ho scrito io.
La mano entra in acqua intraruotata in modo tale che faccia meno attrito, scivoli meglio nell'acqua (non sul... nel) e vada a cercare quel famoso punto suBBBBBacqueo lontano da noi cui vogliamo aggrapparci... ma intraruotata con il palmo verso l'esterno! Non verso l'interno.. ti ho anche scritto uno dei punti del video in cui si nota meglio.. minuto 1.37.. dagli un'occhio e... UATTTTA'!!!!! smile

ahah mi ricordi quello che diceva esattamente il mio istruttore, però secondo lui avevo corretto questo difetto...
comunque oggi finalmente sono andato di palette, pullboy, tavoletta e gambe a stile, gambe a rana, a dorso....ho subito riscontrato GROSSI cambiamenti...cioè appena ho smesso con le palette, mi sono sentito decisamente più sciolto, finalmente ho sentito che non lottavo con l'acqua, ma scivolavo realmente...ad averlo saputo prima! (però forse in parte è autosoggestione, ci sta)

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Re: la mia nuotata -video

Andrew pur mantenendo il mio consiglio di non stare a guardare ai particolari ma partire dalle basi come ti ho scritto....mi sembra che confondi INTRA-ruotata con EXTRA-ruotata.
La tua non entra intraruotata cioè con pollice in basso,bensì exraruotata cioè con mignolo in basso.

Comunque a parte questo,la mano sarebbe meglio che entrasse piatta,al masssimo con una intrarotazione millesimale.

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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28

Re: la mia nuotata -video

andrew881 ha scritto:

mi sono sentito decisamente più sciolto, finalmente ho sentito che non lottavo con l'acqua, ma scivolavo realmente..

smile


stefano '62 ha scritto:

Comunque a parte questo,la mano sarebbe meglio che entrasse piatta,al masssimo con una intrarotazione millesimale.

Bueno a sapersi! smile

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Re: la mia nuotata -video

stefano '62 ha scritto:

Andrew pur mantenendo il mio consiglio di non stare a guardare ai particolari ma partire dalle basi come ti ho scritto....mi sembra che confondi INTRA-ruotata con EXTRA-ruotata.
La tua non entra intraruotata cioè con pollice in basso,bensì exraruotata cioè con mignolo in basso.

Comunque a parte questo,la mano sarebbe meglio che entrasse piatta,al masssimo con una intrarotazione millesimale.

si ma di norma entra piatta, se ci fai caso in tutto il video entra solo una volta extraruotata, credo si possa considerare una eccezione più che un difetto. Più che altro il vero errore che ho capito che facevo, e che si basava su un mio falso assunto teorico, che dovevo agganciare l'acqua più avanti possibile, era appunto che stiravo il braccio al massimo o quasi prima che la mano toccasse l'acqua, mentre invece il braccio entra piegato, col gomito alzato e non in massima estensione, POI si estende, subito dopo che è entrato...sembra una inezia ma non me l'aveva detta nessun istruttore e mi sta dando delle differenze abbastanza nette, soprattutto come sensazioni, ma anche come resistenze dell'acqua. A volte basta spiegare meglio un concetto senza dare niente per scontato.

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Re: la mia nuotata -video

No no andrew.
Non è solo questione di mignolo,quello è un particolare casuale non sempre presente,determinato da qualcosa che invece fai sempre:
extraruotare in vece che intra,e poi la prima cosa che appoggi in acqua è l'ascella e la parte di braccio adiacente.
Invece dovresti entrare prima con le dita,poi con avambraccio e poi col resto.

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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Re: la mia nuotata -video

stefano '62 ha scritto:

e poi la prima cosa che appoggi in acqua è l'ascella e la parte di braccio adiacente.
Invece dovresti entrare prima con le dita,poi con avambraccio e poi col resto.

purtroppo l'ingresso in acqua col gomito o addirittura l'ascella è una cosa che ho notato in un buon 85%-90% dei nuotatori che non hanno fatto agonismo o che hanno imparato "da grandi" e, se devo essere sincero, moltissimi ragazzini (tra i 10 e i 15 anni) che fanno agonismo nella mia piscina lo fanno ancora, magari solo con un braccio, solitamente il sinistro o generalmente il braccio opposto alla respirazione, poiché è più difficile controllarlo in ingresso mentre ci si gira dalla parte opposta. A tal proposito, ciò che ha detto Andrew è a mio avviso corretto, si bombardano i novizi con il concetto "di allungamento" a tal punto che il poverello lancia il braccio lontanissimo prima ancora che abbia toccato l'acqua, non comprendendo che l'allungamento (poi in realtà si tratta di rotazione delle spalle non di "allungamento" del braccio) deve appunto avvenire sotto il pelo dell'acqua e non sopra. Anche io un annetto fa mi feci un video (non smetterò mai di dire che è fondamentale riprendersi... sempre sempre sempre) e notai subito che non a caso... entravo con l'ascella... ovviamente ennesima vittima del fantomatico "prendere l'acqua lontanissimo". Ci sto lavorando molto e naturalmente con un ingresso naturale a palmo piatto (beninteso con le punte) cambia tutto, poiché sembra quasi di far entrare tutto il corpo insieme al braccio, quasi a perforare l'acqua e ci si rende subito conto della differenza. In ogni caso agli inizi, oltre agli esercizi propedeutici di "trascinamento" della mano, io nuotavo dei metri a testa alta, per vedere effettivamente quale cavolo di parte del mio braccio entrasse prima, poi ho fatto mia l'esperienza percettiva ed ora si distingue nettamente l'ingresso di mano dall'ingresso "di gomito".

In ogni caso comunque, se proprio si deve sbagliare, meglio un ingresso deciso di gomito che quell'obbrobrioso vizio di rallentare la mano prima dell'ingresso in acqua, come se si avesse paura di fare male alla piscina! Non lo sopporto, mi fa proprio incazzare!

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32

Re: la mia nuotata -video

pensare a come deve entrare la mano mentre si nuota è una perniciosa persino per un agonista, figuriamo per chi non lo è.

l'entrata della mano in acqua è influenzata da due fattori: dalla spinta e dalla flessibilità articolare della spalla.
se l'acqua viene spinta in accelerazione fino in fondo, si lasca girare la spalla e per effetto di ciò il recupero è bello sciolto a gomito alto, allora ci sono ottime probabilità che la mano faccia quello che deve fare, da sola, spontaneamente.
se questi requisiti ci sono, la mano non entra a partire dalle dita, allora non resta altro che fare esercizi analitici.

ma se invece la viene tagliata a fette e non si sono sviluppati i suffienti requisiti di flessibilità articolare, ecco che concentrarsi sul dettaglio, sui gradi, sugli angoli, sui cazzi e mazzi allora possiamo star certi di fare dei danni.

la propulsione non è data da come entra la mano, da come entra il pollice o altre amenità.
l'unica cosa che conta è spingere l'acqua perché altrimenti si resti fermi.
tutto il resto sono solo dettagli che sono adatti agli atleti super evoluti che devono togliere il millesimo sul 100 forte.

c'è bellissimo aneddoto che raccontò stefano sulla pellegrini e castagnetti......consiglio la lettura!

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33

Re: la mia nuotata -video

nuotix ha scritto:

c'è bellissimo aneddoto che raccontò stefano sulla pellegrini e castagnetti......consiglio la lettura!

Dove dove? smile

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Re: la mia nuotata -video

nuotix ha scritto:

pensare a come deve entrare la mano mentre si nuota è una perniciosa persino per un agonista, figuriamo per chi non lo è.

l'entrata della mano in acqua è influenzata da due fattori: dalla spinta e dalla flessibilità articolare della spalla.
se l'acqua viene spinta in accelerazione fino in fondo, si lasca girare la spalla e per effetto di ciò il recupero è bello sciolto a gomito alto, allora ci sono ottime probabilità che la mano faccia quello che deve fare, da sola, spontaneamente.
se questi requisiti ci sono, la mano non entra a partire dalle dita, allora non resta altro che fare esercizi analitici.

ma se invece la viene tagliata a fette e non si sono sviluppati i suffienti requisiti di flessibilità articolare, ecco che concentrarsi sul dettaglio, sui gradi, sugli angoli, sui cazzi e mazzi allora possiamo star certi di fare dei danni.

la propulsione non è data da come entra la mano, da come entra il pollice o altre amenità.!

non so se ti riferissi anche al mio commento, in ogni caso sono d'accordo, la mano crea quel famoso effetto "pallina legata ad uno spago" di cui tante volte abbiamo parlato e si rituffa in acqua, qui però il problema è che per molti non si sta quasi nemmeno parlando di ingresso della mano, ma del gomito smile

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35

Re: la mia nuotata -video

no tranquillo dolphin, non mi riferivo al tuo post wink .....anche perché l'ho letto sopo dopo aver pubblicato il mio lol
per la mano mi riferivo ad alcuni post di andrew e zero.

condivido invece il tuo post.
quanto al discorso dell'entrata di gomito o di ascella secondo me vale lo stesso discorso: prima dobbiamo assicirarci che siano sviluppati requisiti fondamentali quali unità spinta/recupero, rilassamento del reucpero, rotazione della spalla, flessibilità articolare (gomito alto), corretta distribuzione della forza in subacquea ovvero che la nuotata non abbia difetti di ritmo.
se poi dopo tutto questo l'ingresso è ancora difettoso, allora ben vengano gli esercizi di analisi nei quali si dice all'allievo cosa deve fare nel dettaglio nel dato esercizio.

ma fare il percorso inverso a mio parere non ha nessun senso didattico perché spesso (non sempre) tale errore è figlio di quei vizi che stanno a monte.
prendo ad esempio il video di andrew: se guardi il video, il suo non è un recupero rilassato (anche) perché taglia la spinta. correggere l'ingresso senza andare prima a costruire una struttura solida della nuotata è puro harakiri

ps. dolphin, mi sono perso il tuo video a stile libero hmm . dove l'hai postato?

pps. accidenti, non trovo più quel post. cmq il succo del discorso era questo. la pellegrini aveva chiesto a castagnetti di dirle dove e perché commetteva errori. chiedeva cioè un'informazione dettagliata.
ebbene castagnetti addirittura si rifiutò di dirle alcunché, non perché non commettesse errori, ma perché offrirle indicazioni analitiche l'avrebbe certamente distratta dall'UNICA cosa che conta mentre si nuota: spingere l'acqua

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36

Re: la mia nuotata -video

nuotix ha scritto:

pps. accidenti, non trovo più quel post. cmq il succo del discorso era questo. la pellegrini aveva chiesto a castagnetti di dirle dove e perché commetteva errori. chiedeva cioè un'informazione dettagliata.
ebbene castagnetti addirittura si rifiutò di dirle alcunché, non perché non commettesse errori, ma perché offrirle indicazioni analitiche l'avrebbe certamente distratta dall'UNICA cosa che conta mentre si nuota: spingere l'acqua

Mucho interessante!!! smile
Immagino che comunque sia un discorso valido solo nel caso in cui si parli a nuotatori/trici che abbiano già una base più che solida... Sennó ci si rifà al discorso di Andrew in cui diceva che basta nuotare e nuotare per apprendere una tecnica corretta

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37

Re: la mia nuotata -video

e invece è proprio il contrario: se una cosa genere la faceva castagnetti per un atleta di rango mondiale come federica, allora a maggior ragione vale per chi non è del suo livello.

nuotare in modo spontaneo/automatico/istintivo (scegliete l'aggettivo che vi piace di più) NON e ripeto NON significa nuotare alla cazzo di cane.
il buon istruttore è colui che che attraverso la varietà di esercitazioni di tecnica, sensibilità, equilibrio, ecc offre al proprio allievo una serie di esperienze diverse a livello cinestetico che gli permetteranno di capire dove l'acqua offre più o meno resistenza. sarà poi l'allievo INCONSCIAMENTE a selezionare quelle soluzioni più efficaci tali da organizzare delle azioni biomeccanicamente più efficienti.

Nuotare deve essere istinto. un istinto educato, ma pur sempre di istinto si tratta.

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Re: la mia nuotata -video

Concetto afferrato smile

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Re: la mia nuotata -video

nuotix ha scritto:

e invece è proprio il contrario: se una cosa genere la faceva castagnetti per un atleta di rango mondiale come federica, allora a maggior ragione vale per chi non è del suo livello.

nuotare in modo spontaneo/automatico/istintivo (scegliete l'aggettivo che vi piace di più) NON e ripeto NON significa nuotare alla cazzo di cane.
il buon istruttore è colui che che attraverso la varietà di esercitazioni di tecnica, sensibilità, equilibrio, ecc offre al proprio allievo una serie di esperienze diverse a livello cinestetico che gli permetteranno di capire dove l'acqua offre più o meno resistenza. sarà poi l'allievo INCONSCIAMENTE a selezionare quelle soluzioni più efficaci tali da organizzare delle azioni biomeccanicamente più efficienti.

Nuotare deve essere istinto. un istinto educato, ma pur sempre di istinto si tratta.

Ecco wink


il lavoro di un istruttore è come quello di uno scultore che da un blocco grezzo rettangolare di marmo comincia a ricavare delle forme prima grezze e poi sempre, più raffinate e perfette.....  la formza grezza è appunto tutto ciò che ha descritto il buon nuotix, i dettagli poi si affinano in una fase successiva, quando si ha già una buona base grezza sulla quale affondare i nostri pilastri.

Sta di fatto però che la base fondamentale resta e resterà sempre la base grezza quella che assicurerà il grosso della propulsione in acqua, poi i tecnicismi si vanno ad adattare all'atleta ... nessuno istruttore che si rispetti deve pretendere che un proprio atleta nuoti come sun yang o phelps...  la tecnica di un nuotatore è a mio modesto parere è inimitabile, proprio per le caratteristiche soggettive che ci sono negli infinitesimi tecnicismi di ogni atleta. E' ciò che ci differenzia dalle macchine alla fine wink


Vi basta solo tener presente che l'evoluzione della tecnica nel nuoto nn è partita dagli allenatori, ma è partita da atleti stessi, atleti particolarmente sensibili che nella storia del nuoto hanno fatto in modo che i propri allenatori scoprissero che determinati modi di muoversi in acqua erano migliori e più efficienti di altri, sono i nuotatori che hanno fatto evolvere il nuoto verso forme sempre più moderne ed efficienti... wink

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40 (modificato da andrew881 17-07-2013 19:25:57)

Re: la mia nuotata -video

secondo me il discorso sul nuoto "istintivo" vale per atleti che abbiano già un grosso percorso alle spalle. Ad un amatore, dirgli di nuotare "in modo istintivo", equivale a condannarlo a fare e rifare gli stessi errori. Perchè vi assicuro che, nonostante qualcuno (stefano62) abbia detto che nuoto tipo "robot", controllando ed ipercontrollando la nuotata, per me nuotare in modo istintivo è questo, questa è la nuotata che probabilmente ho appreso da bambino e che ancora mi porto dietro. Non ipercontrollo un bel nulla, forse può sembrare dal video perchè vado lento, ma era più una mia scelta per concentrarmi sullo stile e per "dare il meglio", teoricamente, perchè nei fatti ho visto che non è così. Ma se la vogliamo correggere, da qualcosa dovremo pur partire, e se non da delle semplice indicazioni, anche abbastanza generiche tipo di non entrare con il gomito, ma con la mano (anzi, guardando meglio il video ho visto che entro col gomito e l'avambraccio praticamente insieme) allora da cosa? va bene gli esercizi cinestesici, ma anche quelli devono pur essere guidati da una idea anche mentale del movimento giusto e che poi si dovrà cercare di riprodurre concretamente. Perchè è anche vero che l'unica cosa importante è spingere l'acqua, infatti ci sono e vedo spesso pessimi nuotatori che o per forza o più spesso per maggiore resistenza alla fatica, pur con una tecnica davvero raccrapricciante (perfino peggiore della mia oserei dire, almeno a prima vista) riescono ad andare più veloci di me o veloci quanto me ma per lunghezze superiori, basandosi solo sulla forza fisica appunto. Però noi stiamo cercando il modo per spingere l'acqua nel modo più efficente possibile, penso, sennò non ci sarebbe bisogno di istruttori e corsi. 
C'è poi da considerare che molti errori che i principianti, con qualche corso di base alle spalle, fanno, sono proprio dovuti a degli istruttori forse non troppo all'altezza, che danno indicazioni approssimative, non correggono quando dovrebbero, e così fanno consolidare degli errori che già c'erano, oppure talvolta ne riescono a creare di nuovi (io sono SICURO che prima che il mio istruttore non mi avesse iniziato ad ossessionare con l'idea di "aggrapparmi" all'acqua "più avanti possibile", entravo più indietro con la mano, e non col gomito). Purtroppo come in ogni professione c'è quello che la svolge in modo più diligente e quello meno. Che poi un difetto come l'entrata in acqua col gomito, secondo me, ti condiziona tutta la nuotata in peggio a mio parere, perchè viene a mancare quella suddivisione tra presa, trazione e spinta, e diventa una presa-trazione ed una "superspinta" che comincia troppo avanti, quando ancora il braccio non è nella posizione per ottimizzare lo sforzo in termini di propulsione, e non ce la fa a finire fino in fondo, cioè nel momento più utile a spingere; insomma alla fine usi male la forza che utilizzi. E se vogliamo pure il recupero col gomito basso è in qualche modo connesso all'entrata "piatta" del braccio sull'acqua. Infatti ora non mi sto più allenando, ma mi sono accorto, nell'arco di una sola seduta, applicando questa consapevolezza, ho ottenuto benefici che non avevo ottenuto in mesi o anni di allenamenti fatti "ad istinto" (cioè dopo aver appreso in modo errato).  Che poi pure l'altro errore che avete osservato, quello del "recupero lento", ora senza scadere nel ridicolo di dover dare tutta la colpa agli istruttori, però mi ricordo perfettamente che il mio mi diceva che "ero teso nel recupero" e dovevo cercare di essere più "morbido", e dovevo dare tempo al muscolo di riposarsi; il che magari poteva anche avere qualche fondamento di verità, però in un principiante come me non fa che tradursi in un recupero "al rallentatore".  In pratica adesso sto cercando di eliminare tutti gli errori indotti dal corso di nuoto, alla faccia di chi dice che il corso di nuoto è la panacea di tutti i mali. Teoricamente, magari.
Perchè o uno prende il nuoto come un'attività aerobica qualsiasi, ed allora va bene pure se fai errori, chissenefrega, tanto il muscolo si muove e consuma calorie, oppure come uno sport con una performance che vuoi migliorare. Io forse prima lo consideravo nel primo modo, ma ora sto iniziando a vederlo nel secondo, quindi vorrei migliorare o almeno provarci.

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Re: la mia nuotata -video

Mi dispiace per la tua esperienza negativa, ma non puoi arrivare alla conclusione che tutti i corsi nuoto siano così, cioè che tutti gli istruttori siano poco capaci e che tutti gli allievi non riescano a imparare bene; da assiduo frequentatore di corsi posso dirti che NON è così, anche se a volte può capitare (ho letto di qualche caso anche in questo forum) di incappare nella persona (maestro o allievo) sbagliata. Sono convinto che senza corsi non si impara a nuotare o meglio non si impara a nuotare bene.

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42

Re: la mia nuotata -video

No andrew, ti sbagli di grosso.
È scientificamente provato (quindi non lo dico io) che il controllo volontario di un gesto atletico ha misera capacità di controllare UNO solo movimento. Invece il sistema nervoso centrale (ovvero l’io incosciente) ha la capacità di organizzare un’azione motoria operando circa un CENTINAIO di micro-adattamenti totalmente INVOLONTARI  di equilibrio, coordinazione, distribuzione della forza, sensibilità ecc.
Capito il rapporto??? 1 a 100!!!! È abbastanza chiara la differenza???
E questo Castagnetti lo sapeva benissimo. E stiamo parlando di Castagnetti che era (purtroppo) uno dei migliori tecnici che avevamo in italia, non certo l’ultimo degli incompetenti.

Stefano ha ragionissima da vendere quando sostiene che nuotare istintivamente e nuotare pensando deve essere la medesima cosa perché……. si riferiva proprio a questa legge.
E anche Thorpe ha ragionissima da vendere quando sostiene che prima di ogni altra cosa bisogna affinare un’azione grezza molto solida che deve essere la più automatica/spontanea possibile perché……..conosce questa legge.

Infatti tutto ciò che conosciamo sulla biomeccanica natatoria deriva soltanto da analisi EX POST. Cioè i nuotatori d’elite, fidandosi delle proprie sensazioni, sono riusciti a trovare quelle soluzioni che li facevano andare più veloci di altri e poi DOPO gli scienziati li hanno studiati e hanno elaborato dei modelli generali di propulsione.
Se invece tali nuotatori nuotassero col righello in mano e ipercontrollassero il loro modo di nuotare, stai pur certo che non riuscirebbero ad andare così forte.

Tale legge la conoscono tutti gli istruttori almeno quelli capaci e competenti. È evidente che il tuo istruttore non appartiene a questa categoria: ritenere che il recupero deve essere morbido con un colpo di bacchetta magica senza operare sulla unità spinta-recupero è un errore che definire gravissimo è ancora poco.

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Re: la mia nuotata -video

Mi permetto di intervenire e ritengo, come spesso accade, che la verità non stia né totalmente da una parte né dall'altra. Da sportivo ormai incallito ritengo che l'istinto e la capacità di ascoltare il proprio sistema interiore siano effettivamente l'arma migliore, ma dall'altro lato ritengo anche che tale capacità di sviluppare "autonomamente" la tecnica sia però una caratteristica di cui non tutti sono dotati o lo sono in maniera diversa. Pertanto, da un lato, è ovvio che correggere l'ingresso della mano alla Pellegrini fosse ormai inutile, tanto andava già come un treno, così come ritengo sia inutile far capire a Chad Le Clos che il suo delfino (secondo me) fa schifo, visto che potrebbe tranquillamente rispondermi che è campione olimpico!

Questi sono però due esempi estremi, il nuotatore amatore, giustamente, all'inizio deve essere indirizzato, perlomeno le basi tecniche della spinta, dell'ingresso, della posizione di gambe e bacino debbono essere comunicate, anche in maniera un po' meccanica, poi, ovvio, sarà lui a capire come meglio fare passare le braccia o mettere la mano senza sembrare il famoso robot che si muove a scatti. Se io agli inizi non mi fossi spaccato la testa su questo forum o guardando gli agonisti, riempendomi di "teoria", probabilmente sarei ancora in vasca a fare la rana a fisarmonica o facendo il delfino con le braccia che girano a 360 gradi, fermandomi dopo 13 metri, questo perché agli inizi quella famosa percezione non la si può acquisire all'improvviso, il corpo umano in acqua continua a muoversi come farebbe sulla terra: con le gambe larghe, la testa alta e le braccia a gorilla e, dopo 5 anni di nuoto, vedo gente che ha iniziato con me che ancora nuota così, eppure abbiamo nuotato lo stesso numero di chilometri o di tempo, non capendo che le gambe larghe ti rallentano e la passata moscia non serve a niente.

Pertanto, credo sia doveroso - agli inizi - comunicare anche in maniera teorica una nuotata "d'indirizzo", come e dove mettere le mani o le gambe o la testa e poi, qui son d'accordo, entra in scena l'approccio personale del nuotatore che deve essere sufficientemente intelligente a livello fisico da crearsi una propria nuotata senza rimanere ancorato al modellino teorico (e non con la manina che tocca l'ascella nel recupero come un robot che non ha capito niente).
A tal proposito, la grossa differenza la fa l'aver sviluppato o meno questa intelligenza, chi ha fatto per anni altri sport comprende subito come passare dalla teoria alla pratica (io ad esempio ho fatto il portiere di calcio per 10 anni e palestra per altri 10), chi (la maggior parte) scopre il nuoto a 30-40 anni e non ha mai fatto nessuno sport prima, ovviamente non riuscirà mai a fare quella fluida transizione che porta dal movimento meccanico al movimento fluido e continuerà per sempre a nuotare come un robot perché non ha il bagaglio mentale che lo porta a sviluppare tali percezioni.

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Re: la mia nuotata -video

E' vero che è molto importante la teoria, pure io trovo in questo forum informazioni che al corso nuoto non ho trovato, ma sono convinto che insieme a questo, per imparare a nuotare come si deve bisogna frequentare i corsi con impegno e costaza e non fermarsi dopo dieci lezioni pensando di aver imparato a nuotare. Ovviamente parlo di corsi con istruttori "all'altezza", se poi dovesse proprio capitare di incappare nel maestro mediocre si può sempre cambiare maestro o corso.

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45

Re: la mia nuotata -video

Vorrei chiarire alcuni aspetti che suppongo non lo siano abbastanza

Ricercare  spontaneità di un’azione non coincide con quello che a prima vista può sembrare un incitamento al “nuota come nuota anche anche malissimo, anche con una miriade di errori, tanto ciò che basta è nuotare senza pensieri”.

Parlando di istruttori, conoscere anche minuziosamente la teoria del nuoto, non basta per essere veramente in grado di insegnare perché insegnare significa anche comunicare.
Ricordo un bel post di stefano che diceva che bisogna insegnare “per via subliminale”: il bravo istruttore è colui sa utilizzare abilmente strategie di comunicazione come l’uso di metafore, la manipolazioni, l’insegnamento attraverso il gioco, la riproduzione visiva di un movimento (ma senza dare indicazioni specifiche) e tutto ciò che concerne l’apprendimento prescindendo il più possibile da informazioni geografiche.
Lo scopo di tali strategie è favorire lo sviluppo di certe capacità (sensibilità, equilibrio, coordinazione, ritmo, fluidità), capacità essenziali per imparare a nuotare per bene, capacità che però MAI potrebbero maturare se fossero indirizzate da un eccessivo controllo dell’io cosciente o da un istruttore che non è in grado di comunicare se non riempiedo la testa dei suoi allievi con informazioni del tipo: “metti il mignolo così, metti il gomitò cosa, metti alluce all’ingiù, metti le orecchie a tot gradi,  rolla i fianchi ma non ti ribaltare, fai la s, ecc”. questo è un pessimo istruttore.

La differenza è proprio questa: spiegare una stessa cosa utilizzando due modi diversi di comunicarla. A seconda di COME si insegna, inevitabilmente i risultati saranno diametralmente opposti.
Per tali motivi non è assolutamente vero che se ai corsi non vi insegnano la bracciata di Phelps o se l’istruttore non usa certi paroloni è un cialtrone. Di solito non lo fa perché conosce tali concetti, altre volte perché è effettivamente un cialtrone (come suppongo sia l’istruttore di andrew).

Chiaro che le minime informazioni bisogna necessariamente darle. Per esempio nella tecnica un minimo è indispensabile perché è opportuno che l’allievo ponga l’attenzione su un settore specifico di una nuotata. Così come ogni tanto può essere utile dare qualche informazione in più per far provare esperienze (cinestetiche) diverse. Ma il concetto di fondo non cambia: meno se ne danno e meglio è.

Anche perché, come diceva giustamente thorpe, sapere insegnare è come fare fare una scultura: così come lo sculture prende il blocco di pietra e mano a mano lo lima dando forma alla scultura, allo stesso modo l’istruttore deve piano piano eliminare i difetti di una nuotata rendendola più fluida e naturale.
Togliere i difetti, non aggiungere nuovi elementi: è la stessa differenza che intercorre fra adottare una tipologia di strategie comunicative  e adottarne delle altre

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Re: la mia nuotata -video

ciò che dici è giustissimo, ma nei fatti io voglio sapere ciò che sbaglio e come correggerlo, anche nei dettagli; altrimenti mi ci vorrebbero non so quanti anni per arrivare da solo ad una consapevolezza cinestetica autonoma che mi spinga a fare il movimento nel modo migliore. Qui non si tratta di nuotatori agonisti che vogliono perfezionare i dettagli, ma principianti che vogliono arrivare a fare una nuotata che vada grossomodo bene, e che faccia la differenza come per me tra fare i 55 o i 40 secondi sui 50 metri. In questo caso credo che sia dovere dell'istruttore dire che errori l'allievo fa, se sono considerabili. Ad ogni modo non so se sia questione di avere istruttori preparati o incompetenti, quanto piuttosto del livello medio del corso in cui vai...mi sono accorto che se il livello è bassino, per esempio se c'è in maggioranza gente che ancora deve imparare proprio il movimento di base dello stile (come ho trovato praticamente sempre nei corsi che ho fatto), l'istruttore tende automaticamente ad appiattire tutti, mentre dovrebbe fare un lavoro individualizzato, secondo il livello e le capacità individuali. C'è poi da considerare che molti corsi, direi la maggior parte, durano una mezz'oretta (scarsa) due volte a settimana...togliendo riscaldamento, tempi morti e pause, resta ben poco di lavoro effettivo, mentre se io vado in piscina resto minimo un'ora e ci vado almeno 3 volte a settimana, sono 3-4 ore settimanali contro 1 ora.

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Re: la mia nuotata -video

scusate...ieri sera purtroppo sono caduto dal motorino (addosso ad una macchina) e mi sono grattugiato abbastanza bene sull'asfalto quindi mi sa che per un po' è meglio evitare attività sportiva visto che mi sento anche i muscoli delle gambe  ed i gomiti parecchio indolenziti...qualcuno mi può consigliare esercizi da fare per recuperare in breve tempo?

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48

Re: la mia nuotata -video

mi spiace per l'incidente. credo che l'unica medicina sia il riposo.

quanto al resto.
io direi che impossobile o quantomeno molto molto molto improbabile imparare a nuotare bene senza l'aiuto dell'istruttore.
in mancanza dell'istruttore l'unica via è fare tanto tanto ambientamento, tanto tanta lavori di sensibilità e cercare di capire dove l'acqua offre più resistenza. in pratica tutti gli esercizi che ti avevo "prescritto"
ma cmq senza l'apporto di una persona qualifica è un'impresa quasi impossibile

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Re: la mia nuotata -video

certo dall'anno prossimo inizio un corso, questo è sicuro.

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Re: la mia nuotata -video

ultimamente come ho scritto altrove sto lavorando molto sulle gambe a stile e dorso e sto andando quasi esclusivamente con pullboy, elastico alle caviglie (sennò il pullboy mi scende, penso perchè ho le gambe un po' storte), e palette (quelle grosse) alle mani....mi sono accorto che in pochissimo tempo mi sento molto più fluido e faccio molta meno fatica ad un'andatura normale. Riesco a fare serie da 200 mentre prima dovevo fermarmi ogni 100. Per la respirazione, ho risolto respirando quando sento il bisogno senza forzarmi, ovvero ogni 4-6 inizialmente, ogni 2 dopo circa 50-100 metri. Ho anche corretto il vizio di entrare col braccio piatto, ora entro col gomito alto e con le dita, non con l'avambraccio. Mi comprerò le pinnette per potenziare un po' le gambe e migliorare il movimento.

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