[02 ago 2013, 09:45] Archivio notizie nuotoArchivio notizie CercaCerca InviaInvia ad un amico StampaStampa PDFPDF RSSRSS

Mondiali nuoto 2013 | Commento tecnico della quinta giornata di gare

Una giornata con molti spunti tecnici


    
Mondiali nuoto 2013 | Commento tecnico della quinta giornata di gare
di Ottavio Donadoni Corsia4 - Tra le finali e semifinali del quinto giorno di gare di Barcellona sono fioccate delle bellissime prestazioni, in particolare hanno impressionato i 200ra femminili e i 100sl maschili. Vi sono poi una serie di riflessioni sul livello delle gare e sulla specializzazione dei nuotatori.

I 200 rana femminili hanno visto la Pedersen portare il nuovo record mondiale a 2.19.11 con i passaggi 31.80 - 1.07.27 (35.47) - 1.42.89 (35.62) - 2.19.11 (36.22). Un primo 50 spinto, molto simile al passaggio di un 100, una fase centrale da 35 secondi e mezzo nuotata sfruttando una enorme lunghezza del ciclo di nuotata, principalmente ad opera della gambata, e chiusura ancora molto buona, con la nuotata che si accorcia e con l’obbligo di aumentare la frequenza per poter mantenere una buona velocità.

Straordinaria anche la gara dell’Efimova con questi passaggi: 32.52 - 1.07.59 (35.07) - 1.43.39 (35.80) - 2.19.85 (36.46). La russa è partita più cauta poi ha probabilmente deciso durante la gara di dare un segnale alla danese con il secondo 50 che in pratica è un ritorno sui 100 che molte delle finaliste di quella gara non sono riuscite a nuotare, quindi l’impostazione di un ritmo da 35 alto compromesso nell’ultima vasca da una virata sbagliata.

La Pedersen ha nuotato il ritorno dei 100 in 35.14 e le due fasi centrali dei 200 in 35.47 e 35.62, qualcosa di possibile solo con una gambata lunghissima, e potentissima che permette di abbassare la frequenza e allungare enormemente il ciclo di nuotata mantenendo così un’alta velocità a minor dispendio energetico.

Diverso il discorso per la Efimova, che nuota una rana a propulsione integrale e delfinata. Lei ha ritorni dei 100 nell’ordine del 34.1, per mantenere passi centrali sui 200 da 35 alto deve ridurre meno la frequenza di nuotata, regolare finemente la lunghezza del calcio in un equilibrio delicatissimo che rischia di farla piantare da un momento all’altro all’ultimo 50.


Si è poi visto il 100 stile col più alto livello medio di sempre in tessuto vinto da Magnussen in 47.71 (22.80-24.91) davanti a Feigen in 47.82 (22.91-24.91), Adrian in 47.84 (22.38-25.46), Mc Evoy in 47.88 (22.64 - 25.24) e Morozov a 48.01 (21.94-26.07).

Il 100 stile sono pertanto tornati a premiare i velocisti resistenti, quelli con un ritorno tendenzialmente sotto i due secondi in relazione al passaggio ai 50. Magnussen in particolare ha costruito i suoi 47 bassi su dei ritorni inferiori al 24.50, cosa che non gli è riuscita in questi mondiali. Perfetto il 100sl della rivelazione Feigen con un passaggio ai 50 un secondo sopra il suo miglior 50 e un ritorno entro due secondi. Adrian, velocista puro, ha accusato un differenziale di 3.12 tra primo e secondo 50. Questo genere di velocisti, dotati di grandi passaggi ai 50 devono contenere il ritorno sotto i tre secondi, altrimenti vengono puntualmente passati negli ultimi dieci metri.

Infine è eccezionale il 48.01 di Morozov in relazione alla follia attuata nei primi 50 metri, dove ha segnato un passaggio al piede a 21.94, qualcosa di simile ad un 21.50 alla gara dei 50. Non poteva essere altrimenti un differenziale sopra i quattro secondi, che è saltato all’occhio di tutti quando agli 80 metri ha praticamente finito la gara.

Morozov applica inoltre un modello di stile libero a braccia tese particolarmente efficace in termini di velocità, ma terribilmente dispendioso da un punto di vista muscolare. Il braccio di recupero teso viene utilizzato come un contrappeso per la passata subacquea al fine di aumentarne la forza. Molto comune sui 50, questo genere di nuotata ha dato risultati alterni sui 100, sopratutto in ambito maschile, mentre ha avuto più successo in ambito femminile con atlete che hanno mostrato una forza superiore.

Le semifinali dei 100sl femminili hanno invece evidenziato come sia possibile raggiungere l’eccellenza con modelli di nuotata e di distribuzione di gara totalmente diversi.
La Campbell riesce a sviluppare altissime velocità con frequenze relativamente basse, e costruisce i suoi 100 su passaggi veloci.
La Sjoestroem è riuscita a scendere sotto i 53’’ con un passaggio in 25.88 e un incredibile ritorno in 26.99, con un differenziale di 1.11. Tanto per dare un esempio la sua gara di resistenza l’ha portata a tornare 92 centesimi di secondo più lenta rispetto la gara di velocità di Morozov! Raramente i parametri maschili e femminili risultano così confrontabili.

La velocità femminile risulta essere molto vivace da un punto di vista tecnico e tattico e sicuramente in progresso, dato che per arrivare in finale è ormai necessario scendere sotto i 54’’, un limite che solo dieci anni fa era stato valicato unicamente da due atlete.

Questi mondiali stanno poi evidenziando una certa frattura tra le varie distanze dello stesso stile. Praticamente non si è trovata nessuna delfinista che nuoti sia i 100 che i 200 a livello maschile il podio dei 200 dorso e rana sarà completamente diverso rispetto quello dei 100, la sola Franklin dimostra di essere realmente competitiva nelle due distanze olimpiche del dorso, i 50 fa sembrano essere ormai diventata la gara dei velocisti puri, etc..

E’ probabile che si stia sempre più andando verso un nuoto in cui le caratteristiche metaboliche e strutturali dell’atleta acquistano un peso specifico via via maggiore rispetto alla peculiarità dello stile nuotato.
I veri esempi di polivalenza sono quegli atleti le cui caratteristiche fisiche, metaboliche e tecniche rappresentano un’ottima adattabilità alle due distanze olimpiche. Ma diventa sempre più difficile.
Ecco che solo con la gambata di Le Clos diventa ipotizzabile un impegno sui 100 e 200, solo una non velocista, naturalmente potente come la Franklin può pensare di nuotare grandi tempi sui 100 e 200, e così via

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