Re: Per una bella bracciata ben distesa a stile libero ...
cosa intendi per stile strisciato?
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cosa intendi per stile strisciato?
nello specifico quali sono gli esercizi più indicati per lavorare sulla distensione della spalla in presa? (ovviamente per distensione intendo una distensione minima e naturale, non un'allungamento forzato tipo elastico )
Vasche contando le bracciate e cercando di farne sempre di meno.
Stile libero senza uscire il braccio,senza recupero aereo.
Stile libero senza uscire il braccio,senza recupero aereo.
Vasche contando le bracciate e cercando di farne sempre di meno.
quindi vasche potenzialmente fatte lente, come tutti gli esercizi di tecnica no?
E poi si trasferisce da sola questa abilità nella nuotata ? o meglio inserire delle serie complete in mezzo?
Esatto:cercando la massima escursione articolare della spalla.
@marina
ah ok è lo stile con recupero subacqueo. lo faccio spesso, ma cercherò di concentrarmi maggiormente sulla distensione della spalla.
intanto oggi allenamento post gare e ho fatto 300m solo di stile alternato (o simultaneo) nel modo di cui sopra
@stefano
grazie mille sté. domani provvedo
@enjoymike
direi entrambe le cose
oggi (scarico) ho fatto dei 50 e dei 100 alternando ripetizioni a stile a braccia tese e poi a stile normale con recupero flesso.
ebbene, quando nuotavo con recupero teso, sui 50m giravo sistematicamente 1 anche 2 secondi in meno della nuotata normale e sui 100 in media nuotavo più veloce di 3 secondi circa.
come mai tutta questa differenza? è normale?
Chiaro che a braccio flesso esci prima senza spingere.
Non vorrei sporcare la discussione con domande da principiante..ma volevo chiedere una cosa.
Sto imparando a nuotare e per ora mi fanno fare respirazione ogni due bracciate però col braccio destro, quello della respirazione , il movimento più o meno riesce mentre con l'altro sembra la zampa di un gatto..non esce e non ruota.
Ora è vero che la spalla sinistra ha qualche problemino di acciacchi ma mi chiedevo se questo problema può essere dovuto all'aver esercitato di più l'altro, alla poca tranquillità in fase di apnea, al braccio disteso che va giù portando giù anche il resto del corpo, alla poca propulsione della gambe che portano giù il sedere e tutto il corpo o cos' altro? E qualche consiglio?
E'un problema di disequilibrio di nuotate.Posto che nei principianti e'molto frequente,dovresti respirare ogni 3 quindi da entrambi i lati...tieni presente che ci sarà sempre un lato in cui ti verrà meglio respirare !
@tabs78: Voglio consigliarti una cosa che a me ha fatto capire un po ' di cose: prova, stando in piedi, a ruotare le braccia liberamente, non necessariamente veloce, in scioltezza. Devi cercare una buona rotazione della spalla, e dovresti concentrarti, facendolo, non sulle mani, bensì sui gomiti. Come punto di riferimento, intendo.
Io, facendolo mi sono accorto che le mie bracciate erano molto asimmetriche, e la rotazione tutt'altro che libera, fluida e completa.
Sarebbe meglio che lo facessi di fronte a uno specchio, perché se, come faccio io, lo cominci a fare anche come esercizio di mobilizzazione, è bene poi verificare che la traiettoria sia ben posizionata: cioè, non devi dimenarti come un serpente a sonagli...
Esattamente come dovrebbe succedere quando nuoti, gli omeri devono ruotare sul piano della spalla, proprio come se fossero per dire le pale di un vaporetto.
Attenzione ancora una volta: ho detto "omeri", perché se prendi la mano come punto di riferimento mentale per fare la tua rotazione, la bracciata quasi sicuramente sarà una ciofeca.
Altra cosa: prova a sdraiarti su una superficie tipo un tappetino da ginnastica (io uso il modulo per il campeggio), a pancia in giù, con le mani lungo i fianchi. In questa posizione prova prima ad appoggiare il viso guardando a sinistra, e poi guardando a destra. Ti accorgi subito se il collo è più flessibile da una parte piuttosto che dall'altra. E anche questa cosa, per inciso, è entrata nel mio repertorio di esercizi di stretching e mobilizzazione.
Se le spalle o il collo, o comunque qualsiasi altro distretto articolare non dispone della mobilità necessaria, il corpo andrà a compensare, costruendo equilibri zoppicanti per compensare movimenti poco efficaci.
cirone: grazie proverò i tuoi consigli.
marina: faccio ogni due perchè abbiamo verificato che non ho automatizzato i vari movimenti e mi incasino subito, quindi per ora sto facendo la respirazione solo da un lato(anche se stasera vorrei provare dall'altro per capire se è un problema di assimetria tra le due parti del corpo o se è il movimento in sè che mi crea squilibrio, cioè se respirando a sinistra il braccio non mi si alza comunque allora è un problema di assimetria da migliorare rinforzandolo).
Il rinforzo non ci entra una cippa:e'una questione di mobilità,casomai!
Il rinforzo non ci entra una cippa:e'una questione di mobilità,casomai!
Marina ha due volte ragione, credo; per altro, anche solo pensare che alzare il braccio quando si comincia il recupero sia un fatto di forza è una roba che, se la vedo giusta (correggetemi se sbaglio) fa rabbrividire!
Gli omeri devono ruotare liberamente e poi riemergere là dietro praticamente per inerzia.
Se non fai così, sforzi la muscolatura della spalla, e se fossi uno che nuota tanto sarebbero dolori!!
Prova a fare l'esercizio di rotazione degli omeri che ti ho descritto: sentirai che, quando il gomito passa accanto alla vita, la spinta non si esaurisce, e non dovrai sollevare il braccio come fosse un peso morto, perché sarà ancora carico di forza d'inerzia, come se fosse un volano.
Passo numero 2: noterai che le spalle tendono a ruotare sull'asse del tronco per assecondare la rotazione delle braccia. Credo si capisca subito, a questo punto, che non devi ruotare la testa come un gufo per respirare, perché la parte alta del tronco è già in parte ruotata.
Passo numero 3 (spero di non incasinarti): torniamo alla metafora del vaporetto, visto che non si può parlare di tutto ciò, senza prendere in ballo l'equilibrio.
Immagina il vaporetto, con le pale che girano. Evidentemente, le pale non servono certo per far stare a galla il corpo del natante.
Ebbene, quando remi con le braccia, è lo stesso: il corpo deve stare in equilibrio sull'acqua, e le pale/braccia girano per portare avanti il corpo.
Forse ti verrebbe da dire "Ma la barca galleggia, il mio corpo no"; in verità, sorpresa sorpresa, il tuo corpo galleggia benissimo, solo che ha numerose giunture, e bisogna mantenere l'equilibrio per farlo stare in superficie. Che poi è esattamente quello che succede quando stai in piedi, solo che sei talmente abituato che dai per scontato quanto in effetti stare in piedi sia una vera e propria abilità!!!
Per inciso, se siamo portati a pensare che galleggiare sia difficile, dobbiamo pensare che stare in piedi sembra una specie di magia...
Però questi 3 passi, sono messi in ordine sbagliato, se descriviamo la meccanica dei movimenti:
PRIMO: stiamo in equilibrio di galleggiamento
SECONDO: immagina ancora il nostro vaporetto Immaginiamolo che ha appena levato l'ancora, e sta galleggiando, fermo.
Pensa se il capitano, scriteriato, pestasse giù la tavoletta dell'acceleratore, e le pale cominciassero subito a ruotare vorticosamente. Il nostro vaporetto come minimo si ribalterebbe!
Invece il bravo capitano, parte lentamente, poi a mano a mano che la barca prende velocità e comincia a scivolare sull'acqua, può gradualmente aumentare la velocità delle pale.
Con le braccia è uguale!
Sul fatto della respirazione non spendo altre parole, perché è un discorso che va inserito dopo aver assimilato queste sensibilità, e per altro anch'io non ho le idee sufficientemente chiare da poterti descrivere cosa sia opportuno fare.
Chiaro che a braccio flesso esci prima senza spingere.
certamente.
però in questi giorni ha fatto ulteriori prove e ho scoperto che non era solo quello.
in pratica, continuando ad alternare le due tipologie di nuotate e cercando di discernere le varie informazioni cinestetiche, ho capito che nella nuotata con recupero flesso entravo troppo corto, avevo meno continuità di rotazione delle spalle e la spinta subacquea era meno efficace.
ora sento molta meno differenza fra le due nuotate e se ne è accorto anche il cronometro
devo dire l'esercizio delle braccia tese alternato allo stile a recupero flesso (es 10x50 metà vasca a br tese metà a gomito flesso oppure alternado ogni 50) è davvero utilissimo. lo consiglio
marina ha scritto:Il rinforzo non ci entra una cippa:e'una questione di mobilità,casomai!
Marina ha due volte ragione, credo; per altro, anche solo pensare che alzare il braccio quando si comincia il recupero sia un fatto di forza è una roba che, se la vedo giusta (correggetemi se sbaglio) fa rabbrividire!
Gli omeri devono ruotare liberamente e poi riemergere là dietro praticamente per inerzia.
Se non fai così, sforzi la muscolatura della spalla, e se fossi uno che nuota tanto sarebbero dolori!!Prova a fare l'esercizio di rotazione degli omeri che ti ho descritto: sentirai che, quando il gomito passa accanto alla vita, la spinta non si esaurisce, e non dovrai sollevare il braccio come fosse un peso morto, perché sarà ancora carico di forza d'inerzia, come se fosse un volano.
Passo numero 2: noterai che le spalle tendono a ruotare sull'asse del tronco per assecondare la rotazione delle braccia. Credo si capisca subito, a questo punto, che non devi ruotare la testa come un gufo per respirare, perché la parte alta del tronco è già in parte ruotata.
Passo numero 3 (spero di non incasinarti): torniamo alla metafora del vaporetto, visto che non si può parlare di tutto ciò, senza prendere in ballo l'equilibrio.
Immagina il vaporetto, con le pale che girano. Evidentemente, le pale non servono certo per far stare a galla il corpo del natante.
Ebbene, quando remi con le braccia, è lo stesso: il corpo deve stare in equilibrio sull'acqua, e le pale/braccia girano per portare avanti il corpo.
Forse ti verrebbe da dire "Ma la barca galleggia, il mio corpo no"; in verità, sorpresa sorpresa, il tuo corpo galleggia benissimo, solo che ha numerose giunture, e bisogna mantenere l'equilibrio per farlo stare in superficie. Che poi è esattamente quello che succede quando stai in piedi, solo che sei talmente abituato che dai per scontato quanto in effetti stare in piedi sia una vera e propria abilità!!!
Per inciso, se siamo portati a pensare che galleggiare sia difficile, dobbiamo pensare che stare in piedi sembra una specie di magia...Però questi 3 passi, sono messi in ordine sbagliato, se descriviamo la meccanica dei movimenti:
PRIMO: stiamo in equilibrio di galleggiamento
SECONDO: immagina ancora il nostro vaporetto Immaginiamolo che ha appena levato l'ancora, e sta galleggiando, fermo.
Pensa se il capitano, scriteriato, pestasse giù la tavoletta dell'acceleratore, e le pale cominciassero subito a ruotare vorticosamente. Il nostro vaporetto come minimo si ribalterebbe!
Invece il bravo capitano, parte lentamente, poi a mano a mano che la barca prende velocità e comincia a scivolare sull'acqua, può gradualmente aumentare la velocità delle pale.
Con le braccia è uguale!Sul fatto della respirazione non spendo altre parole, perché è un discorso che va inserito dopo aver assimilato queste sensibilità, e per altro anch'io non ho le idee sufficientemente chiare da poterti descrivere cosa sia opportuno fare.
scusate continuo nel mio thread
scusa de che?????
non ti devi scusare di nulla
In questo periodo sto provando a fare alcuni esercizi da voi spiegati
Sto provando nuove sensazioni e movimenti che prima non facevo e che sto cominciando a fare grazie a questi.
Vorrei però un chiarimento su un nuovo movimento che sto facendo ma non so se è corretto e prima d'assimilarlo vorrei un parere.
Nel provare l'esercizio "durante la fase di recupero far strisciare il dorso della mano a pelo d'acqua" ho notato rispetto a prima che sto cominciando ad utilizzare molto di più la scapola e il primo pettorale.
Prima nella fase del recupero utilizzavo molto il deltoide (spesso a fine allenamento sento bruciare il muscolo) adesso sto utilizzando di più la scapola e la muscolatura della schiena e il primo pettorale che sento più sciolti
Non so se è un movimento corretto ma durante il recupero rispetto prima sento il tricipite e bicipite molto più rilassati e nel fare una vasca sento le braccia meno affaticate.
Sento d'avere anche un recupero e una bracciata molto più sciolta la mano arriva più lontana (il recupero che facevo prima era più "forzato")
Ora sto facendo un movimento totalmente diverso e mi trovo meglio.
Devo ancora abituarmi, ogni tanto sbaglio e utilizzo il vecchio recupero e sento subito in peggio la differenza.
Cosa ne pensate?
Se ho capito bene è quello che cerco di fare anche io ma lo trovo molto più stancante.
Piuttosto, a proposito di recupero, ho trovato in rete questo:
http://blog.swimmershop.it/2014/05/osse … meccanica/
mi ha lasciato un pò sconcertato.
Ciao
lo avevo letto tempo fa e non ho le competenze per giudicarlo
spero di non sbagliarmi e spero che stefano o marina ci rispondano
credo che il movimento debba essere il più naturale possibile
in questo periodo sto facendo molti eserci di tecnica e probabilmente sto risvegliando muscoli che erano assopiti
nel fare questi esercizi mi è venuto quasi naturale provare a sfruttare di più la rotazione spalla scapola
con il nuovo movimento ho notato che il braccio rimanva piegato in modo naturale e si raddrizzava quasi in automatico (credo sia dovuto al nuovo movimento)
non ho ancora metabolizzato il movimento, quando torno al vecchio sento subito la differenza
Appena torno in vasca riprovo.
Io recupero con il braccio destro piegato ed il sinistro quasi teso...
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