Io il metodo crescinacqua non lo conosco,conosco la parte del corso FIN che una volta era gestita da Elisabetta Pusiol che nel nordest è un grande faro per il neonatale la terza età e le disabilità.
Non so dunque cosa si dice in quei corsi,però posso dire una cosa:
il nuoto neonatale andrebbe tutto impostato non per obiettivi motori bensì per obiettivi emozionali e affettivi,vale a dire che non dovrete mai impostare questo o quello ma solo aiutare sviluppare i concetti di base che caratterizzano la crescita del sistema nervoso del bimbo sia a livello motorio sia emozionale.
Esempio,non si insegnano le gambate,ma si stimola il bimbo a decidere da solo che vuole andare laggiù e deve attivarsi,a quel punto il genitore,che il bimbo compia una azione valida o meno non importa,lo aiuta in modo che il bimbo raggiunga l'obiettivo sviluppi la consapevolezza che fermo=fermo e azione= successo.
Esempio non si insegnano le bollicine,il genitore le fa vedere e il bimbo se gradisce copia sennò amen,quando vorrà le farà.
Esempio non si butta il bimbo sott'acqua a tradimento e nemmeno con quella pratica orribile del soffiare in faccia per prendere il respiro,sistema da delinquenti.
Esempio non si spinge il bimbo sott'acqua come fosse un sottomarino giocattolo,come mi è capitato di vedere fare,perchè l'mmersione non è uno degli obiettivi,piuttosto l'obiettivo è fare accettare al bimbo l'idea di coprire da solo quella piccola distanza che lo separa da mamma,obiettivo emozionale appunto,e il fatto che lo faccia sott'acqua è un fatto secondario a prescindere dai gridolini di meraviglia che ci fanno fare i video postati in giro.
Infatti i neonati hanno una particolarità:
non hanno il concetto di futuro e non proiettano gli oggetti nè le esperienze avanti nel tempo....
Difficile ?
esempio,vede una tazza e ci gioca,gliela togli da sotto gli occhi,e quella tazza sparisce per sempre dal suo mondo e non sa nemmeno che è esistita,non la ricorda e non la cerca.
Gliela riproponi ed è di nuovo un oggetto nuovo,gliela togli e la cancella di nuovo.
Si chiama oggetto permanente e vale pure per le esperienze,anche se però le esperienze lasciano una traccia emotiva nel subconscio.
traduzione: diciamo che il bimbo lo cacci sotto a forza (orrore) e quello non piange come fanno gli altri,e tu ne deduci che non gli è dispiaciuto,evviva evviva come sono bravo chissà che campione diventerà....
sbagliato.
Il bimbo potrebbe avere gradito pochissimo,non è sicuro ma la possibilità è molto elevata,ma una volta terminata l'esperienza ebbene quella non esiste più,non ne rimane traccia se non nel subconscio,quindi magari gli ha fatto orrore ma col cappero che piange,tanto è finita e di li a poco la dimentica.
Tutte le volte successive la conclusione sarà la stessa...tanto è finita e non esiste più.
Poi passa il tempo e diciamo a tre anni dal recesso della mente torna fuori il monte di disagio provato ogni singola volta che lo avete cacciato sotto a forza,e parte il rifiuto dell'immersione.
E tutti a pensare,toh che strano eppure a un anno andava sotto senza problemi.
Oramai non le conto più le volte che ho sentito i genitori raccontare questa cosa.
Quindi se un metodo,quale che sia,ad un certo punto vi dovesse dire di cacciare sotto il bimbo a forza quello è un metodo sbagliato.
Il bambino deve mettere sotto la faccia volontariamente,perchè decide che lo vuole fare per qualche motivo (una pallina colorata sul fondo,copiare mamma,vedere che effetto fa etc) perchè nessuna abilità si può considerare appresa se non scaturisce da una azione volontaria e cosciente.....per esempio l'avete in braccio e lecca l'acqua,poi prova a infilarci la faccia e voi glielo lasciate fare e di solito lo fanno,ma se non lo facessero chissenefrega,tanto prima che cresca non lo potete iscrivere alle olimpiadi e gli obiettivi attuali sono solo di ordine emozionale,e se voi lo obbligate allora il bimbo non starà più esplorando l'acqua ma starà ubbidendo a qualcosa.
Peccato che il concetto di disciplina (agire coscientemente con uno scopo) lo svilupperanno molto più tardi quando lo deciderà il suo sistema nervoso,questo significa che qualsiasi tentativo di imporre e codificare qualcosa non ha la benchè minima speranza di venire accettato.
E tutti giù a dire che il bimbo fa i capricci,o che è troppo vivace o chissà che.
Se avrò tempo magari ci darò una occhiata a questo metodo,che a sentire molta gente pare che sia molto valido,ma per ora do un paio di linee direttrici:
Niente imposizioni e niente trucchi,dobbiamo accontentarci di sviluppare una progressione di esperienze che si basi sulla esplorazione volontaria e sulla imitazione.
Niente obiettivi motori specifici del nuoto,sono prematuri e inutili,dobbiamo limitarci a quelli dello sviluppo motorio primario (camminare correre saltare lanciare strisciare).
Solo obiettivi emozionali.
Se il metodo si ispira a questi concetti e agli esempi mostrati sopra allora è valido.
Consiglio la lettura di un testo della massima autorità del nord italia in materia:
http://www.francoangeli.it/Ricerca/Sche … ro=1305.68
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