Re: un altro "vecchietto"

La domanda di Ippocampo è ben posta, mi pare: in che senso hai paura dell'acqua? Hai paura a metter la testa sotto? Ti senti sprofondare mentre provi a nuotare? Hai paura a stare dove non tocchi?

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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177 (modificato da gerolamo 30-04-2014 09:41:31)

Re: un altro "vecchietto"

Eccomi qua senza aver ancora avuto il tempo e il modo di leggere, cosa che mi riprometto fare in questi due-tre giorni di festa.
La mia paura ormai si è ridotta a quando sono in acqua alta dove non tocco. E questo è sicuramente determinato dalla consapevolezza di non saper "galleggiare". Ora al coperto, in piscina tocco sempre e mi piace stare in acqua, mi diverto e "mi manca" se non posso andare.
La mia paura è solo quella, oggi.
Vi dirò di più.
Per esorcizzare la paura lo scorso anno conoscendo un amico istruttore di subacquea e dopo aver con lui lungamente parlato ed esposto i miei problemi, ho frequentato, sempre nella mia piscina, un corso di sub e sono riuscito conseguire il primo brevetto per i 18 metri.
per la prima volta in vita mia sono andato al mare su un gommone e mi sono immerso in acqua dove non toccavo (Cristo degli abissi). Ero complessivamente sereno, (anche perchè con gav e muta si sta a galla per forza e a volte si fa fatica a scendere) e questo soprattutto per la fiducia che ho e avevo nei miei istruttori e "me la sono cavata" ma rimango sempre molto rigido e la mia rigidità mi fa consumare un sacco di aria.
La mia esperienza, che trovo fantastica, mi è anche servita un po nel nuoto, se non altro per familiarizzare con l'elemento liquido, immerso nel quale, però, soprattutto se senza muta, rimango sempre abbastanza teso.
Ecco la mia paura.
Ho visto ma non ancora letto, che nel sito ci sono molti suggerimenti dati per il galleggiamento e lo scivolamento. comincio in questi giorni a leggerli e proverò a metterli in pratica. Per quanto "vecchio e arrugginito" è impossibile che non riesca a trovare il modo di sciogliermi un po.
Ora scappo, e se avete dei suggerimenti ulteriori saranno molto graditi.
Ciao a presto.
Gerolamo

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178

Re: un altro "vecchietto"

Visto che sono subacquea anch'io ....il fatto che dici che con gav e muta si fa fatica a scendere è una conferma delle tue paure perché in realtà con la cintura dei pesi e gav sgonfio l'assetto è negativo e se fatichi a scendere sgonfiando il gav è perché è la tua testa che non vuole! La prossima volta fai caso se trattieni il fiato. Inoltre, avendo fatto il corso per prendere il primo brevetto, dovrebbero averti insegnato bene almeno il sostentamento,  oltre a migliorare in generale l'acquaticità. Che tipo di brevetto hai preso?
E' cmq ovvio che se non sai fare né galleggiamenti statici né dinamici, poi nell'acqua alta non sei tranquillo! roll
Oltre ai vari galleggiamenti da fermo (statici), devi imparare anche il sostentamento (galleggiamento dinamico) e il canino che ti permette di nuotare senza stancarti troppo (se lo fai rilassato) e di respirare liberamente; a che punto sei con questo tipo di abilità?
Ciao!

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Re: un altro "vecchietto"

Ciao, io sono un istruttore subacqueo, diciamo che il brevetto subacqueo non avrebbero dovuto dartelo con le problematiche che hai, il corso infatti prevede tra gli altri esercizi anche 200 metri di nuoto continuo e 10 minuti di sostentamento in acqua dove non si tocca, senza muta o ausilii al galleggiamento, e ovviamente la capacita' di nuotare ed essere a proprio agio in acqua; considerando tutte le problematiche che possono venire fuori, ti consiglio di raggiungere una certa confidenza con l'acqua prima di continuare l'attivita' subacquea, per la tua e l'atrui sicurezza.

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180 (modificato da ippocampo 22-04-2014 10:36:16)

Re: un altro "vecchietto"

Infatti arinaldisub, è per questo che chiedevo il tipo di brevetto, io ho il Fipsas e il corso viene svolto seriamente come dici tu ma, purtroppo, proprio l'altra sera il mio "capo" mi raccontava che adesso ci sono società che fanno corsi che durano solo tre giorni yikes

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181

Re: un altro "vecchietto"

ippocampo ha scritto:

Visto che sono subacquea anch'io ....il fatto che dici che con gav e muta si fa fatica a scendere è una conferma delle tue paure perché in realtà con la cintura dei pesi e gav sgonfio l'assetto è negativo e se fatichi a scendere sgonfiando il gav è perché è la tua testa che non vuole! La prossima volta fai caso se trattieni il fiato. Inoltre, avendo fatto il corso per prendere il primo brevetto, dovrebbero averti insegnato bene almeno il sostentamento,  oltre a migliorare in generale l'acquaticità. Che tipo di brevetto hai preso?
E' cmq ovvio che se non sai fare né galleggiamenti statici né dinamici, poi nell'acqua alta non sei tranquillo! roll
Oltre ai vari galleggiamenti da fermo (statici), devi imparare anche il sostentamento (galleggiamento dinamico) e il canino che ti permette di nuotare senza stancarti troppo (se lo fai rilassato) e di respirare liberamente; a che punto sei con questo tipo di abilità?
Ciao!

Ciao a tutti ed in particolare a ippocampo e arinaldisub.
Premesso che mi sono avvicinato al mondo dei sub, come ho fatto presente nella precedente mia, solo per provare ad affrontare di petto le mie paure, migliorare la mia acquaticità ecc ecc. e ultimo mio pensiero era realmente quello di conseguire il brevetto, vi posso assicurare che nulla mi è stato regalato, almeno credo.
Oggi che sono più informato posso sicuramente dire che la preparazione e le ore di piscina che vengono richiesti ai corsi Fipsas sicuramente non vengono richiesti in corso Open Water Padi che ho frequentato io; vi posso però tranquillizzare sui miei 200 metri di nuoto continuo ( o quasi) e sui dieci minuti di galleggiamento. Prove fatte e superate. Per quanto riguarda il galleggiamento è stato fatto in acqua di cm 180 e qualche volta ho "barato" toccando il fondo, ma a stando a stellina, in verticale, seduto o a cagnolino, facendomi venire un affanno che sembravo un mantice, dieci minuti ci sono stato. Per quanto invece riguarda la prova dei 200 mt vi spiego come ho superato la prova anche perchè forse così avrete qualche nozione in più per esaminare le mie problematiche.
Soprattutto in allora (oggi in parte comincio a superare questi problemi) quando cominciavo a nuotare non vedevo l'ora di arrivare dall'altra parte per potermi attaccare al bordo; prima finiva la vasca prima "ero sicuro". avevo spesso la sensazione di non riuscire a finire e quindi acceleravo le bracciate andando sempre più in crisi e in affanno pur di arrivare dall'altra parte. Ebbene, conscio di questo mio Handicap (chiamiamolo così) sono entrato in corsia dietro a due altri aspiranti sub, molto cicciottelli che nuotavano lentissimi a stile con la testa fuori dall'acqua; per non raggiungerli sono partito quando loro erano a metà della prima vasca arrivando quasi a tempo a loro e permettendomi così una breve pausa tra una vasca e l'altra, pausa necessaria per non raggiungerli non potendoli superare perchè nell'altro senso altri aspiranti sub facevano la loro prova. le mie otto vasche (un po a stile e un po a dorso) sono state fatte praticamente in contemporanea a quelle di tutti gli altri.
Ripeto, so cosa sia il corso Fisaps ma i miei istruttori di sub non credo mi abbiano regalato qualcosa; io conosco i miei limiti e loro conoscono i miei e soprattutto non so cosa farmene del brevetto e proprio perchè conosco i miei limiti non faccio immersioni se non in loro compagnia che ben mi conoscono. Con questo ho fatto in tutto 6-7 immersioni e appena posso (vedi questa sera) vado con loro in piscina ove faccio esercizi per l'assetto, lo studio della giusta pesata per la semistagna che ho appena preso ecc, tutto sempre sotto loro controllo e osservazione, cercando di sfruttare tutti i suggerimenti e gli insegnamenti possibili. Tutte le settimane loro vanno in vasca e se voglio io, tutte le settimane sono da loro seguito.
Sempre per la mia voglia di affrontare di petto i miei incubi, a settembre sono andato lontano dalla mia residenza a sentire una lezione introduttiva all'apnea, mondo che mi sembra affascinante. Ebbene, continuo a pensare che mi farebbe molto bene poter seguire uno di quei corsi, ma la prima cosa che ovviamente viene chiesta è una grande acquaticità; quello che per me era l'obiettivo finale (o quasi) viene, credo logicamente, richiesto come requisito indispensabile. (Libero tu di iscriverti anche senza acquaticità, ma dopo aver pagato il corso, comprato tutta l'attrezzatura ecc, alla seconda o terza lezione rischi di non essere in grado di seguire gli altri ed essere praticamente lasciato a te stesso). (Soldi buttati in pratica).
Dopo questa lunga chiacchierata su un mondo che trovo affascinante e che voglio conoscere meglio senza essere di pericolo a nessuno, in primis il compagno di immersione, finisco di rispondere alle domande di ippocampo su:

"Oltre ai vari galleggiamenti da fermo (statici), devi imparare anche il sostentamento (galleggiamento dinamico) e il canino che ti permette di nuotare senza stancarti troppo (se lo fai rilassato) e di respirare liberamente; a che punto sei con questo tipo di abilità?

A che punto sono? una bestia. Autodidatta in tutto; come sopra vi ho detto sono stato dieci minuti in galleggiamento sfruttando tutte le posizioni e le capacità che avevo, "barando" anche perchè qualche volta ho toccato il fondo.

Mi rendo conto, dopo aver letto tanti argomenti già affrontati in questo forum, che il mio caso è comune a tanti adulti che iniziano a nuotare. Ci è stata insegnata la tecnica del movimento senza che neppure sapessimo stare in piedi come giustamente dice Cirone.
La domanda però ora è:  Cosa faccio ora? nel mio corso riesco malamente a stare dietro agli altri (una vecchietta come me ha i miei stessi problemi di galleggiamento statico e dinamico ma meno paura e meno affanno di me) ma le mie 26-28-30 vasche di esercizi stile- dorso- rana me le faccio e lentamente si sono visti ed apprezzati grandi miglioramenti (ni direte che in tre anni o ci sono dei miglioramenti o mi posso sparare e avreste anche ragione). Per me è impensabile "tornare indietro". Il gruppo è simpatico e l'aspetto sociale è quello che in tanti momenti mi è stato di aiuto per superare certe difficoltà e mi è di sprone in tanti esercizi a me ostici. Quindi vi chiedo: che suggerimenti mi date?
Quando si parla di scivolamenti, intendete lo Spingersi dal fondo cercando di scivolare sull'acqua il più possibile senza muovere gambe e braccia? ci sono filmati in cui vedere questi "scivolamenti"? Se è questo io già sto cercando di farlo il più possibile ogni volta che inizio una vasca; il vostro suggerimento è invece quello di spingersi, scivolare e tornare indietro e ripetere l'esercizio fino a quando il corpo non scivola galleggiando sull'acqua?
Un'ultima domanda sciocca magari la faccio a ippocampo e marina.

Ho letto che a tabs78 avete detto che gli occhialini li avrebbe potuti mettere solo quando si fosse abituato all'acqua negli occhi.
Ebbene, anche questa esperienza mi manca.
Ho sempre usato gli occhialini e solo sabato scorso, dopo avervi letto, non mi sono messo le lenti a contatto e ho provato ad aprire (due volte!!!) gli occhi sott'acqua: non vedevo nulla, solo nebbia. e provavo un gran fastidio.
Comincio a fare anche questo esercizio?
Grazie e scusate la prolissità.

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182 (modificato da ippocampo 22-04-2014 16:32:50)

Re: un altro "vecchietto"

Quante cose! Provo a rispondere..... allora, in generale direi che hai fatto il contrario di quello che ho fatto io e che sarebbe la strada migliore cioè prima l'ambientamento, poi imparare a nuotare abbastanza bene e poi sub e apnea. Niente di male se vai in piscina e fai degli esercizi seguito da istruttori di sub e apnea; te lo dico perché ne conosco l'utilità dato che insegno proprio per la Fipsas la propedeutica per chi vuole prendere i brevetti di sub/apnea, oltre a praticare anch'io queste due discipline.
L'ambientamento prevede come primissima cosa proprio la capacità di aprire gli occhi sott'acqua, è vero che si vede un po' appannato ma ci farai l'abitudine. Trovo cmq che questa sia una grossa lacuna dato che già nel primo corso sub è previsto l'esercizio dello svuotamento della maschera, non l'hai fatto?
In quanto al nuoto, il fatto di nuotare accellerando perché non vedi l'ora di arrivare al muretto evince di nuovo il fatto che hai saltato degli importanti step, cioè l'ambientamento etc., quindi il mio consiglio è innanzitutto di riempire quelle lacune che altrimenti ti porterai sempre dietro.
Ti avevo già consigliato quei tre o quattro esercizi, se puoi continua a farli e semmai chiedi pure aiuto qua. I primi scivolamenti si fanno in superficie, ti spingi con tutti e due i piedi dal muretto, stendi le braccia e metti le mani una sopra l'altra a freccia per fendere l'acqua, stendi le gambe e le unisci e ti lasci scivolare stando rilassato in questa posizione idrodinamica, magari soffiando piano per agevolare il rilassamento. Sì, l'esercizio finisce lì e gli obbiettivi sono di sentire i calcagni che escono fuori (=assetto orizzontale), scivolare il più lontano possibile e dritto sulla riga blu ...quindi occhi aperti e senza occhialini! wink
Non esiste che dopo solo tre anni ti dico di spararti, si può sempre migliorare e ognuno ha i suoi tempi! Prendi quello di buono che hai ottenuto fin'ora e riempi quelle lacune, i miglioramenti ci saranno sempre!

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183

Re: un altro "vecchietto"

Grazie Ippocampo.
Fracchia direbbe:... Ma come è buona lei.....
Schertzi a parte, ti rispondo subito per quanto riguarda la subacquea. Si, ho fatto l'esercizio in vasca e al mare così come ho nuotato senza maschera sia in vasca che al mare durante l'esamino.
Quello che però non era necessario era tenere gli occhi aperti e io ho eseguito l'esercizio sempre ad occhi chiusi.
Prendo buona nota dei tuoi consigli e ti dico che la seconda lezione di nuoto che ho seguito in vita mia l'istruttore mi ha detto: "dalla prossima volta non voglio più vedere il tappanaso." Gli ho risposto chiamandolo per nome e dicendogli in maniera scherzosa. TI ODIO."
Dopo due lezioni ho capito il perchè e gli sono infinitamente grato per non avermi permesso di utilizzare quello strumento.
Oggi mi viene da dirti, pur non avendo con te alcuna confidenza, Ippocampo Ti odio.
Già da domani però (stasera sub in piscina) proverò l'esercizio che mi hai detto di scivolare seguendo la linea della corsia tenendo gli occhi aperti. Sono consapevole dell'handicapp di dover obbligatoriamente dipendere da strumenti che non necessariamente abbiamo indosso.
Per quanto riguarda però tenere gli occhi aperti, ad oggi, come detto ho provato solo due o tre volte scendendo in verticale; in quella posizione mi sembrava impossibile respirare perchè le bolle accentuavano il fastidio dell'acqua negli occhi per cui i miei primi tentativi sono stati in apnea. Scivolando con gli occhi aperti questa problematica non ci sarà.
Farò gli esercizi suggeriti tutte le volte che ne avrò la possibilità.
Grazie, a presto.

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184

Re: un altro "vecchietto"

Ciao. Scusate ma tra lavoro e famiglia mi sono perso.
A quale domanda devo rispondere?

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Re: un altro "vecchietto"

ippocampo ha scritto:

Infatti arinaldisub, è per questo che chiedevo il tipo di brevetto, io ho il Fipsas e il corso viene svolto seriamente come dici tu ma, purtroppo, proprio l'altra sera il mio "capo" mi raccontava che adesso ci sono società che fanno corsi che durano solo tre giorni yikes

Beh non e' questione di didattica, io sono istruttore Padi, o di quanto dura il corso, in Italia dura molto di piu' che in vacanza, dove concentrano tutto in programmi full day, ma dal seguire o meno quello che la didattica dice di insegnare, che ormai e' uguale sia in Fipsas che in Padi o nelle altre innumerevoli sigle.
Per me dare un brevetto subacqueo a chi ancora non si sente sicuro in acqua e se dovesse cadere da una barca affogherebbe e' uno sbaglio.

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Re: un altro "vecchietto"

gerolamo ha scritto:
ippocampo ha scritto:

Visto che sono subacquea anch'io ....il fatto che dici che con gav e muta si fa fatica a scendere è una conferma delle tue paure perché in realtà con la cintura dei pesi e gav sgonfio l'assetto è negativo e se fatichi a scendere sgonfiando il gav è perché è la tua testa che non vuole! La prossima volta fai caso se trattieni il fiato. Inoltre, avendo fatto il corso per prendere il primo brevetto, dovrebbero averti insegnato bene almeno il sostentamento,  oltre a migliorare in generale l'acquaticità. Che tipo di brevetto hai preso?
E' cmq ovvio che se non sai fare né galleggiamenti statici né dinamici, poi nell'acqua alta non sei tranquillo! roll
Oltre ai vari galleggiamenti da fermo (statici), devi imparare anche il sostentamento (galleggiamento dinamico) e il canino che ti permette di nuotare senza stancarti troppo (se lo fai rilassato) e di respirare liberamente; a che punto sei con questo tipo di abilità?
Ciao!

Ciao a tutti ed in particolare a ippocampo e arinaldisub.
Premesso che mi sono avvicinato al mondo dei sub, come ho fatto presente nella precedente mia, solo per provare ad affrontare di petto le mie paure, migliorare la mia acquaticità ecc ecc. e ultimo mio pensiero era realmente quello di conseguire il brevetto, vi posso assicurare che nulla mi è stato regalato, almeno credo.
Oggi che sono più informato posso sicuramente dire che la preparazione e le ore di piscina che vengono richiesti ai corsi Fipsas sicuramente non vengono richiesti in corso Open Water Padi che ho frequentato io; vi posso però tranquillizzare sui miei 200 metri di nuoto continuo ( o quasi) e sui dieci minuti di galleggiamento. Prove fatte e superate. Per quanto riguarda il galleggiamento è stato fatto in acqua di cm 180 e qualche volta ho "barato" toccando il fondo, ma a stando a stellina, in verticale, seduto o a cagnolino, facendomi venire un affanno che sembravo un mantice, dieci minuti ci sono stato. Per quanto invece riguarda la prova dei 200 mt vi spiego come ho superato la prova anche perchè forse così avrete qualche nozione in più per esaminare le mie problematiche.
Soprattutto in allora (oggi in parte comincio a superare questi problemi) quando cominciavo a nuotare non vedevo l'ora di arrivare dall'altra parte per potermi attaccare al bordo; prima finiva la vasca prima "ero sicuro". avevo spesso la sensazione di non riuscire a finire e quindi acceleravo le bracciate andando sempre più in crisi e in affanno pur di arrivare dall'altra parte. Ebbene, conscio di questo mio Handicap (chiamiamolo così) sono entrato in corsia dietro a due altri aspiranti sub, molto cicciottelli che nuotavano lentissimi a stile con la testa fuori dall'acqua; per non raggiungerli sono partito quando loro erano a metà della prima vasca arrivando quasi a tempo a loro e permettendomi così una breve pausa tra una vasca e l'altra, pausa necessaria per non raggiungerli non potendoli superare perchè nell'altro senso altri aspiranti sub facevano la loro prova. le mie otto vasche (un po a stile e un po a dorso) sono state fatte praticamente in contemporanea a quelle di tutti gli altri.
Ripeto, so cosa sia il corso Fisaps ma i miei istruttori di sub non credo mi abbiano regalato qualcosa; io conosco i miei limiti e loro conoscono i miei e soprattutto non so cosa farmene del brevetto e proprio perchè conosco i miei limiti non faccio immersioni se non in loro compagnia che ben mi conoscono. Con questo ho fatto in tutto 6-7 immersioni e appena posso (vedi questa sera) vado con loro in piscina ove faccio esercizi per l'assetto, lo studio della giusta pesata per la semistagna che ho appena preso ecc, tutto sempre sotto loro controllo e osservazione, cercando di sfruttare tutti i suggerimenti e gli insegnamenti possibili. Tutte le settimane loro vanno in vasca e se voglio io, tutte le settimane sono da loro seguito.
Sempre per la mia voglia di affrontare di petto i miei incubi, a settembre sono andato lontano dalla mia residenza a sentire una lezione introduttiva all'apnea, mondo che mi sembra affascinante. Ebbene, continuo a pensare che mi farebbe molto bene poter seguire uno di quei corsi, ma la prima cosa che ovviamente viene chiesta è una grande acquaticità; quello che per me era l'obiettivo finale (o quasi) viene, credo logicamente, richiesto come requisito indispensabile. (Libero tu di iscriverti anche senza acquaticità, ma dopo aver pagato il corso, comprato tutta l'attrezzatura ecc, alla seconda o terza lezione rischi di non essere in grado di seguire gli altri ed essere praticamente lasciato a te stesso). (Soldi buttati in pratica).
Dopo questa lunga chiacchierata su un mondo che trovo affascinante e che voglio conoscere meglio senza essere di pericolo a nessuno, in primis il compagno di immersione, finisco di rispondere alle domande di ippocampo su:

"Oltre ai vari galleggiamenti da fermo (statici), devi imparare anche il sostentamento (galleggiamento dinamico) e il canino che ti permette di nuotare senza stancarti troppo (se lo fai rilassato) e di respirare liberamente; a che punto sei con questo tipo di abilità?

A che punto sono? una bestia. Autodidatta in tutto; come sopra vi ho detto sono stato dieci minuti in galleggiamento sfruttando tutte le posizioni e le capacità che avevo, "barando" anche perchè qualche volta ho toccato il fondo.

Mi rendo conto, dopo aver letto tanti argomenti già affrontati in questo forum, che il mio caso è comune a tanti adulti che iniziano a nuotare. Ci è stata insegnata la tecnica del movimento senza che neppure sapessimo stare in piedi come giustamente dice Cirone.
La domanda però ora è:  Cosa faccio ora? nel mio corso riesco malamente a stare dietro agli altri (una vecchietta come me ha i miei stessi problemi di galleggiamento statico e dinamico ma meno paura e meno affanno di me) ma le mie 26-28-30 vasche di esercizi stile- dorso- rana me le faccio e lentamente si sono visti ed apprezzati grandi miglioramenti (ni direte che in tre anni o ci sono dei miglioramenti o mi posso sparare e avreste anche ragione). Per me è impensabile "tornare indietro". Il gruppo è simpatico e l'aspetto sociale è quello che in tanti momenti mi è stato di aiuto per superare certe difficoltà e mi è di sprone in tanti esercizi a me ostici. Quindi vi chiedo: che suggerimenti mi date?
Quando si parla di scivolamenti, intendete lo Spingersi dal fondo cercando di scivolare sull'acqua il più possibile senza muovere gambe e braccia? ci sono filmati in cui vedere questi "scivolamenti"? Se è questo io già sto cercando di farlo il più possibile ogni volta che inizio una vasca; il vostro suggerimento è invece quello di spingersi, scivolare e tornare indietro e ripetere l'esercizio fino a quando il corpo non scivola galleggiando sull'acqua?
Un'ultima domanda sciocca magari la faccio a ippocampo e marina.

Ho letto che a tabs78 avete detto che gli occhialini li avrebbe potuti mettere solo quando si fosse abituato all'acqua negli occhi.
Ebbene, anche questa esperienza mi manca.
Ho sempre usato gli occhialini e solo sabato scorso, dopo avervi letto, non mi sono messo le lenti a contatto e ho provato ad aprire (due volte!!!) gli occhi sott'acqua: non vedevo nulla, solo nebbia. e provavo un gran fastidio.
Comincio a fare anche questo esercizio?
Grazie e scusate la prolissità.

Come dice Ippocampo il consiglio e' di ricominciare con esercizi di ambientamento e non voler correre se prima non hai imparato a camminare.
Tutti gli esercizi che fai, il fatto di imparare gli stili, le vasche, sono sicuramente adatti a insegnarti la tecnica del nuoto, ma non a toglierti l'ansia dell'acqua profonda.
Se non avessi potuto appoggiare anche solo per un attimo i piedi nei 10 minuti di sostentamento come sarebbe andata? Se i 200 metri a nuoto, che non vuol dire fatti in qualche stile, andrebbero bene anche a cagnolino o a dorso solo gambre ecc, basta muoversi, fossero stati tutti di fila in acqua profonda ce l'avresti fatta?
Se in un'uscita in barca dovessi cadere in acqua dove non si tocca, cosa faresti?
Per questo ti consiglio di risolvere il rapporto con l'acqua fonda ed essere ben sicuro di saper galleggiare, prima di riprendere l'attivita' subacquea; bada che io sono istruttore Padi, non di qualche corpo speciale della marina ;-)

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187

Re: un altro "vecchietto"

Ciao Arinaldisub. Ti rispondo subito.
Si, credo sarei riuscito ugualmente a superare le mie prove.
Io non ho l'incubo dell'acqua alta e la profondità in se stessa non mi spaventa altrimenti non mi sarebbe mai venuto in mente di provare la subacquea. Quello che so  è che non sono capace a stare fermo in acqua se non facendo una immensa fatica e che non sono capace a fare due vasche a stile una di seguito all'altra perchè sono teso e non ho il giusto ricambio di aria. avessi fatto solo vasche a dorso i miei 200 metri li avrei fatti senza problemi, o meglio con il fiatone ma li avrei fatti.
Se oggi dovessi cadere da una barca, beh, con la muta starei normalmente a galla e senza penso che prima di affogare ci metterei sicuramente un po! l'importante è che si accorgano del vecchio in mare!!!!!
Non per difendere i miei istruttori che non ne hanno bisogno, ma sono convinto che vedendomi in acqua il brevetto Open Water me lo avresti riconosciuto anche tu.
Intanto ieri ho migliorato il mio assetto con la semistagna (7mm) appena presa; sono riuscito a stare in assetto statico e dinamico con sei chili in 180cm d'acqua e sono soddisfatto (il mio peso è di 85 chili); appena si potrà andare al mare farò gli stessi esercizi nella "palestra marina" a dieci metri di profondità sotto gli occhi dei miei istruttori.
Le tappe oggi credo di non bruciarle. Purtroppo le ho bruciate  o meglio me le hanno fatte bruciare tre anni orsono quando per la prima volta ho deciso di sconfiggere le mie paure.
Ora devo sicuramente fare tutti gli esercizi possibili per acquisire l'acquaticità che mi manca per cui ogni consiglio mi potete dare sarà un buon consiglio.
A presto.

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188

Re: un altro "vecchietto"

Il 19 luglio del 2011 Ippocampo scriveva:

Per ambientamento si intende praticamente quello della faccia, quindi cerco subito di eliminare tutti i fastidi dell'acqua sul viso e, per il resto, lo stare rilassati in acqua, quindi inizio con i galleggiamenti.
Faccio mettere la testa sott'acqua, occhi e bocca aperti ....poi ci si guarda, si ride, si parla, si fanno le linguaccie. Poi le respirazioni a candela, soffiando con naso e bocca in tutte le variabili. I galleggiamenti si fanno in tre posizioni, a pancia su, a pancia giù e a pallina (o botte), poi li faccio passare da una posizione all'altra. Li faccio andare sempre anche sott'acqua, si inizia col sedersi, inginocchiarsi e con l'aiuto della scaletta. Per gli scivolamenti inizio facendoli spingere con un piede dal muretto e l'altro a terra, all'inizio scivolano poco e si scompongono, per migliorare basta fargliene fare molti! Poi, in tutti gli esercizi, si continua progredendo sempre più e aumentando le difficoltà. Alla fine del corso il mio obbiettivo è un dorso ed uno stile impostati bene, ma ancora un po' grezzi, partenza in galleggiamento spingendo con tutti e due i piedi e scivolamento sub, magari con gambe delfino. Nuoto sub con raccolta oggetti, almeno mezza vasca, capriola da fermi, verticale, carpiata ...mi piacerebbe iniziare anche con la rana e poi ci sarebbero i tuffi, ma è una nota dolente. Ciao!!!

Ippocampo, sai cosa ti dico?
Mi dispiace proprio non poter seguire un tuo corso; non so quanto dura il corso di ambientamento con gli esercizi che hai sopra descritto ma mi ispira proprio tanto!
Per intanto stasera, a fine lezione,  proverò a fare due o tre scivolamenti senza occhialini. se sopravvivono tutti sopravviverò anche io!.
Ciao.

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189

Re: un altro "vecchietto"

Ciao Gerolamo, grazie per i chiarimenti, ora che so un po' di più devo dire che non sono troppo buona, anzi, direi che i tuoi problemi si limitano a quelle due o tre cosette che ti ho già detto, ma fondamentali! Quindi, una volta migliorata la tua acquaticità, sarai a cavallo! smile
Intanto fare gli esercizi senza maschera tenendo gli occhi chiusi non ha senso, ma i tuoi istruttori lo sapevano? Per prima cosa, quando sei in piscina, mettiti vicino al bordo, attaccatici pure se sei più comodo per andare giù ma senza forza perché è importante che tu resti rilassato, quindi rilassati e poi vai sotto con gli occhi aperti, non soffiare, non fare nulla, guarda e basta, se vuoi osserva le mattonelle o qualcuno che passa e controlla se sei rilassato, come se osservassi qualcosa ma stando fuori wink ....Se ci riesci, e più tempo ci stai meglio è, hai fatto il primo passo, fammi sapere! E' ovvio che se apri gli occhi stando in verticale e poi soffi, le bolle che produci faranno rumore e ti passeranno davanti agli occhi dandoti fastidio, quindi ti ci dovrai abituare per gradi. Quando sarai tranquillo nell'eseguire il primo esercizio, allora prova ad aprire la bocca, a fare la linguaccia, a dire il tuo nome, sorridi ....fai tutto quello che ti viene in mente come se fossi fuori dall'acqua, puoi fare tutto tranne respirare, ovviamente! Ho un amico che in immersione ha pure mangiato e bevuto!  ...Poi inizia a soffiare un pochino alla volta, abituati alle bolle, anche se chiudi gli occhi un pochino e poi li riapri va bene lo stesso perché è una reazione istintiva, come quando ti sbattono le mani davanti al viso. Giustamente, come hai già capito, se fai gli scivolamenti con gli occhi aperti e soffi le bolle andranno verso dietro e non ti daranno fastidio, così come quando nuoti, percui questa è una bella notizia per te big_smile Buon esercizio, ciao!!!

P.s. per l'istruttore di sub: sono pienamente d'accordo, e ....Gerolamo, io penso che intendesse cadere dalla barca ma senza muta, con quella sarebbe troppo facile roll

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190

Re: un altro "vecchietto"

tabs78 ha scritto:

Ciao. Scusate ma tra lavoro e famiglia mi sono perso.
A quale domanda devo rispondere?

Ciao! Mi chiedevo appunto dov'eri finito tongue
Siamo rimasti a pagina 7, in data 14/4 ti avevo scritto io, però nel frattempo alla discussione si è unito Gerolamo perché sembrerebbe un po' al tuo stesso livello, se hai tempo leggi!
Ciao per ora.... smile

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191

Re: un altro "vecchietto"

Ciao, visto che sei in linea ti dico che questa sera vado in piscina senza lenti a contatto e provo subito gli esercizi.
Poi ti dirò.
Ciao

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192 (modificato da Cirone Furioso 23-04-2014 20:20:56)

Re: un altro "vecchietto"

Permettetmi un parere: ok gli esercizi, ma non è tanto questo o quell'esercizio; è l'atteggiamento mentale con cui eventualmente li fai, così come fai qualsiasi tipo di attività in acqua.
L'atteggiamento deve essere di consapevolezza in quello che stai facendo.
Tu non devi fare la stellina o la botte perché devi fare la stellina o la botte: devi farli perché devi imparare a stare in acqua, e ad avere la sensibilità giusta per starci.
Quando stai per fare un esercizio, prima di farlo, fermati un secondo a riflettere perché lo stai facendo, e non avere ritegno a interromperti se ti senti incerto, e magari a ricominciare con qualcosa di anche più elementare.
E quando hai finito di farlo, fermati un secondo a cercare di rielaborare quali sensazioni hai provato facendolo, ad esempio cercando riscontri con le aspettative che avevi prima di farlo.

È emblematico il fatto che tu abbia fretta di arrivare al muretto perché ti senti in affanno: tu potresti anche fare la vasca per intero in 10 secondi netti, ma l'atteggiamento di fondo è sbagliato, perché noi intendiamo muoverci nell'acqua, e non saltare da un muretto all'altro.
Se decidi di fare una corsa in un campo da calcio, non stai ad affannarti perché devi arrivare dall'altra parte. Corri e basta; se non hai più fiato vai più piano oppure ti fermi.

Da questo punto di vista, come avevo scritto, la corsia presenta un limite, offrendo nel muretto uno step di pausa che secondo me non aiuta, perché, appunto, uno si abitua non a deambulare in acqua, ma piuttosto a raggiungere il muretto. Non so se si capisce la differenza, o se condividete il mio ragionamento.

Quando sei in acqua, da qui, devi andare là; e non raggiungere l'altro muretto.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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193

Re: un altro "vecchietto"

Buongiorno Ciro,
Si, ti sei spiegato benissimo.
Oggi non ho più la fretta di arrivare dall'altra parte e sono molto più consapevole di quello che faccio e credo anche di quello che devo fare e mi viene chiesto o suggerito di fare.
Ci sono però dei giorni, come ieri per esempio, che non mi riesce quasi nulla e mi viene lo sconforto.
Dovete sapere che il mercoledì sono con un gruppo (teoricamente al mio livello) dove sono tutti molto più giovani e più bravi; per me il ritmo è troppo elevato e per quanto faccia meno vasche di loro non riesco a concentrarmi su quello che devo fare. Il mercoledì sono sempre eternamente in affanno e mi godo poco lo stare in acqua. Il venerdì ho un altro gruppo (sempre lo stesso istruttore per fortuna, anche se li conosco tutti e a rotazione li ho già avuti tutti), sono come dicevo lo stesso livello e siamo decisamente più omogenei. Con loro lavoro meglio e alla fine della lezione le vasche fatte sono solo tre o quattro meno di quelle che vengono fatte dai "cadetti" del mercoledì.
Oggi, comunque, quando parto per una vasca a stile o per un esercizio a stile o a dorso o anche a rana, mi concentro sempre sullo scivolamento e cerco sempre di essere concentrato su quello che faccio, così come mi fermo se mi rendo conto di non farlo come mi viene richiesto e se proprio non ce la faccio. Questo però mi succede solo di venerdì e con le lezioni private dove il ritmo in parte è dettato dall'istruttrice e in parte da me. Ripeto, mi è sicuramente più facile rispettando un ritmo più blando che non quello che inevitabilmente mi viene imposto dai ritmi del mercoledì.
A fine lezione ieri mi sono comunque fermato, mi sono tolto gli occhialini e ho provato a fare gli esercizi suggeriti da Ippocampo.
TERRIBILE, ma non sono morto! sono andato sott'acqua tre o quattro volte cercando di guardare da sotto qualche nuotatore, tenendo gli occhi sbarrati e in apnea (per cominciare); sensazione sgradevole ma ancor peggio non vedere nulla. Mi sembrava di essere Mr. Magoo! Dopo ho fatto tre scivolamenti con occhi aperti o meglio semichiusi perchè il fastidio era grande, ma state tranquilli che persevererò nel fare quanto mi avete consigliato.
Prossime vasche sabato.
A presto.

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194

Re: un altro "vecchietto"

gerolamo ha scritto:

Ciao, visto che sei in linea ti dico che questa sera vado in piscina senza lenti a contatto e provo subito gli esercizi.
Poi ti dirò.
Ciao

ma ci vuole un giorno di ferie per riprendere il filo!!!

eravamo rimasti che mi consigliavi esercizi per verificare l'assetto e per il galleggiamento..ma quali?

per quanto riguarda la nuotata invece le "prestazioni" non migliorano ma l'istruttore è passato da un estremo all'altro..prima "rompeva" ogni 25mt ora diciamo che se siamo in tre in corsia in un'ora farà si e no un paio di commenti. BOH.
quello che sto notando in queste settimane è che non ho la percezione delle gambe, cioè faccio un esempio stupido: se faccio male la respirazione alzando la testa invece che girarla me ne accorgo e ci faccio attenzione mentre per le gambe non riesco a capire se le tengo troppo basse, troppo alte, se le sbatto poco..non me ne rendo conto.
Poi altra cosa le braccia..sono mesi che vado in piscina e non ho ancora capito nella parte subacquea come fare bene il movimento, so che non devono andare verso il pavimento e so che devono fare il movimento completo prima di uscire ma l'angolo del gomito non l'ho ancora assimilato..

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195 (modificato da ippocampo 24-04-2014 18:07:48)

Re: un altro "vecchietto"

Ciao a tutti e tre!
Per Ciro: condivido in pieno il tuo ragionamento, anche perché mi ci ritrovo col mio modo di insegnare, questo tuo concetto che definirei "nuoto consapevole" mi piace un sacco!

Per Gerolamo: non ti preoccupare se un giorno riesci un po' di meno, si sa che non tutti i giorni sono uguali però, se ti trovi così peggio nelle lezioni più avanzate, è solo l'ulteriore conferma che non devi saltare gli step e pretendere troppo anzitempo (farai le vasche quando sarai pronto ma non devi per forza soffrire per arrivarci). Continua pure a frequentare tutte le lezioni perché il modo migliore per imparare è stare il più possibile in acqua, ma fai quello che puoi al tuo meglio, non è una gara, ok? In quanto ad aprire gli occhi sott'acqua forse Ciro saprà consigliarti meglio, io non ricordo, per me sarà stato come una qualsiasi cosa nuova quando la fai per la prima volta da bambino, quando è tutto nuovo! E' vero che vedi come Mr. Magoo ma cmq ci vedi ed è sempre meglio che fare l'esercizio in immersione ad occhi chiusi come hai fatto tu. Prendi tutto come una nuova esperienza, sensazioni nuove da sperimentare, mettiti in gioco, cerca di essere curioso e divertirti, pensa che sei Mr. Magoo facci una risata e vai sotto! Magari all'inizio prova a guardare solo le mattonelle o la tua mano, cioè cose vicine che si vedono meglio e poi spazia altrove; ti assicuro che è solo questione di farci l'abitudine quindi insisti. E' ovvio che se vuoi imparare a nuotare bene non devi avere nessun tipo di disagio, quindi via occhialini e via tappanaso, per carità!

Per tabs78: non ti consigliavo esercizi per l'assetto ma ti chiedevo com'era perché tu avevi detto che facendo gambe tavoletta vai bene, ma la tavoletta non la dovresti nemmeno usare per adesso proprio perché falsa l'assetto. Devi verificare se riesci a fare la schiuma con i piedi con le braccia ferme ed anche in movimento, solo allora sarai pronto ad inserirci la respirazione, altrimenti è molto probabile che ti venga male se non sei ancora in assetto! Se fai tanti scivolamenti, inserendo poi di seguito la gambata comincerai a percepire quando i piedi stanno su a fare la schiuma, facci caso perché si sente la differenza se rompi la superficie oppure no, fanno pure rumore! Riguardo ai galleggiamenti, devi solo metterti lì a provare e riprovare ...in tutte le posizioni, per riuscirci bisogna solo avere la pazienza di insistere!
Per la bracciata non devi fare un movimento preciso anche perché non esiste (il tuo istruttore ti ha detto qualcosa in proposito?), devi pensare ad andare a prendere l'acqua, agganciarti per poi tirarti avanti e infine spingere verso dietro fino in fondo, cioè finché il braccio non è disteso ....pensa soltanto ad usare le braccia per scivolare in avanti senza mai interrompere l'azione, cioè le braccia girano senza fermarsi mai! Non pensare al gomito, al dito mignolo, o all'angolo del braccio, pensa solo a tutta l'azione globale! Queste cose nel forum sono state dette e ridette, per questo insisto, se hai voglia e tempo, nel consigliarti di leggere le risposte a Gerolamo perché penso ti saranno utili, è solo una pagina, ciao!!!

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196 (modificato da Cirone Furioso 24-04-2014 23:45:05)

Re: un altro "vecchietto"

@tabs:

Penso che insegnare la bracciata a stile sia forse più difficile che riuscire a capire come farla: questo perché il farla bene dipende da una serie di sensibilità che solo il nuotatore può costruire.
Prova a fare questa cosa: ti metti in galleggiamento orizzontale a pancia in giù, con le braccia distese in avanti. Evita di tenere le mani una sopra l'altra: meglio tenere le braccia diritte davanti alle spalle e parallele. Non come uno stoccafisso, però: sempre con calma, a sentirle sorrette dall'acqua.
Devi sentirti rilassato, devi essere in grado di stare in galleggiamento con le braccia avanti in sensazione di agio, senza dover sgambettare o sbraccettare per tenerti a galla.
Altrimenti il secondo passo che sto per descriverti non ha molto senso.
Una volta in questa posizione di equilibrio, cerca di fare una remata: affonda il braccio e rema.

Breve ragionamento: l'immagine mentale giusta è esattamente quella di una barca: affondi il remo e lo usi per spingere la barca avanti.
Capisci immediatamente che il tuo remo ha la sola funzione di spingere la barca in avanti: infatti la barca galleggia da sola.
Anzi, capisci anche che se imprimessi la tua remata in malo modo, la barca per esempio potrebbe impennare, per poi ripiombare in acqua.
Se il tuo corpo fosse un pezzo unico, galleggerebbe come la barca. Ma il tuo corpo ha le articolazioni, ed è per questo che è necessario mantenere l'equilibrio.

Torniamo all'esercizio di poc'anzi: se non hai padronanza del tuo assetto, ti sembrerà di "cadere", di inciampare. Non appena proverai ad affondare il braccio, sentirai di perdere l'equilibrio, e non riuscirai a dare la tua remata.
Capirai che devi farlo pianissimo, perché non appena senti di perdere l'equilibrio, stai già sbagliando. Tanto vale interrompere e riprovare.

Se invece insisti a voler dare la tua remata a costo di darla in modo più frenetico, per poterti mantenere a pelo d'acqua nonostante tu perda l'equilibrio, allora succederà che tu imparerai la tua bracciata su un equilibrio inesistente. Il tuo corpo costruirà tutta una serie di movimenti dispendiosissimi per tenerti a galla.
Sarà come se ti accorgessi che la barca sta impennando, e ogni volta che la prua ripiomba in acqua, per evitare che si immerga tu dia una remata vigorosa per farla impennare ancora, e poi ancora, e poi ancora. Ti rendi conto che casino?... smile
Questo è l'errore fondamentale che è capitato a me cominciando: mi hanno fatto nuotare "in una qualche maniera" senza che avessi sensibilità sull'equilibrio.

Io non so se farai questa prova, e non so come la farai: magari la farai bene da subito, ma secondo me da come ti descrivi probabilmente non hai un buon equilibrio in acqua, e quindi ti sembrerà talmente difficile farlo, da pensare di aver capito male cosa devi fare. E invece il punto è che non è mica facile!

Ma non è mica finita qui!

Perché poi dovrai fare anche la bracciata con l'altro braccio, e poi ancora con il primo, e così via. Sempre mantenendo l'equilibrio.
Sincronizzare entrambe le bracciate senza perdere l'equilibrio.

Dici che ce n'è a basta?

E invece no, perché dovrai poi imparare anche a sentire il ritmo giusto, perché nel mentre in cui cominci a scivolare in avanti, devi infilare la tua bracciata una dopo l'altra con continuità, per non compromettere non solo l'equilibrio, ma, quando sei in movimento, anche la forza di inerzia.

È difficile? Secondo me sì, soprattutto se non parti con gli input giusti, se pensi che fare lo stile libero sia solo seguire una serie di istruzioni, come montare un mobile dell'IKEA.
Però se ci pensi, in teoria, correre è ancora più difficile, perché devi saltare da un piede all'altro senza perdere l'equilibrio, e mantenere in equilibrio tutto il tuo peso del corpo (che è in verticale, quindi tutto il peso concentrato in un punto, e senza il sostegno dell'acqua!) prima su un piede, poi su un altro, e se cadi ti rompi le ossa.
In quest'ottica, correre dovrebbe apparire molto più spaventoso che muoversi in acqua.

Ma c'è di più: le gambe? Non vogliamo mica utilizzarle?
E per respirare? Non abbiamo mica le branchie...

Come mi rimbrotta sempre Mario, mi sono dilungato un po' più del tema centrale, che era quello di cercare di spiegarti come sto provando io a rendere la mia bracciata sempre migliore.
Però, a giudicare dai miei miglioramenti, come si accorge anche il mio istruttore, qualche ragno dal buco comincio a cavarlo...

Spero che la mia esperienza possa risultare utile anche a te (o ad altri frequentatori del forum, evidentemente).

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: un altro "vecchietto"

Cirone Furioso ha scritto:

@tabs:

Capirai che devi farlo pianissimo, perché non appena senti di perdere l'equilibrio, stai già sbagliando. Tanto vale interrompere e riprovare.

Se invece insisti a voler dare la tua remata a costo di darla in modo più frenetico, per poterti mantenere a pelo d'acqua nonostante tu perda l'equilibrio, allora succederà che tu imparerai la tua bracciata su un equilibrio inesistente. Il tuo corpo costruirà tutta una serie di movimenti dispendiosissimi per tenerti a galla.
Sarà come se ti accorgessi che la barca sta impennando, e ogni volta che la prua ripiomba in acqua, per evitare che si immerga tu dia una remata vigorosa per farla impennare ancora, e poi ancora, e poi ancora. Ti rendi conto che casino?... smile
Questo è l'errore fondamentale che è capitato a me cominciando: mi hanno fatto nuotare "in una qualche maniera" senza che avessi sensibilità sull'equilibrio.

Ciao Ciro, tra circa un'ora sarò in vasca e vorrei capire meglio ciò che hai consigliato a tabs.
L'esercizio mi sembra di capire serva soprattutto per trovare l'equilibrio giusto e per cominciare lentamente a muoversi in avanti continuando rigorosamente a mantenere l'equilibrio.
la remata quindi la faccio lenta per continuare a mantenere l'equilibrio e "sentire" le sensazioni dell'acqua sul corpo che scivola, (giusto?). potrei anche fermare il braccio lungo il corpo e continuare a mantenere l'equilibrio (?). Con il tuo esercizio, però in teoria, dovrei riportare il braccio avanti, parallelo all'altro rimanendo sempre a pelo dell'acqua. E' questo che hai consigliato di fare? ho capito giusto?
solo dopo aver imparato a conservare l'equilibrio remando ci si preoccuperà di inserire le altre "componenti" gambe e respirazione?
xxx
Di esercizi di acquaticità per ora ne ho già abbastanza per cominciare, ma ho letto che hai fatto "l'uomo ragno" e dopo essere diventato matto a trovarne la spiegazione vorrei chiederti un chiarimento (per ora non mi voglio ancora così male da sperimentarlo, ma mi piace sapere come andrebbe fatto) quando, aggrappato con le gambe lasci andare il tronco per far aderire la schiena al bordo vasca devi "remare" con le braccia altrimenti il tronco continuerebbe a galleggiare, (giusto?) ma quanta aria tieni nei polmoni? quella normale? fai il pieno, così in caso di necessità puoi espirarne un po dal naso contrastando l'entrata dell'acqua? certo che più aria c'è più difficile sarà scendere, ma senza si è quasi sicuri di bere dal naso, o sbaglio?
Ciao e buona domenica a tutti.

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Re: un altro "vecchietto"

Ciao Gerolamo,

premessa: sappi che anch'io sono un praticante dilettante, e mi espongo a pubblicare le mie riflessioni in base alla mia esperienza anche per metterle alla berlina di tutti, nel senso che fra noi dilettanti condividiamo esperienze, ed eventualmente queste possono servire ai moderatori e ai professionisti per capire ancora meglio i pensieri di un allievo.
Detto ciò, essendo che nessuno dei moderatori è intervenuto, credo di non aver scritto delle sciocchezze, e quindi cerco di risponderti.

Non prendere questa cosa che ho descritto come un esercizio, sempre nell'ottica dell'atteggiamento di consapevolezza che ho descritto poc'anzi.
Direi piuttosto che si tratta di una prova che feci a suo tempo, perché avevo intuito quale dovesse essere la meccanica della nuotata, e volevo sperimentarla nel modo più elementare possibile, anche in base alle mie sensazioni. Poi mi sembra di ricordare che Stefano mi fece notare che la remata da fermo non è nulla di nuovo, nella letteratura della didattica del nuoto, quindi tutto sommato l'idea che avevo avuto aveva un senso.

Nel mio post mi sono dilungato un po' troppo, forse: volevo descrivere uno dei modi che avevo provato per cercare di capire come fare una buona bracciata, in risposta alla questione posta da tabs, perché tanti che mi vedevano nuotare mi hanno sempre fatto notare che do la sensazione di avere tanto in più da spingere.

Il primo aspetto che mi balzò "all'occhio", fu che, pur partendo con le braccia in avanti, non appena cominciavo ad affondare il braccio, per quanto lo facessi piano, perdevo l'equilibrio al punto tale che non riuscivo nemmeno ad arrivare alla spinta. A dire che evidentemente avevo trovato un nervo (e che nervo!) particolarmente scoperto nel mio modo di nuotare.

L'altro aspetto cruciale nel mantenimento dell'equilibrio è quello cui accenni tu chiedendoti cosa fare quando finisco la spinta e devo recuperare: non ti nascondo che lì ho le idee un po' più confuse. Ci provo lo stesso: quello è il terzo momento della bracciata; prima di ciò, c'è il momento della spinta: se hai afferrato l'acqua in modo conveniente (ovvero senza perdere l'equilibrio), poi avrai il momento in cui devi spingere. Se anche questo è stato fatto bene, il tuo corpo dovrà essere spinto in avanti. In questo momento, una corretta postura di equilibrio ti consentirà di scivolare in avanti, e la direttrice conveniente della remata sarà quella che porta il tuo corpo in avanti. Non verso l'alto, e non verso il basso.
Il fatto deleterio che può succedere è quando invece, anche a livello istintuale, in effetti stai usando la bracciata per tenerti a galla.
Quindi ti direi, bene anche se fai una sola bracciata, e poi provi a lasciarti scivolare; non è necessario provare a tutti i costi il recupero, perché anche qui rischi di andare alla ricerca di un modo di riportare il braccio là davanti anche se hai perso l'equilibrio. Tipicamente potrebbe succedere che porti avanti la mano prima del braccio.
Invece se hai spinto per bene, scivolando per bene in avanti, il braccio quasi verrà fuori da solo, come una specie di volano.

E qui siamo al recupero, e questo è il terzo momento della bracciata. Ma sto facendo troppa accademia: sentiti libero di sperimentare queste cose come ti risulta più a genio. L'importante è, come mi pare di capire che succeda, che hai messo a fuoco i termini giusti per farlo, e che se senti di perdere l'equilibrio, di avere delle incertezze, non insisti a voler fare la bracciata a tutti i costi completa, e magari se ti senti incerto, sperimenti qualcosa di ancora più elementare.

Nell'affrontare l'esercizio dell' "uomo ragno", ho cercato di fare tesoro ancora una volta di un'indicazione di Stefano che mi è sembrata particolarmente cruciale: all'inizio è difficile, e le prime volte può essere necessario/sufficiente accontentarsi di provare un affondamento superficiale.
A me ad esempio è successo che non riuscivo a mantenere il controllo della situazione, soffiavo come un mantice e non mi sentivo a mio agio. E allora, passo indietro: mi sono accontentato di farlo un po' di volte affondando davvero poco: cioè avevo il busto in orizzontale, e il viso poco sotto la superficie dell'acqua.
Anche tu, non aver paura di "fallire", provalo lo stesso: affondati anche poco poco, fai quello che ti senti, ma quel poco, sii sicuro di farlo bene. E spingiti oltre solo quando sei sicuro di quello che stai già facendo.

The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.

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Re: un altro "vecchietto"

Grazie delle spiegazioni, Ciro.
Per ora esercizi da fare ne ho e pochi e poco per volta li faccio o provo a farli.
E' evidente che devo recuperare tutta quella parte di ambientamento e di familiarizzazione con l'elemento "acqua" che non ho mai avuto e che (ho chiesto in piscina) normalmente viene fatto con i bambini ma mai con gli "anziani" dando per scontato (e mi hanno confessato aver realizzato di commettere un errore!) che gli adulti non abbiano bisogno di familiarizzare con l'acqua. Forse è così per la maggior parte ma sarebbe più logico accertare prima come il singolo adulto si rapporta con l'acqua e poi indirizzarlo ad un primo corso elementare di ambientamento oppure fargli fare subito esercizi per il nuoto.
Ciò detto, tutto sommato credo che, da quello che ho letto sul forum, io possa considerarmi fortunato per gli istruttori che ho; o meglio ce n'è qualcuno che sarebbe meglio perdere che trovare, ma in linea di massima nessuno di loro è arrogante, maleducato o presuntuoso, tutti (con le dovute eccezioni) sono disponibili a sentire le esigenze e le problematiche dei singoli, (poi magari solo in due-tre sono in grado di darti consigli per superare le tue problematiche) ma il clima che regna in generale è sicuramente di "collaborazione". (non nego che il fatto di avere l'età dei loro genitori o quasi e di pagare corsi e lezioni da tre anni può influire sulla cortesia e disponibilità, comunque, in ogni caso, limiti personali a parte, sono tutti disponibili anche a farmi fare esercizi che loro mai mi hanno insegnato e che io ho letto su questo splendido forum).
Ora che ho finito di incensare i miei istruttori ti dirò che sabato la mia istruttrice privata ha riconosciuto certi decisi miglioramenti per quanto riguarda lo scivolamento e a fine lezione io mi sono fatto la bellezza di quattro vasche senza occhialini!!!! Ero e sono veramente soddisfatto anche se non vedo praticamente nulla essendo decisamente miope.
Oltre a perseverare su questi esercizi, tempo permettendo, il prossimo passo che voglio affrontare è quello di provare a sedermi e poi sdraiarmi sul fondo, esercizi "banali" che però non ho mai fatto e penso sicuramente possano essere utili, anche se non credo riuscire svuotare sufficientemente i polmoni per farlo. Solo dopo mi cimenterò con l'uomo ragno.
Intanto mercoledì, quando salterò delle vasche perchè non riesco a stare dietro ai miei colleghi di corso, mi farò tante respirazioni a bordo vasca, scivolamenti e remate singole magari, per migliorare la sensibilità del corpo all'acqua.

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200 (modificato da ippocampo 30-04-2014 10:40:51)

Re: un altro "vecchietto"

Ciao Gerolamo, rieccomi!
Penso proprio che tu sia abbastanza fortunato perché, per le mie esperienze, è già tanto che nella tua piscina abbiano ammesso di aver sbagliato (lasciamo perdere il motivo per cui abbiano pensato che gli adulti non necessitino di fare ambientamento ....ma?!?! yikes)
Mi sono fatta delle idee, in realtà, ma adesso non voglio dilungarmici...... pensiamo invece a te, se vuoi qualche altro consiglio su come procedere....:D
Vista la disponibilità dei tuoi istruttori, direi innanzitutto di sfruttarli al massimo dato che è sempre meglio essere controllati da qualcuno che ti può eventualmente correggere, quindi chiederei loro (se non lo hai già fatto), un po' alla volta, di farti fare gli esercizi che ti avevo detto cioè: galleggiamenti, sostentamento, cagnolino, nuoto subacqueo, tuffi. Le respirazioni verticali al bordo le puoi fare anche da solo, quante riesci a farne senza fermarti?
In quanto a sedersi sul fondo è un ottimo esercizio, direi di cominciare con quello, anche perché devi fare un passo alla volta cominciando dagli esercizi più facili, rispettando un minimo di progressione nella difficoltà, quando ti senti tranquillo e sicuro allora vai avanti perché devi riuscire a farli restando rilassato. In realtà non devi svuotare i polmoni per andare giù (questo è un altro esercizio), ma devi usare l'acqua, cioè devi spingere verso l'alto. All'inizio i "miei" li faccio mettere in piedi con la schiena contro il muro e chiedo loro di andarsi a sedere piegando le ginocchia  e spingendo con le mani verso l'alto, il muro aiuta ad andare giù dritti e se hanno difficoltà, all'inizio concedo loro di soffiare un pochino per aiutarsi. Il passo successivo è farlo staccati dal muro, poi dove l'acqua è più fonda, mettersi sia a sedere che in ginocchio e poi cercare di restarci più possibile. Altro esercizio è quello di andare su e giù senza fermarsi, dove l'acqua è più fonda, si alzano le braccia distese verso l'alto ed il loro peso ti aiuta ad andare giù fino a mettersi in ginocchio sul fondo, a quel punto le braccia, sempre distese, si portano ai fianchi spingendo quindi verso il basso per tornare su, subito fuori si riportano in alto e via così senza fermarsi, le braccia sono sempre stese e quando si va giù si soffia dal naso. Provalo, è più facile a farsi che a leggersi! wink

P.S. lascia perdere l'uomo ragno per adesso .....almeno prima fallo provare a me, poi ti dico l'effetto che mi fa! Ha ha tongue

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