Stefano, non so se lo fai di proposito, ma mi fai dire costantemente cose che non ho detto.
Non ho mai detto che le calorie sono molecole, dovrei essere proprio un ignorante totale per pensare una cosa del genere. Se pensi che ho detto questo, trovami e incollami la frase in cui l'ho detto. Ma il fatto che non siano molecole non significa che non si debbano utilizzare nei calcoli o che non siano utili per calcolare l'energia che si consuma e che si reintegra col cibo. Tu invece hai cominciato dicendo che non esistono, che sono virtuali ecc., come se non servissero a niente. Io dicendo che all'atto pratico esistono rispondevo a quello, mi pareva fosse chiaro, tanto è vero che ho fatto l'esempio dei gradi Celsius che pur non essendo molecole esistono e sono utili. Ho detto così sin dall'inizio.
>Riassumo il tuo post delle ore 1:27
dici :
-) che i lavori intensi (e visto che i lavori intensi non sono solo tirare su dei massimali e poi riposare delle ore,li elenco:Soglia anaerobica,Vo2Massima,Resistenza alla forza,Forza esplosiva,Picco di lattato) consumano meno risorse (calorie) dei lavori in resistenza (definita generalmente come resistenza di lungo periodo,alias aerobica).
Sì, dico che consumano meno risorse perché, se è vero che nell'unità di tempo consumano più di quelli aerobici, il problema però è che proprio perché sono molto intensi e comportano un accumulo di acido lattico, costringono l'atleta a rallentare e/o a fermarsi molto presto. Quindi sono lavori intervallati che comportano delle pause. E che oltre una certa durata non possono andare (pena possibili traumi muscolari).
E' vero che se l'esercizio è intenso da un punto di vista muscolare, nei giorni successivi ci potrà essere un lavoro in più per riparare i microtraumi; il discorso della supercompensazione può essere corretto, anche se in un atleta ormai ottimizzato è ottimistico sperare che possa continuare a supercompensare per sempre (altrimenti dovrebbe continuare a migliorare, cosa che purtroppo oltre un certo livello non accade). Quindi bisognerebbe calcolare alla fine quanta energia in più si è spesa. Che io sappia gli atleti che mangiano di più, a parità di peso corporeo sono gli atleti di resistenza: chiaro segno che la loro attività fa consumare di più. Un nuotatore consuma tanto, ma lui comunque non fa solo attività intense.
>Quello della Vo2Max è stabilito proprio dal fabbisogno temporale per il reintegro energetico,a differenza degli altri che invece sono dati dai tempi di supercompensazione,e ammonta a ben 72 lunghissime ore a causa della ENORME spesa energetica.
Su questo esercizio nello specifico non ti so rispondere, perché non lo conosco bene. Sarebbe interessante misurare questa spesa energetica. In totale quanto dura?
>Chiedi ad un agonista cosa ne pensa
Questo non è del tutto corretto perché non è detto che le sensazioni soggettive di fatica siano una prova delle calorie consumate. Nell'atletica la disciplina più faticosa sono gli 800 metri (o forse anche i 400), che però non è certo quella che fa consumare più calorie!
>Si chiama equilibiro dinamico ed è una legge fisiologica;ma non è una magia che ti permette di mangiare (o consumare) tutto come ti pare fregandotene di quanti carboidrati o proteine assumi,o se fare allenamento con un mix differente tra grassi glicogeno o altro.
Infatti non ho detto che uno se ne possa completamente fregare. Ho sempre specificato che per dimagrire occorre far caso anche all'alimentazione. Il punto che volevo sottolineare è che, a differenza di quanto dicevi tu (e mi pare che continui a sostenere), ai fini del dimagrimento non conta solo il grasso che consumi durante lo sport (o quello che consumi dopo a causa del metabolismo). Cioè se io durante lo sport consumo una parte delle scorte di glicogeno, ANCHE questa quota dovrà essere conteggiata ai fini del bilancio energetico finale, perché dopo l'organismo sarà costretto a riempire queste scorte, utilizzando le energie assunte con l'alimentazione; e siccome se queste scorte finiscono salta tutto, l'organismo si preoccuperà prima di riempire quelle, indipendentemente da cosa ho mangiato. Quindi se io facendo un'ora di corsa ho consumato 700 calorie, non dobbiamo andare a distinguere tra i grassi e il glicogeno consumati, e non dobbiamo dire che solo la parte di grasso consumata mi farà dimagrire: all'atto pratico contano le 700 calorie e basta, che entreranno tutte a pieno titolo nel bilancio calorico finale.
>Sai cosa sono gli eterocronismi ? Vedi in fondo....
In realtà il fatto che un certo esercizio richieda il recupero di qualche giorno non significa che quei giorni servano a reintegrare le energie spese, altrimenti non ci si potrebbe continuare ad allenare, ma dovrebbero essere giorni di riposo completo (come avviene ad esempio ad un maratoneta o ad un tennista che ha fatto un match di 5 ore: il giorno dopo è cotto ed è meglio che stia fermo). Invece i giorni di recupero in chi si allena (ma continua ad allenarsi con lavori alternativi) servono per consentire all'organismo di adattarsi a quel tipo di esercizio ed a riparare gli eventuali microtraumi, cosa che sicuramente comporta un qualche lavoro, ma se questo comportasse un'enorme spesa energetica, allora i bodybuilder che si massacrano i muscoli dovrebbero consumare enormi quantità di calorie. Invece se non hanno vent'anni e/o non si dopano (o non sono già enormi quindi con un metabolismo molto alto), devono stare attenti a mangiare altrimenti tendono facilmente ad ingrassare e a perdere definizione. Infatti le palestre sono piene di armadi non definiti.
>I maratoneti,come altri atleti magri e poco pesanti,hanno un elevatissimo metabolismo (anzi,catabolismo) basale.
Ecco, vedi, questa è proprio la tesi che continui a ripetere senza mostrare una prova, una fonte, niente. Il maratoneta va in catabolismo durante la maratona, poi può anche darsi che le modificazioni che avvengono nel suo fisico lo porteranno ad avere pochi muscoli, ma questo semmai dovrebbe abbassare il suo metabolismo di base, non alzarlo. Ed è quello che io sostengo: un maratoneta, nei giorni in cui non si allena, non consuma molte calorie, anzi!
>Lo sa il mondo intero tranne che te,che continui a legare il metabolismo alla massa (anabolismo) invece che alla produzione e trasporto di energia.
Il traporto di energia serve quando l'atleta lavora, non quando è inattivo. Per metabolismo di base si intende quanto uno consuma quando è a riposo. Comunque, se lo sa il mondo intero, perché non è scritto da nessuna parte, neanche nei manuali? Allora forza, mondo intero! Lettori e moderatori del forum! Ci sarà qualcuno in grado di indicare una fonte che dimostri questa tesi!!! Finché nessuno lo farà, mi sentirò in diritto di considerarla una tesi fantasma.
>evidenzia qualcosa cui non trovi la risposta,che te la copio-incollo.
Ok, ad esempio vorrei avere una spiegazione e/o una fonte che spiega qual è la componente di forza nella maratona, e come si calcola.
Se vuoi ti spiego come la vedo io.
La forza, come tutte le grandezze fisiche, è un parametro calcolabile.
Ad esempio se io voglio calcolare la componente di forza nel ciclismo, posso misurare la forza che ci vuole per effettuare una singola pedalata (ovviamente, ad una data pendenza e usando un dato rapporto). Giusto?
Se la forza richiesta è ad una percentuale non trascurabile del massimale dell'atleta (ad esempio, il 70%), si può dire che quello è un gesto di forza (si può anche dire di potenza), che richiede la contrazione di molte o persino tutte le sue fibre muscolari (questo a sua volta richiede un condizionamento neuro-muscolare, che però ai fini della discussione possiamo trascurare).
Se poi al parametro-forza aggiungiamo il parametro-velocità, arriviamo a grandezze derivate (potenza, esplosività ecc.). Ad esempio un servizio nel tennis è un gesto esplosivo: occorre produrre il massimo sforzo partendo da fermi e in un tempo brevissimo. Invece un ciclista che fa uno sprint ha avuto il tempo per accelerare, quindi questo è un gesto di potenza ma non di esplosività.
Se invece al parametro-forza aggiungiamo il parametro-tempo, si parla di resistenza alla forza o forza resistente (che infatti per me sono la stessa cosa. Al massimo volendo si potrebbe fare una distinzione tra i due concetti in base alle percentuali di forza e resistenza). Il nuoto è uno sport che richiede un gesto del genere.
Questo è quello che il mio piccolo cervello ha capito (o crede di aver capito. Leggendo i giornaletti, aggiungerebbe Marina).
Ma se un determinato gesto non richiede una contrazione contemporanea di un'elevata percentuale delle fibre muscolari, vuol dire che non ha una componente di forza elevata, e dunque non può essere definito un gesto di forza (o di potenza). Ad esempio se la mia forza massimale è 100 chili, sollevare un chilo anche mille volte non è certo un gesto di forza.
Bene, e nella maratona? Questi maratoneti fortissimi di quanta forza hanno bisogno per compiere il loro gesto? Quante fibre muscolari devono reclutare in un dato momento per compiere quel gesto? In base a quale parametro li consideri fortissimi?
Dov'è l'errore nel mio ragionamento?
Ciao