1

Argomento: nuoto e bambini: disastro col I figlio; come comportarsi col II?

Mi scuso se sarò prolissa, ma devo raccontarvi tutta la storia altrimenti non si capisce niente...
Quindi chiedo perdono, leggetemi a puntate e poi, se vi va, rispondetemi.

Ho portato il mio primogenito in piscina da quando aveva 4 mesi, a corsi mamma-bebè in vasche basse con acqua riscaldata. Gli piaceva.
Verso i 3 anni è capitato in classe con bambini che avevano molta dimestichezza con l'acqua: andavano sotto spontaneamente di testa e giocavano tanto, con inevitabili spruzzi.
Mio figlio ha iniziato a lamentarsi: lo infastidiva ricevere continui schizzi d'acqua in faccia, e aveva paura (benché non sia MAI successo) che l'insegnante chiedesse anche a lui di tuffarsi o fare lunghe immersioni come quelle che facevano molti compagni di corso.
Così, durante la lezione faceva capricci e pretendeva di stare tutto il tempo a bordo vasca. Io cercavo di convincerlo a partecipare suscitando protesta e pianti, e le altre mamme mi criticavano davanti a lui (facile per loro parlare, quando i loro figli sguazzavano come allegri pesciolini!) mentre la maestra aveva scelto di ignorarci.
Terminato il trimestre, mi ha detto: tuo figlio è nato a novembre e grazie a questo ha frequentato un corso mamma-bebè anche a cavallo del suo compleanno. Ma adesso che ha 3 anni, devo inserirlo nel corso successivo, dove le mamme restano fuori dalla vasca. Però non mi sembra pronto. Che ne dici di riportarlo tra qualche mese?
A malincuore ho lasciato perdere i corsi.

In estate però, il bambino giocava serenamente in acqua al mare, e verso i 4 anni ha imparato da solo a stare a galla e a "nuotare a cagnolino".
Così l'ho iscritto nuovamente a 4 anni e mezzo in una piscina comunale. Corso classico nella "mezza" vasca da 25m: braccioli, tavoletta, tubo eccetera. Non era entusiasta, ma l'ha frequentato fino alla fine e nuotava senza sostegno per diversi metri.
L'anno dopo abbiamo cambiato piscina per vicinanza a casa, scegliendo sempre una piscina comunale (corsi Milanosport); inoltre siamo passati dalla scuola materna alla prima elementare, e a metà novembre è nato un fratellino: tanti cambiamenti in una volta sola!

La nuova insegnante di nuoto era una donna dal carattere freddo e dalla voce grossa. Non che fosse troppo severa o altro (assistevo a ogni lezione), ma non era simpatica.
Mio figlio ha iniziato a non voler andare. Nel tragitto piangeva, negli spogliatoi cercava di nascondersi. Poi ha iniziato a non voler fare la doccia: dovevo portare un annaffiatoio da casa e docciarlo a mano così. Ha iniziato anche a dire che gli altri bambini lo prendevano in giro, ma non era vero, e che non riusciva a fare gli esercizi: anche questo non era vero, solo che non amava immergere il volto in acqua e spesso l'esercizio lo richiedeva!

Noi genitori abbiamo provato a stimolarlo con dei premi, senza risultato; poi con le punizioni, privandolo della televisione e dei suoi giochi preferiti. Ma era disposto a farsi togliere qualsiasi cosa pur di non andare in piscina.
Dopo alcune settimane è arrivato alla tragedia: iniziava a piangere fin dal mattino, si nascondeva all'uscita da scuola, si faceva trascinare come un mulo per tutto il tragitto, e una volta negli spogliatoi faceva scenate degne di un indemoniato: urla, pugni e calci, bava alla bocca, eccetera.
Un giorno il dirigente dei corsi se l'è caricato a forza su una spalla e l'ha gettato in vasca di peso. Poi è venuto da me, accusandomi di viziare il bambino e di non saperlo educare.
Io ho spiegato che avevo messo in atto ogni sorta di premio o punizione senza successo, ho spiegato anche del passaggio alle elementari e della nascita del fratellino: forse mio figlio stava riversando tutti i suoi disagi sul corso di nuoto.
Lui sbuffando ha acconsentito a fargli cambiare corso, l'ha spostato nella corsia dei bambini che ancora non sapevano nuotare.

Il nuovo maestro era giovane e affabile; senza forzarlo è riuscito a convincerlo a entrare in acqua in circa la metà delle lezioni che mancavano alla fine del corso. Quando entrava, lui "fingeva" di non riuscire a fare gli esercizi che non gli piacevano.
Quando è finito quel quadrimestre da incubo, non l'abbiamo più portato a un corso di nuoto.

Adesso, dopo 2 anni, mio figlio entra in acqua al mare solo fin dove tocca e rifiuta di nuotare oltre anche con noi, anche se gli diamo una tavoletta o la mano. In piscina va solo se non ci sono altri bambini, a parte un paio che conosce bene, e deve trattarsi di una piscina di tipo ludico: se vede le corsie, non entra.
Rifiuta anche di andare ai parchi acquatici e di scendere dagli scivoli, anche quelli piccoli per bebè.
Solo nelle ultime settimane sono riuscita a farlo nuotare qualche metro dove non tocca (è capace, ma ha paura) e a fargli rimettere sotto la testa come quando era piccolo, per pescare degli oggetti dal fondo; però si tiene quasi sempre il naso con la mano ed è molto timoroso.
Mi piacerebbe che imparasse a nuotare come tutti i suoi coetanei, che ormai al giorno d'oggi a 8 - 9 anni sono tutti nuotatori di livello intermedio; ma so bene che non accetterebbe mai di partecipare a un corso di nuoto.
Ragazzi lo ammetto: ormai l'ho "rovinato".

Il mio bimbo di 2 anni e mezzo invece non l'ho mai portato a un corso di nuoto. Eppure gli piace tanto. In acqua ride, si diverte, se lo faccio andare sotto, appena emerge dice "Ancora!"
Io sono molto combattuta, temo di rovinare anche in lui il rapporto con l'acqua: ho constatato che basta incappare nella classe sbagliata o nell'insegnante sbagliato...
Non so cosa fare, mi date un consiglio per l'uno o per l'altro bambino?
Grazie per aver letto la mia lunga storia e per le risposte che vorrete darmi.

Condividi sui social

Re: nuoto e bambini: disastro col I figlio; come comportarsi col II?

In poche parole hai “forzato” il primo bimbo verso una passione che, forse, non era sua ed hai paura di ripetere l’errore con il secondo.
Lasciamo perdere i commenti sul dirigente che ha traumatizzato ulteriormente il tuo primogenito;  pensavo che non esistessero più al mondo “esperti di psicologia infantile” di questo tipo.
Io credo che insistere con il primogenito solo perché i suoi coetanei sono tutti nuotatori, non gli possa fare questo gran bene, piuttosto gli farei seguire un altro sport dove si sente completamente a suo agio e possa dimostrare a voi genitori, ma soprattutto a se’ stesso che vale qualcosa anche lui, dove non venga messo a confronto con il fratello minore.
Per il figlio più piccolo, mi verrebbe di consigliarti di assecondare la sua passione per l’acqua, ma pensa bene a quale piscina lo vorrai iscrivere.
Credo sia tuo diritto conoscere l’insegnante che si occuperà di lui e, vista l’esperienza, chiederei anche di assistere ad una lezione con gli altri bimbi prima di iscriverlo e di pagare.

"questo spazio è vuoto perché sono una persona priva di fantasia" Col. Kurtz

Condividi sui social

3

Re: nuoto e bambini: disastro col I figlio; come comportarsi col II?

kinetia, non ti crucciare, non è colpa del nuoto, ma quell'esperienza con il primo figlio avresti potuto viverla anche con qualunque altro sport oppure con la scuola. Si sbaglia e si cresce insieme.
Secondo me verrà il giorno in cui il bambino più grande verbalizzerà la sua brutta esperienza con i corsi di nuoto e si avvicinerà all'acqua con serenità, non è mai troppo tardi.

Io sono un po' pentita di aver fatto iniziare alle mie ultime due figlie il corso di nuoto troppo presto. Se per la scuola si aspetta i sei/sette anni quando si impara ad ascoltare, a fare esercizi, perché dovrebbe essere diverso per altri insegnamenti?
Per il secondo, aspetterei i sei/sette anni, oltretutto se inizia che sa già galleggiare si sentirà più sicuro.

Condividi sui social