1 (modificato da Cirone Furioso 23-07-2014 19:27:58)

Argomento: Galleggiamento e gambate

Mi sono sempre detto che i 4 stili non servono per stare a galla: prima si galleggia, e poi si imparano i 4 stili.

In tal senso, c'è stato un momento in cui mi sono dedicato a risolvere il vizio di usare le braccia anche per stare a galla: prima si sta a galla, e poi con le braccia si spinge, ma per muoversi, non per stare a galla.

Ieri mi sono chiesto (ma mi viene già da rispondermi di sì): si può fare lo stesso ragionamento parlando delle gambe?

In altre discussioni già si è spiegato che chi nuota a stile, deve essere in grado di farlo anche a gambe ferme.

Quindi, in effetti, come ho ragionato per le braccia a suo tempo, è giusto dire la stessa cosa per le gambe? Prima galleggio, e poi uso le gambe per contribuire alla propulsione, ma non per tenere a galla la parte inferiore del corpo.
E inoltre, non necessariamente nel senso di sequenza motoria: nel senso di idea di metodo,di acquaticità.

Naturalmente il nuotare è frutto di tutta un'architettura di equilibri che applichiamo nel mentre in cui pratichiamo i 4 stili, ma da un punto di vista didascalico vi pare che il ragionamento abbia una sua valenza?

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Galleggiamento e gambate

Ciao,

mi interessa tantissimo questo topic...

Nella mia presentazione postata poco fa, accennavo ad una forte difficoltà con il fiato quando nuoto a stile.

La sensazione è quella di dover spingere molto con le gambe, per voler contrastare la tendenza alla discesa dal bacino in giù...

Nella mia nuotata a stile, certamente solo abbozzata, so di spender troppa energia con l'azione delle gambe... per questo dopo 40 m... non ne ho più...

Quali azioni possono contribuire a trovare una migliore acquaticità, ovvero un più naturale galleggiamento delle gambe?

Grazie per lumi!

Marco

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3 (modificato da Animalunga 23-07-2014 22:32:31)

Re: Galleggiamento e gambate

In piscina e in acqua dolce si galleggia meno e le gambe sono le prime ad affondare.
Infatti tutti gli esercizi a gambe ferme prevedono l'uso del galleggiante.
Mi hanno sempre detto che la funzione delle gambe nel crawl e nel dorso è di "stabilizzare" e, se le gambe invece di muoversi tendono a rallentare, la parte posteriore del corpo affonda sbilanciando la nuotata.
Invece nella rana e nel delfino la funzione propulsiva delle gambe è più marcata.
Quindi le gambe vanno mosse.
SEMPRE!
E d'altro canto, quante volte si vedono gli istruttori mimare con le mani l'azione delle gambe? Tutti sappiamo che in quel momento qualcuno si sta beccando uno shampoo perché tiene le gambe troppo ferme.

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4

Re: Galleggiamento e gambate

Ci sono casi in cui le gambe vengono tenute in modo talmente non idrodinamico che andrebbero mosse meno possibile!

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

di marina sito web

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Re: Galleggiamento e gambate

avevo anche io quel problema nel crawl...se vuoi posso dirti come hanno provato a risolverlo su di me....crawl a gambe immobili inserito negli allenamenti SENZA PULL
Piano piano impari come tenere le gambe in posizione idrodinamica e "galleggiante" senza muoverle come un forsennato
Ora ho quasi il problema opposto (utilizzo poco le gambe)

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6 (modificato da Cirone Furioso 24-07-2014 10:15:28)

Re: Galleggiamento e gambate

Bravo, è quello che ha stimolato anche me: io me ne sono accorto in particoalre facendo un esercizio sul dorso, ma, a livello di concetto poco cambia.

Stavo riflettendo sul perché non riuscissi a tener su le gambe lì per lì mi dicevo "non ci riesco perché è solo un esercizio per stimolare, ed è difficile apposta". Invece no: per quanto possa essere difficile, uno, direi, deve galleggiare, punto e basta.
A stile invece riesco abbastanza, ma non in scioltezza: evidentemente perché galleggio meglio.

E quindi mi sono detto che ancora sbraccio e sgambo anche per tenermi a galla, oltre che per spostarmi.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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7 (modificato da ippocampo 24-07-2014 22:25:56)

Re: Galleggiamento e gambate

Questa giusta riflessione di Ciro mi fa riflettere su come spesso il nuoto venga insegnato male, c'è un sacco di gente che nuota ma non sa galleggiare perché non glielo hanno nemmeno mai fatto fare! yikes
Io per prima però devo dire che sto insegnando ad un ragazzo che è un piombo e sto lottando con grande difficoltà per riuscire a farlo galleggiare, purtroppo sembra un'impresa impossibile! Consigli?

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8

Re: Galleggiamento e gambate

Ambientamento! Come se avesse 5 anni! Senza giochi,per non farti mandare a quel paese,ma il senso deve essere quello.

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

di marina sito web

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Re: Galleggiamento e gambate

Certo che insegnare a qualcuno che non ci riesce a galleggiare dev'essere davvero difficile.

Per come l'ho concepita io, questa riflessione rientra nell'ambito di individuare i temi più efficaci per sviluppare correttamente quel "progetto di motricità" che compie il cervello in cooperazione con il sistema nervoso, già descritto più volte da Stefano, che sta alla base di ogni attività motoria.

Voglio dire: fornire le idee giuste per poter apprendere i movimenti corretti in modo costruttivo.

Scrivo queste cose non perché io pensi di essere più furbo degli altri, ma anzi, ancora una volta, perché credo che ogni testimonianza di esperienza del percorso di un neofita possa risultare utile agli istruttori per capire con maggior precisione quali sono le difficoltà che incontra un allievo imparando a nuotare.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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10

Re: Galleggiamento e gambate

il galleggiamento..che cosa importante..direi una delle cose piu importanti..non per nulla da noi in piscina, il passaggio dal 1° al 2° livello avviene se l allievo e' in grado di galleggiare in maniera passiva nella posizione della mummia o se preferite della bottiglia,chiaramente valutando anche altro ma, il galleggiamento passivo e' uno dei fattori piu' importanti da valutare...  bambini e adulti possono anche muoversi in maniera più o meno diciamo "efficace" e riuscire a spostarsi nell acqua ma, la domanda da porsi e' :  "se finiscono le energie e non riescono più a nuotare? sono in grado di essere lo stesso sicuri in acqua? magari galleggiando passivamente..."
Attribuisco questa priorita' nello stessa misura sia ai bambini che agli adulti e chiaramente non tralasciando "i meno giovani"...

se vuoi puoi tutto il resto sono scuse big_smile

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Re: Galleggiamento e gambate

Che io mi ricordi pur avendo fatto tutti i livelli di scuola nuoto non ho mai ricevuto particolari nozioni sul "galleggiamento" se non sullo scivolamento passivo ma si parlava gia quasi di agonismo ! Purtroppo temo che sia poco affrontato come tema almeno in molte scuole nuoto
smile

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12

Re: Galleggiamento e gambate

" se non sullo scivolamento passivo ma si parlava gia quasi di agonismo "   ma scivolamenti (passivi e attivi)  e galleggiamento sono nozioni da primissimi livelli, le primissime forme di scivolamento le fanno gia' al 1° livello!!...non che dopo non vengano ripresi gli scivolamenti ma di certo  come nozione gia' acquista e sicuramente , non da iniziare  a parlarne a ridosso dell agonismo...mi sembra inconcepibile una cosa del genere sad     

eugenio94 ha scritto:

Che io mi ricordi pur avendo fatto tutti i livelli di scuola nuoto non ho mai ricevuto particolari nozioni sul "galleggiamento" se non sullo scivolamento passivo ma si parlava gia quasi di agonismo ! Purtroppo temo che sia poco affrontato come tema almeno in molte scuole nuoto
smile

se vuoi puoi tutto il resto sono scuse big_smile

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Re: Galleggiamento e gambate

Ho parlato di galleggiamento, ma da neofita, quando imparavo il nuoto, ricordo che se mi si parlava di galleggiamento, mi immaginavo la capacità di stare in verticale in acqua remando con gambe e braccia.

In verità avrei dovuto parlare di equilibrio: sempre ripercorrendo il mio percorso da neofita, credo non si ripeta mai abbastanza il fatto che non si usano le braccia e le gambe per stare a galla.

A me questa cosa non è mai stata insegnata, mi è sfuggita per tanto tempo prima che la cominciassi a ragionare, tanto che tutt'ora faccio esercizi per demolire vari vizi che ne sono derivati.

Proprio ultimamente, appunto, mi sono trovato a riflettere che, come già avevo fatto per le braccia, evidentemente deve essere così per le gambe.

Il fatto della bracciata poi è forse in generale più nevralgico, più cruciale: la sensazione di disagio che può avvertire l'allievo che comincia ad affrontare l'ambientamento deriva dall'immersione del viso, e nel tentativo istintuale di non tenerlo in acqua, credo di poter dire che la prima reazione sia agitare le braccia.

Se chi impara a nuotare non viene portato ad assimilare questa sensibilità per l'equilibrio, si troverà molto probabilmente a sbracciare e a sgambare miscelando in maniera deleteria da una parte input appiccicati in qualche maniera sul come si muovono gli arti (il famoso "compitino" cui, ancora una volta, ha puntato il dito Stefano spessissimo), e dall'altra movimenti che a livello istintuale sono ispirati dallo sforzo di non affondare.

Quindi, tornando al tema del mio post, quello che mi propongo è di provare a mettermi in equilibrio sul dorso e sulla pancia, e da fermo, provare spostarmi con le gambe, per vedere se e quanto perdo l'equilibrio.

Lo scivolamento credo proprio di poter dire che sia un tipo di sensibilità differente.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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