dual75 ha scritto:- apnea e ipossia servono a concentrarsi sulla bracciata senza dover interrompere la continuita` del movimento per respirare?
l'apnea e l'ipossia sono esercizi che hanno elementi in comune e altri che determinano la loro differenza.
entrambi costringono a lavorare in uno stato di carenza di ossigeno.
però nell'apnea devi coprire la massima distanza possibile SENZA respirare, nell'ipossia invece esiste un ritmo della respirazione ad un livello più elevato rispetto ai tuoi standard.
i benefici a cui permettono di accedere sono ad esempio una spinta completa, un miglioramento della rotazione delle spalle con relativa eliminazione di artimie nel caso non ci fosse una continuità spinta/recupero, una presa più rapida, un miglioramento dell'efficienza della fase subacquea con una migliore distribuzione della forza ovvero una velocità progressiva del braccio nella fase subacquea che è quello che cerchi.
sono due esercizi importantissimi perché permettono di lavorare concretamente sull'azione delle braccia piuttosto che sul singolo particolare migliorando quindi la fluidità della nuotata
dual75 ha scritto:- il fine degli esercizi che mi proponi mi pare quello di sviluppare la sensibilita` piuttosto che introdurre direttamente l'accelerazione nella passata, ne deduco che tentare di introdurla di proposito possa essere controproducente. Vale quindi quanto detto per la famigerata S, anche l'accelerazione dev'essere il risultato di una buona percezione dell'acqua e non un atto intenzionale, o sbaglio?
l'unico esercizio di propriamente di sensibilità che ti ho prorposto è solo la subacquea.
il primo è un esercizio di tecnica pura che ti permette di focalizzare l'attenzione sull'azione del singolo braccio (molto importante), gli altri due sono esercizi che hanno lo scopo di far lavorare su tanti aspetto come scritto più su.
il nuotatore che ha tanta sensibilità, dispone di una miniera d'oro
infatti la sensibilità permette di dialogare sempre meglio con l'acqua, di fornire maggiori e più dettagliate al sistema nervoso centrale, di applicare una maggiore forza nell'acqua (fino ad un massimo del 12% della forza disponibile) e distinguere "acqua morbida" dall' "acqua dura".
se leggi più in fondo alla discussione che hai postato, leggerai che stefano ha spiegato che se spingi in accelerazione, la mano impatta acqua dura perché riesce ad anticipare la massa d'acqua che sposta. viceversa se spingi in decelerazione, è l'acqua spostata che anticipa la mano la quale quindi sposta acqua morbida e, non avendo un solido appoggio, lo spostamento risente di conseguenze negative. pertanto in tal caso, per poter rimediare, sarebbe necessaria un'applicazione di forza notevolissima
l'esercizio che ti ho proposto serve inzialmente per comprendere concretamente la differenza fra le due soluzioni. dopodiché, una volta capita la differenza, l'azione deve essere sempre in accelarazione perché in fin dei conti è quello l'obiettivo.
le subacquee a rana sono a mio giudizio uno dei migliori esercizi per impostare nello sl una fase subacquea efficace, accelerazione compresa.
in ogni caso aspettiamo l'opinione di stefano e vediamo che ne pensa...