Argomento: Gambata delfino

Ciao a tutti,
ho un gruppo di ragazzi e abbiamo da poco intrapreso il delfino. Ho seguito i consigli di Stefano cioè partire dalla doppia bracciata con pool tra le gambe, e fin qui tutto bene. Il problema è sorto nell'apprendimento della gambata: dopo aver mostrato il movimento a secco e averli chiesto di riprodurlo attaccati alla corsia in posizione verticale, gli ho proposto la gambata delfino sul dorso, il risultato nessuno a fatto più di 2 metri.
Sicuramente ho sbagliato io quindi vorrei chiedere quali esercizi posso proporre per farli apprendere il movimento di gambe corretto?
Grazie in anticipo.

Cristian

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Re: Gambata delfino

Scommetto che andavano su e giù con petto e spalle tenendo il collo duro.
Significa che è troppo presto per le gambate sul dorso.
Occorre sviluppare un pò di delfinizzazione chiedendo di guidare il movimento con la testa,prima in subacquea poi a pelo dell'acqua con testa che va dentro e fuori dall'acqua,ma a faccia sempre sotto.
Magari con le pinne.
Una volta che assimilano una azione non fruttodi un carica spara di gambe,bensì di una frustata a carico del basso tronco,allora si può provare anche a pancia in su (che ha lo scopo di renderli capaci di frustare senza più muovere la testa) oppure a pancia sotto con la tavoletta.
Mi pare che nella discussione sul delfino ci siano tutte scritte queste cose.

Ulteriore consiglio :
nel momento in cui apprendono la biomeccanica corretta di braccia (lancio balistico a braccia tese con ritorno in avanti rapido e senza trascinamenti e a mano intraruotata) è bene cercare di curare subito la corretta distribuzione dei pesi:
cioè al momento dell'ingresso in acqua tutto il peso deve essere piazzato dulla testa e sulle braccia.
In realtà,è esattamente il gioco della distribuzione del peso del corpo,che passa ritmicamente da sotto la pancia (durante la spinta) a davanti alla testa (nell'ingresso delle mani in acqua) che fornisce l'illusione del dondolio.
Un altro sistema è richiedere l'ingresso della testa in acqua prima dell'ingresso delle mani,ma visto che non sempre c'è la respirazione,allora è più utile insistere sul peso.
Altrimenti si passa dall'eccesso di un dondolio fine a se stesso,ad una nuotata piatta senza sincronia con le gambate.

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Re: Gambata delfino

Grazie infinite tutto chiaro.
Approfitto della vostra competenza e gentilezza per chiedere un altra informazione. Nella parte subacquea della bracciata delfino, il movimento delle mani che "disegnano" una S (o altre forme) è da richiedere già le prime volte o un qualcosa in più da inserire quando il movimento di base viene consolidato?
P.s. so che tutte queste cose ci sono già nella discussione sul delfino, ma è diventata parecchio lunga e cercare qualcosa in particolare è difficile.
Grazie e buona giornata

Cristian

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Re: Gambata delfino

Come nell'apprendimento di qualsiasi altra abilità motoria,il mantra è prima il grezzo facile e corretto,poi il resto.

Quindi prima si ricerca la continuità dell'azione di braccia contestualmente alla biomeccanica corretta.
Poi si ricerca il ritmo,visto che ricordo che fa parte dei parametri strutturali della nuotata.
E per ultimissime le considerazioni spaziali,tipo la posizione del gomito e la traiettoria delle mani.

Quindi prima si imposta magari a secco la biomeccanica:braccia larghissime e mani intraruotate.
Poi si fa in modo che la eseguano senza pause,eliminando eventuali accenti di forza errati portandoli su una azione omogenea e continua
Solo ad azione continua e omogenea ci si può concentrare sul giusto ritmo:cioè inizio passata piano,spinta e uscita forte e ritorno avanti di slancio passivo e senza trascinamenti,e di nuovo rallentare DOPO l'ingresso in acqua.
Per ultimissimo e solo se ce ne fosse effettivo bisogno,allora può diventare utile ragionare sulle spazialità,evitando nel modo più assoluto però di parlare in termini specifici di spazialità,cioè di esse o di zeta di zorro o altre amenità,perchè il parametro spaziale non deve per nessuno motivo essere percepito come tale,ma solo come conseguenza spaziale della sensibililtà di azione.
Vale a dire che se date dei parametri che possano essere intesi come un disegno,quelli faranno un disegno.
Se invece per esempio dite di prendere acqua come nella bracciata a rana e poi di spingere come nella bracciata a stile,allora quelli essendo privi di un disegno ma dotati di uno scopo compiranno una azione utile e più adeguata.

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