silvio ha scritto:Ciao. Come detto nella presentazione, pratico nuoto e corsa. Un paio di volte la settimana a testa, quando va grassa, una volta a testa se gli impegni di lavoro/famiglia sono più ... impegnativi.
Vengo al dunque. Nell'allenamento di corsa lavoro sotto soglia anaerobica e viaggio con una frequenza cardiaca attorno ai 150 bpm anche per un'ora.
Nel nuoto, quando effettuo a stile libero delle ripetute di 10 vasche (da 20m) a un ritmo sostenuto, termino con la sensazione di avere pulsazioni alte e sono affaticato. Misuro le pulsazioni e non sono mai oltre le 120. Ho letto che in acqua le FC massimale è più bassa, e di conseguenza anch le frequenze di lavoro, ma non mi spiego la sensazione di affaticamento con pulsazioni tutto sommato così basse.
Hai letto male.
La frequenza massimale è individuale e stabilita dalla propria personale mappa metabolica,non da quello che fai o dove lo fai.
Comunque la frequenza cardiaca non è un indice della fatica o della stanchezza,ma solo dell'intensità del lavoro.
Voglio dire....se aumenti la richiesta energetica dunque il fabbisogno di risorse trasportate dal sangue,allora il cuore reagisce pulsando con maggiore frequenza per aumentare la velocità di trasporto delle risorse energetiche.
Facendo così aumenta ovviamente la stanchezza,ma essa è una conseguenza dell'aumento della frequenza,non una sua causa.
Perchè il cuore è un muscolo e come tutti i muscoli quando si stanca tende a diminuire le contrazioni dunque il regime di lavoro.
Un po' come quando in palestra dopo qualche ripetuta al bilancere,per il sopravvenire della fatica ti tocca rallentare la frequenza delle esecuzioni.
Quindi non è che più sei stanco e più vanno su le pulsazioni,anzi a volte è il contrario.
Quindi quando nuoti e ti affatichi il cuore dapprima aumenta le pulsazioni per reagire all'incremento di fabbisogno energetico generato dalla fatica,ma poi quando la fatica aumenta per davvero allora anche il cuore si stanca e non riesce più ad aumentare la frequenza.
Esempio:
Un atleta deve fare un certo numero di ripetute di 200 metri alla massima velocità.
Le pulsazioni sono elevate nella prima ripetuta,poi aumentano e diventano elevatissime nelle ripetute successive,poi restano elevatissime per un numero di ripetute dipendenti dalla capacità metabolica dell'atleta;poi quando il limite metabolico dell'atleta viene raggiunto il cuore comincia a diminuire le frequenze e in conseguenza di questo le ripetute vengono eseguite a velocità progressivamente inferiore.
Quindi in un ipotetico grafico rappresentante la frequenza cardiaca vedremo una curva convessa,a forma di parabola,crescente lentamente nella prima metà e calante rapidamente nella seconda metà dopo l'apice.
Invece in un grafico della fatica vedremo una curva concava che si eleva dapprima lentamente e poi si impenna più o meno nel momento in cui la curva della frequenza comincia ad abbassarsi.
Dunque quello che provi in acqua è normalissimo quando si raggiunge una elevata stanchezza.
Benvenuto nel gruppo di chi ha capito sulla sua pelle quanto sia faticoso fare sport in acqua invece che a secco.
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