Argomento: Nuoto e concetto di "carico" nella pratica dell'esercizio fisico

Ciao a tutti,

ho creduto di postare qua per parlare di un post di Stefano che ho letto su Facebook circa lo stretching, anche se in effetti vorrei capire con maggior precisione cosa si intende quando si parla di "carico" nell'esercizio fisico, e perché nel nuoto non ci sia.
Riporto il testo:

"Invece lo stretching di scarico nel nuoto NON serve,o comunque ha una importanza limitatissima.
Perchè la funzione delo stretch di scarico è quello di riequilibrare scompensi dati da grandi carichi di lavoro (i pesi in palestra) che nel nuoto non ci sono,essendo uno sport che si svolge nell'acqua in assenza di gravita e a carico zero."

Perdonatemi se mi esprimo in modo dozzinale, non sapete quanto ciò mi faccia soffrire, ma non sono abbastanza tecnico; spero che si capisca quello che vado a intendere.
Io avrei detto che nel nuoto invece c'è carico, nel senso che i muscoli imprimono uno sforzo sull'acqua per spingere il corpo verso una direzione.
Per fare un esempio più chiaro: se io faccio le trazioni alla sbarra, non ho a che fare con il sollevamento di pesi, eppure io sarei portato ad affermare che i miei muscoli stanno facendo uno sforzo di "carico". In modo vagamente analogo, quando nuoto a stile, mi "aggrappo" all'acqua ed esercito un certo carico per imprimere moto.
Anche nuotando a rana, io spingo con le gambe, in pratica facendo qualcosa che potrebbe assomigliare a un esercizio di squat; e per altro, se faccio 50 metri a rana ad andatura da gara, io poi sento i muscoli molto affaticati, anche se magari non mi viene il fiatone come per esempio facendo uno scatto di corsa.

Perché allora nel nuoto non c'è carico? Si parla di "carico di lavoro" quando si esercita il muscolo con pesi (=sforzo) elevati?
Se io faccio lo squat a corpo libero, è un lavoro di "carico"?

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: Nuoto e concetto di "carico" nella pratica dell'esercizio fisico

Riassumendo in estrema sintesi, credo che nuotare sia paragonabile agli esercizi con gli elastici (difatti la spinta è progressiva) , quindi certamente non paragonabile agli sport di forza (e hai citato esercizi "traumatici" come le trazioni alla sbarra)
Detto questo, non ho letto l'articolo in questione, ma io ho sempre tratto grande beneficio se, a tre settimane di nuoto+pesi , alterno una settimana di solo stretching.

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Re: Nuoto e concetto di "carico" nella pratica dell'esercizio fisico

non ho letto l'articolo di stefano, ma credo che si riferisca al fatto che il ruolo dello stretching è duplice: in fase di riscaldamento prepara l'organismo all'attività fisica, innalzando la temperatura corporea permettendo un maggior afflusso sanguigno in periferia, dove il sangue circola con meno facilità.

DOPO l'attività fisica ha il compito di "ridistendere" i muscoli provati dall'attività sportiva.

La differenza sta nel fatto che mentre in palestra una volta terminati gli esercizi si è gonfi come pere nel nuoto l'effetto è minore, data la natura delle contrazioni muscolari la tipologia di carico alla quale sono sottposti i muscoli.

Se vi è mai capitato di fare una sessione tosta in palestra sapete dic osa parlo, i muscoli sono gonfi il triplo rispetto al normale, e avete appunto la sensazione di avere le braccia "attaccate" poprio per l'incremento di volume dei muscoli come conseguenza dell'attività fisica e dell'afflusso di sangue ad essi. In acqua succede ma non in modo così vistoso.... proprio ler la natura del carico che non spinge i muscoli a limite ma li spinge a limite da un altro punto di vista, con contrazioni di intensità minore ma protratte nel tempo....

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Re: Nuoto e concetto di "carico" nella pratica dell'esercizio fisico

Bella risposta Thorpe, mi sei stato molto chiaro. Leggo sempre molto di buon grado i tuoi post, anche tu sei sempre estremamente lucido e costruttivo nelle tue spiegazioni.
L'articolo di Stefano in verità era un "semplice" post di commento a una pagina Facebook di Nuotomania e parlava dello stretching; nell'estratto che ho riportato faceva riferimento al carico nel nuoto, per l'appunto.

Ma allora, si tratta solo di un fatto di "intensità"?

Di quanto "peso" spinge un muscolo?

The ice caps are melting, Leonard.
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Re: Nuoto e concetto di "carico" nella pratica dell'esercizio fisico

Il concetto di carico utilizzato in quel post è differente dal concetto di carico come misura dello sforzo fisico.

Come misura dell'allenamento l'ammontare del carico dipende da svariati parametri sia fisici sia psicologici,vale a dire il volume del lavoro l'entità dei recuperi le andature richieste,la disponibilità energetica dell'atleta,la sua condizione psichica etc.

In quel post invece si faceva riferimento al carico inteso come sovraccarico in grado di influire pesantemente sulla situazione delle articolazioni e dei tendini,contrapposto al nuoto che anche a elevate andature si esegue comunque sempre a carico naturale e in assenza di gravità,con conseguenze enormemente differenti.

Poi ci sono i carichi che pur essendo naturali possono determinare un sovraccarico più tipico dei lavori con i pesi.
Per esempio i piegamenti sulle braccia (volgarmente e impropriamente conosciuti come flessioni) o gli squat.
L'ammontare di carico degli esercizi dipende soprattuto dal peso del soggetto.
Se per esempio a un bambino nego i pesetti perchè su un libro c'è scritto che non vanno bene,e poi gli faccio fare i piegamenti sulle braccia,e lui magari pesa settanta chili.....ci siamo capiti vero ?

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