Argomento: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Sono ormai due mesi che mi alleno con la squadretta della piscina dove cominciai a nuotare ormai 7 anni e mezzo fa.

Mi ha convinto l'istruttore che avevo l'anno scorso, visto l'esperienza che ho avuto con lui e viste le mie ambizioni.

Ho fatto allenamenti che non so davvero come ho fatto a farli, ma li ho fatti.

Quello che più mi sconforta, non è tanto la fatica, quanto il fatto che io posso anche portare a termine 3000 metri a stile, ma se li nuoto poi male, ha veramente senso?

Io forse mi sottovaluto, nel senso che sebbene nei lavori lunghi sia fra i più lenti (per altro quasi tutte donne), comunque sono nella media di altre 2 o 3 nuotatrici (siamo in 8); quindi forse significa che in verità mi sconforta la fatica. Ma io sento che quando comincio ad accumulare metri, mi sembra di strisciare piuttosto che di nuotare: zoppico, mi irrigidisco, quasi mi piglia lo sconforto, tanto che non riesci nemmeno a provare la virata, con la quale pure mi guardo molto con sospetto...

Insomma, a me sembra che abbia poco senso che continuo a fare tutto questo lavoro se mi sembra di farlo male, voi cosa ne pensate?
Per altro, anche l'allenatore dice che la mia nuotata a stile è ancora involuta, e che è evidente che fatico più di quanto non riesca a produrre.

Eppure, altro dato, se vogliamo, quando facciamo i massimali sui 25, o sui 50, sono fra i più veloci!

Cosa devo pensare?
Insistere con l'idea che non posso che migliorare? Torno a fare i corsi normali?

Per altro, facciamo dei lavori molto vari: cominciamo sempre con nuotate tecniche di ogni tipo, e poi facciamo il grosso del lavoro (quasi tutto a stile, per quanto variato nelle intensità e nelle modalità).

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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2

Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

2 mesi di nuoto master e ti viene lo sconforto????? tongue

cirone, vai tranquillo e continua i master, se fatti bene possono offrire un notevole boost al tuo apprendimento tecnico, migliorando anche notevolmente le tue capacità condizionali, dato che viaggiano di pari passo.

Certo non ha senso nuotare quando la tecnica decade notevolmente, ma è inevitabile accusare stanchezza in determinate ripetute ed è NECESSARIO soffrire per migliorare... nessuno migliora senza soffrire un pò. L'importante però è sempre lavorare con una certa gradualità, ed essere seguiti durante tutto il percorso. Affidati al tuo allenatore e vai tranquillo smile

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Ha ragione Thorpe, non farti premdere dallo sconforto. Sai quando ti renderai conto dei benefici di tutto il lavoro fatto? Quando ti prenderai un attimo di pausa(metti, le vacanze di Natale) e al ritorno avrai metabolizzato tutti gli sforzi e i progressi ancora inespressi. Io, ogni tanto, mi prenderei una vasca tutta per me(nuoto libero) per nuotare rilassato e riscoprire il piacere di una nuotata in scioltezza curando la tecnica e lavorando su tutte le sensazioni accumulate. Buon lavoro.

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Se c'è una cosa che mi ha insegnato il nuoto è che non bisogna mai guardare le nostre sensazioni in acqua o peggio ancora le percezioni.
Basati sui tempi,alla fine sono quelli che contano.
Se migliori i tempi, sei a posto e puoi lasciar perdere tutto il resto.

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

E' vero, ma, in questa fase i tempi potrebbero essere anche peggiorati senza che questo pregiudichi l'obiettivo dell'allenamento. Diamo tempo al tempo.... smile

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Cirone Furioso ha scritto:

bla bla bla (per altro quasi tutte donne) bla bla bla

Va bene, abbiamo capito perchè ti sei iscritto ai master wink

Scherzi a parte, stringi i denti e continua così!

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7 (modificato da Cirone Furioso 11-11-2014 00:19:19)

Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

La risposta di Paolo mi ha fatto molto sorridere!

Un po' mi avete detto quello che volevo sentirmi dire, in effetti smile

Certo non è mica facile conciliare questo impegno con lavoro, famiglia, e tutto il resto; e poi io sono una persona piuttosto elusiva, anzi: se c'è una cosa importante che sto imparando con il nuoto (grazie agli incitamenti del gruppo), è che se ci metti determinazione, puoi riuscire a fare cose che ti sorprendono.
Quante volte (anche stasera) a dirsi "No, questo non ce la faccio, mollo l'osso!", poi ti spingi dal muretto e dici, "Va bè proviamo" e ci arrivi in fondo!

È molto dura per uno come me che non ha mai fatto sport sistematicamente quando forse sarebbe stato il tempo per farlo, durante l'adolescenza.

Meglio tardi che mai?
Forse sì; certo, oltre ai fattori condizionali, sento mancarmi anche la dotazione "psicologica" che ti consente di gestire lo sforzo e il sacrificio.
Anche oggi una mia amica mi ha detto "Insomma, smettila di farti delle seghe mentali!!"
big_smile

Sono quasi tutte donne, ma sono tipe toste!

Fra l'altro: uno fa alla svelta a dirsi "Lo faccio solo perché voglio divertirmi".
Secondo me, passatemi l'espressione, un bel paio di balle.

Stasera abbiamo fatto come lavoro centrale degli scatti da 50 metri, con dei recuperi abbondanti: bè, insomma io ero in smania ogni ripartenza, e volevo subito sapere quanto avevo fatto io e quanto anche gli altri!
Insomma, se fai questa cosa lo fai perché vuoi vedere quanto ti migliori, e in questo sport mi pare ovvio che migliorarsi significa andare più forte.
@Catullo: in linea di massima, mi piace tener conto dei tempi solo quando faccio questo tipo di lavoro; o meglio: mi diverto a vedere quanto ci metto.
Sui lavori più lunghi, guardo il tempo solo per cercare di capire se sono riuscito a mantenere una certa velocità di crociera e rapportarla con il tempo medio di resistenza sui 100 metri che abbiamo individuato dopo un mese di attività per ognuno di noi.
Se poi devo fare 200 metri o più, allora mi interessa solo di cercare di concentrarmi sulla nuotata, che per me vuol dire sostanzialmente, mantenere la calma, non farsi prendere dall'affanno, e non irrigidirsi.


Ultima riflessione: mi dà un po' da pensare il fatto che non riuscirò mai a colmare l'abisso con chi ha praticato il nuoto da giovane, magari da agonista.
Insomma, i miei tempi saranno sempre, temo, al limite del ridicolo; non sono del tutto sicuro di potermi sentire gratificato in pieno all'idea che il mio primo avversario, per dir così, sono io stesso....

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Ma perchè? Tutto è relativo... se io avessi fatto agonismo serio i miei tempi mi sembrerebbero ridicoli, se penso al(poco) lavoro che ho fatto in gioventù sono abbastanza gratificato. Certo quando vedo un cinquantenne che scende sotto il minuto nei 100 s.l. un pò di rammarico rimane ma poi penso ai miei obiettivi e al fatto che per quel cinquantenne(che magari in passato ha fatto molto meno) quel risultato rappresenta molto meno che 1 e 20" per uno che ha cominciato da poco. Ti dirò, io e il fondo siamo distanti anni luce, non andrò mai a medaglia; eppure mi gratificano molto di più i piccoli progressi che faccio in mare dell'ennesima medaglia vinta nei 50 s.l..   
Insomma, cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno ma se c'è da riempire molto sono più contento........  smile

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Per pura curiosità, quanto fate nei 50 stile ?

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

giotta ha scritto:

Per pura curiosità, quanto fate nei 50 stile ?

Io 30" basso: ogni volta faccio qualche bischerata che mi impedisce di scendere sotto i 30"(la virata, gli occhialini che e ne vanno al tuffo.....) e penso che a questo punto ci rinuncerò..... sad

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Cirone Furioso ha scritto:

Insomma, a me sembra che abbia poco senso che continuo a fare tutto questo lavoro se mi sembra di farlo male, voi cosa ne pensate?
Per altro, anche l'allenatore dice che la mia nuotata a stile è ancora involuta, e che è evidente che fatico più di quanto non riesca a produrre.

Significa che il volume delle ripetute non è adeguato e produce un calo di lucidità troppo elevato che ti impedisce di controllare la tecnica;questo peggiora le resistenza,amplifica la fatica e determina un processo a catena che rischia di compromettere il raggiungimento dell'obbiettivo della seduta stabilito dall'allenatore.
Significa che hai bisogno di diminuire il volume delle ripetute:cioè se (per esempio) fare 1 km suddiviso in 5 x 200 ti provoca quelle sensazioni,allora è il caso di trasformarlo in 10 x 100
Il volume totale resta invariato,ne viene abbassato ma solo di poco il potenziale allenante in termini di resistenza,e in cambio si favorisce una tecnica migliore e verosimilmente un aumento del numero delle ripetute e quindi del volume totale,riuscendo magari a compensare l'effetto sulla resistenza.

Non basta dunque che l'allenatore ti dica che hai una nuotata involuta,occorre anche che prenda lui le contromisure adatte allo scopo di farti centrare l'obiettivo di serata senza compromettere la tua nuotata.
I migliori allenatori sono quelli che non si limitano a prendere le tabelle paro paro dai libri di testo;sono invece quelli che distribuiscono gli atleti su più corsie,poi assegnano il lavoro alterandolo marginalmente da una corsia all'altra in modo che tutti raggiungano l'obbiettivo della serata nel rispetto delle esigenze individuali.

Prova magari a mettercela tu la pulce nell'orecchio all'allenatore ponendogli un quesito:
"visto che nuoto male per colpa della fatica,non sarebbe magari il caso che io faccia ripetute più corte ma in numero maggiore,cosi da fare lo stesso lavoro senza compromettere la tecnica ?"

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

giotta ha scritto:

Se c'è una cosa che mi ha insegnato il nuoto è che non bisogna mai guardare le nostre sensazioni in acqua o peggio ancora le percezioni.
Basati sui tempi,alla fine sono quelli che contano.
Se migliori i tempi, sei a posto e puoi lasciar perdere tutto il resto.

Sbagliato.
Per due motivi che corrispondono ad altrettante situazioni:
Prima situazione,uno sviluppo positivo della tecnica che però incida sugli equilibri:
ipotesi,hai sempre nuotato malino ma ti sei abituato a determinati equilibri e i tuoi muscoli si sono adeguati ad applicare la forza in determinate condizioni;
se la correzione degli errori influisce su quegli equilibri,vivrai un periodo di transizione durante il quale pur nuotando meglio i tempi saranno più alti per l'effetto combinato di un maggior dispendio energetico dovuto al disagio psicologico di dover controllare un'azione che ancora non va in automatico,e della minore forza applicata in acqua a causa dei diversi equilibri.
Nel lungo periodo il profitto sulla tecnica si farà sentire e i tempi si abbasseranno,ma nel breve peggioreranno quasi certamente.

Seconda situazione:
per effetto di un lavoro inadeguato hai peggiorato la tecnica,ma dato che un miglioramento iniziale della condizione fisica c'è sempre anche col più cane degli allenatori o con un lavoro casuale è possibile che il bilancio finale sia tale che i tempi migliorino ugualmente,magari anche di molto.
Poi nel lungo periodo ci si adegua a quella che prima era una novità e i limiti di un lavoro sbagliato saltano fuori e il miglioramento rallenta o si ferma.
O addirittura si verifica una regressione per effetto proprio del lavoro sbagliato,e allora l'atleta si interroga su cose tipo la mancanza della palestra,il cibo sbagliato....gli integratori che non ho mai preso ma forse servono....non ci sto più con la testa....forse mi serve un allenamento personalizzato....però mai metterà in dubbio i sistemi allenanti che tanto gli avevano reso simpatico il cronometro fino a poco tempo prima.
Pensaci e scoprirai che è il caso di una percentuale enorme di nuotatori master,per effetto della tipica gestione alla cacchio cacchio.
Invece con un lavoro adeguato sarebbero migliorati di più fin dall'inizio per un effetto combinato della tecnica col primo miglioramento della condizione,in più nel lungo periodo l'effetto della tecnica si combinerebbe con un migliore sviluppo metabolico rispetto ai lavori casuali,con miglioramenti molto più consistenti perlomeno fino a che non si raggiunge il limite di confine con gli ex agonisti,dopodichè continuerebbero ad abbassarsi di pochi decimi ma comunque sempre di qualcosa,peggiorando solo alle soglie più elevate di età.

In entrambi i casi hai migliorati i tempi,ma la realtà è diversa da quella che appare,e la colpa di quello che succederà in seguito è esattamente del periodo nel quale invece eravamo cosi contenti per "colpa" del cronometro.

Ciao

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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13 (modificato da Cirone Furioso 11-11-2014 20:59:15)

Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Gliene parlerò sicuramente; avevo già in mente di farlo: non avrebbe molto senso fare il piagnisteo su Nuotomania e non parlare in prima persona dei propri dubbi con chi è parte in causa protagonista della situazione.
Per altro già si sforza, per quanto gli consente la normale attività di nuoto libero e di corsi dell'impianto, di suddividerci sempre in almeno due corsie, e tipicamente, per lo meno le ripartenze, sono sempre personalizzate.
Laddove è possibile, anche per ognuno di noi, e sono basate su un test che abbiamo fatto un mese dopo l'inizio della attività su 800 metri di percorrenza a stile.

Non so se la domanda di Giotta fosse rivolta anche a me, ma ti rispondo anch'io: all'incirca percorro 50 metri in 41" partendo dal muretto (andando a tavoletta, o quasi; ma la mia preparazione non mi consente ancora di essere esplosivo lungo tutta questa distanza).
Però non ho ancora metabolizzato la virata, quindi lo scambio al muretto dopo i primi 25 mi porta via, credo un mucchio di tempo.

In base a quel test, era emerso che sono molto scostante, e mi è stata attribuito un tempo di ripartenza in resistenza sui 100 metri di 2' e 10"; credo di poter dire che una velocità sostenuta per me, è 100 metri in 1' e 41".

Ho il grosso cruccio della virata, che non riesco a fare mia: se sono fresco e vado con calma ok, ma appena vado in fatica, anche poco, si irrigidisce il collo, e se già questo compromette la nuotata, quando arrivo al muretto, mi preclude quasi la possibilità di innescare la capriola.
Anche il nostro allenatore mi ripete sistematicamente che le virate vanno fate sempre, e anzi che quelle fatte in attività sono quelle che servono di più, ma è un blocco che io non so proprio come superare. Alcuni mi dicono di caricare la capriola con un braccio, che così è più facile, ma io insisto che voglio metabolizzzarla come spiegato sul sito, con le braccia lungo i fianchi.

La mia speranza è che incrementando i miei requisiti con l'allenamento, in unione al fatto che accumulo "ore di volo", poi si sposterà un po' in basso l'asticella della fatica, per così dire, e riuscirò a mantenere la calma necessaria per virare.
Voi direte "male perché se ti ammazzi di vasche tutte uguali non migliori", ma il nostro allenatore sembra essere dello stesso avviso, perché vi posso garantire che è da un anno che nuoto con lui, e non mi ricordo un allenamento che fosse uguale all'altro, e nemmeno di un allenamento che non fosse cominciato con una prima parte di tecnica, o di subacquee, o comunque di esercizi di ogni sorta.

A volte mi chiedo dove li vada a pescare...

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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14

Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

stefano '62 ha scritto:
giotta ha scritto:

Se c'è una cosa che mi ha insegnato il nuoto è che non bisogna mai guardare le nostre sensazioni in acqua o peggio ancora le percezioni.
Basati sui tempi,alla fine sono quelli che contano.
Se migliori i tempi, sei a posto e puoi lasciar perdere tutto il resto.

Sbagliato.
Per due motivi che corrispondono ad altrettante situazioni:
Prima situazione,uno sviluppo positivo della tecnica che però incida sugli equilibri:
ipotesi,hai sempre nuotato malino ma ti sei abituato a determinati equilibri e i tuoi muscoli si sono adeguati ad applicare la forza in determinate condizioni;
se la correzione degli errori influisce su quegli equilibri,vivrai un periodo di transizione durante il quale pur nuotando meglio i tempi saranno più alti per l'effetto combinato di un maggior dispendio energetico dovuto al disagio psicologico di dover controllare un'azione che ancora non va in automatico,e della minore forza applicata in acqua a causa dei diversi equilibri.
Nel lungo periodo il profitto sulla tecnica si farà sentire e i tempi si abbasseranno,ma nel breve peggioreranno quasi certamente.

Seconda situazione:
per effetto di un lavoro inadeguato hai peggiorato la tecnica,ma dato che un miglioramento iniziale della condizione fisica c'è sempre anche col più cane degli allenatori o con un lavoro casuale è possibile che il bilancio finale sia tale che i tempi migliorino ugualmente,magari anche di molto.
Poi nel lungo periodo ci si adegua a quella che prima era una novità e i limiti di un lavoro sbagliato saltano fuori e il miglioramento rallenta o si ferma.
O addirittura si verifica una regressione per effetto proprio del lavoro sbagliato,e allora l'atleta si interroga su cose tipo la mancanza della palestra,il cibo sbagliato....gli integratori che non ho mai preso ma forse servono....non ci sto più con la testa....forse mi serve un allenamento personalizzato....però mai metterà in dubbio i sistemi allenanti che tanto gli avevano reso simpatico il cronometro fino a poco tempo prima.
Pensaci e scoprirai che è il caso di una percentuale enorme di nuotatori master,per effetto della tipica gestione alla cacchio cacchio.
Invece con un lavoro adeguato sarebbero migliorati di più fin dall'inizio per un effetto combinato della tecnica col primo miglioramento della condizione,in più nel lungo periodo l'effetto della tecnica si combinerebbe con un migliore sviluppo metabolico rispetto ai lavori casuali,con miglioramenti molto più consistenti perlomeno fino a che non si raggiunge il limite di confine con gli ex agonisti,dopodichè continuerebbero ad abbassarsi di pochi decimi ma comunque sempre di qualcosa,peggiorando solo alle soglie più elevate di età.

In entrambi i casi hai migliorati i tempi,ma la realtà è diversa da quella che appare,e la colpa di quello che succederà in seguito è esattamente del periodo nel quale invece eravamo cosi contenti per "colpa" del cronometro.

Ciao

Ti ringrazio per aver risposto al mio pensiero dandomi il tuo parere in merito,alla fine ho una grandissima stima di te per la tua conoscenza sul nuoto  e per la passione che ci metti. Probabilmente senza i tuoi interventi non avrei mai passato le serate a leggermi questo forum per ore(anche se rispondo poco, leggo il forum ogni 2-3 giorni).
Sono 2 anni ormai che nuoto per passione e mi sono letto pure i libri che hai consigliato ad altri utenti, ora mi sento "quasi pronto" per poter dire la "mia" in qualche argomento.Spero che tu possa rispondermi ancora sulle mie precisazioni, te ne sarei davvero molto grato.

A una frase del tipo(in senso generale):
un abbassamento dei tempi significa un miglioramento generale della nuotata, non può non essere vera.

Sarebbe come dire ad uno che fa 54 secondi nei 100 sl, che potrebbe essere peggiorato nella sua nuotata, una volta che te li fa in 52(che per carità,potrebbe anche essere vero da un punto di vista estetico).
E' vero che potrebbe aver peggiorato la tecnica ma aver acquisito una gran forma fisica, ma non puoi dire che la sua nuotata sia peggiorata per questo (io guardo la cosa in senso generale,non estetico o altro).

Per quanto riguarda il primo caso, è sicuramente vero quel che dici, ma bisogna sempre guardare da che punto di vista:
Cerco di spiegarmi meglio, la correzione della nuotata (da un punto di vista tecnico) può sfasare gli equlibri e alzarmi i tempi, ed è vero, ma se prima ci mettevo 15 secondi a fare una vasca, e ora pur nuotando meglio(ipotesi guadagno 1 secondo a vasca perchè il mio stile è stato corretto ed è + efficace) ho un deficit per via degli equilibri (che mi fa perdere 2 secondi a vasca), alla fine è come dici tu e io ci metto un secondo in + a fare la vasca, ma se guardiamo il tempo, tutto torna, ci ho messo un secondo in + e la mia nuotata è peggiorata(in senso di prestazione, o senso generale).

Cioè, quelli che porti tu sono veri, ma non sono casi "limite" ?
Di solito, ad un miglioramento tecnico e fisico, corrisponde un abbassamento dei tempi, o sbaglio ?

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Cirone Furioso ha scritto:

Alcuni mi dicono di caricare la capriola con un braccio, che così è più facile...

Ma proprio no invece.
Caricare col braccio da un disturbo enorme.
Se a uno sembra più facile significa che le virate non le sa fare,punto.


Cirone Furioso ha scritto:

A volte mi chiedo dove li vada a pescare...

Si inventano,basta un po' di fantasia e su un solo obbiettivo scambiando fa loro i lavori centrali secondari e accessori e le rispettive modalità esecutive ne puoi fare centinaia di migliaia.

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

giotta ha scritto:

Cioè, quelli che porti tu sono veri, ma non sono casi "limite" ?
Di solito, ad un miglioramento tecnico e fisico, corrisponde un abbassamento dei tempi, o sbaglio ?

No,non sono casi limite,sono cose che succedono di continuo.

giotta ha scritto:

Per quanto riguarda il primo caso, è sicuramente vero quel che dici, ma bisogna sempre guardare da che punto di vista:
Cerco di spiegarmi meglio, la correzione della nuotata (da un punto di vista tecnico) può sfasare gli equlibri e alzarmi i tempi, ed è vero, ma se prima ci mettevo 15 secondi a fare una vasca, e ora pur nuotando meglio(ipotesi guadagno 1 secondo a vasca perchè il mio stile è stato corretto ed è + efficace) ho un deficit per via degli equilibri (che mi fa perdere 2 secondi a vasca), alla fine è come dici tu e io ci metto un secondo in + a fare la vasca, ma se guardiamo il tempo, tutto torna, ci ho messo un secondo in + e la mia nuotata è peggiorata(in senso di prestazione, o senso generale).

Provo a chiarire sintetizzando al massimo.
Nel primo caso il peggioramento è temporaneo e viene compensato con un grandissimo miglioramento successivo.
Un po' come uno che investe 100mila euro in una attività:li per li sembra più povero finanziariamente,ma in termini economici invece è più ricco,e appena cominciano a fruttare li riprende con gli interessi.
Nel secondo caso invece il miglioramento è una illusione che prima o poi lascerà il posto ad un peggioramento,o nella migliore della ipotesi ad una stagnazione.
In pratica si tratta di una illusione o nella migliore delle ipotesi di un cattivo affare,positivo ma solo in modo marginale e meno di quello che avremmo potuto ottenere in altro maniera.

Ciao

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Ti ringrazio per la spiegazione,ora ho le idee + chiare.

Secondo te, avere 32 anni e nuotare da 2, e fare meno di 30 secondi nei 50 stile è una buon risultato ?
Che miglioramenti posso ambire ad avere ?

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Scusate se mi riprendo il mio post: il 30 novembre faccio il "battesimo del blocco" agli italiani UISP a Livorno!!!!
Gareggerò i 50 rana e credo i 100 stile in vasca lunga!!!!

Sono super in smania, sento che mi divertirò un mondo!!

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Evvai! attenzione alla partenza, ma non fare come me che alla prima gara, per timore di essere squalificata per falsa partenza, ho quasi aspettato che le altre fossero in acqua wink

"questo spazio è vuoto perché sono una persona priva di fantasia" Col. Kurtz

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Cirone Furioso ha scritto:

Scusate se mi riprendo il mio post: il 30 novembre faccio il "battesimo del blocco" agli italiani UISP a Livorno!!!!
Gareggerò i 50 rana e credo i 100 stile in vasca lunga!!!!

Sono super in smania, sento che mi divertirò un mondo!!

Vogliamo il videooooo !!!!!!

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Bè, ci puoi scommettere!

The ice caps are melting, Leonard.
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22 (modificato da Cirone Furioso 15-11-2014 21:09:31)

Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

stefano '62 ha scritto:
Cirone Furioso ha scritto:

Insomma, a me sembra che abbia poco senso che continuo a fare tutto questo lavoro se mi sembra di farlo male, voi cosa ne pensate?
Per altro, anche l'allenatore dice che la mia nuotata a stile è ancora involuta, e che è evidente che fatico più di quanto non riesca a produrre.

Significa che hai bisogno di diminuire il volume delle ripetute:cioè se (per esempio) fare 1 km suddiviso in 5 x 200 ti provoca quelle sensazioni,allora è il caso di trasformarlo in 10 x 100
Il volume totale resta invariato,ne viene abbassato ma solo di poco il potenziale allenante in termini di resistenza,e in cambio si favorisce una tecnica migliore e verosimilmente un aumento del numero delle ripetute e quindi del volume totale,riuscendo magari a compensare l'effetto sulla resistenza.

Ieri sera sarebbe stata un'occasione perfetta per esprimere questo ragionamento: dopo la prima parte di attività, il "piatto principale" è stata una serie 3 x 400 a SL, con ripartenze indicate per una velocità non impegnativa.

Avrei potuto tranquillamente proporre di spezzare il lavoro, magari facendo 3 volte 4 x100, ma ho preferito sforzarmi di cercare di portare a termine il lavoro impartito.
Ti spiego perché in base ad alcune riflessioni che mi sono fatto riguardo a, chiamiamola, la "gestione psicologica della fatica".

Supponiamo che io debba fare delle ripetute da 200 metri, anche non veloci: per me si tratta di un lavoro che recepisco come qualcosa che mi darà da penare, quindi parto con un po' di soggezione psicologica.
Eppure diverse volte poi capita che magari faccio quasi tutto il percorso bestemmiando tutti i santi, con la sensazione di non farcela più: arriva l'ultimo 25, e magicamente mi sento confortato e me lo faccio nuotando in tranquillità e magari accelerando un po'.
Ma non mi era sembrato di essere sfiancato?…

L'allenatore, ma anche altri istruttori con cui ho nuotato, mi hanno fatto notare che gestisco male la fatica; è emblematico come, durante il riscaldamento, tendo ad andare più veloce di quelli che invece normalmente viaggiano più di me.
Parentesi: io penso che sia anche un modo di compensare un ambientamento difettoso, a dire il vero; compenso il fatto di non essere bene a mio agio appoggiandomi sull'acqua, nuotando più freneticamente. Chiusa parentesi, qui non sarebbe costruttivo.

Quindi, da un punto di vista psicologico, "sperimentare" lavori lunghi, può indurmi ad avere meno soggezione di ripetute più brevi, che poi affronterò meglio, perché sono più rilassato.

In senso più generico, quando prima avevo scritto "mi manca la dotazione psicologica", intendevo dire questo: non avendo mai sperimentato la fatica, affrontare questi lavori mi consente di accumulare esperienza.
Come dire che imparo a capire quanta energia mettere a budget per fare un lavoro, senza lasciarmi prendere da patemi inutili, e quindi inducendomi a fare i lavori con più tranquillità, ergo, nuotando meglio.

The ice caps are melting, Leonard.
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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Ciro da quello che scrivi mi pare che in effetti tu non abbia ancora imparato ad affrontare e gestire la fatica.
E ci mancherebbe dico io, dato che son due mesi che ti alleni con la squadra master.
Anch'io ho paura nelle ripetute quando le distanze si allungano...ultimamente ho fatto un lavoro di 1600m in resistenza:
100 - 4x50 - 300 - 4x100 - 300 - 4x50 - 100 a 1' 35'' passo 100.

Il primo 300 avevo paura di andare troppo forte e "bruciarmi", davanti a me avevo una conoscenza del forum (mezzofondista che viaggia sugli 850 punti) che tra un po' mi doppia...li ho chiusi in 4:34...
I secondi 300, che teoricamente dovevo essere più stanco ho voluti affrontarli con più grinta, 4:22...questione di testa.

Quando facciamo lavori di C1, a delfino finisco che non riesco ad uscire dall'acqua, con soddisfazione del mio allenatore ("è così che bisogna sentirsi dopo un lavoro così"), a stile invece evidentemente non riesco a dare tutto, a delfino stancarsi è più facile, mentre a stile bisogna mettercela proprio tutta ed evidentemente la mia testa non se la sente di ingranare quella marcia in più.

Vedari che allenamento dopo allenamento migliorerai sempre di più.

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24 (modificato da Cirone Furioso 16-11-2014 22:02:16)

Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Paolo82 ha scritto:

Ciro da quello che scrivi mi pare che in effetti tu non abbia ancora imparato ad affrontare e gestire la fatica.

Penso sia significativo il fatto che quando pratico la corsa sperimento sensazioni da affaticamento simili a quelle che provo nel nuoto: quando comincio ad accusare la fatica peno fatica a correre decentemente.
Collo rigido, spalle incassate, piedi striscianti, passo asimmetrico sono sempre in agguato, se non si mantiene la concentrazione.
A ben pensarci, potrebbero essere vizi esattamente "paralleli" a quelli che sperimento quando nuoto.

Però, oltre al fatto di non essere in grado di "formulare un piano di budget dello sforzo" in base al lavoro che ho davanti, secondo me c'è qualcosa di più: come dicevo all'ìnizio, io ho un atteggiamento elusivo nei confronti della fatica.
Secondo me la mia azione diventa disordinata perché mi sa fatica sforzarmi di restare concentrato, di guardare in faccia il momento di stresse costringermi a restare lucido.
E come se cercassi un alibi, come un bambino capriccioso che scalcia e si dimena perché non vuole studiare, quando invece sforzarsi di restare concentrati a studiare sarebbe l'unica cosa sensata da fare.

Secondo me, alla fin fine, visto e considerato che comunque le sessioni di lavoro che facciamo sono sempre estremamente varie e quindi diversamente stimolanti, può avere anche un senso cercare di fare i lavori lunghi "alla bell'e meglio", per così dire, a tutti i costi: anche solo per imparare a non farsi dei patemi.

Certo che io non so come siano gli allenamenti di altri sport, ma allenarsi al nuoto sono proprio volatili per diabetici...
E poi, se è vero, come certamente è, quanto Stefano spiegò in un altro post riguardo alla dotazione genetica che un essere umano si costruisce nell'età dello sviluppo in base alle attività che svolge, bè, allora io parto probabilmente un po' svantaggiato.

Può valere come scusa?... smile

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Un po' di sconforto dopo due mesi di nuoto master...

Secondo me il paragone con la corsa non regge, a meno che tu non facessi allenamenti con le ripetute simili al nuoto.
Io ero appassionato di trail running (lo sono ancora, ma le mie ginocchia mi impongono di essere molto prudente), capitava di correre su percorsi di 30 km, con 1000 m di dislivello, per sentieri, boschi e crinali. In piscina magari se lo racconto penserebbero che facessi chissà che, ma in realtà quando fai questo tipo di sforzo sei tu che imponi il ritmo alla corsa, puoi sempre rallentare, in salita puoi anche camminare un po', una breve discesetta ti fa tirare il fiato, e una salita è persino benvenuta dopo una lunga discesa.
Facendo le ripetute in vasca il ritmo lo impone l'orologione, o il cronometro del coach, o quello che sta davanti a te, o quello dietro che non vuoi che ti raggiunga, è un tipo di sforzo COMPLETAMENTE diverso, e ci vuole una forma mentale diversa.
Mi ricordo la fatica che facevo all'inzio, mi ricordo una fame d'aria che mi provocava una sorta di nausea (probabilmente stavo sbagliando qualcosa).
Poi piano piano si impara a gestire tutto, si migliora tecnicamente, si migliora metabolicamente, si migliora mentalmente.
Ora guardavo il lavoro del martedì:

Soglia 2x200sl+8x50 1xst+4x100sl sl base 1'40"-1'45" 50 1'05"-1'10"

io sono un dorsista inguardabile, e penso a quei 50 dorso dietro il 50 delfino, so che farò fatica, ma con un po' di grinta si fa tutto... (e se uno scoppia pace, non muore nessuno...)
wink

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