Dò il mio piccolo contributo con alcune cose che ho notato di recente e che mi hanno fatto fare concreti progressi:
- occhio al galleggiamento del bacino: un istruttore mi ha fatto notare che tenere la testa alta, porta ad affondare la parte sotto del corpo.
Questo rende poco efficace il galleggiamento del bacino relativamente all'assetto della gambata: ossia il bacino sta troppo in basso, la gambata affonda troppo, e incontra una resistenza eccessiva.
Io aggiungo, ritengo che tenere la testa alta sia un atteggiamento istintivo di chi, come me, sta ancora cercando il suo galleggiamento ideale, e tiene la testa alta per una sorta di paura dell'acqua... "pregressa".
Nelle ultime sessioni del corso, in ogni esercizio che ci viene proposto, cerco sempre di concentrarmi in primis su questo.
- un altro istruttore, che credo sia o sia stato un agonista, mi ha fatto provare quello che lui chiama "il calcetto": nel momento in cui la gamba va a raddrizzarsi, fare una sorta di "frustata". Occhio, direi io, a non enfatizzare questa mossa rendendola traumatica.
Io, che ancora sono ben lontano dall'aver acquisito una gambata efficiente a stile, amo pensare a una pennellata, mentre lo provo.
Ribadisco anche l'esercizio delle scivolate, già descritto più volte in questo forum (forse in questo stesso post): ottimo per individuare il giusto assetto di galleggiamento prima di cominciare a sgambettare.
Credo di poter dire, infatti, che uno può descrivere tecniche, movimenti ed esercizi finchè vuole, ma se non trova il galleggiamento c'è poco da fare: secondo me, da quanto ho appreso in questi due anni e mezzo di nuoto, esercitare il nuoto senza aver assimilato il galleggiamento è come imparare una lingua mandando a memoria il dizionario...
The ice caps are melting, Leonard.
In the future, swimming isn't going to be optional.