Argomento: Emergere a rana dopo la subacquea

Ciao a tutti,

mi capita di frequente di non azzeccarci per niente quando al termine della subacquea a rana (sia dopo la partenza, pià spesso dopo la virata) devo riemergere dopo la gambata.
Mi succede che in pratica mi ritrovo a riemergere non dico in verticale, ma l'emersione non è lineare, e quindi in pratica riemergo senza sfruttare l'inerzia della spinta. Nell'ultima gara che ho fatto è stata una cosa macroscopica: ricordo di essere andato troppo in profondità, in quel caso, e di aver gestito male l'apnea, quindi ho cercato la superficie perdendo il controllo della situazione.
Ma questo è uno dei casi.
In sostanza: come allenarsi a "regolare" la profondità della subacquea? Non è mica facile neanche capire quanto si è sotto, in effetti!
E come allenare il momento abbastanza cruciale della riemersione per uscire belli filati senza perdere l'abbrivio della spinta? Trovo che a rana, per sua caratteristica, sia più complesso che a stile.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Emergere a rana dopo la subacquea

Attenzione a una cosa:
l'emersione a rana,come in tutti gli altri stili,non deve essere lineare.
Perchè se uscite per esempio piatti come un sommergibile sposterete una enorme massa di acqua che vi rallenterà.
Occorre invece emergere in modo da uscire in un unico buco.
Chiaro non in verticale,ma bisogna che un certo angolo ci sia,quello ottimale è intorno ai 30 gradi.

Detto questo ecco come si gestisce la subacquea a rana.
La prima parte della subacquea,cioè dopo il tuffo o dopo la spinta dal muretto,va compiuta in maniera orizzontale e con sguardo a 90 gradi sul fondo.
Poi c'è la spinta propulsiva di braccia,che va eseguita anche quella con sguardo sul fondo e durante la quale si deve cercare di eventualmente correggere la profondità,aiutandosi magari con una singola frustata a delfino,molto stretta per non aumentare la sezione frontale e la resistenza.
Subito si recuperano le braccia tenendole appiccicate al corpo per non offrire impatto all'acqua,lo sguardo è ancora in basso e la profondità orizzontale.

Il momento più delicato e importante è quando le mani hanno recuperato fino alla testa.
In quel momento lo sguardo si alza a cercare la superficie.
Perchè le mani durante il recupero devono seguire una linea retta corrispondente alla direzione del corpo,e ciò è possibile spostando il mento in alto,diversamente le mani per evitare di sbattere nel mento faranno una deviazione verso il basso tipo il muso del concorde,creando una enorme resistenza.
Alzare lo sguardo permette di orientare i corpo per la successiva risalita.
Non appena abbiamo alzato lo sguardo e le mani arrivano all'altezza degli occhi,quello è il momento per flettere le gambe per dare il calcio,che eseguito con lo sguardo in alto faciliterà una riemersione con angolo adeguato.
Nell'attimo precedente lariemersione le braccia eseguono la bracciata tipica,facendo si che la prima parte di essa,la presa,venga eseguita con la funzione di "tirarsi fuori".
Un pò come uno che appoggia le mani ai bordi laterali di un buco per emergere da sotto terra.
Solo che detto bordo ovviamente deve essere immaginato al di sotto della superficie dell'acqua (le mani non devon uscire).
Il successivo colpo di gambe da inizio alla nuotata vera e propria,riallinendo il corpo.

Ciao

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Re: Emergere a rana dopo la subacquea

Credo di esserci abbastanza: mi penalizzano la mia dozzinale acquaticità in subacquea e la scarsa capacità di usare le gambe a delfino.
Farò mio l'accorgimento di di usare lo sguardo/testa come timone per capire dove sono.
Qui si vede la virata che tanto mi è costata a Lugo:

https://youtu.be/lVEhVUGmx9M

io sono con la cuffia nera, nella corsia più vicina.

Non si vede abbastanza bene da capire con precisione cosa sto combinando, ma è drammaticamente visibile il rallentamento quando emergo.
Per altro, nel video originale, si vede un po' meglio, e forse forse dopo la gambata ho fatto una bracciata di troppo sott'acqua.
Sarebbe da squalifica?

The ice caps are melting, Leonard.
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