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Argomento: Ultra short race pace training (USRPT)

Ciao a tutti, vorrei sapere il vostro parere sulla metodologia di allenamento proveniente dagli USA, ovvero l'ultra short race pace training (USRPT).

Sicuramente molti di voi non la conoscono e fino a qualche giorno fa manco io ne ero a conoscenza ma dando una prima lettura a vari articoli in rete sembrerebbe una metodica interessante.
Tra l'altro i risultati sembrerebbero molto positivi, soprattutto quelli ottenuti dal giovane statunitense Michael Andrew.

Quello che mi ha colpito è l'idea rivoluzionaria che vi è alla base, ovvero abbandono dei grandi volumi e ultra specificità.

Qualcuno conosceva già questa metodologia? cosa ne pensate?

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Re: Ultra short race pace training (USRPT)

La ultra specificità è una invenzione italiana (Castagnetti teorizzò e applicò i metodi di allenamento in passo di gara primo fra tutti nel mondo).
Fa piacere sapere che anche quegli zucconi degli americani cominciano a copiarci e ad abbandonare i loro ridicoli sistemi (repetition interval etc) classificati in base allo strumento invece che sull'obiettivo metabolico.

Consiglio la lettura dei testi italiani,sono meno esotici di quelli esteri,ma di fatto molto più validi.

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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Re: Ultra short race pace training (USRPT)

@stefano: ma dove posso trovare testi che parlino di ció ?

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Re: Ultra short race pace training (USRPT)

stefano '62 ha scritto:

La ultra specificità è una invenzione italiana (Castagnetti teorizzò e applicò i metodi di allenamento in passo di gara primo fra tutti nel mondo).
Fa piacere sapere che anche quegli zucconi degli americani cominciano a copiarci e ad abbandonare i loro ridicoli sistemi (repetition interval etc) classificati in base allo strumento invece che sull'obiettivo metabolico.

Consiglio la lettura dei testi italiani,sono meno esotici di quelli esteri,ma di fatto molto più validi.

Intanto ti ringrazio per aver risposto.
Vorrei chiederti un consiglio. Secondo te quale è il miglior libro (o i migliori ) che trattano il tema dell'allenamento del nuoto, quindi tutta la parte sul condizionamento, metodi, programmazione, ecc.

Tu giustamente consigli la lettura di testi italiani, ma potresti darmi qualche titolo di libri scritti da autori italiani?
Ad esempio Castagnetti non credo abbia scritto un libro.

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Re: Ultra short race pace training (USRPT)

Fa piacere sapere che anche quegli zucconi degli americani cominciano a copiarci e ad abbandonare i loro ridicoli sistemi (repetition interval etc) classificati in base allo strumento invece che sull'obiettivo metabolico

Per favore, Stefano, puoi spiegare meglio  questo punto ?

Che vuol dire ? che non si devono fare piú allenamenti di repetition e interval training in nessun caso ?

Cio vuol forse dire  che i velocisti devono lavorare solo sulla velocitá e i fondisti solo sul fondo ?

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Re: Ultra short race pace training (USRPT)

Non è che il sistema anglosassone sia sbagliato e si debba abbandonarlo,è che NON è un metodo di lavoro.

rheya ha scritto:

Per favore, Stefano, puoi spiegare meglio  questo punto ?
Che vuol dire ? che non si devono fare piú allenamenti di repetition e interval training in nessun caso ?

Vedi il fatto è che è impossibile evitare di lavorare su repetition o interval o distance,non esistono lavori diversi da quelli a parte lo stare fermo in poltrona,qualsiasi lavoro ricade nell'uno o nell'altro caso.
Non si tratta dunque di un metodo tirato fuori dal cappello di qualcuno,ma soltanto di una classificazione dei lavori possibili.
Ed è pure una classificazione estremamente generica e inutile da un punto di vista programmatico,perchè se si eccettua il long distance che è per forza aerobia,invece interval e repetition possono essere tutto e il contrario di tutto anche variando soltanto pochi parametri di lavoro.
Per esempio modificando anche di poco le andature i volumi e i recuperi da un giorno all'altro,io posso fare oggi un interval training che si traduce in aerobia,domani uno che si taduce in soglia,dopodomani uno che si traduce in resistenza alla forza e il giorno dopo uno che si traduce in Vo2 Max,pur essendo tutti quanti interval training;discorso simile per il repetition con solo qualche distinguo ma il senso resta quello:
Nessun metodo,pura e semplice classificazione dei modi di lavorare,senza alcuna considerazione degli effetti allenanti prodotti.

Invece il sistema italiano elaborato da sette tecnici federali in una ormai famosa serata del 1989,prima identifica e codifica tutte le diverse qualità metaboliche che possono costituire obiettivo di gara,cioè tutte le combinazioni possibili dell'impiego sinergico dei diversi sistemi metabolici del corpo umano (fosfocreatina,aerobico e anaerobico) e poi fornisce indicazioni su come ottenerli.
Per cui abbiamo con dominanza dell'aerobico:
A2 resistenza aerobica (impegno anaerobico irrilevante) in termini percentuali
B1 soglia anaerobica    (impegno anaerobico discreto)
B2 potenza aerobica     (impegno anaerobico elevato)
e con dominanza dell'anaerobico:
C1 resistenza alla forza  (impegno aerobico discreto)
C2 forza esplosiva      (impegno aerobico irrilevante)
C3 forza rapida.      (sistema della fosfocreatina,impegno aerobico e anaerobico irrilevanti)
NOTA BENE: i sistemi energetici lavorano sempre e comunque tutti insieme,è per questo che è impossibile avere una qualità metabolica dove uno dei due sistemi sia a impegno zero.

A questo punto ad un allenatore basta sapere che nelle gare di meno di venti secondi la resistenza specifica di gara è la forza rapida,che nelle gare di meno di un minuto le qualità obiettivo di gara sono la forza esplosiva e la resistenza alla forza,che fino a due minuti comincia a contare la Vo2Max e che il suo peso in gara aumenta progressivamente fino alle gare fino a 40 minuti circa,dopodichè comincia a contare di più la soglia anaerobica mentre la resistenza fa la padrona nelle gare al di sopra di un'ora.
Dopodichè si programma il lavoro in modo da lavorare ovviamente su tutto dando un maggiore peso specifico alle resistenze specifiche delle gare obiettivo,che saranno diverse non solo da fondista a velocista,ma anche solo da un cento a un duecento,o da un 800 a un 1500.

Quindi se il "metodo" anglosassone parla solo delle cause,quello italiano si concentra sugli effetti (metabolici) e suggerisce come causarli.

E' evidente che il metodo italiano è anni luce avanti a quello anglosassone,che si limita a parlare di repetition e interval,e non è un caso che poi hanno cominciato a venire a "rubare" da tutto il mondo.

Il passo successivo lo ha fatto Castagnetti,che ha teorizzato il metodo in "passo di gara".
In pratica proprio come si fa nell'atletica leggera,si preferisce far lavorare l'atleta per la grande maggioranza del tempo alle andature che dovrà riprodurre in gara,in modo da favorire la coordinazione tecnico specifica della gara obiettivo e limitare la possibilità che la tecnica venga "disturbata" da assetti differenti.
Ovviamente le distanze saranno diverse da quelle della gara e le ripetute vengono elaborate in modo da centrare l'obiettivo metabolico di giornata.
E' ovvio che in questo quadro i velocisti faranno giocoforza ripetute con diversi parametri di carico dai fondisti o dai mezzo fondisti,e che da un 50 a un 100 o da un 200 a un 400 ci saranno enormi differenze,e queste differenze si rifletteranno per forza sui volumi.
Poi se un velocista si fa lo stesso dei km il punto è che dipende da come vengono fatti quei km;perchè fare 7 km con 4 di lavoro e 3 di tecnica o lavoro accessorio,non è la stessa cosa che farne 2 di lavoro e 5 di accessorio.
E' questo l'unico motivo per cui i km si fanno lo stesso,perchè comunque la tecnica e i lavori accessori (virate partenze etc) comunque vanno fatti,ma è chiaro che il carico cambia dal lavoro centrale all'accessorio.
Ma a prescindere dai km,sono decenni che in Italia si pratica il metodo dei passi di gara,e si sa che i fondisti lavorano sul fondo e i velocisti lavorano sulla velocità.
Per cui l'allenatore prende l'atleta (ovvio si parla di professionisti,mentre i ragazzini non potendo essere ancora specializzati si fanno tutta la trafila dalla resistenza a tutte le altre qualità) e identifica la sua andatura ideale di gara,dopodichè programma i lavori in modo che pur rispettano l'obiettivo metabolico di giornata quello nuoti il più possibile a quella andatura,mentre il resto è tecnica o scarico.

Del resto non è una cosa misteriosa,basta entrare in un centro di preparazione olimpica per vedere che nell'atletica leggera lavorano a scatti e poi quarti d'ora interi di riposo....non è che bolt si allena facendo 10 km alla botta,ma nemmeno i velocisti dell'atletica americana....

E' chiaro ora perchè sorridevo degli americani ?

Quanto ai testi purtroppo non sono in commercio,i tecnici elaborano dei testi che poi vengono distribuiti ai corsi federali o discussi ai convegni.
Può darsi che qui e la quache tecnino pubblichi qualcosina ovviamente senza spinte di marketing,altrimenti l'unica è frequentare quei corsi e quei convegni come il sottoscritto,oppure farseli prestare.

Ciao

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Re: Ultra short race pace training (USRPT)

grazie mille !

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