1 (modificato da yukimura 15-09-2017 19:15:35)

Argomento: Approccio all'acqua a 32 anni

Salve a tutti smile

Racconto in breve la mia storia con l'acqua.

Quando ero in 3a elementare i miei hanno provato a farmi fare nuoto. Esperimento fallito dopo 3 mesi: vivevo ogni appuntamento col corso con ansia, gli istruttori li trovavo "cattivi", se non facevi le cose come dicevano ti urlavano contro. Non è per giustificazione o per fare la vittima, "povero piccino!", solo che da bambino quando venivo sgridato non lo vivevo come uno sprone a fare meglio ma mi bloccavo. E sono sempre stato poi uno che somatizza tantissimo, tanto da soffrire di coliti nervose.

Ci hanno riprovato a 11 anni, diciamo è andata un po' meglio grazie a una istruttrice addetta agli "incapaci" (parlo di me) e i paurosi (sempre io), che all'inizio stava anche con noi in acqua. Purtroppo risultati comunque non ne ho avuti, avevo sempre crisi d'ansia e pur essendo riuscito a imparare stile libero, dorso, come stare in equilibrio e anche a prendere oggetti dal fondo, c'era in me sempre una rigidità di fondo che dall'esterno mi faceva somigliare a una tavola di legno. E comunque non era una cosa che mi piaceva e quindi scaduto l'abbonamento i miei desistettero.

Con l'acqua per me finì lì, il mare manco mi piaceva e quindi non ci sono mai andato. Fino all'anno scorso. Perché a un certo punto ho iniziato a sentire un richiamo verso l'acqua.

Ovviamente non sapendo nuotare (pensavo fosse come la bicicletta ma invece pur avendo imparato qualcosina a 11 anni ho scoperto di non sapere fare nulla a distanza di anni) in acqua sto fermo in piedi dove si tocca, massimo fino al petto. Per muovermi adotto lo stile Dr Zoidberg: passo del granchio laterale.

Mi piace stare in acqua, al mare non uscirei mai fuori manco se le mani si son fatte bianche. Solo che non potendo fare niente non mi diverto.

Passata ormai questa estate, ho deciso di iscrivermi in piscina: sia per imparare a nuotare, sia per incrementare l'attività sportiva (a casa mi alleno già con panca e sacco da boxe).

Nella piscina dove mi sono iscritto non si tocca: quando la mia prima preoccupazione pur entrando senza paura in acqua è non andare a fondo poi. Nella prima lezione l'istruttore mi ha dato il tubo galleggiante, ha svuotato una corsia mandando gli altri nelle altre (tanto nell'orario in cui vado ci sono adulti che son lì per allenarsi, non per imparare) e mi ha detto "prendi confidenza, respira, rilassati. Quando te la senti, prova a muoverti come meglio ti viene". Dopo un 5-10 mn ho iniziato a muovermi a cane o gatto o non so quale animale io sembrassi. Vasche fatte a pezzetti all'inizio perché i muscoli li sentivo stancarsi presto e mi mancava il fiato. Sul finale ne ho fatte un paio senza fermarmi.

L'istruttore ha detto era soddisfatto, perché secondo lui negli adulti il problema non è imparare la tecnica ma vincere la paura. Per la tecnica c'è tempo, sostiene.

Nella seconda lezione, ieri, a metà lezione mi ha fatto provare senza tubo galleggiante. Prima a stare a galla a dorso (ci sono riuscito per pochi secondi) poi a nuotare sempre a cane o gatto. Ci sono riuscito ma per tratti brevi (nuotata-appoggio al bordo-ripartenza-riappoggio ecc): devo muovere molto le braccia e le gambe perché se mi rilasso sento di cadere a fondo. Sono molto rigido, tant'è che verso la fine mi è venuto un crampo al polpaccio. E non ho fiato.

L'istruttore continua a dirsi contento: dice che quando mi ha visto arrivare la prima volta pensava ci sarebbe stato da sudare tanto perché mi vedeva inguaiato (non l'ha detto in termini offensivi, è uno molto alla mano e sfotte bonariamente), invece sostiene abbiamo già raggiunto tanto nel farmi muovere, farmi staccare subito dal bordo e poi dal galleggiante, riuscire comunque a sbloccare qualcosa. Ci sarà da lavorare e mi chiede pazienza, ma dice che l'inizio è positivo ("e per la tecnica c'è tempo" ripete).

Mie sensazioni mentali: mi sento bene quando sto in acqua, non vorrei uscire. E mi dà pace interiore perché sento la mente che si sgombra da pensieri (lavoro, vita privata ecc).
Sensazioni fisiche: riconosco di essere rigido, tanto. Ho i muscoli in perenne tensione perché sento che se li rilassassi andrei giù. Allo stesso modo, se non mi muovo con braccia e gambe, sento di cadere. Non so stare in equilibrio fermo. Vado poi in debito di ossigeno presto, probabilmente non respiro bene anche perché mi entra un sacco di acqua dal naso.

Mi sento motivato ad andare avanti ma ho il timore nel lungo periodo di non riuscire a migliorare: va da sé che 2 lezioni non fanno miracoli per uno che non ha mai nuotato veramente e che ha avuto un passato di fobia acquatica. Ma quello che vorrei è riuscire a essere rilassato fisicamente: sono purtroppo una persona che è sempre molto tesa per natura e questo ovviamente si verifica anche in acqua.

Avete qualche parere/consiglio? L'approccio dell'istruttore è giusto? Mi fido di lui e mi sento soddisfatto della scelta ma io non ne capisco molto e non vorrei scoprire che forse non va bene per il mio caso.

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Re: Approccio all'acqua a 32 anni

Mi sembra di capire che qualche risultato lo stai avendo e se l'istruttore non ti mette ansia devi fidarti di lui.
L'approccio didattico sembra corretto, devi solo avere pazienza e dare al cervello il tempo di adattarsi.
Il fatto che stai rigido e' la causa dell'affondamento, non il contrario, quindi quando riuscirai a rilassarti vedrai che galleggerai senza fatica e poi potrai aggiungere tutto il resto.

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3 (modificato da yukimura 18-09-2017 13:22:03)

Re: Approccio all'acqua a 32 anni

Grazie della risposta.

L'istruttore mi ispira, più che altro lascia fare e questo lo apprezzo...forse uno che mi si fosse messo addosso dall'inizio dicendo "fai così, fai questo" mi avrebbe messo in difficoltà.

Sabato ho fatto la terza lezione, ho nuotato sul dorso senza galleggiante - anche se a inizio lezione lo avevo preso perché mi sembrava di non essere in grado senza - facendo vasche intere. Ho anche azzardato qualche bracciata all'indietro per brevi tratti.

E poi ho avvertito una sensazione fisica nuova: in genere quando sto appoggiato al bordo (o, per meglio dire, aggrappato) vado dritto come un filo a piombo, mi sento i piedi che mi tirano giù. Invece sabato a metà lezione quando mi sono appoggiato per rifiatare sentivo le gambe che andavano un po' per conto loro, come se fossero più leggere. Addirittura a spingerle giù mi sembrava di andar contro l'acqua.

L'istruttore ha detto che martedì dobbiamo imparare a galleggiare. Speriamo bene. Mi sono accorto che se non penso al fatto di avere l'acqua sotto, sto su. Poi appena realizzo, cado giù.

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