Andrea2 ha scritto:Ho solo letto parte della domanda e sono rimasto allibito! Ma è normale che nonostante ci siano persone super qualificate "a casa" le società affidino la mansione di allenatore a un istruttore di I (primo!!!!) livello?!? senza nulla togliere a nessuno, però è una cosa vergognosa oltre che illegale, soprattutto se si tratta di una società affiliata alla Fin. A questo punto mi chiedo a cosa serva pagare il tesseramento per essere tecnici di una Federazione che non ti tutela o peggio pagare centinaia di euro per conseguire qualifiche che, sulla carta ti abilitano a svolgere determinate mansioni, ma che in realtà valgono carta straccia nel momento in cui nessuno controlla gli organici effettivi e i relativi brevetti dei dipendenti delle società sportive, delle scuole nuoto...??? bho...
Andrea capisco i motivi del tuo sfogo e li condivido molto più di quanto puoi immaginare.
Ma non trovo che si adattino a questo caso e spiego il perchè.
Andrea2 ha scritto:senza nulla togliere a nessuno, però è una cosa vergognosa oltre che illegale,
Non è illegale,giusto o sbagliato che sia non esiste nessuna legge che impone una qualifica specifica per insegnare o allenare uno sport (nessun allenatore di calcio delle grandi squadre per esempio ha fatto mai una scuola specifica,li scelgono tra le vecchie glorie solo per racimolare abbonamenti)
In teoria uno potrebbe aprire una scuola nuoto senza nemmeno un tecnico qualificato,e non sarebbe perseguibile,a meno che non dichiarasse il falso dicendo di avere brevetti che invece non ha,ma in questo caso il reato sarebbe di truffa per avere mentito per motivi commerciali,e non di esercizio abusivo.
La FIN invece per concedere il diritto di mantenere e fregiarsi dell'affiliazione FIN (con la relativa targhetta esposta nell'impianto),oltre al pagamento annuo della quota (salato,ecco perchè molti vanno di AICS o UISP) richiede espressamente l'utilizzo di personale con brevetto FIN,tollerando al massimo la presenza di un non-brevettato ogni dieci tra gli istruttori operativi,allo scopo di permettere di fare pratica agli aspiranti istruttori.
Anche in questo caso la mancata osservanza non costituisce reato,ma solo infrazione di un regolamento interno che potrebbe al massimo comportare la revoca della affiliazione.
Non è una truffa nè una inefficienza della FIN,la quale invece stante la normativa attuale (che tra l'altro è più o meno la stessa in tutto il mondo) non ha nessuna altra scelta che formare istruttori al meglio delle proprie possibilità,e poi saranno le società a decidere chi e perchè assumere.
Quanto alle società loro ragionano in termini di bilancio,punto e basta.
E per questo motivo scelgono in libertà quale percentuale del corpo istruttori riservare ai professionisti (costosi),quale ai dilettanti (con diverse pretese economiche) e quale al caso.
E sono il primo a denunciare la illogicità delle scelte di larga parte delle società,a volte ispirate al totale risparmio in spregio totale della qualità,altre volte ad una profonda ignoranza tecnica che porta alla possibilità di sopravvalutare un cialtrone,altre volte a puro e becero nepotismo.
La FIN non ci può fare niente,nè sarebbe opportuno darle poteri drastici nel senso del controllo di qualità del personale scelto dalle società,perchè come spiegato altrove mettere paletti troppo fissi quanto a didattica,dire agli istruttori devi per forza fare così e cosà,sarebbe folle.
Prima di tutto perchè come la mettiamo se i paletti posti fossero sbagliati,oppure obsoleti ?
In secondo luogo vorrebbe dire castrare la più grande risorsa disponibile,cioè la fantasia degli istruttori e la libera circolazione delle idee (ai congressi).
Ecco il vero motivo per cui la federazione non pubblica testi dogmatici ma si affida alla memoria e alla dialettica dei propri docenti....per evitare di pubblicare cose che diventeranno dogmatiche anche se verranno superate tra un paio di anni.
La libertà operativa dei tecnici invece è fondamentale per far si che l'ambiente intero si evolva in positivo.
Poi il prezzo di questa "democrazia" è che dietro ad essa si nascondono anche i cialtroni e gli inetti,ma questa libertà è assolutamente necessaria perchè il tecnico deve RAGIONARE e gli schemi e i dogmi vanno evitati.
Infatti i cialtroni peggiori oggi sono proprio quelli che non ragionano ma agiscono ipse dixit,obbedendo ai dogmi del direttore matusalemme o cognitivamente obsoleto che si fonda ancora su nozioni giurassiche,e quindi si ostinano a chiedere già al terzo livello di piegare le braccia a stile libero,o di fare la esse subacquea,o di dare capocciate a rana aiutandosi con la shiena per tornare in fretta nell'acqua (l'ho sentita io questa bestialità....)
Invece i bravi istruttori sono quelli che fanno scelte ragionate e non danno mai niente per scontato,e poi magari fanno errori,ma un errore generato da una scelta ragionata produce sempre buona esperienza (per contrasto).
Invece il piatto nozionismo di chi fa il compitino produce danni silenziosi e non riconoscibili,e nessuna esperienza.
Porre paletti rigidi porterebbe esattamente a questo,e la dimostrazione sono gli scarsoni che a nuoto libero gironzolano a crawl a braccia piegate in modo raffazzonato e con la zeta di zorro sotto acqua e senza spinta,solo perchè una schiera di imbecilli ha fatto con loro il compitino raccontandogli paro paro ciò che hanno appreso leggendo su un paio di libri della esse subacquea e del recupero rettilineo .
Con questo voglio dire che il caso di Thorpe,con una direttrice che invece che scegliere un tecnico brevettato ne sceglie uno a brevetto futuro,ma che nel frattempo ha già una base universitaria che gli altri invece non hanno......
bè questo mi fa pensare che la tizia in questione forse non aveva brevetti disponibili,o forse li aveva già provati e deciso che non erano adatti ai suoi scopi..
Mi fa pensare insomma che forse ha fatto un RAGIONAMENTO....e se cosi fosse,questa credimi è una cosa ottima,è proprio ciò di cui hanno bisogno i nostri piccoli allievi.
Ciao
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