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Argomento: Considerazione personale di uno stop forzato

Scrivo queste righe per riflettere con me stesso sulla condizione di uno sportivo (e con sportivo intendo qualsiasi appassionato, attivamente impegnato, ossia praticamente, di qualsiasi livello, anzi forse con esclusione dei professionisti) in riposo forzato. Mi definisco agonista di due sport (nuoto appunto master e motociclismo, categoria Supermotard) in quanto mi alleno costantemente allo scopo della buona riuscita e perché no, di un eventuale miglioramento. Mi definisco agonista, non solo perché per praticare questi sport (svolgendo gare) serve il certificato medico agonistico, ma perché per me allenarmi 3 volte a settimana, tutte le settimane, nel nuoto e una volta al massimo 2 in moto diventa un impegno fisico (non parliamo di impegni lavorativi che nel nostro caso contano eccome, per non parlare di quelli familiari) pari a quello di un agonista, con l’unica differenza che nel secondo caso la prestazione è il fine e l’obbligo, nel “nostro” (immagino siamo in molti, qui nella sezione master) caso abbiamo altri fini, ognuno il suo e comunque ampiamente discussi in svariati forum. Non ci nascondiamo però solo dietro le parole passione, amicizia, aggregazione, ecc., anche noi nel nostro piccolo cerchiamo la nostra prestazione. E allora è proprio nei momenti in cui non possiamo allenarci che malediciamo l’impegno improvviso che ci costringe a saltare l’allenamento, convinti che la costanza e proprio quell’allenamento avrebbero potuto darci quel qualcosa in più, e chi come me a seconda dei periodi dell’anno giova di un allenamento di una disciplina per rimanere allenato anche nell’altra in una sorta di completamento e giovamento di entrambi, sente questa cosa in maniera doppia. Detto tutto questo sembra che sia un “fissato” che cura maniacalmente e guarda al puro risultato sportivo, e invece tutt’altro, e soprattutto nel nuoto. Non seguo diete, non faccio una vita regolare, non guardo al risultato puro eppure come tantissimi qui mi alleno e voglio fare bene, come già detto. A maggio ho subito un infortunio rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio (in una gara di moto), ginocchio fuori uso e quindi niente sport, un agonista professionista sarebbe stato subito operato, per noi “normali” è consigliato aspettare che si riassorba il versamento e cessi l’infiammazione per non rischiare aderenze post operatorie e così, a luglio si riprende con un po’ di allenamento (il nuoto, a parte la rana fa bene in questi casi purché non si esageri) e poi arriva agosto, stop forzato, momenti lieti familiari a settembre e ad ottobre tutti in vasca (purtroppo da maggio niente moto, e chi va in moto sa cosa succede dentro di se) poi l’operazione, stop su stop con un po’ di vasche nel mezzo. Chi come me e tanti di noi si ritrova dall’essere sempre in movimento e in allenamento a stare fermo tutto questo tempo e ancora non so per quanto. Beh ne risentiranno le prestazioni e soprattutto il dover riniziare , ancora una volta. Si ancora una volta perché tante volte (almeno a me, tra incidenti di percorso fisici e non) è capitato di avere stop forzati, questo forse era l’anno buono, proprio non ci voleva, la pensavo così. E invece…invece ora sono qui con la gamba allungata, il ghiaccio, le punture anticoagulanti che dico…si ancora una volta, l’anno buono sarà il prossimo, e non per i risultati, a quelli non arriverò mai, soprattutto nel nuoto, sarà l’anno buono perché potrò riniziare ad allenarmi con i miei amici, perché riuscirò a superare anche questa difficoltà, perché anche il solo avere come obiettivo sportivo di tornare ad allenarmi mi da la volontà di rimettermi presto da questo infortunio. Queste ovviamente sono solo considerazioni mie, relative a quello che può darti lo sport non solo in senso fisico ma anche motivazionale anche e soprattutto quando si è fermi forzatamente, parliamo sempre di benessere dello sport nel praticarlo, io ora sto trovando benessere solo nel pensare di ripraticarlo, e questo vale per qualsiasi disciplina, qualunque essa sia. Per chi ha avuto il coraggio e la forza di leggere questa noiosa disquisizione di un infortunato con se stesso, buona continuazione.

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Re: Considerazione personale di uno stop forzato

Ho letto il"cuore" e la voglia di avere riconosciuto il tuo'ruolo"anche in questo momento.Ti sono vicina,tanti auguri! smile

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

di marina sito web

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Re: Considerazione personale di uno stop forzato

In bocca al lupo per tutto. Io sono stato fermo per 6 mesi e ancora mi devo riprendere, tutto quello che riuscivo a fare "prima" adesso non riesco ad eseguirlo, se non per alcuni "lavori centrali". Credo di non farmene una colpa ma è cosi punto.
Come dice Marina fra le righe si legge "cuore" io ti dico che leggo sofferenza però leggo una bella volontà di andare avanti, come non lo sò, ma di sicuro andrai avanti con le tue passioni, moto e nuoto.

ciao N

Buona bracciata a tutti -__-

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Re: Considerazione personale di uno stop forzato

Hai pensato di buttarti nei videogiochi?
Sembra una cazzata, ma ti aiutano a mantere i riflessi pronti, ti scarichi e magari giocando online potrai ritrovare la competizione, l'agonismo che stando fermo ti viene a mancare.

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