stefano '62 ha scritto:La prima bracciata se la spinta e la bracciata sono fatte bene,è SEMPRE la meno faticosa.
Se così non è,come nel tuo caso,significa che la velocità del tuo corpo prima di fare la prima bracciata è inferiore a quella della nuotata (invece la spinta dal muretto dovrebbe darti una velocità superiore a qualsiasi nuotata) e la fatica è dovuta al fatto che le braccia sono costrette a riaccelerarti.
I motivi possono essere diversi
1) spingi troppo piano dal muretto
2) pur spingendo a dovere fai qualcosa che ti fa decelerare:
a) attendi troppo prima della bracciata
b) non mantieni una buona postura
c) esegui movimenti inadeguati che ti decelerano,per esempio pinneggio a delfino fatto male
d) respiri prima della bracciata
e) respiri durante la bracciata.
Quelli statisticamente più probabili sono la c e la e.
Ma spesso si tratta di concause simultanee.
Per risolvere,prova a dare una bella spinta,aspettare non più di UN secondo però senza usare le gambe,poi spingi con le braccia.
Vedrai che migliora.
Ciao
Torno sul tema con cui diedi il titolo al topic, per raccontarvi cosa ho fatto stasera; è una cosa che si riallaccia anche al discorso sulla propedeutica.
Ho riflettuto su di Stefano di cui sopra, sulle mie sensazioni, e anche su una cosa che mi disse Mario quando mi vide provare a nuotare a delfino: "Non senti gli appoggi".
E non che me ne rendessi conto: non sono mai riuscito in pieno a fare la barca che scivola con i remi che la spingono. È sempre stato una mezza agonia di piomba in acqua e tirati fuori (anche con le braccia).
Allora mi sono detto che dovevo prima galleggiare, e poi guadagnare lo scivolamento spingendo con le braccia senza turbare l'assetto di galleggiamento.
Proprio, appunto come succede come una barca.
Quindi mi sono messo il pull, e mi sono staccato dal muretto, ma senza darmi la spinta: appena un tocco per mettersi orizzontale.
Qui ho cominciato a remare: remata da fermo, in pratica, procedendo senza respirare fino a esaurire il fiato, cercando di mantenere il massimo relax per apprezzare il più possibile gli equilibri.
Bè, è stata una magia: a parte le incertezze dovute al fatto di mantenersi in equilibrio, si scivola che è un piacere, quasi senza fare fatica! E le braccia che non si affossano e sono già fuori quando cominciano il recupero!
Credo anche che puntando i piedi sul muretto per spingere, probabilmente li metto in basso rispetto al pelo dell'acqua, e la spinta mi proietta non solo in orizzontale, ma anche verso l'alto (punto "b" della citazione sopra da Stefano). Va da sè, che poi si ripiomba in acqua, e quindi la remata, invece che spingere in avanti una barca che scivola bene, è un continuo tirarla fuori ripetutamente dall'acqua in cui continua a ripiombare.
La cosa che mi sembra strana, è che remando così, con il pull, mi sembra di stare proprio fisso orizzontale: voi mi insegnate che il delfino è così, vi sembra abbia un valore l'esperienza che ho fatto con questo modo di remare?
The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.