Argomento: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

Ciao a tutti,
mi chiamo Daniela e sono nuova del forum.

Ho trovato questo sito navigando in internet alla ricerca di corsi per specializzarmi sull'acquaticità neonatale. Ho visto che ci sono varie possibilità di formazione, ma mi piacerebbe avere delle testimonianze dirette sui diversi metodi e corsi...

Quali corsi avete fatto a riguardo? Quali mi consigliate?

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Re: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

Ciao Daniela.dm
mi chiamo Roberta istruttrice di nuoto FIN da 15 anni e sono 7 anni che mi sto dedicando anche al nuoto baby,
ho partecipato a diversi corsi di formazione ma il migliore su qualità, apprendimento delle tecniche, completo a livello teorico/pratico,
semplice e dimostrativo è il metodo "cresci in acqua con me" lo puoi trovare su questo link: http://www.bambinipiu.it/acquaticita-0- … -attivita/
E' bellissimo! apprenderai tutti gli strumenti necessari per iniziare questa fantastica avventura, conoscerai quasi nel dettaglio l'evoluzione del neonato dai 0 ai e 6 anni.
Se sei principiante o meno ti consiglio di partecipare anche al tirocinio che organizzano in sede.
Spero di esserti stata di aiuto.
Roberta D.

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Re: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

Ciao Daniela,
sono Giulia Laureata in scienze motorie e laureanda alla magistrale, mi sono affacciata all'ambiente acquatico lavorando con i disabili in linea con il mio percorso di studi e ho avuto la fortuna anch'io di imbattermi nel metodo "Cresci in acqua con me".
Da un'anno insegno acquaticità e ti posso assicurare che oltre agli ottimi risultati che si ottengono per quanto riguarda l'autonomia acquatica, il bambino durante le lezioni è continuamente stimolato dal punto di vista motorio e cognitivo. Nascosto in ogni gioco/percorso c'è uno stimolo importante per lo sviluppo di capacità coordinative e condizionali e la creazione di forti schemi motori di base.
Spero di averti aiutato a chiarire le idee.
Giulia

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Re: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

Ciao a tutti, sono Matteo,
Mi fa piacere vedere che per quanto riguarda lacquaticità siamo in molti ad aver seguito il metodo  " cresci in acqua con me". Cara Daniela.dm, io sono laureato in psicologia e devo dire che il metodo è particolarmente completo sia per l'insegnate che si trova a non lasciare niente al caso, sia per i bambini che sono costantemente stimolati dal punto di vista cognitivo ed affettivo. Oltretutto il corso è anche molto piacevole da seguire con parti pratiche e teoriche, mai noioso. Veramente super consigliato!
A presto.
Matteo

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Re: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

Ciao Daniela, mi chiamo Sofia. Sono ostetrica specializzata in fitness per la gravidanza e il puerperio. Da sempre mi ha affascinato il tema dell'acquaticità e il corso "Cresci in acqua con me" mi ha aperto un mondo. E' molto completo sia per la fascia 0-3 anni, 3-5 anni che per l'attività con gestanti in acqua e non solo. Io personalmente te lo consiglio vivamente.

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Re: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

Ciao! Anche io ho seguito tutti i corsi del metodo Crescinacqua, e come chi mi ha preceduto non posso far altro che consigliarteli! Cercavo un corso che mi aiutasse a capire come lavorare in acqua con i bambini anche molto piccoli, invece mi si è aperto un mondo! Insegnanti preparate e corsi ricchissimi di concetti, inoltri i risultati che si ottengono applicando il metodo sono eccezionali. Vai a vederti qualche video sul loro sito (bimbipiù) per farti un idea!

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Re: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

WOW!!!! grazie a tutti per le risposte... non posso più avere dubbi ormai... mi informerò sui corsi Crescinacqua... ma qualcuno di voi ha fatto altri corsi? Giusto per avere l'opinione anche su altri corsi e metodi.....

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Re: Acquaticità Neonatale: metodi a confronto

Io il metodo crescinacqua non lo conosco,conosco la parte del corso FIN che una volta era gestita da Elisabetta Pusiol che nel nordest è un grande faro per il neonatale la terza età e le disabilità.

Non so dunque cosa si dice in quei corsi,però posso dire una cosa:
il nuoto neonatale andrebbe tutto impostato non per obiettivi motori bensì per obiettivi emozionali e affettivi,vale a dire che non dovrete mai impostare questo o quello ma solo aiutare sviluppare i concetti di base che caratterizzano la crescita del sistema nervoso del bimbo sia a livello motorio sia emozionale.
Esempio,non si insegnano le gambate,ma si stimola il bimbo a decidere da solo che vuole andare laggiù e deve attivarsi,a quel punto il genitore,che il bimbo compia una azione valida o meno non importa,lo aiuta in modo che il bimbo raggiunga l'obiettivo sviluppi la consapevolezza che fermo=fermo e azione= successo.
Esempio non si insegnano le bollicine,il genitore le fa vedere e il bimbo se gradisce copia sennò amen,quando vorrà le farà.
Esempio non si butta il bimbo sott'acqua a tradimento e nemmeno con quella pratica orribile del soffiare in faccia per prendere il respiro,sistema da delinquenti.
Esempio non si spinge il bimbo sott'acqua come fosse un sottomarino giocattolo,come mi è capitato di vedere fare,perchè l'mmersione non è uno degli obiettivi,piuttosto l'obiettivo è fare accettare al bimbo l'idea di coprire da solo quella piccola distanza che lo separa da mamma,obiettivo emozionale appunto,e il fatto che lo faccia sott'acqua è un fatto secondario a prescindere dai gridolini di meraviglia che ci fanno fare i video postati in giro.
Infatti i neonati hanno una particolarità:
non hanno il concetto di futuro e non proiettano gli oggetti nè le esperienze avanti nel tempo....
Difficile ?
esempio,vede una tazza e ci gioca,gliela togli da sotto gli occhi,e quella tazza sparisce per sempre dal suo mondo e non sa nemmeno che è esistita,non la ricorda e non la cerca.
Gliela riproponi ed è di nuovo un oggetto nuovo,gliela togli e la cancella di nuovo.
Si chiama oggetto permanente e vale pure per le esperienze,anche se però le esperienze lasciano una traccia emotiva nel subconscio.
traduzione: diciamo che il bimbo lo cacci sotto a forza (orrore) e quello non piange come fanno gli altri,e tu ne deduci che non gli è dispiaciuto,evviva evviva come sono bravo chissà che campione diventerà....
sbagliato.
Il bimbo potrebbe avere gradito pochissimo,non è sicuro ma la possibilità è molto elevata,ma una volta terminata l'esperienza ebbene quella non esiste più,non ne rimane traccia se non nel subconscio,quindi magari gli ha fatto orrore ma col cappero che piange,tanto è finita e di li a poco la dimentica.
Tutte le volte successive la conclusione sarà la stessa...tanto è finita e non esiste più.
Poi passa il tempo e diciamo a tre anni dal recesso della mente torna fuori il monte di disagio provato ogni singola volta che lo avete cacciato sotto a forza,e parte il rifiuto dell'immersione.
E tutti a pensare,toh che strano eppure a un anno andava sotto senza problemi.
Oramai non le conto più le volte che ho sentito i genitori raccontare questa cosa.

Quindi se un metodo,quale che sia,ad un certo punto vi dovesse dire di cacciare sotto il bimbo a forza quello è un metodo sbagliato.
Il bambino deve mettere sotto la faccia volontariamente,perchè decide che lo vuole fare per qualche motivo (una pallina colorata sul fondo,copiare mamma,vedere che effetto fa etc)  perchè nessuna abilità si può considerare appresa se non scaturisce da una azione volontaria e cosciente.....per esempio l'avete in braccio e lecca l'acqua,poi prova a infilarci la faccia e voi glielo lasciate fare e di solito lo fanno,ma se non lo facessero chissenefrega,tanto prima che cresca non lo potete iscrivere alle olimpiadi e gli obiettivi attuali sono solo di ordine emozionale,e se voi lo obbligate allora il bimbo non starà più esplorando l'acqua ma starà ubbidendo a qualcosa.
Peccato che il concetto di disciplina (agire coscientemente con uno scopo) lo svilupperanno molto più tardi quando lo deciderà il suo sistema nervoso,questo significa che qualsiasi tentativo di imporre e codificare qualcosa non ha la benchè minima speranza di venire accettato.
E tutti giù a dire che il bimbo fa i capricci,o che è troppo vivace o chissà che.

Se avrò tempo magari ci darò una occhiata a questo metodo,che a sentire molta gente pare che sia molto valido,ma per ora do un paio di linee direttrici:
Niente imposizioni e niente trucchi,dobbiamo accontentarci di sviluppare una progressione di esperienze che si basi sulla esplorazione volontaria e sulla imitazione.
Niente obiettivi motori specifici del nuoto,sono prematuri e inutili,dobbiamo limitarci a quelli dello sviluppo motorio primario (camminare correre saltare lanciare strisciare).
Solo obiettivi emozionali.
Se il metodo si ispira a questi concetti e agli esempi mostrati sopra allora è valido.

Consiglio la lettura di un testo della massima autorità del nord italia in materia:
http://www.francoangeli.it/Ricerca/Sche … ro=1305.68

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