La mia esperienza è di una frattura poliframmentata scomposta esposta e di 4 interventi chirurgici nel giro di un anno. Il nuoto è stato ed è fondamentale.
Per i gonfiori e la circolazione sanguigna e linfatica nella parte lesa.
Per l'attenuazione della percezione del dolore. Il dolore e il ricordo di esso possono diventare limitanti, non è sempre detto che la soglia del dolore debba essere il metro di giudizio su ciò che si può e non può fare.
Per la portanza dell'acqua che ci evita movimenti e carichi eccessivamente bruschi o repentini.
Per il lavoro passivo che si fa.
Per il recupero della sensibilità periferica.
E per mille altre ragioni.
La mia esperienza è che esistono millemila sport e che un medico non può conoscerli tutti, sapendo nello specifico che cosa comporta questa o quella attività. Meglio quindi i medici sportivi e fisioterapisti, meglio chi pratica quella disciplina e ne conosce difetti e virtù nel concreto e nella pratica.
Poi ognuno di noi, soprattutto se adulto e maturo, conosce se stesso meglio di chiunque e quindi sa di appartenere alla categoria dei fifoni o dei masochisti.
Quello che mi sento di dirti, e che sicuramente sai, è che, finchè il trauma è attivo e sono in corso processi di guarigione, le sollecitazioni non giovano ai tessuti in via di riparazione, per contro il movimento evita l'atrofizzazione e migliora l'irrorazione sanguigna con i diretti benefici che ciò porta con sé. Il problema che mi sento di segnalarti è invece quello che si crea sul lungo periodo, quando il dolore e gli impedimenti meccanici non sono più macroscopici ma non sono del tutto scomparsi. Questo può portare ad assumere inconsciamente posture e atteggiamenti di difesa e compromesso difficili da valutare da sé. L'occhio esterno può invece in un attimo valutare scompensi e asimmetrie che, una volta acquisiti, saranno ben difficili da eliminare.
Partendo dalla mia condizione base di buon atleta proveniente da altri sport, e più o meno capace di nuotare (seppure del tutto ignara della terminologia tecnica che ho via via appreso qui) sono passata da gennaio (ultimo intervento) ad oggi, ovvero in cinque mesi, da un quarto d'ora in piscina a carezzare l'acqua a 1400 metri 4 o 5 volte a settimana. Ma quando salto fisioterapia o corso per qualche tempo (e basta una settimana), ecco che alla volta successiva mi ritrovo ad esser ripresa perché tornano a galla tutti i difetti che prima erano dovuti a impedimenti fisici, poi al dolore e oggi al ricordo inconscio del dolore.
E poi quando ci facciamo male siamo tutti bambinoni e abbiamo voglia di raccontare le nostre bue, anche se siamo ormai grandi e le risposte in fondo le conosciamo già tutte.
Buon recupero.