Io credo che se uno deve concentrarsi a pensare su come tenere la testa, per dir così, qualcosa non quadra.
C'è un passo avanti da fare, in questo senso: quando avevo cominciato, anch'io mi ponevo questo tipo riferimento, ma poi mi sono accorto che non è che sia scorretto, però presuppone un approccio sbagliato.
Uno che sta a suo agio in acqua muove la testa e guarda un po' dove gli pare, poi se ho il momento in cui magari mi voglio concentrare di più, mantengo un assetto un po' ordinato e in effetti la tengo guardando un poco in avanti. Però è necessario, indispensabile, come giustamente è stato detto, che non sia un fissarsi a tenerla così: bisogna tenerla bella appoggiata in acqua, senza irrigidire il collo.
È un tema chiave, credo di poter dire, del nuotare: uno può provare a dirti che un tal movimento si fa così, e probabilmente c'è del vero, ma è la tua personale sensibilità che deve giungere a costruire quel tipo di movimento, recependo gli equilibri generali.
Se ti impunti in modo innaturale a tenere la testa guardando in avanti, come giustamente noti (buon segno), rischi di irrigidire il collo, che è proprio no buono, perché poi si incasina tutto: spalle, rigidità generale.
L'idea di guardare le mattonelle a mio avviso forse ha più senso, perché invece di fissarti su una meccanica del corpo, ti induce a cercare di interpretare lo spazio/acqua circostante e stimolarti a cercare il modo migliore per muoverti all'interno di esso: quindi ti direi di guardare le mattonelle che sono un po' più avanti di te.
Ma senti sempre la testa appoggiata sull'acqua, non tenerla su con il collo. Quando poi avrai guadagnato questa sensazione di appoggio, sarà la tua sensibilità generale a farti tenere la testa nel modo più leggero ed efficace, in armonia con tutto il resto del corpo e con l'acqua che ti si muove intorno e ti sostiene.
The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.