A dire il vero, non c'é un modo diverso, per lo meno per chi deve imparare.
Ti spiego perché con una metafora: immagina che un tuo amico di lingua inglese debba imparare l'italiano, e ti chiede di spiegargli come deve usare il tempo imperfetto dei verbi. Come forse saprai, in inglese l'imperfetto non esiste proprio.
Ora supponi che, nel tentativo di fargli capire, tu gli dica la frase "In quegli anni andavo a scuola".
Dire che la mano va infilata di 45° a stile all'esterno con una rotazione da controbilanciarsi all'assetto delle spalle BLA BLA BLA é come se dicessi al tuo amico che le frasi che cominciano con "In quegli anni" richiedono il tempo del verbo all'imperfetto.
Ragionare in quel modo (esempio della mano), secondo me é come pretendere di spiegare al tuo amico come si usa l'imperfetto facendogli sentire tante frasi e chiedendogli di provare a ripeterle.
E allora, viceversa, cercheremo di spiegare al nostro amico prima di tutto il concetto che un verbo all'imperfetto deve esprimere.
Poi cercherai di fargli applicare il concetto in tante frasi diverse: all'inizio l'uso del verbo sarà farraginoso, meccanico, ma poi arriverà a un punto in cui gli sarà automatico costruire le frasi usando correttamente l'imperfetto.
Allo stesso modo, per chi deve nuotare, é un bel lavoro cercare di far capire un concetto che sta dietro un certo tipo di azione, e poi fargliela provare in contesti i più disparati possibile, di modo che poi sarà il suo sistema neuromuscolare a costruire il movimento migliore da eseguire per fare una certa cosa.
Ovviamente, immaginate tutta questa mia riflessione preceduta da un grosso "secondo me"... :-)
The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.