Argomento: Cosa ho capito usando le pinne.
Buongiorno a tutti,
innanzitutto mi piace condividere con voi il fatto che per la prima volta ho nuotato in mare (come forse ricorderete ho imparato a nuotare due anni fa): questi giorni ho vissuto una splendida vacanza a Monterosso in Liguria, dove ho potuto nuotare con maschera e boccaglio, vedere i fondali, i pesci e la vita del mare, ed è stata un'esperienza meravigliosa.
Non avrei mai creduto che un giorno in vita mia avrei fatto una cosa del genere, cosa che per la maggior parte di voi probabilmente è scontata!
Ho anche usato le pinne, e da qui lo spunto della mia riflessione: la gambata a stile è sempre stato un mio dramma. Esercitarmi con la tavoletta è per me una tortura, perché l'efficacia propulsiva della mia gambata è davvero striminzita.
Utilizzando le pinne, però, come potrete immaginare, le dinamiche della gambata sono amplificate: mi è sembrato di sentire molto distintamente e fin da subito il difetto nel movimento della gambata. Ossia: se si "sgambetta" bene, si fila come saette, ma allo stesso modo, se ci si muove male, ci si accorge subito dell'errore. Quasi a dire che hanno un effetto di "amplificazione propriocettiva", se mi passate questo neologismo.
Forse, contrariamente a quanto ho letto in diverse argomentazioni da questo forum, la pinna, o la "pinnetta", possono essere un buon strumento propedeutico per capire di più la propria gambata. Cosa ve ne pare?
Una piccola digressione: forse potrebbe essere interessante inserire da qualche parte uno spazio dove esporre tematiche connesse al nuoto in apnea, alle tecniche dello snorkel (spero si scriva così), insomma, ad aspetti del nuoto che non siano strettamente connessi alla performance sportiva. Potremmo parlare di "nuoto escursionistico", o "nuoto da diporto"...
In the future, swimming isn't going to be optional.