Argomento: Studiare gli equilibri nel delfino

Ciao a tutti,

esercitando il delfino, mi viene da fare questa considerazione:

se é vero, come é vero, che nuotare é prima di tutto un fatto di equilibrio, nel senso di percepire le dinamiche dei movimenti in un ambiente diverso da quello terrestre, trovo piuttosto difficile studiare i singoli aspetti di questo equilibrio esercitando il delfino.
Ora, dato fatto che non é costruttivo imparare a nuotare  "a pezzetti", credo condividerete che é utile ai fini propedeutici isolare le fasi della nuotata per esplorarle, e provare quei momenti che ci riesce difficile apprendere.

Forse nello stile libero, per sua natura, é più facile isolare i vari momenti della nuotata: e così ecco che provo gambe con braccia sù, gambe con braccia giù, scivolate, remate da fermo, vasche con un braccio, e ancora prima con il braccio fermo in basso e poi in alto, e via così dicendo.
Ancora a volte mi sento di "zoppicare" in acqua, ma mentre a stile posso rallentare l'azione, ritrovare il coordinamento, e riprendere a remare, a delfino una simile interruzione diventa proprio difficile da recuperare.

Mi sembra di capire però che con il delfino questo approccio sia molto più arduo, perché per quanto le azioni siano forse relativamente più semplici, davvero ogni azione é inscindibilmente consequenziale sull'altra.

Leggendo su questo forum, mi pare di aver imparato solo tre modalità per approcciare il delfino in questo modo:

- gambe (braccia su e braccia giù)
- braccia con il pull
- delfino con bracciata alternata

non ricordo di averne letti altri: me ne potreste consigliare quanti ve ne vengono in mente?

Nel mio caso in particolare, sebbene credo di aver intuito il fatto principale del nuotare a delfino, ovvero remare con entrambe le braccia per portarsi avanti, controbilanciando con il movimento gambe/bacino, sono ancora particolarmente ingolfato nell'inserimento della respirazione; intendo dire che mi pare di portare troppo forzatamente fuori la testa nel tentativo di prendere aria, probabilmente anche aggrappandomi con le mani per tirarmi su. Cosa che, come potrete immaginare, causa uno stop drammatico nella dinamica dell'azione.
In questo senso mi chiedo come posso cercare di isolare questo momento per esplorarlo al meglio.

Ciao

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Studiare gli equilibri nel delfino

Svezzamento della respirazione,cioè affrancamento delle braccia dalla precettazione per aiutare la respirazione.

Gambe a delfino con braccia in basso.
Eseguire in superficie senza mai sparire del tutto sott'acqua e senza fare uscire i piedi.
Con continuità,cioè senza carica e spara bensì con azione fluida del tronco a partire dal diaframma e solo un leggerissimo input con il mento ad accompagnare il parziale riaffondamento del capo.
Provare a respirare SENZA fermare l'azione a frusta e senza agitare le braccia.

E' così che va fatta la respirazione,dopodichè nella nuotata le braccia saranno libere di spingere per dietro.

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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3 (modificato da Cirone Furioso 16-12-2012 12:32:49)

Re: Studiare gli equilibri nel delfino

È perfetto.
Sento che questa cosa mi aiuterà anche per lo stile libero.
In effetti uno degli esercizi più significativi che mi siano stati proposti da quando nuoto (e forse fra i più difficili), per lo stile, é stato gambe stile con le braccia giù cercando di effettuare la respirazione.

Credo di poter dire che in quest'ottica, non sia una buona idea sforzarsi di chiudere una vasca a costo di respirare in modo cagnesco quando ci si esercita solo braccia a delfino con il pull.

Molto meglio, penso, remare di braccia a delfino finché il fiato lo consente, e poi portarsi al muretto remando a stile.

The ice caps are melting, Leonard.
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Re: Studiare gli equilibri nel delfino

Ok, ci ho provato, ma mi sa che sono andato maluccio...
Non vado malaccio, credo; lo penso dal momento che riesco a fare un certo numero di metri prima di esaurire il fiato (arrivo a poco prima di metà vasca), quindi questo mi dice che ho la situazione abbastanza sotto controllo, e che la propulsione c'é.
Però mi sono fatto l'idea che deve succedere che emergere per respirare debba inserirsi nella fluidità del movimento, come succede anche a rana.
Invece mi succede che praticamente quasi mi fermo, faccio capolino, e poi ricomincio.

O forse é normale che succeda questo?

Se faccio la stessa cosa a rana, ad esempio, vado meglio: quando sgambo, guizzo in avanti e naturalmente riesco a emergere per prender fiato, senza interrompere l'azione.

Cosa ne pensate (sempre riguardo a questa peculiare azione del delfino)?

The ice caps are melting, Leonard.
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Re: Studiare gli equilibri nel delfino

Niente da fare: in linea di massima credo che la mia azione di gambe non sia male; lo penso, dato che riesco a coprire almeno una quindicina di metri andando di gambe senza aver bisogno di tirare il fiato.
Ma, Stefano, dici che si deve riuscire proprio a spingersi in avanti in modo tale da emergere quel tanto che basta per prendere fiato senza stoppare l'avanzamento?
Perché l'unica cosa che mi riesce, per ora, é che quando devo prendere aria, in buona sostanza, interrompo l'avanzamento e tiro fuori la testa, cosa che sicuramente non va bene, parlando dell'azione completa nel delfino.

Per ora ci metto una toppa facendo che quando devo respirare, ci pianto una gambata a rana: questo perché se non altro intendo "disabituarmi" all'idea di usare le braccia per tirar fuori il mento.

The ice caps are melting, Leonard.
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Re: Studiare gli equilibri nel delfino

Bisogna farlo senza interrompere il ritmo delle gambate.
Il meglio è sollevare la faccia subito prima di una gambata in modo che venga assestata subito dopo la respirazione.

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Re: Studiare gli equilibri nel delfino

Recepito.
Da quando avevi scritto questa cosa, frequentemente inserisco esercizi di solo gambe a delfino "standard", sul dorso, braccia su e braccia giù: non solo per sviluppare questo requisito, ma anche perché sento lavorare gli addominali, e penso che sia una buona cosa. Oltre al fatto estetico, che non dispiace, credo che i muscoli addominali (correggimi se sbaglio) siano un po' la base strutturale per avere un portamento corretto in qualsiasi tipo di motricità; anche camminare.

- Ma c'é qualche altro tipo di esercizio, anche più "base", che posso fare per costruire il requisito necessario allo svezzamento cui ti riferivi sopra?

- Il fatto che non riesca a emergere é dovuto alla poca potenza del gesto o si tratta, ad esempio, di scarsa flessibilità del tronco < > incapacità di fare il movimento in modo adeguato?

The ice caps are melting, Leonard.
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