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Argomento: tecnica

Ciao vorrei chiedere un parere e magari un consiglio: da qualche anno mi alleno costantemente 3-4 volte alla settimana, e ultimamente ho cercato di applicare al meglio la tecnica della nuotata(crawl) seguendo le vs. indicazioni per sfruttare al meglio tutte le mie energie. Non avendo iniziato da giovane a nuotare correttamente lo sforzo è alto ma devo dire che seguendo le vs. schede e misurando i tempi in piscina ho ottenuto dei netti miglioramenti. Fin qui tutto bene, poi viene il momento della competizione (acque libere 1500-2000 m) e succede che tutti gli schemi e le buone premesse saltano: sensazione di affanno, debito di ossigeno, quindi respirazione ogni 2 anzichè ogni 3, la spinta delle braccia nn è più parallela al corpo ma scordinata.... risultato tanta fatica per tempi al di sotto delle aspettative. Cosa mi succede? condizioni ambientali? impatto con acqua fredda (17-18°)? poco pre riscaldamento? direzione da controllare? Credo che la vs. lunga esperienza possa darmi qualche suggerimento.
Grazie anticipatamente

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Re: tecnica

Facilissimo,
ti manca la condizione fisica (resistenza in primis),per cui quando entri in "riserva" perdi lucidità e perdi anche il controllo della nuotata.
Bisogna solo avere pazienza e allenarsi di più.

Ciao

--- programmi di allenamento per nuoto libero GRATUITI elaborati da tecnici dell FIN (Federazione Italian Nuoto)

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Re: tecnica

fox ha scritto:

Ciao vorrei chiedere un parere e magari un consiglio: da qualche anno mi alleno costantemente 3-4 volte alla settimana, e ultimamente ho cercato di applicare al meglio la tecnica della nuotata(crawl) seguendo le vs. indicazioni per sfruttare al meglio tutte le mie energie. Non avendo iniziato da giovane a nuotare correttamente lo sforzo è alto ma devo dire che seguendo le vs. schede e misurando i tempi in piscina ho ottenuto dei netti miglioramenti. Fin qui tutto bene, poi viene il momento della competizione (acque libere 1500-2000 m) e succede che tutti gli schemi e le buone premesse saltano: sensazione di affanno, debito di ossigeno, quindi respirazione ogni 2 anzichè ogni 3, la spinta delle braccia nn è più parallela al corpo ma scordinata.... risultato tanta fatica per tempi al di sotto delle aspettative. Cosa mi succede? condizioni ambientali? impatto con acqua fredda (17-18°)? poco pre riscaldamento? direzione da controllare? Credo che la vs. lunga esperienza possa darmi qualche suggerimento.
Grazie anticipatamente

le gare che hai fatto sono le prime della tua carriera sportiva oppure ne hai già fatte parecchie tempo addietro?

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Re: tecnica

In realtà ho fatto la prime 3 gare l'anno scorso dopo 3 anni di allenamento costante (3 volte alla settimana) mirato al mezzofondo.
Ho 44 anni e non ho certo pretese, ma l'esperienza positiva dell'anno passato mi ha portato a continuare con passione. Consapevole del fatto di avere ancora dei margini di miglioramento mi sn molto impegnato inserendo allenamenti a secco, seguendo bene le schede, e orologio al braccio ho migliorato il mio passo e quindi i tempi. Credo che la condizione fisica ci sia almeno per quelle distanze, ma come spiegavo nel momento della competizione tutto salta e le mie aspettative svaniscono.
Di certo nn mollo e cque vada continuerò a partecipare.
Grazie Nuotix per l'interessamento.

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Re: tecnica

da quello che mi dici credo che manchi soprattutto la capacità di gestire psicologicamente lo sforzo durante una gara. mi spiego: è un fattore importantissimo perché permette di mantenere alta la concentrazione  e il sangue freddo anche quando ci son degli imprevisti. a volte le gare non vanno come noi abbiamo stabilito o provato a prevedere perché qualcosa non và (errori di programmazione, scarico effettuato in modo sbagliato, carichi non adeguati, carenza di resistenza aerobica come diceva prima stefano e così via). lì interviene la forza psicologica dell'atleta che fa sì che si limitino i danni quando la situazione precipita oppure che renda migliore una prestazione già di per sé buona.
considera che la differenza fra dua atleti che teoricamente sono allo stesso livello consiste proprio nella sfera psicologica degli atleti stessi, nella capacità di sopportare lo sforzo, di soffrire.

credo che il tuo problema possa consistere in questo soprattutto quando dici che non riesci a mantenere la stessa nuotata che invece tieni in piscina. l'affanno è riconducibile probabilmente alla condizione fisica che si migliora con l'allenamento e "mangiando panini", la diversa meccanica della bracciata a mio parere è dovuta alla capacità di gestione psicologica della gara. forse quella della gara è una situazione che non hai ancora metabolizzato a fondo e quando si parte perdi la bussola e perdi tutte le tue certezze che ti eri costruito duramente in piscina. quello che mi sento di consigliarti è di stare il più rilassato possibile prima della partenza e di gareggiare il più possibile perché solo così puoi eliminare questo problema che a pioggia ne risolverà altri
non ti preoccupare bene o male ci siamo passati tutti

ps. io ho un rito che eseguo proprio nei minuti precedenti alla gara quando siamo accalcati sulla riva per partire. tengo i piedi a terra e muovo le gambe simulando lo stile libero. sembrerà una cavolata ma ti assicuro che mi aiuta tantissimo perché mi fa scaricare un po di tensione (che è ineliminabile) e tiene la mente libera da pensieri che possono disturbare. da quando faccio così le gare mi sembrano più leggere

pps. finalmente domenica farò la mia prima gara dopo 10 mesi di assenza

ciao
wink

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Re: tecnica

La capacità di gestirsi psicologicamente deriva dalla possibilità di mantenersi lucidi.
E la lucidità viene meno non appena si nuota a regimi superiori a quelli cui ci si è allenati,e a quel punto la tecnica è una chimera.
Faccio notare che la resistenza è la capacità di nuotare per molto tempo (un'oretta) ad andature attorno al 75% del proprio massimale (dunque non propriamente piano),invece nuotare pianin pianino per molto tempo NON è resistenza (come sento spesso dire purtroppo).
Per gestire poi una gara di 1500 metri senza farla passeggiando,allora la resistenza da sola non basta,ci vogliono le capacità di soglia e potenza aerobica (cioè dall'80 al 90 % del massimale).
Traduzione : farsi un mazzo così con allenamenti da stroncare un toro.

Ribadisco:ti manca la resistenza,altrimenti l'affanno ti sarebbe venuto solo nel finale.
Se invece fossi semplicemente partito tropo forte,cosa che capita nelle migliori famiglie,allora ti sarebbero bastati 60 secondi sotto-soglia per smaltire l'eccesso di cataboliti e farti riprendere lucidità.
Ma questo è possibile solamente,appunto,se si dispone di una apprezzabile capacità di resistenza in modo che i mitocondri facciano il loro lavoro e smaltiscano come si deve;altrimenti si va a fondo.

Ciao

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Re: tecnica

Chiaro e limpido, mi avete chiaramente delucidato e soprattutto stimolato ad andare avanti.
Un grazie sincero ad entrambi. Ciao

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Re: tecnica

che fox abbia un problema di resistenza, non ci piove.
magari sbaglierò, però per 'capacità di gestire la gara' intendo qualcosa che esula dalla resistenza aerobica e dalla lucidità. prendi un fondista che deve fare una 10km o più. dopo 7/8km penso che ormai la spia rossa della riserva sia accesa e quindi lucidità è ormai poca perché gli 2000m sembrano infiniti, perché si desiderebbe essere altrove in quel momento. oppure considera un triathleta che è costretto a correre una gara aspra e difficile sotto un sole cocente e magari quel giorno non è molto in forma. che cosa permetterà ai due atleti di arrivare in fondo? la testa cioè quel fattore che permette al nuotatore di mantenere (per quanto è possibilie visto che la stanchezza bisogna conviverci) una bracciata lunga perché è aggrappato psicologicamente alla gara con le unghie e con i denti.

diciamo che è ciò che fa sì si possa ottenere il massimo da ogni tipo di situazione, positiva o negativa, e che alle volte non basta neanche la testa per mettere una pezza ad una giornata sportivamente da dimenticare.

però forse ciò che erro è che io attribuisco al concetto di capacità di gestire psicologicamente la gara delle nozioni che invece rientrano nella sfera della lucidità

ciao wink

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Re: tecnica

nuotix ha scritto:

che cosa permetterà ai due atleti di arrivare in fondo? la testa cioè quel fattore che permette al nuotatore di mantenere (per quanto è possibilie visto che la stanchezza bisogna conviverci) una bracciata lunga perché è aggrappato psicologicamente alla gara con le unghie e con i denti.

In realtà si chiama stàmina,
termine anglosassone intraducibile in italiano che definisce il complesso di risorse psico-fisiche che ci permettono di stringere i denti e continuare a lottare anche quando siamo sotto stress e sembra che stiamo per mollare.
E' qualcosa che si allena.
Gli allenamenti più intensi (di qualità) stimolano l'organismo a produrre determinati enzimi che ottengono l'effetto di spostare verso alto la soglia di percezione e resistenza mentale alla fatica.
Si tratta dunque di qualcosa di materiale e fisiologico che influisce su qualcosa di psicologico e permette di mantenere una certa lucidità,per un certo periodo,anche in situazioni di stress estremo.
Non è qualcosa di gestibile o che si possa inventare,è qualcosa di fisiologico (dunque fisico) che si ottiene soprattutto con gli allenamenti di resistenza alla forza.

Ciao

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10 (modificato da nuotix 21-06-2011 17:43:37)

Re: tecnica

mi mancava il termine tecnico!

bé, non si nasce imparati, gli allenamenti sono essenziali. penso però che, insieme alla resistenza alla forza, anche fare tante gare (come consigliavo prima a fox) alla fine possa aiutare a sviluppare questa qualità direttamente in gara. quindi consolidare la stamina direttamente in gara coadiuvando il lavoro in vasca in resistenza alla forza può essere utile.
che ne pensi?

ps. io mi ricordo che i miei allenatori il primo anno mi hanno fatto fare più gare possibili proprio per farmi abituare alla clima che si respira nella competizione

wink

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Re: tecnica

Il punto è che la gara,infatti,non è altro che un diverso tipo di allenamento.

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